De Luca a processo per
«l’ecomostro di Salerno»
Il sindaco di Salerno rinviato a giudizio per
il Crescent. In tutto 23 imputati
07/11/2014
Vincenzo De Luca aveva detto una volta che gli sarebbe piaciuto, una volta passato a miglior vita, essere seppellito sotto la gigantesca piazza che si apprestava a realizzare sul lungomare di Salerno. Trentamila metri quadri incorniciati dal Crescent, la più faraonica realizzazione di De Luca, sindaco di Salerno da vent’anni: un serpentone di cemento alto 28 metri e lungo 280 sul lungomare di Salerno: oltre 100 residenze extralusso (costo 10 mila euro al metro quadro), due torri, un parcheggio interrato, più la piazza, in parte crollata e sequestrata dalla magistratura un anno fa.
Per anni il Crescent, progettato dall’architetto spagnolo Ricardo Bofill, è stato materia di dispute architettoniche e paesaggistiche. Ora diventa materia di un processo penale, perché De Luca più 22 imputati (nove assessori, diversi dirigenti comunali, l’ex soprintendente ai Beni culturali Giuseppe Zampino, due funzionari della soprintendenza e due imprenditori edili) sono stati rinviati a giudizio. I reati contestati sono abuso d’ufficio, falso ideologico e lottizzazione abusiva. La richiesta dei pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti è stata accolta interamente dal gup Sergio De Luca. Il dibattimento comincerà il 23 dicembre.
L’inchiesta era cominciata nel 2008 sulla base di esposti del comitato «No Crescent» e Italia Nostra, ora costituite parti civili, da sempre contrarie al Crescent, definito «l’ecomostro di Salerno». La consulenza tecnica di oltre mille pagine disposta dalla Procura ritiene illegittimo il procedimento di sdemanializzazione dell’area e ha accertato che la costruzione occupa per 4 mila metri quadri l’arenile.
La vicenda giudiziaria è un pesante fardello per De Luca, ras del Pd nella provincia di Salerno, che ambisce a correre come governatore campano.
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