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sabato 7 marzo 2015

APERTURA DI CACCIA











E' partita, ormai, la caccia al voto e Canio, è un paradosso in quanto incandidato, è il primo cacciatore che apre la battuta. Le armi utilizzate son quelle consentite, ma non è escluso l'uso di quelle anche vietate. Si tenta dunque un bliz in sede del prossimo, forse penultimo Consiglio e proprio qui il grande cacciatore si appresta a fare il suo bottino. Lui mette in cartucciera tutto quanto che possa essere utile per fare un bel carniere, tentado di girare un fallimento nella gloria. Ci prova presentando, in adozione, l'ennesima variante ormai promessa. Son pochi quei prescelti e fortunati chiamati a farne parte; son pochi, ma meglio anche di niente; si vince per un voto e quindi basta quasi proprio un niente. Ci prova tentando di metterci la toppa a quella storia che allunga, come un'ombra, la vergogna di averci occupato due mandati alla ricerca di un posto per la scuola. All'ultimo minuto lui gira il fallimento in un successo, trovando il terreno per il gioco e poi, mica contento, spostando il traguardo un poco indietro così che possa, in qualche modo, passar sotto lo striscione dell'arrivo. Son tanti o sono pochi i soggetti accontentati, mica importa; si vince, com'è noto, per un voto e tutto fa brodo. Ci prova con la storia, pure lei peraltro vergognosa, dell'impianto funiviario. Ci lavora da molte settimane; si consulta, si consiglia, tiene un filo anche diretto e ora stende un nuovo accordo che migliora, mica poco, l'interesse per la cosa. Ci si attende che sta cosa vada dunque sul mercato per aprirsi a ogni offerta. Non è detto, Lui ha soltanto una gran fretta e, con tutta previsione, Lui, guarda il caso, il mercato vuole chiuderlo e blindarlo, mica aprirlo ed allargarlo. Qua mi fermo; questo è il piatto che l'Alcade ha in cucina per il pranzo dell'addio, questo è un piatto prelibato, accattiva i commensali; noi chiediamo di conoscer gli ingredienti e vigiliamo.

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