Canio, per ora lo nasconde, ma il dato è presto fatto; è di 459.187,34 euro oltre che l'IVA, l'importo dell'assegno che il Palazzo ha, per ora, da staccare in più di quanto era previsto per il porto. La cifra è contenuta nella bozza di accordo tra il medesimo Palazzo e l'Impresa dei lavori che avrebbe risolto, a ribasso, la richiesta dalla stessa inizialmente formulata. Un lungo negoziato che ha visto impegnata la nuova responsabile del porto e che ora par che sia concluso. Rimane ancora un qualche incognita futura che è pure citata nell'accordo, ma se non vi saranno altre sorprese nella posa dei 93 pali, il che è tutto da vedere e se non vi saranno pure altre sorprese, la cifra finale sarà quasi di otto, in euro, di milioni. Errori ripetuti, progetti fatti e poi rifatti, appalti consegnati e poi anche abbandonati, l'unica costante che ha segnato e segna quest'opera è il suo costo che ora sarà di circa 2 volte e quasi mezzo quello iniziale. Sin'ora chi ha pagato è stato pantalone e chi ha dato, ha dato e chi ha preso, ha preso; nessuno che ha pagato nel senso nessuno ha rimborsato. La promessa del primo di Canio mandato elettorale di farla pagare a chi ha sbagliato, diventa il segreto negli ultimi giorni di mandato su quanto, al fin, sarà pagato. Vedremo dunque se nell'ultimo Consiglio del suo regno il gran sovrano indicherà qual è la somma che i sudditi saranno chiamati a ripianare o lascerà l'ingrato compito da fare al nuovo Alcade; per ora tutto tace.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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giovedì 30 aprile 2015
SILENZIO ELETTORALE
Canio, per ora lo nasconde, ma il dato è presto fatto; è di 459.187,34 euro oltre che l'IVA, l'importo dell'assegno che il Palazzo ha, per ora, da staccare in più di quanto era previsto per il porto. La cifra è contenuta nella bozza di accordo tra il medesimo Palazzo e l'Impresa dei lavori che avrebbe risolto, a ribasso, la richiesta dalla stessa inizialmente formulata. Un lungo negoziato che ha visto impegnata la nuova responsabile del porto e che ora par che sia concluso. Rimane ancora un qualche incognita futura che è pure citata nell'accordo, ma se non vi saranno altre sorprese nella posa dei 93 pali, il che è tutto da vedere e se non vi saranno pure altre sorprese, la cifra finale sarà quasi di otto, in euro, di milioni. Errori ripetuti, progetti fatti e poi rifatti, appalti consegnati e poi anche abbandonati, l'unica costante che ha segnato e segna quest'opera è il suo costo che ora sarà di circa 2 volte e quasi mezzo quello iniziale. Sin'ora chi ha pagato è stato pantalone e chi ha dato, ha dato e chi ha preso, ha preso; nessuno che ha pagato nel senso nessuno ha rimborsato. La promessa del primo di Canio mandato elettorale di farla pagare a chi ha sbagliato, diventa il segreto negli ultimi giorni di mandato su quanto, al fin, sarà pagato. Vedremo dunque se nell'ultimo Consiglio del suo regno il gran sovrano indicherà qual è la somma che i sudditi saranno chiamati a ripianare o lascerà l'ingrato compito da fare al nuovo Alcade; per ora tutto tace.
mercoledì 29 aprile 2015
LINEE
In attesa che esca tutto il resto, riproponiamo li linee guida del programma, poi il programma lo saprete quanto prima
STRESA 2 0 2 0
Per una città Trasparente, Onesta, Solidale:
cominciamo il Domani
La città trasparente: è la città informata perché i cittadini possono conoscere in modo diffuso, aperto e semplice i progressi e le difficoltà; è un libro aperto, giorno dopo giorno, che da conto dei passi, dei successi e degli insuccessi, dei progetti, dei costi, dei tempi, dei modi con cui si costruisce, si trasforma e si mantiene la città pubblica; quella di tutti.
La città "pulita": è la città " legale"; quella dove cadono i sospetti e le diffidenze, ma anche quella da cui sono allontanate le tentazioni. Un sistema che allarga la conoscenza, che la diffonde e che non nasconde nulla è una città che respira. La città trasparente e informata è quindi la città pulita, dove il diritto di ognuno non è un privilegio e dove non conta il colore di un governo o la "promessa" di un governante.
