Se prima era un sospetto, ora è una conferma. Il Borgomastro l'ha detto chiaramente in Assemblea che, per quanto riguarda il tempo che è passato, il Grand Hotel non ha pagato tutto quanto. La cifra, ufficialmente, non è nota e da bravi cronisti anche locali, batteremo il Gemelli a rivelarla. Per ora, invece, è noto ed ufficiale, lo sconto che il Palazzo ha pur già fatto per quanto riguarda anche il futuro. Si tratta di una somma piccolina, calcolata, con tanto di virgola e centesimi, in euro 2.955,73 euro per ciascuno dei 30 anni che verranno, aggiornata ogni anno con l'indice dell'Istat e che somma in totale a euro 88.671,88 oltre che l'Istat. Motivo di sto sconto è pure noto; le mura dell'area in concessione son crollate e mentre negli atti sta scritto, normalmente, che provvedere è un onere in capo al soggetto che le ha in carico, nel caso al nostro esame, si deroga, di fatto, e l'onere si sconta dal canone corrente. Immagino la scena: l'attore sarà stato ancora Canio o forse già il nostro Borgomastro, poco cambia; comunque arriva un noto personaggio che perora la causa del muro già crollato. In breve, lo si ascolta, si senton le ragioni, si dice che non pianga, si consoli, ma certo, poverino, che ha ragione; si dice che è di buon senso che l'onere stia in capo anche al pubblico Palazzo e che per quanto sta scritto nelle norme, che abbia pazienza un momentino, il tempo di trovar la soluzione. Or chiamano e consultano i diversi mandarini: che cerchino quale sia la soluzione. Tra i timbri, le scartoffie, i bolli e i tanti fogli qualcosa, di certo, la si trova. Si affanna ora la corte, spronata in sto frangente dai capi del Palazzo che attendono impazienti e ben volenti di soddisfare l'autorevole cliente. La soluzione è un codicillo, infilato nel corpo normativo dell' atto che ha lo scopo di regolar la nuova predisposta concessione. E' vero; a ben vedere varrebbe soltanto nel futuro e il muro danneggiato è quello caduto nel passato, ma questo appunto si dice: "a ben vedere" e quindi basta non guardare e tutto torna a posto; lo dice il funzionario e non par faccia una grinza. Bastava un po' cercare; qualcosa sempre la si trova. Se solo lo si vuole i timbri, le firme e le carte vanno all'aria; persino i sigilli colati in ceralacca nel tempo sfarinano e si disfano. Il rigore è sempre a doppio senso, è relativo; dipende, dipende chi sia alla fine anche cliente.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 17 febbraio 2016
L'IMPARZIALITA'
Se prima era un sospetto, ora è una conferma. Il Borgomastro l'ha detto chiaramente in Assemblea che, per quanto riguarda il tempo che è passato, il Grand Hotel non ha pagato tutto quanto. La cifra, ufficialmente, non è nota e da bravi cronisti anche locali, batteremo il Gemelli a rivelarla. Per ora, invece, è noto ed ufficiale, lo sconto che il Palazzo ha pur già fatto per quanto riguarda anche il futuro. Si tratta di una somma piccolina, calcolata, con tanto di virgola e centesimi, in euro 2.955,73 euro per ciascuno dei 30 anni che verranno, aggiornata ogni anno con l'indice dell'Istat e che somma in totale a euro 88.671,88 oltre che l'Istat. Motivo di sto sconto è pure noto; le mura dell'area in concessione son crollate e mentre negli atti sta scritto, normalmente, che provvedere è un onere in capo al soggetto che le ha in carico, nel caso al nostro esame, si deroga, di fatto, e l'onere si sconta dal canone corrente. Immagino la scena: l'attore sarà stato ancora Canio o forse già il nostro Borgomastro, poco cambia; comunque arriva un noto personaggio che perora la causa del muro già crollato. In breve, lo si ascolta, si senton le ragioni, si dice che non pianga, si consoli, ma certo, poverino, che ha ragione; si dice che è di buon senso che l'onere stia in capo anche al pubblico Palazzo e che per quanto sta scritto nelle norme, che abbia pazienza un momentino, il tempo di trovar la soluzione. Or chiamano e consultano i diversi mandarini: che cerchino quale sia la soluzione. Tra i timbri, le scartoffie, i bolli e i tanti fogli qualcosa, di certo, la si trova. Si affanna ora la corte, spronata in sto frangente dai capi del Palazzo che attendono impazienti e ben volenti di soddisfare l'autorevole cliente. La soluzione è un codicillo, infilato nel corpo normativo dell' atto che ha lo scopo di regolar la nuova predisposta concessione. E' vero; a ben vedere varrebbe soltanto nel futuro e il muro danneggiato è quello caduto nel passato, ma questo appunto si dice: "a ben vedere" e quindi basta non guardare e tutto torna a posto; lo dice il funzionario e non par faccia una grinza. Bastava un po' cercare; qualcosa sempre la si trova. Se solo lo si vuole i timbri, le firme e le carte vanno all'aria; persino i sigilli colati in ceralacca nel tempo sfarinano e si disfano. Il rigore è sempre a doppio senso, è relativo; dipende, dipende chi sia alla fine anche cliente.
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