Mentre ci si rintuzza in aula di Consiglio accusando gli uni contro gli altri di far delle proposte elettorali, ci si dimentica una cosa che qui la ricordiamo. In data 31 del gennaio di quest'anno, i Gruppi in minoranza scrivevano una nota al Capo del Palazzo, chiedendogli fissasse la data di un Consiglio dove trattare tutti gli argomenti sino a allora presentanti. A norma della legge, il Capo del Palazzo doveva fissare quella data non oltre il venti di febbraio e infatti la fissò per il diciotto di febbraio. Come sapete, arrivata che fu la discussione al primo dei punti richiesti dai Gruppi in minoranza, sempre sto Capo di Palazzo ebbe a inscenar na sceneggiata così che chiuse i battenti e mandò tutti quanti a casa. Passato che fu dell'altro tempo, Lui stabilì la data del tredici di marzo per continuar l'esame in aula. Il tempo, però, non passò peraltro invano e nuovi argomenti vennero iscritti nell'ordine del giorno, così che quelli richiesti per l'esame in data 31 gennaio di quest'anno, slittarono in coda alla seduta. Sta volta la seduta era più calma; il Professore, a inizio di ripresa, aveva ammonito le parti a star composte, il tempo e lo spazio c'era tutto per arrivar tranquilli in fondo di seduta, ma quando rintoccaron le 21, il Capo del Palazzo chiuse le carte e la seduta. Anche sta volta dunque, giunto che fu a dover trattare del porto, la piscina, la Gabbiola, la funivia e il lungo lago, rinviò il tutto a altra data ignota e, forse, assai remota. Quindi se vero è, come anche ci insegna il Professore, che vanno in aula le proposte dal sapore elettorale, altrettanto vero è anche che non vanno in aula le questioni che possono essere al governo di danno elettorale. Se poi si aggiunge che questa manovra astuta la si combina in elusione anche di legge, a noi pare che questo sia ancor più grave, tanto che ora i Gruppi danneggiati si stanno consultando per ottener rispetto di un diritto. Presto vedremo dunque cosa dirà il Gran Capo e cosa dirà il caro Professore poiché la buona condotta in aula va anche bene, ma poi c'è pure la sostanza che, non di meno, è da rispettare.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 16 marzo 2015
RITARDI INGIUSTIFICATI
Mentre ci si rintuzza in aula di Consiglio accusando gli uni contro gli altri di far delle proposte elettorali, ci si dimentica una cosa che qui la ricordiamo. In data 31 del gennaio di quest'anno, i Gruppi in minoranza scrivevano una nota al Capo del Palazzo, chiedendogli fissasse la data di un Consiglio dove trattare tutti gli argomenti sino a allora presentanti. A norma della legge, il Capo del Palazzo doveva fissare quella data non oltre il venti di febbraio e infatti la fissò per il diciotto di febbraio. Come sapete, arrivata che fu la discussione al primo dei punti richiesti dai Gruppi in minoranza, sempre sto Capo di Palazzo ebbe a inscenar na sceneggiata così che chiuse i battenti e mandò tutti quanti a casa. Passato che fu dell'altro tempo, Lui stabilì la data del tredici di marzo per continuar l'esame in aula. Il tempo, però, non passò peraltro invano e nuovi argomenti vennero iscritti nell'ordine del giorno, così che quelli richiesti per l'esame in data 31 gennaio di quest'anno, slittarono in coda alla seduta. Sta volta la seduta era più calma; il Professore, a inizio di ripresa, aveva ammonito le parti a star composte, il tempo e lo spazio c'era tutto per arrivar tranquilli in fondo di seduta, ma quando rintoccaron le 21, il Capo del Palazzo chiuse le carte e la seduta. Anche sta volta dunque, giunto che fu a dover trattare del porto, la piscina, la Gabbiola, la funivia e il lungo lago, rinviò il tutto a altra data ignota e, forse, assai remota. Quindi se vero è, come anche ci insegna il Professore, che vanno in aula le proposte dal sapore elettorale, altrettanto vero è anche che non vanno in aula le questioni che possono essere al governo di danno elettorale. Se poi si aggiunge che questa manovra astuta la si combina in elusione anche di legge, a noi pare che questo sia ancor più grave, tanto che ora i Gruppi danneggiati si stanno consultando per ottener rispetto di un diritto. Presto vedremo dunque cosa dirà il Gran Capo e cosa dirà il caro Professore poiché la buona condotta in aula va anche bene, ma poi c'è pure la sostanza che, non di meno, è da rispettare.
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