Il metodo e i governanti: sono tutti volontari che lavorano insieme, la guida è importante, ci vuole, ma non basta; la volontà pure è importante, ma la formazione è essenziale. L'assemblea del Consiglio è solo un momento, quello più pubblico, ma chi lì è chiamato a votare per decidere lo deve fare con convinzione, consapevolezza e condivisione, non soltanto per adesione. Nessun muro sarà alzato se chi si oppone lo farà con onestà d'intelletto; così lo vuole una democrazia matura.
Il Palazzo: è la macchina a servizio del governo, con tante difficoltà. Non tutte le ruote girano al meglio, e se una gira più lenta, le altre poi frenano e rallentano. L'obiettivo è che girino tutte alla stessa velocità così che nessuna faccia da freno. Quelle motrici debbono essere poche e ben funzionanti, le altre debbono tenere il passo.
Il denaro: è quello che serve per far muovere e tenere in vita, un po' tutta la macchina. E' sufficiente ? Magari è troppo; sono 7 milioni ogni anno per far vivere solo la macchina; si vive anche con meno, non si soffrirà, anzi. E' la prima scommessa; spendere meno spendendo meglio e quello risparmiato va usato per far crescere la città pubblica. Per quello che invece non basta e necessità in più, occorre accedere ai bandi dei fondi della UE e aprire bandi locali alle imprese perché si impegnino a investire nella cittadina pubblica, quella produttiva. Non v'illudiamo; da sola e senza ricorso a queste vie non si può fare un salto di passo.
I beni pubblici:, quelli che sono di tutti, ma non tutti sono in salute. Una parte è già una risorsa, un'altra potrebbe diventarlo e non solo essere un costo; un'altra parte è un po' come l'arredo di una casa, ma il suo stato è traballante; un'altra fornisce anche servizi, un po' in chiaro/scuro. Bisogna conoscerlo, monitorarne il suo stato, stimare la spesa per il suo ripristino, metterci un po' di risorse e, con priorità e razionalità, rimetterlo in sesto, poi va conservato, al meglio e qui la declinazione delle cose da fare é lunga.
Progettare il territorio: è l'atto più difficile, quello su cui si rischia il compromesso o la caduta, eppure è l'atto più saggio che deve essere compiuto. Il territorio non è una terra di conquista, neppure una terra d'abbandonare; è un bene collettivo da conservare. La soluzione più "semplice" è un progetto di grande manutenzione, che abbandoni, per sempre, gli eccessi dei volumi ad ogni costo, ne conceda solo nella quantità utile a che venga restituita alla città pubblica la parte dovuta e necessaria che essa reclama. Siano risolti i troppi nodi del degrado, privato e pubblico, sia conservato e valorizzato, ma non alterato, l'impianto dei borghi collinari, s'investano soldi pubblici su quelli di terra e su quelli di lago, si incentivi la conservazione e non solo il consumo, dentro un progetto ampio dove tutto deve stare sotto il principio, trasformato in regola, che se la città è turismo, il turismo è il frutto del territorio ereditato e così dovrà essere se vorrà un futuro; Dubai non ha da abitare qui.
La movida: è il fronte lago, ricordo di un periodo che fu felice, oggi è immagine di una stagione un po' meno felice. Il retro di quel fronte ci sta anche provando, ma la mano pubblica è ancora troppo assente. Rimetterci le mani, sul fronte e sul suo retro, rifare la cornice pubblica dentro la quale si fa shopping, diventi il progetto di un rilancio che attragga anche nuove attività in un ambito rinnovato, eccellente, motore della sua stessa economia. Il porto, se alla fine verrà, non sia soltanto una rimessa, ma un approdo, un accesso in più, un'opportunità di sbarchi nuovi per una nuova clientela.
La città senz'auto: libera la cittadina dalle auto in sosta o alla ricerca di una sosta che non c'è e restituisce più spazio, più libertà e quindi più turismo; si fa consegnare le auto, le nasconde e le custodisce; nessun "portale" a destra o a manca, ma una soluzione pratica, economicamente sostenibile, logica, razionale, che attragga investimento capace di realizzare il suo progetto; diversamente la cittadina non ce la può fare.
Il turismo nuovo: è la cittadina che non chiude i battenti il 31 di ottobre, ma cambia lo scenario. Ne apre un altro diverso, accattivante e stimolante; s'inventa la stagione d'inverno. Prende il contenitore e sin tanto che la Palazzola non sarà una realtà, il Pala congressi basta e avanza e lo apra ogni fine settimana. Organizzi una grande mostra e la metta lì tutto un inverno, ci metta anche dei soldi per promuoverla ovunque; apra le delizie dei giardini invernati e sconosciuti sull'acqua delle sue Isole, rallegri le sue serate nei locali e per due giorni la settimana ci provi a vivere d'inverno.
