2011: senza illusioni
Un titolo quasi senza aggettivi, soltanto un numero a quattro cifre e una parola che, così scritta, qual sarà l’esito di questo nuovo anno, non sbaglierà. Il problema, d’altronde, è molto semplice: o chi governa questa cittadella cambia il passo o invece segna, un’altra volta, il passo. L’anno della vittoria elettorale è ormai archiviato, quasi si fa fatica persino a ricordarlo. Sono passati nove mesi e dopo la festa della vittoria meritata, qualcuno, in fretta e furia, ha congedato gli invitati, spente le luci e chiusi anche i battenti del salone delle feste. Era appena cominciata ed è già finita, così almeno a vederli, certo, da fuori, ma da vicino. Sembrano stanchi, sembrano annoiati, qualche volta infastiditi, uno accanto l’altro dietro i banchi allineati, sembrano non più ripresisi dopo la vittoria, forse, troppo grande e generosa. Sembrano quasi già arrivati sul viale del tramonto, sono senza un sussulto, senza un’invenzione, senza un’ qualche cosa che dia a loro, prima che ad altri, la voglia di star lì. Sarà una strana sindrome quella di cui sono le vittime, contagiati da un morbo sconosciuto, senza cura; stanno acquattati nel recetto, rispondono per ora alla chiamata di soccorso del Capo di governo, sembrano sempre pronti a far quadrato in Sua difesa, ma poi, quando il nemico si allontana e allenta un poco la sua stretta, più nulla. Hanno subito grandi attacchi, questo è vero, ma così sono stati anche invitati e stimolati a fare bene, invece sembra abbiano speso tutta l’energia per contrastare e non per ragionare. Hanno confuso governare con dire troppi no, dimenticando che sono loro a dover fare e così, mezzi storditi, sono come dei soldati disarmati dopo una battaglia. L’anno si apre quindi, per Canio, tutt’altro che tranquillo: deve ricompattare il gruppo, dargli una missione, portare risultato, calare tutte le carte dal suo mazzo, sperando che qualche gioco poi gli vada bene perchè dall’altra parte sa che non fan sconti.
Era stata una delle tante proposte, sempre o quasi poi bocciate, che superminoranza aveva presentato, quella che l’Assessorato al Turismo riuscisse a confezionare un piccolo progetto intorno al tema di un turismo invernale di fine settimana con i giardini aperti delle isole. Un esperimento insomma, un modo anche diverso di proporre un lago e un luogo anche forse un po’ troppo abusati nella solita cartolina di stagione. L’idea e qualche spunto di un progetto li avevamo insomma offerti; molto tiepida era stata l’accoglienza e se proprio non si poteva dire un no senza ritorno, era comunque un no, e poi magari, forse, il Professore avrebbe potuto riprovarci, senza voglia. Questa la premessa senza più notizie uscite da un Palazzo ormai entrato nel profondo di un letargo senza uscita, mentre gli ultimi giorni dell’anno che è finito ed il primo che è arrivato, la cittadella ed il suo lago ha visto una pacifica invasione di un paio di miglia calati dall’Europa in un tour sui laghi dell’inverno. La cosa era peraltro conosciuta e preannunciata anche da tempo e, complice il bel tempo, se ne saranno ritornati abbastanza soddisfatti. Quale occasione questa per fare esperimento, per darsi un po’ una mossa, stilare un progettino, mettere intorno a un tavolo i soggetti interessati, usare capacità di raccogliere adesione, darsi l’obiettivo: “ giardini aperti per tre giorni”, il risultato era garantito: 2000 prenotati, un altro migliaio divisi sui tre giorni, facile a trovarsi. Secondo previsioni proprio un bel niente, chiuso per ferie o per letargo, poco importa, non pare il Professore essersi mosso. Ha perso una occasione, ne ha già perse tante nei quasi quarant’anni che governa e poco importa, ma quel che è peggio è che è la cittadella a perdere occasioni, come tante.
Adesso, caro Canio devi mostrare i fatti, quelli della promozione elettorale; la ricordi ? O invece imbocchi, anticipata, la strada dell’addio, senza ritorno.
