Alle 18 vanno in aula e dopo l'appello ormai di rito, inforca, con piglio, il Borgomastro il suo Consiglio. La prima è solo un'informata, ma dovuta, circa un prelievo di bilancio dell'anno ormai passato. La seconda è poca cosa; si tratta di votare i delegati nell'Unione; la terza sembrava che fosse quasi un nulla: la vendita di un bene comunale, un'area lungo il Roddo a un tal Maltauro Mauro, ma qui si impunta il Comandante che davanti a sta proposta fa le pulci. Contesta che si possa procedere alla vendita non avendo il richiedente il titolo dovuto, rileva che l'occupazione del terreno è già da tempo in atto e che quindi occorre far pagare anche quei canoni. La schermaglia va avanti per un po', sin tanto che Bottini si decide e passa al voto. Tre voti gli astenuti, un voto è quello contro e gli altri si approvano, da soli, tutto quanto. La tassa sullo sbarco compare dentro l'aula. Gremiti son gli spalti di rudi marinai che attendon di sapere che cosa mai Bottini vuole fare. Motiva la richiesta il Gruppo del Carroccio col tempo, assai ben breve, che c'è da qui al prossimo inizio di stagione. Risponde il Borgomastro che conferma l'intenzione, ma quanto al come non dà la soluzione. Per vero Lui risponde che sono diverse le ipotesi già in studio e presto si saprà che cosa al Consiglio proporrà. Da annotare un intervento del Vice Delegato; non sapendo cosa dire, se la prende con la legge dello Stato; quella legge dello Stato che è servita, guarda caso, ad aggiustare il guaio da Lui stesso combinato, ostinandosi con Canio e suoi fedeli, ad applicare una tassa che non c'era. Questa volta è Bertolino che descrive come sia questo Comune ormai l'ultimo d'Italia a tenersi le lanterne semaforiche. Tra rotture e interruzioni, il sistema è ormai obsoleto, ci vorrebbe un bel progetto che disegni un po' da nuovo tutto quanto sto sistema, con rotonde, nuovi sensi e intelligenze. E' Bottini che risponde che il sistema è comunque in efficienza, se si fulmina una lampada anche il cambio è fulminate. La questione che si pone la si chiama col " baratto"; un sistema un po' inventato con il quale chi ha un debito fiscale, ma non soldi per pagarlo, può pagarlo con il lavor di volontario. Se ne parla un po' da un pezzo ed il Gruppo del Carroccio vuol sapere se andrà in atto. E' la Sala che risponde, ricordate i suoi pizzini ! Ora sembrano bei foglioni tanto grandi ed ingombranti. Lei ricorda che ha già mandato ai signori interpellanti una bozza di una roba che contempla qualche cosa; l'intenzione è di normare anche il baratto dentro un corpo normativo più corposo e consistente, per cui chiede di inviarle osservazioni, poi promette di portarlo all'esame del consesso. Ora tocca al Comandante; ribadisce le domande su che cosa ora si faccia del degrado alla Gabbiola, se ritiene il Borgomastro ribadire la richiesta di parcheggio multipiano con annessa una variante allo strumento; se ritiene che la stima provvisoria del valore del "recupero", mai chiusa, sin dai tempi della fine del trenino sia intenzione ora richiederla. Gli risponde il Borgomastro, ricordando che comunque ha già risposto e non vuol troppe domande che lo fanno anche incazzare, ma che Lui sta lavorando e si lascia poi scappare che è arrivata una richiesta per un centro commerciale con annessi dei parcheggi. Su sta storia lui lavora. La questione ora si sposta alla vasca per il bagno. L'interpello era caduto per pretese di trattarlo al gran segreto; ora invece non c'è traccia che si voglia chiuder l'aula. Le domande sono tante: i ritardi, le aggravanti, le inadempienze, tutti i danni, chi li paga, se si tratta ? Gli risponde il Professore cui Bottini ha delegato la lettura del racconto. In effetti sembra giunta a conclusione sta questione. Entro il mese, se va bene, lo si firma sto contratto; sana a transa sul passato e riparte tutto quanto dopo l'anno che è già in corso. Per quest'anno ancora passa con na mezza concessione, poi a settembre i lavori sull'impianto, da rifare, e dall'anno poi seguente tutto a posto; così pare. Così pare, ho scritto giusto, ma di mezzo ci sta il mare. Or si parla del demanio, quello a lago; l'ampia zona occupata dal Des Iles dove non par tutto sia a posto. C'è che il muro collassato glielo paga poi il Palazzo, un confetto da sei volte dieci mila ora di euro, c'è la storia che ha occupato indisturbato e ha pagato poi soltanto quel che poco lui ha voluto. Questa somma, quella insomma che ha sottratto non è ancora tutta quanta bene bene calcolata, ma comunque è confermata. Ci sarà da divertirsi, col sistema del baratto, a vederli tutti quanti gli alberghieri, impegnati in lavori comunitari per pagare i lor debiti fiscali che il Palazzo, quatto quatto, penserebbe di abbuonarli.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 10 febbraio 2016