Il Palacongressi: fu l'esempio di una felice intuizione, anticipò tempi e soluzioni; è stato un motore importante, sostenendo l'economia turistica per quasi mezzo secolo. Nel mutare delle stagioni è stato emulato da altri, ma l'investimento più recente non ha prodotto l'effetto, paradossalmente sembra abbia coinciso con un declino. Se il turismo congressuale è andato in crisi, bisogna trovare anche altre missioni. Lo scatolone oggi vuoto deve ritornare a essere un motore a servizio dell'economia locale. Un'indicazione per l'inverno l'abbiamo già data, bisogna andare oltre.
Lo spazio liberty: un nuovo contenitore per un piccolo motore di cultura da far crescere; la biblioteca che allarga il suo campo d'azione e d'intervento. La Palazzina Liberty non più soltanto una promessa, ma uno spazio riconquistato, aperto, integrato con il centro, un luogo di aggregazione, una risposta adeguata a istanze diverse. Giovani e meno giovani per ritrovare il loro luogo d'incontro, d'interessi, di curiosità e di domande e di risposte; un progetto anche ambizioso, sempre in progress, mai in standby.
Il cittadino debole: è quello che la cittadina, a volte esclusiva, deve riprendere a sé, ridiventando inclusiva. Il bisogno dell'età o dello stato, va conosciuto e sollevato; a esso bisogna avvicinarci sempre di più per dare la risposta ampia, estesa e più adeguata, moltiplicando l'effetto che le risorse consentono. Le risorse economiche, delle strutture e dei servizi pubblici, ma anche del volontariato; le une accanto alle altre in un progetto comune di sostegno e d'inclusione.
Il cittadino nuovo: Sono gli stranieri,il 10% dei residenti che, sempre più numerosi, qui lavorano e si integrano e il cui bisogno, sia esso burocratico o culturale va interrogato e, se possibile, soddisfatto con servizi e risposte adeguate e a essi mirate. E' nuovo chi qui nasce, vi mette le sue radici e qui deve passare il tempo della crescita. Gli sta accanto la scuola e la cittadina deve essere accanto alla scuola, dandogli Il sostegno, più ampio, di risorse e di strumenti. L'esistenza di un'adeguata offerta di servizi all'età prescolare va interrogata per comprendere meglio e di più sin dove oggi è coperta. Se c'è lo spazio e il bisogno occorre che la soluzione migliore sia trovata; forse un micronido.
La città solidale: La città è operosa,ma ve ne è un'altra; convive con la prima, in parte non ha più impegni di lavoro, le teste d' argento; in parte hanno impegni di lavoro o di studio, ma li dividono con altro. Tutti sono una risorsa, impegnano tempo e ancora, una buona salute. Se possono già lo fanno, se richiesto lo farebbero ancora di più anche in ruoli di leaders; sono il motore che muove l'associazionismo volontario. Ci accorgiamo di loro quando incappiamo in qualche bisogno; sono i volontari della CRI, quelli dei VVFF, della Protezione Civile, sono i donatori dell'AVIS, i volontari delle Pro loco e altri ancora. Non sempre li vediamo, ma se non ci fossero ce ne accorgeremmo alla prima occasione. Se la cittadina non li aiuta, loro comunque aiutano la cittadina e per questo occorre ricordarci e non solo, che esistono.
martedì 28 aprile 2015
STRESA 2020
Vi anticipo qualche cosa; innanzitutto il nome che è anche un obiettivo, il 2020 ed è già un programma, poi un sottotitolo che è la sintesi del tutto, seguono quelli che sono i titoli o forse gli spot dei singoli punti di un programma che quando sarà pronto e pubblicato di pagine ne occuperà forse troppe. Ora si può cominciare a conoscere quelle che sono e sono sempre state le nostre idee, capaci magari a cambiarle se sarà necessario, ma l'impostazione di fondo è questa e tal...e rimarrà.
STRESA 2020
Dalla città trasparente alla città solidale
Una città trasparente è quella che informa i suoi cittadini.
Una città pulita è quella dove non contano le appartenenze, ma i diritti.
I governanti sono volontari che ce la devono mettere tutta.
Il Palazzo è una macchina dove tutte le ruote devono girare .
Il denaro sono i sette milioni l'anno con cui la macchina dovrebbe girare.
I beni pubblici sono quelli di tutti e che, a volte, sembrano di nessuno.
Riprogettare il territorio è difficile, ma indispensabile.
La movida è un passato che c'è stato e che deve tornare.
La città senz'auto non è un optional, ma una necessità.
Il turismo nuovo è un progetto per un inverno diverso..
Il Pala congressi è uno scatolone vuoto che deve riaprire.
