Ore 18 passate da mezz'ora, ancor qualche minuto e si da il via. Ne mancano diversi, qualcuno lentamente arriverà, ma intanto è Galli, il Professore che tiene una breve introduzione. Lamenta l'ultimo Consiglio assai indisciplinato, non vuole dar la colpa a questo o quello, ma se minoranza ha i suoi sistemi, non è per questo che maggioranza si perdona. Insomma noi lo sappiamo, al Capo del gran Gruppo non è che possa chiedersi una piena sconfessione, per cui ci accontentiamo. Finalmente inizia veramente, ma subito ribalta l'ordine del giorno. In aula c'è un pubblico un po' insolito, utenti, docenti e interessati all'Alberghiera che Canio non vuole fare aspettare o meglio, non fargli ascoltare niente altro e quindi passa in testa la variante chiamata non variante. Qui si assiste dunque la lezione che Canio impartisce nell'aula consiliare con tanto di video e proiezioni. Lui parte da lontano, racconta una storia che è lunga è risaputa, si assolve da ogni colpa e dal ritardo e arriva ai giorni nostri dove spiega che la scuola va dove c'è il campo, il campo va dove c'è un bosco, un altro campo torna ancor nel bosco e poi c'è ancor un poco d'altro. Per fare questo c'è questa variante che lui chiama e si chiama non variante che entra in aula come proposta e esce dall'aula belle fatta. Terminata che ha questa lezione concede la parola a chi ci ha voglia. Diverio contesta la questione; sostiene che il Consiglio, en che meno mai coinvolto, è in vista del traguardo e che questa vicenda che procede da una vita, ormai, dovrebbe essere demandata a quello che sarà il prossimo consesso; replica e nega però il saggio Professore che la proposta sappia di gusto elettorale. Che sia elettorale lo dice anche Piervalle che afferma che Canio non può addossar tutta la colpa dei ritardi solo agli altri, ma deve prendersi la quota di spettanza e quanto alla prova che è in corso la corsa elettorale, essa si trova anche nel fatto di utilizzare, impropriamente, la procedura veloce e non prevista. L'accusa che fa non lascia spazio alla polemica; è tecnica e fondata; cita l'articolo, il comma, le lettere del comma, le quantità previste, quelle non viste. Come da sempre, Canio quando rischia di far la fine anche del topo, la gira sul piano della politica peggiore, quella che dice che con la volontà, ossia la prepotenza del padrone di turno di governo si passa sopra tutto e si va subito a meta. Così anche sta volta finisce con il voto. Vota compatto il gruppo in maggioranza, non partecipano al voto, sta volta pur compatti i gruppi in minoranza. Breve passaggio in aula dell'accordo Comune/Provincia VCO che aggiorna la questione della scuola. L'accordo modifica i siti prescelti per la scuola e per il campo, ma quanto al resto dimentica, del tutto, di aggiornare le date, ormai tutte saltate. Nulla di meglio trova Canio che addossar tutta la colpa solo agli altri, promettendo però di aggiornar, al più presto, tutto il testo. Termina dunque la prima fase del consesso; breve intervallo dunque così che lasciano l'aula quelli del pubblico presenti per la scuola. C'è nell'agenda in aula la deroga edilizia per l'ex albergo Garden, anche sta volta dunque due pesi e due misura; per Villa Lasio, obbligatoria era la convenzione, ma non c'era, qui obbligatoria non è, ma guarda il caso adesso c'é. Si scaramuccia soltanto un po' tra Canio e Valle che non sopporta proprio sentir solo cazzate fatte passar per verità divine. Si anticipa, sta volta, la mozione sull' ex stazione del trenino. Piervalle relaziona, ma anticipa che la decision sembra scontata poiché nella posta di variante essa non c'è. Egli si duole e si dispiace che, dopo tant'anni, ancor l'amministrazione non pensi che debba risolversi questo problema che segna di degrado la città. Una soluzione, o almeno avvio di soluzione noi l'abbiamo data, questo lui dice, ma non basta, se la maggioranza non la coglie, noi siamo impotenti. Anche Matteo Diverio segue a ruota con la speranza ancor di fare breccia. Replica Canio, abbassa i toni, capisce che è un problema, ma poi inizia a raccontare così tante scuse che si capisce subito dov'è che poi finisce. Insomma dice che la cosa subito costa e non è vero, poi dice che l'area costa troppo e non è vero, poi dice