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domenica 9 settembre 2012

L' AZZECCAGARBUGLI


Novità, a parte quelle già un po’ note, non par che ve ne sono, dunque si vivacchia, ed  in attesa di conoscere il verdetto per il porto, minoranza questo è certo, presto chiederà che Canio venga in aula a riferire, è il minimo che deve, poi si vedrà che cosa si farà. Quel che preme, dopo le ultime di Canio,  è anche ristabilir un poco la verità su tante cose e visto che la denuncia ce l’ ha facile, facile, per ora sia lui che intanto venga  in aula e che risponda alle domande, altro che noi. Quel che occorre è che si capisca anche che non sarebbe che in Consiglio Canio fa e disfa come vuole; infatti non è che  sarebbe proprio così; così certo lui lo fa, ma così certo non lo è. Il Consiglio sarebbe un’altra cosa, sarebbe il luogo dove si da, certo, l’indirizzo, ma anche dove si fa l’esame ed il controllo di  Sindaco e Assessori.  Questo è il punto e ciò vuol dire che sui banchi dei colpevoli e dei testi non ci devono stare i Consiglieri, meno che mai se stanno in minoranza, ma son loro, il Comandante e i suoi Gregari che  devono stare sui quei banchi. Per carità, nessuno gli chiede di giurar di dir la verità, figuriamoci, altrimenti sarebbero già dentro l’ergastolo,  ma certo è che non devono eludere alle domande, ma dare tutte e quante le risposte, spiegare e rispiegare, convincere e… convincere. Ora succede che Canio si è confuso, dai banchi del governo deve esser saltato su quelli, più modesti, dei quattro disperati che occupano quei seggi che non contano e, sistematosi in un seggio, deve aver creduto di essere tornato ai tempi più lontani quando iniziò la sua carriera. Il divertimento, certo, allora era anche assicurato, altro che star sul podio più elevato a prendersi gli onori e i disonori, là si divertiva come un matto e tutti lo ricordano come fosse tra quelli più decisi, irrequieti e richiamati.  Ora i tempi son passati, ma lui non si convince che deve mettere giudizio e che gli è venuta l’età della ragione; ricordandosi avvocato, prende la carta e poi la penna e stila le querele e le denucie, poi le imbuca e parte per le ferie meritate. Qualcuno pur lo insegue e glielo dice, “  Cos’è che fai ? Non sei l’opposione, sei il capo del governo, sei tu che stai sui banchi dei testi ed accusati “. D’accordo era stressato, necessitava anche le ferie, l’errore ci può stare, si è confuso; quando torna lo si aggiusta .


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