Lo spazio Liberty è un'idea per un progetto di socialità e cultura.
Il cittadino debole è quello che una cittadina inclusiva non deve abbandonare.
Il cittadino nuovo è lo straniero che lavora e un nuovo nato che cresce .
La città solidale è una risorsa, non va lasciata sola.
La città solidale è una risorsa, non va lasciata sola.
lunedì 27 aprile 2015
GIRO TONDO
Altro giro, altro regalo; non passa giorno che non cambia lo scenario e mentre il PD, al massimo dei voti conquistati, confessa l'impotenza, Bottini si appresta a dar l'annuncio, ormai scontato, e il meno atteso. La lista fotocopia si appresta or dunque a uscire allo scoperto, scoprendo che la terra qui non gira e il tempo si è fermato. I nomi che usciranno saranno, più o meno, sempre quelli. Il secolo ha girato, il mondo è già mutato, il muro, da tempo, ormai è crollato, ma qui par che nulla sia cambiato. Canio che era stata la meteora lanciata nel futuro, finisce il suo mandato che par che manco ci sia stato. Bottini ci ha giurato: " non voglio più il PD", poi un poco ci ha pensato e il suo voto ha catturato. La scelta, insomma, è sempre quella; presenti in campionario, si dice, che siano quelli da tempo ormai già eletti; si aggiunge qualche nuovo, si cambia qualche nome, si mischia poi col tutto, ne esce un tal prodotto che sembra quasi nuovo ed è quello già scaduto. L'annuncio, assai tardivo, che Canio aveva dato di uscire dalla scena, ha avuto l'effetto che ora è stato inteso, lanciando di nuovo quel prodotto che il tempo sembrava avesse consumato. Qualcuno ora ci pensa che mettere una scheda è tempo ormai già perso; la lista fotocopia andrà bene anche sta volta; ne perda di voti più di mille, si piazza al primo posto. Si morde ormai le unghie il resto del PD, ha perso l'occasione; non è la prima volta che gioca con il fuoco, che cerca di schiacciare almeno un bottoncino e gli rimane, soltanto, un sol cerino.
venerdì 24 aprile 2015
SALVATAGGIO
Continua la corsa contro il tempo; spiazzati dal quel Canio che l'ultimo giorno ha tutti abbandonato, quelli del PD si trovan nei pasticci e stanno anche incazzati. Bottini, il candidato, pubblicamente non li vuole, neppure la Leopolda vorrebbe quel Bottini, ma qui iniziano i però. Bottini non li vuole, però gli fan gola i loro voti; però, da soli è dura comporre una lista all'ultimo minuto e il rischio di star fuori non è che sia la migliore soluzione. Ci scappa, magari, scaduto che sarà l'ultimo minuto, un accordo non molto edificante, per non dir anche umiliante. C'è poi anche Scarinzi, in quota col PD, ma è un libero battitore e sta alla tre quarti del campo del pallone, detesta da sempre quel Bottini, e tenta, da solo, di prendere la palla e andare poi verso la rete, ma fatti dieci metri si accorge che non sta più tanto in forma. Si è visto comunque, sotto braccio al nome del notaio che a Canio era piaciuto e, forse, ancor ci prova. In questa situazione ci stanno, comunque, un po' di voti anche sbandati che senza una guida non sanno dove andare. Saranno un quattrocento; nel caso poi peggiore: Bottini è da scartare, la Lega da evitare, il Comandante da guardare. Rimane dunque il cosa fare. Per quanto ci possiamo un aiuto glielo diamo e un' ultima ciambella di salvezza gli tiriamo.