ADUNANZA
Alle 18 vanno in aula e dopo l'appello ormai di rito, inforca, con piglio, il Borgomastro il suo Consiglio. La prima è solo un'informata, ma dovuta, circa un prelievo di bilancio dell'anno ormai passato. La seconda è poca cosa; si tratta di votare i delegati nell'Unione; la terza sembrava che fosse quasi un nulla: la vendita di un bene comunale, un'area lungo il Roddo a un tal Maltauro Mauro, ma qui si impunta il Comandante che davanti a sta proposta fa le pulci. Contesta che si possa procedere alla vendita non avendo il richiedente il titolo dovuto, rileva che l'occupazione del terreno è già da tempo in atto e che quindi occorre far pagare anche quei canoni. La schermaglia va avanti per un po', sin tanto che Bottini si decide e passa al voto. Tre voti gli astenuti, un voto è quello contro e gli altri si approvano, da soli, tutto quanto. La tassa sullo sbarco compare dentro l'aula. Gremiti son gli spalti di rudi marinai che attendon di sapere che cosa mai Bottini vuole fare. Motiva la richiesta il Gruppo del Carroccio col tempo, assai ben breve, che c'è da qui al prossimo inizio di stagione. Risponde il Borgomastro che conferma l'intenzione, ma quanto al come non dà la soluzione. Per vero Lui risponde che sono diverse le ipotesi già in studio e presto si saprà che cosa al Consiglio proporrà. Da annotare un intervento del Vice Delegato; non sapendo cosa dire, se la prende con la legge dello Stato; quella legge dello Stato che è servita, guarda caso, ad aggiustare il guaio da Lui stesso combinato, ostinandosi con Canio e suoi fedeli, ad applicare una tassa che non c'era. Questa volta è Bertolino che descrive come sia questo Comune ormai l'ultimo d'Italia a tenersi le lanterne semaforiche. Tra rotture e interruzioni, il sistema è ormai obsoleto, ci vorrebbe un bel progetto che disegni un po' da nuovo tutto quanto sto sistema, con rotonde, nuovi sensi e intelligenze. E' Bottini che risponde che il sistema è comunque in efficienza, se si fulmina una lampada anche il cambio è fulminate. La questione che si pone la si chiama col " baratto"; un sistema un po' inventato con il quale chi ha un debito fiscale, ma non soldi per pagarlo, può pagarlo con il lavor di volontario. Se ne parla un po' da un pezzo ed il Gruppo del Carroccio vuol sapere se andrà in atto. E' la Sala che risponde, ricordate i suoi pizzini ! Ora sembrano bei foglioni tanto grandi ed ingombranti. Lei ricorda che ha già mandato ai signori interpellanti una bozza di una roba che contempla qualche cosa; l'intenzione è di normare anche il baratto dentro un corpo normativo più corposo e consistente, per cui chiede di inviarle osservazioni, poi promette di portarlo all'esame del consesso. Ora tocca al Comandante; ribadisce le domande su che cosa ora si faccia del degrado alla Gabbiola, se ritiene il Borgomastro ribadire la richiesta di parcheggio multipiano con annessa una variante allo strumento; se ritiene che la stima provvisoria del valore del "recupero", mai chiusa, sin dai tempi della fine del trenino sia intenzione ora richiederla. Gli risponde il Borgomastro, ricordando che comunque ha già risposto e non vuol troppe domande che lo fanno anche incazzare, ma che Lui sta lavorando e si lascia poi scappare che è arrivata una richiesta per un centro commerciale con annessi dei parcheggi. Su sta storia lui lavora. La questione ora si sposta alla vasca per il bagno. L'interpello era caduto per pretese di trattarlo al gran segreto; ora invece non c'è traccia che si voglia chiuder l'aula. Le domande sono tante: i ritardi, le aggravanti, le inadempienze, tutti i danni, chi li paga, se si tratta ? Gli risponde il Professore cui Bottini ha delegato la lettura del racconto. In effetti sembra giunta a conclusione sta questione. Entro il mese, se va bene, lo si firma sto contratto; sana a transa sul passato e riparte tutto quanto dopo l'anno che è già in corso. Per quest'anno ancora passa con na mezza concessione, poi a settembre i lavori sull'impianto, da rifare, e dall'anno poi seguente tutto a posto; così pare. Così pare, ho scritto giusto, ma di mezzo ci sta il mare. Or si parla del demanio, quello a lago; l'ampia zona occupata dal Des Iles dove non par tutto sia a posto. C'è che il muro collassato glielo paga poi il Palazzo, un confetto da sei volte dieci mila ora di euro, c'è la storia che ha occupato indisturbato e ha pagato poi soltanto quel che poco lui ha voluto. Questa somma, quella insomma che ha sottratto non è ancora tutta quanta bene bene calcolata, ma comunque è confermata. Ci sarà da divertirsi, col sistema del baratto, a vederli tutti quanti gli alberghieri, impegnati in lavori comunitari per pagare i lor debiti fiscali che il Palazzo, quatto quatto, penserebbe di abbuonarli.
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