che l'investimento pure costa troppo, questo per vero non è noto e poi dice che si è in scadenza elettorale, per cui si fanno le cose che propone, soltanto, maggioranza. Questo, per verità, non dice, ma si capisce. Il voto poi non da sorprese, la minoranza approva, la maggioranza, sta volta, boccia. Ora va in aula una variante; la illustra Canio brevemente e poi lascia parlare. Le contestazioni non son tanto di merito, quanto piuttosto di metodo e di tempi. Il metodo è ormai noto; fare e mai una volta concertare; i tempi sono pure molto noti, quando si avvicina al voto arriva una variante. In fondo lo confessa un poco anche il nostro Professore che non lo nega affatto che in vista del traguardo si cerchi di chiuder più cose sia possibile; quanto poi a Canio è un'altra storia, lui non ammette mai proprio un bel niente, così che si innervosisce ancora sul finale e spinge l'acceleratore verso il voto. Adotta dunque questo Consiglio la variante o meglio variantina che ora si espone al pubblico perché faccia lui le osservazioni. Ritornerà poi in aula, probabilmente, dopo il voto. Sta volta arriva in assemblea la cascinetta Sempre decisa fu dalla sol giunta, or che è in vista il voto si pensa di far pubblicità portandola in Consiglio. Si avvia pertanto un'altra volta ancora un tentativo di darla in concessione a costo quasi zero con oneri di spesa in capo al fortunato. La lega contesta un'altra volta che, dopo trascorsi gli anni si arrivi in aula alla vigilia per far bella figura e si dissocia. Pievalle contesta non tanto che si arrivi ora nell'aula, ma che sia passato il tempo invano e che soltanto ora si provveda. Quanto poi al testo che viene presentato lo contesta;una somma di errori, di sviste, di incoerenze che bisognerebbe aver vergogna a presentare. Così si va al voto che, come sempre, è rassegnato. Quanto poi al resto, rimane nel cassetto. Giunte che sono le 21, Canio si alza e scioglie l'adunata. Possono aspettare ancora gli interpelli; lui non ha voglia di dargli una risposta.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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sabato 14 marzo 2015
INTERVALLI CONSILIARI
Ore 18 passate da mezz'ora, ancor qualche minuto e si da il via. Ne mancano diversi, qualcuno lentamente arriverà, ma intanto è Galli, il Professore che tiene una breve introduzione. Lamenta l'ultimo Consiglio assai indisciplinato, non vuole dar la colpa a questo o quello, ma se minoranza ha i suoi sistemi, non è per questo che maggioranza si perdona. Insomma noi lo sappiamo, al Capo del gran Gruppo non è che possa chiedersi una piena sconfessione, per cui ci accontentiamo. Finalmente inizia veramente, ma subito ribalta l'ordine del giorno. In aula c'è un pubblico un po' insolito, utenti, docenti e interessati all'Alberghiera che Canio non vuole fare aspettare o meglio, non fargli ascoltare niente altro e quindi passa in testa la variante chiamata non variante. Qui si assiste dunque la lezione che Canio impartisce nell'aula consiliare con tanto di video e proiezioni. Lui parte da lontano, racconta una storia che è lunga è risaputa, si assolve da ogni colpa e dal ritardo e arriva ai giorni nostri dove spiega che la scuola va dove c'è il campo, il campo va dove c'è un bosco, un altro campo torna ancor nel bosco e poi c'è ancor un poco d'altro. Per fare questo c'è questa variante che lui chiama e si chiama non variante che entra in aula come proposta e esce dall'aula belle fatta. Terminata che ha questa lezione concede la parola a chi ci ha voglia. Diverio contesta la questione; sostiene che il Consiglio, en che meno mai coinvolto, è in vista del traguardo e che questa vicenda che procede da una vita, ormai, dovrebbe essere demandata a quello che sarà il prossimo consesso; replica e nega però il saggio Professore che la proposta sappia di gusto elettorale. Che sia elettorale lo dice anche Piervalle che afferma che Canio non può addossar tutta la colpa dei ritardi solo agli altri, ma deve prendersi la quota di spettanza e quanto alla prova che è in corso la corsa elettorale, essa si trova anche nel fatto di utilizzare, impropriamente, la procedura veloce e non prevista. L'accusa che fa non lascia spazio alla polemica; è tecnica e fondata; cita