giovedì 23 aprile 2015
IN PIEDI; ENTRA LA CORTE
Fissata dunque già da tempo la data delle prossime elezioni, ci giunge la notizia che anche un'altra data è già stata fissata. Il giorno 24 del mese di giugno prossimo venturo anche la " Zanetta" andrà dentro nell'aula. I giudici del Tar hanno fissato il giorno dell'udienza in cui verrà discusso il ricorso che fu prodotto, insieme, dal Presidente dell'Associazione Italia Nostra e da G.B. Vecchi. Finisce dunque quest'attesa e si avvicina, invece, il giorno del giudizio. Non tarderà pertanto il nuovo Alcade a prendere visione di ciò che sarà la decisione. Chi scrive già lo disse di essere ottimista, poi per carità non si è certi quasi mai e comunque, alla fine, si vedrà. Da ora, comunque, inizia già l'attesa; a giorni, forse, leggeremo la memoria difensiva che il solito Pafundi stenderà per conto del Governo, mentre la SIAV dello Zanetta non sembra neppure si sia ancor neppur costituita. L'attesa certo è alta, si tratta di una sentenza che, non solo, sarà storica per Stresa, ma che potrà fare anche precedente. I tre giudici togati sono chiamati infatti a dir la loro su di una questione che vale qualche decina di milione. Italia Nostra scese in campo, a firma del suo Presidente Nazionale, perché la questione era importante. Si tratta infatti di stabilir se quello stralcio di variante, che ebbe ad aumentar la dote in cubi allo Zanetta, era redatta legittimamente o meno; se venne tradotto giusto quel Decreto che ebbe a fissar quel vincolo sull'area e gli altri ancora preesistenti o se, come lo urlammo in tutti i modi, era uno sfregio della legge e del buon senso. Casualità del fato e del destino, lo stesso giorno, il 24, verrà riadottato dalla Regione il PPR, quel PPR che mise un altro atto vincolante sul vicino parco del Grand Hotel Des Iles e su una porzione già acquistata dalla SIAV. La parola dunque ora ai legali e poi i tre giudici riuniti emetteranno il risultato. Il prossimo Alcade sta avvertito.
mercoledì 22 aprile 2015
BAY,BAY.
Ordunque Canio se ne va, lo salutiamo. Lui lascia, almeno, un Comune in gran salute di finanza. Supera la cifra di un paio in euro di milioni la somma con cui lui chiude il conto dell'ultimo esercizio di mandato. Sembrerebbe un gran successo, è solo un fallimento. C'è inoltre un altro dato; la cifra del saldo di quel patto che lui ha sempre indicato come il primo ostacolo di spesa. Orbene, il dato è consolante; l'obiettivo di saldo a fine anno era di "appena" 352.000 d'euro, l'obiettivo raggiunto, ed è sempre fine anno, è stato di euro 1.229.000. Tradotto un po' più chiaro, ciò vuol dire che 877.000 euro avrebbero potuti essere spesi per la città che sta soffrendo senza che ciò turbasse il patto. L'attesa di spenderli nel porto e poi non spenderli, ha fatto infatti il resto, cioè un gran avanzo e un di saldo che sfora poi il patto all'incontrario. Lo ricordiamo Canio quando davanti ai magri risultati ripeteva che, sì c'erano i soldi, ma il patto non permetteva di far manco la spesa. I conti smentiscono i suoi detti; il Palazzo si dimostra ormai tutto ingessato, incapace di azione e di reazione, bloccato da veti e contro veti, dall'assenza di una qualche capacità di previsione. Non sfugga poi Bottini, il candidato, dal prendersi la parte di colpa che gli spetta. La delega che egli ha gli dava anche il diritto e il dovere di fare qualche spesa e non lasciare i soldi in mano al tesoriere. Purtroppo è tutto troppo tardi; i soldi mica spesi nell'anno che si è chiuso non è che sono spesi nell'anno che sta in corso; il vincolo del patto non consente, perché si torna da capo e da zero a fare i conti e non conta avere i soldi dell'altr' anno. Consola soltanto un pochettino pensare che il patto di quest'anno si è allentato, ma sta volta riprende questo porto a succhiar soldi e per far altro non è che rimarrà poi più che di tanto. Bay,bay Canio.
martedì 21 aprile 2015
LA LEOPOLDA
Indecisa la Leopolda ieri sera; l'abbandono annunciato già da Canio, lascia orfano il PD che non vuole che il Bottini sia la guida designata. Dopo anni che stann lì, ora sembrano indecisi e divisi più che mai. Mancan giorni, solo ore, alla data di scadenza del due maggio e ier sera, il venti aprile, si discute sul che fare in un clima surreale ed irreale. Tolto Canio che gestiva tutti quanti dalla destra di governo sino estrema, alla sinistra che sembrava a lui sempre vicina, quel partito che ha raccolto trentanove, punto e rotti di consensi all'europee sembra privo di una guida e di un destino. Non si scioglie il nodo dunque che aggroviglia in un pasticcio questa fine del mandato decennale del gran Capo. I governi Canio e bis ora rischiano il deserto al lor futuro. Quel governo tanto forte, quell'impronta così netta di un sol capo, tutto fare, quell'imporsi e mai ascoltare hanno tolto tanta voglia di parlare e ridotto sotto zero il bacino cui pescare. C'è un bel correre di Scarinzi in queste ore, ci vorrebbe però il fiato che lui aveva quando giovane correva col pallone dello Stresa. Dunque; la Leopolda non decide, mentre Canio ora ha deciso, il Bottini sarà pronto con le liste fatte ai bar, il Notaio non si sa e Scarinzi …..chi lo sa? La Leopolda è sempre là.
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