Martedì dell’altra sera si è dimostrata,
dunque, un’altra prova di quella che è questa stagione tanto infelice di un governo
senza più neanche una ragione. Già il fissare quella data ed anche l’ora era
la dimostrazione, quand’anche ci volesse, che quanto ad essere meschini nessuno
più li batte. I temi della sera era tutti, meno uno, nostri bei giusti interpelli. Di
questi, uno forse ne valeva un po’ più di tutti gli altri.
Non mi riferisco però alla questione funiviaria, ma a quell’altra, cioè a
discutere e capire dove è che c’è l’errore che ha commesso Canio e il suo doppio lungo ormai
tempo di governo che, giunto che è in dirittura di traguardo, non taglia il
nastro, ma deraglia. Il documento messo a questo esame era curato, partiva
forse anche da lontano, ma poi, subito dopo, arrivava ai giorni d’oggi e si sforzava
di dare una risposta. Roba seria, mica propaganda, roba su cui sarebbe stato
bello anche un confronto, no non dico mica solo uno scontro, dico un confronto.
Eppure avete visto e sentito, o meglio avete letto cos’è che poi è successo.
Quel che è successo è che Canio proprio ha evitato sia lo scontro che il confronto.
Lo ha fatto comunque a modo suo, cioè nel modo che meglio non poteva, dimostrando
ancor se mai ci fosse ancor bisogno, che Lui è quanto di peggio la cittadella
oggi si merita e che pur si tenga. Presidente di un Consiglio a cui neppure
passa in testa di svolgere lì funzione terza, l’unica attività che svolge è disturbare
in ogni modo e maniera il relator di minoranza, ricordando a quello ogni
secondo quanti siano ancor i minuti che ha a sua disposizione, ben evitando poi
però che altri abbian pure a disturbare lo sventurato relatore. L’immagine che quel
Consiglio ha dato, tra assenze prima e defezioni poi, tra un Presidente in
stato agitatorio compulsivo e un
assessore pure, è che la differenza tra l’aula e l’osteria, ormai, svanisce.
Detto sin qui pazienza, ne abbiamo viste anche peggiori, ma quando poi viene il
tuo turno, ……….., rispondi. Arrivato invece il loro turno, gli assessori stanno
zitti o erano già a casa, sta pure zitto anche quello che, non si sapeva fosse
anche un po’ psichiatra, si era distinto per dar al relator di minoranza anche
del matto, mentre Canio va in scena e, come sempre, imita il Duce, monopolizza lui
la discussione, dice banalità e scemenze una dietro l’altra che nulla, ma proprio nulla
hanno riguardo con le domande poste, poi trascende e chiude, ormai, col tasso endorfinico
e neuronico assai alto. Questi signori sono i vostri eletti; teneteveli tutti quanti
ancora per un po' ben tutti stretti.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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