Turismo invernale
Porto 2011: macchine ferme
In una delle Sue ultime comunicazioni, il nostro Sindaco annunciava che entro marzo prossimo sarebbero iniziati i lavori di costruzione del porto. Nel Consiglio del 21/12, interrogato in aula, precisava che il contratto non era stato ancora firmato. Ulteriormente interrogato per sapere se vi erano problemi per la firma del contratto stante le norme del patto di stabilità, non si sbilanciava più di tanto. Per la verità i problemi ci sono : come e più di prima. Ora le nuove norme del patto di stabilità sono state tutte approvate in Parlamento e sono legge, così come lo erano già il 21 scorso di dicembre. Nulla è cambiato in meglio rispetto all’anno che si è chiuso, e pagare la costruzione del porto comporta gli stessi problemi di rispetto del patto che c’erano l’anno che si è chiuso, anzi i problemi sono accresciuti dalle sanzioni assai pesanti che adesso anche ci stanno. Premesso tutto questo, è facile concludere che a marzo prossimo non si vedrà un bel nulla, mentre il nuovo termine di avvio sarà, se vi sarà, in autunno, o meglio anche nell’inverno prossimo venturo. Solo allora infatti si vedrà se la Regione , cui la legge dello Stato concede la possibilità, sarà disposta a dare al Comune la facoltà di spesa, senza la quale, vigente il patto, il porto non si potrà fare: ne nel 2011, ne nel 2012, ne nel 2013, ne forse mai. Questo dovrebbe raccontarci il nostro Sindaco, mentre invece annuncia sempre nuove date che, immancabilmente, vengono smentite senza appello. La verità, a questo punto, è cosa amara, ma nasconderla non serve, essa poi si scopre sempre e sono solo guai.
Ora non è più colpa di nessuno, questo è vero, ma vengono al pettine le colpe e i ritardi degli anni che sono trascorsi inutilmente intorno a quest’opera vergogna della nostra cittadella e che nasconde verità mai dichiarate, nascoste dentro quegli armadi sempre chiusi e che, forse ed anche presto, proveremo ad aprire e a raccontarvi.
Si chiude anche il 2010, sesto anno dell’era Canio Di Milia, primo anno del secondo Suo governo. Non è un record, ma stante le limitazioni a farne tre, il secondo basta e avanza. Quanto a sapere cosa scrivere nella scadenza di una ricorrenza comandata, come è la fine di un anno vecchio e l’inizio di un anno nuovo, basterebbe copiare il testo usato un anno fa e, con qualche adattamento, credo che nessuno se ne accorgerebbe. Anzi e di più, se va avanti come sino ad ora pare andata, lo stesso testo, con i soliti ritocchi, potrà essere usato sino ad ancora quattro volte. La rassegna dell’anno che si chiude diventa allora una veloce carrellata sui fatti di Palazzo, con tante scuse dovute anche ai lettori che non vi troveranno molte novità. Innanzitutto, e questa è stata forse la sola novità, è stato l’anno di elezioni, piazzate giusto la fine dell’inverno e prima che iniziasse la stagione. Quattro e quattr’otto, Canio inventa la formula vincente, quella che mette insieme la grande coalizione e sbaraglia gli avversari; non vince, ma stravince, il suo risultato va oltre ogni felice previsione. E’ il trionfo popolare che lo consacra sul soglio del Palazzo. Cambia un po’ la squadra; fuori qualcuno dei promossi, dentro qualcuno dei bocciati, ritorna a governare. Memore dei libri anche di storia, vuole dei vinti anche le spoglie e, come primo atto di governo, ordina la caccia ai cittadini firmatari del nemico. Affronta l’assemblea, pronuncia la formula: “lo giuro”, disbriga con perizia le formalità di un rito; sarà il Consigliere Professore a leggere il sermone; il popolo elettore dispensa l’applauso finale che risuona in aula e Lui, felice come uno sposo, ringrazia e benedice. Anche il resto ora è cosa nota, ma meno nota durante la grande propaganda fatta di promesse dispensate a piene mani, quasi la città fosse alla soglia del sol dell’avvenire. Inizia il nuovo anno di governo e le promesse , appena fatte, rimangono promesse, l’una dietro l’altra. La Gabbiola , buona questa per tutte le campagne elettorali, era bella che risolta: starà ancora lì sino al suo crollo.
Almanacco 2010
La variante che avrebbe cambiato, da lì a poco, la città e dato una risposta a tutte le 295 domande raccolte a piene mani: era già finita nel cestino prima ancora di votare .