l'articolo, il comma, le lettere del comma, le quantità previste, quelle non viste. Come da sempre, Canio quando rischia di far la fine anche del topo, la gira sul piano della politica peggiore, quella che dice che con la volontà, ossia la prepotenza del padrone di turno di governo si passa sopra tutto e si va subito a meta. Così anche sta volta finisce con il voto. Vota compatto il gruppo in maggioranza, non partecipano al voto, sta volta pur compatti i gruppi in minoranza. Breve passaggio in aula dell'accordo Comune/Provincia VCO che aggiorna la questione della scuola. L'accordo modifica i siti prescelti per la scuola e per il campo, ma quanto al resto dimentica, del tutto, di aggiornare le date, ormai tutte saltate. Nulla di meglio trova Canio che addossar tutta la colpa solo agli altri, promettendo però di aggiornar, al più presto, tutto il testo. Termina dunque la prima fase del consesso; breve intervallo dunque così che lasciano l'aula quelli del pubblico presenti per la scuola. C'è nell'agenda in aula la deroga edilizia per l'ex albergo Garden, anche sta volta dunque due pesi e due misura; per Villa Lasio, obbligatoria era la convenzione, ma non c'era, qui obbligatoria non è, ma guarda il caso adesso c'é. Si scaramuccia soltanto un po' tra Canio e Valle che non sopporta proprio sentir solo cazzate fatte passar per verità divine. Si anticipa, sta volta, la mozione sull' ex stazione del trenino. Piervalle relaziona, ma anticipa che la decision sembra scontata poiché nella posta di variante essa non c'è. Egli si duole e si dispiace che, dopo tant'anni, ancor l'amministrazione non pensi che debba risolversi questo problema che segna di degrado la città. Una soluzione, o almeno avvio di soluzione noi l'abbiamo data, questo lui dice, ma non basta, se la maggioranza non la coglie, noi siamo impotenti. Anche Matteo Diverio segue a ruota con la speranza ancor di fare breccia. Replica Canio, abbassa i toni, capisce che è un problema, ma poi inizia a raccontare così tante scuse che si capisce subito dov'è che poi finisce. Insomma dice che la cosa subito costa e non è vero, poi dice che l'area costa troppo e non è vero, poi dice che l'investimento pure costa troppo, questo per vero non è noto e poi dice che si è in scadenza elettorale, per cui si fanno le cose che propone, soltanto, maggioranza. Questo, per verità, non dice, ma si capisce. Il voto poi non da sorprese, la minoranza approva, la maggioranza, sta volta, boccia. Ora va in aula una variante; la illustra Canio brevemente e poi lascia parlare. Le contestazioni non son tanto di merito, quanto piuttosto di metodo e di tempi. Il metodo è ormai noto; fare e mai una volta concertare; i tempi sono pure molto noti, quando si avvicina al voto arriva una variante. In fondo lo confessa un poco anche il nostro Professore che non lo nega affatto che in vista del traguardo si cerchi di chiuder più cose sia possibile; quanto poi a Canio è un'altra storia, lui non ammette mai proprio un bel niente, così che si innervosisce ancora sul finale e spinge l'acceleratore verso il voto. Adotta dunque questo Consiglio la variante o meglio variantina che ora si espone al pubblico perché faccia lui le osservazioni. Ritornerà poi in aula, probabilmente, dopo il voto. Sta volta arriva in assemblea la cascinetta Sempre decisa fu dalla sol giunta, or che è in vista il voto si pensa di far pubblicità portandola in Consiglio. Si avvia pertanto un'altra volta ancora un tentativo di darla in concessione a costo quasi zero con oneri di spesa in capo al fortunato. La lega contesta un'altra volta che, dopo trascorsi gli anni si arrivi in aula alla vigilia per far bella figura e si dissocia. Pievalle contesta non tanto che si arrivi ora nell'aula, ma che sia passato il tempo invano e che soltanto ora si provveda. Quanto poi al testo che viene presentato lo contesta;una somma di errori, di sviste, di incoerenze che bisognerebbe aver vergogna a presentare. Così si va al voto che, come sempre, è rassegnato. Quanto poi al resto, rimane nel cassetto. Giunte che sono le 21, Canio si alza e scioglie l'adunata. Possono aspettare ancora gli interpelli; lui non ha voglia di dargli una risposta.
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