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lunedì 29 febbraio 2016

TORNELLI









Uscita la notizia sulla Stampa, la tassa sullo sbarco quest'anno la si paga staccando dei biglietti con un codice anche a barre. Tramonta per tanto e per intanto la "minaccia", lanciata dal nostro Borgomastro, di mettere i temuti suoi tornelli per contare i numeri agli sbarchi. Qualcuno tira il fiato, qualcun'altro, forse, si frega anche le mani; comunque quest'anno andrà così, poi forse si vedrà. Ma intanto che i tornelli son stati accantonati, sta cosa della conta ci viene anche opportuna e ci ricorda che, se è bene che la tassa dello sbarco, una volta che è applicata, sia bene che tutti, la incassino e la versino, c'è un fatto parallelo che, seppur da anni tiene banco, in questo ultimo caso nessuno ha mai sentito parlare di numeri e tornelli. Il caso segnalato è quello funiviario; nessuno ci ha pensato che forse era anche meglio che insieme ai tanti pubblici denari, alla fine regalati, ci fosse anche un controllo sui numeri che salgono in cabina e prendono l'impianto ? Che fosse anche un tornello, che fosse un altro aggeggio, mica importa; importa è che conteggi i numeri che passano, che conti anche le gambe, divida poi per due, che conti sol le teste, divisa sol per uno, qualunque soluzione andrebbe bene. Eppure nessuno ci ha pensato, o meglio ne ha parlato; son stati tanti anni a discutere del nulla; son stati poi dei mesi a fare dei ritocchi, volevo dire a mettersi un po' il trucco, cioè quella cosmesi che infine ci è riuscita a mettere l'impianto in mani così tanto sicure che, alla fin fine, non metton manco i soldi. Qualcuno ci dirà che ora è troppo tardi, che tutto è già belle che fatto; neanche per un sogno; se i soldi sono dati su conti un po' sballati, è giusto rimediare, è giusto cautelare e metterci i tornielli che dicano se tornan questi conti o sono dei tarocchi. Se dunque il Borgomastro ha, in fretta e per ora, liquidato la conta coi tornelli al momento dello sbarco, la conta per l'imbarco sulla cabina dell'impianto ci sembra qualcosa cui ci debba ora pensare.



 

venerdì 26 febbraio 2016

ARCHIVI APERTI




E così mentre attendiamo che il nostro Borgomastro si decida ad aprire gli archivi riservati, qui si fa la nostra parte, mostrando al pubblico lettore che è sempre un po' diverso dall'altro, l'elettore, che cosa dietro questa Perla si nasconde. Sta volta un pezzo dell'archivio vi mostriamo, quel pezzo che vi illustra la storia della villa costruita di fianco al cimitero. Sta villa, o meglio il suo cantiere, sta ora sotto chiave, sottoposta a sequestro dal giudice penale, ma in tempi non sospetti noi fummo tempestivi, cercando di evitare che il peggio fosse fatto. Purtroppo il Palazzo era un po' sordo e quantunque la cosa fosse molto chiara, nessuno ci volle dare retta. Or dunque se adesso sono guai, ognuno si prenda le sue colpe e che non rompa. Comunque nel seguito v' incollo due missive; la prima chiedeva un intervento superiore, non vi incollo la risposta, ma era una lunga relazione, ripiena di sciocchezze, firmata, per la cronaca, con la penna di chi aveva consentito di fare la villa di fianco al cimitero. Chiudeva poi il pacchetto una nota, firmata il Generale, che, forse anche contento, mi diceva che il tutto si archiviava. V'incollo la mia replica stizzita per tanta tracotanza ed arroganza. I fatti conseguenti mi diedero ragione e il tempo poi dirà dove la cosa finirà. Nessuno nel Consiglio ha sollevato, per ora, sta questione. Qualcuno obietterà che è un fatto, in fondo, anche privato e il luogo di un Consiglio non sembra il più adeguato. Contesto l'obiezione in quanto la norma che l'Ufficio ha consentito che fosse platealmente superata nell'esclusivo vantaggio di un privato, riguarda un vincolo di pubblico interesse che, per paradosso, il Comune che sarebbe il suo custode, l'ha per primo lui violato. Or dunque, se così stanno le cose, i pubblici Uffici del Palazzo non agiscono nel pubblico interesse, ma tradiscono. Perché però lo fanno? Si esclude vi sia stato l'errore; il caso è troppo palese, addirittura elementare. Rimangono da sondare altre due ipotesi; il dolo che io escludo, oppure... oppure rimane l'influenza, ossia la soggezione, direi di più, la sottomissione a cui gli stessi Uffici sarebbero vessati dagli ambienti del governo. Ipotesi che è forse peregrina? Tutt'altro; direi, per quanto in mia esperienza, la più diffusa. Attendiamo che il nostro Borgomastro ce lo sveli.






GRUPPO CONSILIARE INSIEME
Spett. Comune di Stresa
Al Responsabile del Servizio
prevenzione e anticorruzione
c/o Segreteria
SEDE MUNICIPALE
STRESA
10/05/2015

OGG: Segnalazione in merito a illegittimo rilascio di titolo edilizio.