L’eterna Palazzola anche lei, in volata finale sotto il traguardo elettorale: eppure i milioni spariti nel frattempo erano 5.
Lo scandaloso porto, risolto coi soldi che paga sempre pantalone: eppure, passate le elezioni è ancora tutto sotto l’acqua.
La nuova alberghiera, arrampicata su per la collina, sembrava cosa fatta : ora anche il suo progetto torna in salita.
Tanti vi han creduto e questi sono i risultati. Così finisce l’anno e verrà il nuovo, quello che di nuovo mancherà saranno proprio i problemi, perché sono sempre poi gli stessi, risolti durante la campagna e ricomparsi appena essa finisce .
Però bisogna riconoscere che la promessa di un regalo è stata mantenuta : la piscina, quella si è ora in corso d’opera, anche se a noi sembra, anche lei, una buca dentro l’acqua.
Chiudiamo così l’anno sul blog, nessuno in questa vicenda senza fine è vincitore, ci rivedremo l’anno che verrà e paradosso vuole che anche per Canio dobbiamo fare tanti auguri perchè almeno qualche cosa a questa cittadella riesca, alla fine, a regalare.
Il tormentone
L’incidente occorso in aula al relatore della proposta, evita a Canio, un’altra volta, il voto che è solo rimandato. Era la questione dell’accordo con il Principe Domenico, quello dell’area a lago della villa Pallavicino, quell’accordo, firmato Canio Di Milia, così tanto avversato e combattuto in questo e nel precedente di mandato, quanto dall’altra parte, apparentemente, sostenuto. Non sembri a nessuno la posizione di superminoranza questione di principio o peggio una ripicca. La questione è, invece, molto seria, tanto è così seria che anche, dietro l’apparenza dei consensi, gran maggioranza non è unita. Lo vuole, certamente, Canio e i più fedeli, ormai solo per una questione di puntiglio, non lo vuole invece il Vice e forse neppure il Professore, poi ci sono Consiglieri che, nonostante tante discussioni e documenti, dicono ancora di non aver capito. Questo è lo schieramento vero di grande maggioranza che, con fatica, mistificata da fastidio, deve affrontare un’altra volta l’avversario che, anche se ferito, mica molla. Tanto seria è la questione che, se va in porto come Canio l’aveva Lui pensata, rischia di trascinare i suoi fedeli consiglieri, quelli di adesso e quelli anche di prima, davanti ai giudici erariali, se non peggio, per fare loro restituire tutti quei soldi che Canio vorrebbe che il suo Comune spendesse in casa altrui: quella del Principe Domenico. In queste poche righe non è luogo per dilungarci in argomenti, già depositati sul tavolo di Canio, che sono un atto di accusa al Suo operato, ( li troverete, quando sarà il tempo, pubblicati sull’albo informatico dell’Ente) ma tanto è pesante quell’accusa che, usando scienza e anche coscienza, dovrebbe Canio aver l’onestà dell’intelletto e dire:“ scusatimi, ho sbagliato”. Il titol di avvocato, nel frattempo guadagnato, gli accresce colpa e non l’ affievolisce, poi siccome non è il solo ad avere ugual toga dentro la sua squadra, entrambi si riuniscano in consulto prima di mandare allo sbaraglio i loro fedeli Consiglieri che non hanno, ancor, capito. Facciano un pensiero un poco serio, usando anche la loro professione, e vedano di smetterla di rovinare Consiglieri solo perché qualcuno vuole sentirsi dire solo e sempre: signor si.
Bugie o verità?
