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martedì 3 marzo 2015

CONTI IN ROSSO









Il buco è ancora lì, quello del porto; i lavori, è vero, sono ripresi con tanto di conferenza a mezzo stampa, ma il buco è ancora lì e, questa volta, il buco non è più quello del porto, ma quello del conto. Sembra un paradosso; il contratto è pur stato firmato, ma il suo importo è, finora, sconosciuto. Non ne ha parlato Canio che pure ne era interrogato nell'ultimo Consiglio, malamente dimezzato; non ne ha fatto, sempre Canio, neppure un solo accenno in conferenza stampa della vigilia elettorale. Silenzio dunque ancora e bocche chiuse sin tanto che, piuttosto dopo che mai prima, la cifra vera sarà resa poi nota. Per ora, dunque, a occhi chiusi vanno avanti e prendon tempo; la fine di mandato ormai già incombe ed evitare di staccare un altro assegno è un'evidenza che solo a pochi sfugge. Eppure un altro assegno è quello che ci vuole per compiere e completar l'opera omnia, salvo fermare ancora il tutto e ripartir da capo, un'altra volta. Meglio mascherar allora la falla dentro i conti, tirando in lungo da qui alla metà del mese che è di maggio. Slitterà perciò anche sto Consiglio, quello che ha aperto Canio il diciotto di febbraio e che ha chiuso, soltanto, un'ora dopo, facendo una mezza sceneggiata. Più che va avanti il porto e più che è oscuro il suo percorso, si sa dei soldi dati senza una ragione; si sa dei soldi spesi per un nulla; ora neppur si sa cosa ci costa. Questa signori è la promessa di avere l'Amministrazione trasparente, di far conoscere e partecipe il popolo elettore; così sentenziava Canio quando arringava la folla dal palco del Rosmini. Ora di tempo in mezzo ce n'è stato, ma quanto alle promesse, era soltanto delle balle.




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