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martedì 31 marzo 2015

SENZA MAI FINE








Ordunque si va in aula anche sta volta alle 18, ma maggioranza sta un po' scarsa. Facendo infatti anche la conta, Di Milia e i suoi son solo in sei, ma con i tre disposti in minoranza il quorum ci sarebbe, giusto giusto. Ma Di Milia è un gran volpone, ha infatti due cose cui tiene di approvare, ma sa che se minoranza al momento del voto poi si assenta, gli manda buca la questione. Per vero Diverio detto Matteo gli aveva proposto di variare un po' l'ordine del giorno, mettendo in testa gli interpelli e in coda tutto il resto. Ma Di Milia non vuole trattare gli interpelli per cui respinge la richiesta e poi spedisce i suoi, che manco capiscono il perché, fuori dall'aula così che manda buca la seduta alle 18 e la richiama un'ora solo dopo. Inizia dunque l'intervallo; la minoranza esce a prendere un po' d'aria, la maggioranza si riunisce, dopo, poco, in un conclave. Non sono ancora le ore 19, arriva Canio e fa la conta. Si parte dunque col ritardo, più o meno, di un'ora circa sul programma. Inforca le carte dunque il condottiero, spiega e comunica un paio di vecchie variazioni di bilancio, poi inizia davvero la serata. La prima è la convenzione per dare, o confermare, il contributo per quattr'anni al Festival Musicale. Obiezione vostro onore, è un atto senza bilancio, è a forte rischio di essere viziato perché contro la legge. Si cita l'articolo e il suo comma e si richiede sia scritto anche a verbale. Così dice Piervalle, poi passa la parola al buon Matteo che punta il dito sull'obiettivo elettorale, per cui accusa Canio di usare gli ultimi Consigli per farsi propaganda con sti atti. Respinge l'accusa, ma non convincete il dittatore che poi chiama al voto gli scudieri che lo votano uniti e combattivi. Minoranza non partecipa a sto voto. Si replica poi subito dopo; si porta in discussione un'altra convenzione; 150.000,00 in euro in cinque anni per lavori straordinari alla casa di riposo Tadini. Prima Canio ci disse che era anche urgente perché le Settimane richiedono sapere se avranno questi soldi, qui non c'è neppur questa ragione che giustifichi l'urgenza, ma la violazione ancora di qualche norma è la sua regola. Si replica pertanto lo stesso copione precedente sino a che si arriva in fondo al voto. Gli ascari son pronti e scattano al richiamo, gli altri neppure vi partecipano. C' è un argomento che attiene ancor la question dell'Alberghiera. Trattasi di spostare quei diritti di uso civico dall'area prevista per il campo ad altro sito. C'è una protesta in aula perché questa proposta non è pervenuta, come di prassi, ai Consiglieri a mezzo posta certificata. Ma taglia corto Canio, dice che non importa, così che manco spiega e se la votano da soli. Poi c'è una questione più leggera. La nuova convenzione per lo sportello SUAP . Si chiude quello Comunale e se ne aprirà da luglio un altro presso la CCIAA che servirà ben 27 comuni tutti insieme. Lo spiega, diligente, il buon Falciola. Sempre corretto e, a modo suo computo, fornisce alla richiesta le risposte. Si sfiora la vicenda che interessò questo Comune e vide sottrarre lo SUAP alla vigilanza. Rimane, quindi, insoluto il sospetto su cosa non funzionò in quei giorni che indusse il governo a togliere alla Comandante anche sto ufficio. Comunque si va al voto e lo si approva. Finita che sta dunque la partita che portava maggioranza, ci si aspettava che, stante l'ora ancora presta, si decidesse Canio a esaurire gli argomenti all'ordine del giorno. Difatti inizia ancora il porto e si va al voto sulla mozione che chiede di definire i nuovi costi e solo dopo proseguire nei lavori. Il voto è un no scontato e la polemica che Canio innesca se la poteva anche evitare. Difatti un suo dovere sarebbe stato quello di dire un qualche cosa intorno al costo e non snobbare l'aula dicendo che tutto è andato a posto, senza però spiegare niente. Comunque questo è Canio; che volete. C'è poi questa mozione che minoranza ha fatto chiedendo di utilizzare una norma contenuta nel decreto mille proroghe che concede da un milione a cinque d'euro per i progetti che valorizzano i beni culturali e del paesaggio ai fini di migliorare l'offerta anche turistica. La Villa Palazzola sarebbe l'oggetto da indicare. Ma Canio è negativo, non crede nella legge, dice che 5 milioni ora non bastano, che neppure più sa cosa farne della Villa, che forse è meglio che ci pensino i privati. Gran delusione dunque viene espressa dall'ala in minoranza, mentre la maggioranza unita vota compatta la rovina. Sono le 20 passate da mezz'ora, Canio chiude le carte e spegne anche le luci; inutili proteste per questo ennesimo suo sgarbo. Lui le interpellanze sulla piscina, la funivia, l'Architetto Ermini e ad altre ancora le rinvia.

 

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