Nell’ultimo Consiglio, il delegato Professore, ha fatto una promessa: entro la fine del gennaio dell’anno che verrà, sarà svelato, anche al Consiglio, che cosa ora nasconde il nuovo piano di città. Chiesto di meglio precisare quale siano le intenzioni perché il Consiglio possa conoscere e capire prima di alzare le mani per il voto, sempre il Professore ha continuato con il dire che i Consiglieri saranno, prima del consesso, chiamati ad ascoltare quanto i redattori incaricati potranno anticipare. Richiesto, nuovamente, di essere più preciso e di impegnarsi a distribuire in bozza il documento prima di incontrare i redattori, giusto per essere un poco preparati, sempre il Delegato ha garantito: “ va bene, quattro fogli ve li possiamo anche passare “. Questa è un po’ il verbale, sbobinato, di un pezzo della seduta del 21 e non è che, se questo è il modo di trattare, si possa poi stare tranquilli su quanto il Professore sta studiando. Non è tutto; ancora nella seduta del 21, quando l’argomento è la Gabbiola , a inizio dell’esame, sempre lo stesso Delegato, si tira fuori ed indica il Vice come il solo referente. Eccezione Vostro onore dice superminoranza, che gli ricorda il ruolo che ricopre e l’argomento pertinente che si tratta. Da li a poco bocceranno, tutti uniti, la mozione che voleva dar priorità assoluta, anche urbanistica, alla soluzione della Gabbiola e lo faranno sostenendo che la questione sarebbe già risolta nella variante di città della fine del gennaio che verrà.
Questo lo scriviamo come se fosse l’incidente probatorio nel corso delle indagini penali. Tutti sono adesso testimoni di quanto abbiamo visto ed anche ascoltato. La fine di gennaio è presto qui e la verità sarà verificata, almeno per quanto si potrà. Perché dico così, perché gennaio, se poi sarà gennaio, sarà solo la prima tappa di un percorso ancora molto e molto lungo e lì, in quel documento che verrà portato, le cose non saranno ancora bianche o nere, ma ancora un poco grigie, sarà insomma un’ insieme di ipotesi sfumate e ipotizzate, non una certezza definita, per cui dire che la Gabbiola è cosa fatta è, un’altra volta, soltanto una promessa.
Vedremo la piega che tutto prenderà e capiremo allora meglio se quel voto del 21 è stato verità o invece un’ altra bugia del governo firmato: Canio e il Professore.
Vedremo la piega che tutto prenderà e capiremo allora meglio se quel voto del 21 è stato verità o invece un’ altra bugia del governo firmato: Canio e il Professore.
Ore 21: lezione di governo
Durante qualche pausa del silenzio, che è quasi la norma degli interventi consiliari degli esponenti di grande maggioranza, ci capita di aver il piacere e quasi l’esclusiva di potere ascoltare, in diretta e in anteprima, l’ormai noto Professore che entra in scena e, quasi fosse ancora sulla cattedra di scuola, enuncia qualche nuovo postulato. Quando succede, occorre saperne approfittare, prendere subito gli appunti e impararseli a memoria. Sono postulati di sapienza antica, attinta, generalmente, da una vita di esperienza, frutto di un’ampia conoscenza, sono colmi di saggezza e diventano, se praticati con rigore, la chiave infallibile dell’eterno governare. Avere quest’ opportunità, di poter approfittare di lezioni tanto esclusive e singolari è momento di grande personale soddisfazione per tutti i fortunati che hanno la ventura dell’ascolto. Tra i componenti del Consiglio chi più ne trova giovamento è il Presidente che, dobbiamo riconoscerlo, ha compiuto tanto felice scelta di porre al suo fianco un anziano così esperto Consigliere e con il Suo aiuto conduce ora, con perizia, la barca di governo alla deriva. L’ultimo dei postulati pronunciati, già ne abbiano fatto cenno, è molto breve: “ non servono le norme , basta conoscere bene le persone”. Detto al bar sport, ci mettiamo anche la firma; detto da chi deve governare, anche con regole, forse bisogna che si spieghi un poco meglio; ma detto proprio dal capo del gruppo, il Professore, nell’aula del Consiglio, a non cader per terra per un colpo ci è voluta proprio tutta. Io ho perso quasi conoscenza, ma il Professore, a pronunciare il postulato doveva aver avuto un incredibile vuoto di memoria, perché di Lui tutto il bene che si vuole si può anche dire, meno una cosa: che durante l’esperienza consumata nel Palazzo l’avesse indovinata a conoscer le persone. C’è un qualcosa che ci lascia sbigottiti; raccontano le cose come se coloro che stanno in ascolto fossero quasi tutti dei cretini, comparsi l’ultimo minuto senza sapere nulla della storia locale degli ultimi decenni o forse sperando che abbiano perso un po’ anche il ricordo. Quando poi, passato il momento di stupore, gli si rinfresca la memoria, il Professore, dopo un sussulto, imbarazzato torna al suo silenzio.
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