La questione Pallavicino
La vicenda si avvicina, come noto, ad un qualche suo esito finale, questo almeno stando all’ordine naturale delle cose che, avviate dalla azione di contrasto di superminoranza , deve avere un suo sbocco dentro una procedura ben tracciata.
In attesa dunque di questo suo esito, il tempo che lo separa serva per, ulteriormente, precisare, spiegare ed anche chiarire quello che questa superminoranza vuole e quello che non vuole. La cosa ormai agli occhi di Canio e dei suoi 11 fedeli, o quasi, dovrebbe essere di una chiarezza estrema. In ventuno cartelle superminoranza ha scritto tutto: i motivi, uno per uno, delle ragioni di un assoluto no a quel mostriciattolo giuridico siglato Canio e il Principe Domenico; le ragioni del no, una per una, avverso una soluzione viabilistico/urbanistica non attuale e funzionale; le ragioni del no, una per una, avverso una soluzione che non va per riqualificare il bene del paesaggio, ma serve a danneggiarlo e poi ancora le ragioni, una per una, per confutare le tesi che Canio ha letto in sua difesa e che, alla fine, sono solo un’auto accusa e niente più. Avranno letto, avranno ascoltato tutto quanto i giudici Consiglieri ? Noi lo dubitiamo, così come persino dubitiamo che tutti i Consiglieri abbiano letto l’accordo incriminato, tanto è caduta in basso questa democrazia locale ridotta a votare un si , un no, o un non lo so, solo a comando del suo capo; questa è l’ amara, ma triste verità.
Intanto, mentre anche la Procura della Corte dei Conti incarica la Guardia di Finanza per capire la stranezza dell’accordo, per ingannare il tempo che rimane a quel voto finale, proviamo ad aiutare gli incerti e mettere un dubbio in quelli certi e facciamo della questione la sintesi più estrema che si può di ciò che superminoranza vuole e non vuole, così non potranno dire di non aver capito.
1) Qualunque opera il Comune realizzerà sulle note aree di proprietà Pallavicino, costino quel che costino, alla fine quelle opere dovranno essere di proprietà Comunale, per l’eternità. Non si discute neppure.
2) In qualunque modo si vorrà risarcire la proprietà, la sua misura non dovrà essere diversa e maggiore di quanto la legge prevede si debbano indennizzare le aree da utilizzarsi per opere pubbliche. Non si discute neppure.
3) Qualunque cosa si vorrà fare su quelle aree, non dovrà essere sovvertita la previsione di destinazione che il piano regolatore prevedeva e pur potendosi rimodulare la distribuzione tra i vari spazi funzionali previsti: passeggiata, aree verdi e parcheggi, mai dovrà trasformarsi l’intera area in un unica spianata a parcheggio in superficie, tanto meno per autobus. Non si discute neppure.
Nessun commento:
Posta un commento