Il sottoscritto Consigliere ha ricevuto presso il proprio domicilio l'esposto che qui in copia allego. Il fatto segnalato era già tuttavia noto allo scrivente che aveva fatto richiesta e ottenuto accesso agli atti relativi al permesso a costruire rilasciato da Codesto Ente per la costruzione di civile abitazione in ambito di vincolo cimiteriale della frazione Carciano.
In sede di accesso ero stato edotto in merito all'esistenza di altro esposto anonimo e della relativa informativa acquisita dalla Procura di Verbania tramite la locale Stazione Carabinieri presso i quali, peraltro, ho provveduto a rilasciare mia successiva deposizione ad integrazione e rettifica della informativa fornita dal Comune .
Visionato il progetto rilasciato e verificate le norme che presiedono l'edificazione in quell'ambito, è parso infatti, di tutta evidenza, che quanto venne consentito ed è in corso di realizzazione, non risulta minimamente conforme a dette norme.
In particolare l'intervento edilizio si qualifica, a tutti gli effetti, come sostituzione edilizia, art. 13 comma 3 d/bis della L. R n. 56/77 e non come ristrutturazione edilizia. Tale fatto avrebbe comportato l'impossibilità del rilascio del titolo.
Ove ciò non bastasse l'ampliamento concesso rispetto alla preesistente complessiva consistenza edilizia, è stato verificato dall'ufficio sulla base del volume e non della SUL come, invece, espressamente previsto dalla normativa regionale di riferimento.
Quest'ultimo fatto, considerata la particolarità degli edifici preesistenti e le modalità di calcolo del volume nuovo, fa sì che a fronte di un incremento verificato del 10% del volume, si determini un incremento della SUL di circa il 150%, anziché IL 10% ammesso.
Il risultato di queste violazioni intervenute nella applicazione di norme di urbanistica elementare è l'edificazione, in corso, in ambito di vincolo cimiteriale di edificio residenziale di tre piani fuori terra, in contrasto con le norme di tutela di vincoli pubblici.
Tanto perciò si rimette a questo ufficio per ogni valutazione di competenza.

Distintamente
Vallenzasca Piero

GRUPPO CONSILIARE INSIEME
Spett. Comune di Stresa
Al Responsabile del Servizio
prevenzione e anticorruzione
c/o Segreteria
SEDE MUNICIPALE
STRESA
20/05/2015

OGG: Segnalazione del 10/05/2015 in merito a illegittimo rilascio di titolo edilizio. Vs. riscontro prot. ris. 418 del 18/05/2015.

Con riferimento all'oggetto, visto il contenuto della nota di riscontro e gli atti allegati, si confermano tutte le riserve già espresse circa l'intervenuto illegittimo rilascio del premesso a costruire n. 44/2013 in ambito di rispetto cimiteriale.
La relazione della Responsabile sorprende per i contenuti che, così come espressi, confermano invece i rilievi mossi con nota del 10/05 dal sottoscritto esponente. Di più dimostrano aver essa agito con grave sottovalutazione delle norme che presiedono l'attività edilizia in quell'ambito, manifestando una lettura e libera interpretazione della normativa di riferimento priva di alcuna valenza giuridica e talmente inverosimile, che è persino irriguardosa nei confronti dell'intelligenza del Consigliere che ha sollevato il problema, tanto da ritenersi mettere in discussione la buona fede, la diligenza e la capacità professionale di chi l'ha formulata..
Non si ritiene, di conseguenza, nuovamente entrare nel merito dei rilievi già sollevati, tanto la cosa risulta evidente anche di fronte ad un esame sommario e non specialistico.
Ogni altra considerazione, a questo punto, è inutile a fronte di una gestione del Servizio responsabile autoreferenziale e impegnata nella difesa, impossibile, di un operato gravemente illegittimo in quanto lesivo degli interessi pubblici coinvolti nella fattispecie a fronte del riconoscimento di indebiti interessi patrimoniali.
Per quanto riguarda eventuali comunicazioni all'indirizzo dell'esponente a firma Colombo Franco, non possiedo alcuna informazione riguardo l'identità e il domicilio della persona che ha firmato a tal nome.


Distintamente
Vallenzasca Piero










          

 
 




giovedì 25 febbraio 2016

VERITA'







Dunque l'operazione trasparenza e verità è quella che vorremmo qui iniziare; obiettivo il Borgomastro. Raccontare solo balle non paga più di tanto, prima o poi, ormai, si scopre tutto quanto e dunque educare il nostro Borgomastro a raccontare sempre e soltanto la pura verità ci sembra una cosa assai molto importante. In fondo si convinca, la meta l'ha raggiunta, un'altra non ce l'ha, e se anche impiegasse un po' di tempo a svelare i retroscena seduto che adesso sta su in alto nel Palazzo, non solo passerebbe un po' di anni a divertirsi, ma certo acquisterebbe il credito e il rispetto del suo popolo elettore. Ma certo che forse perderebbe presso altri dei punti conquistati negli anni ormai passati e questo è naturale, ma non è affatto niente male. Convincere e educare sto nostro Borgomastro che è ormai venuto il tempo di aprir porte e finestre, di spolverar la polvere, di fare entrare l'aria e il sole che tolgano la muffa che incrosta le mura del Palazzo, ci sembra l'obiettivo cui valga un po' mirare. Tenerlo sulla corda, contrapporre il dato vero a quello meno vero e, a volte, anche fasullo; ribaltar le versioni di comodo sfornate; scoprir qualche segreto e raccontarlo; a furia di provarci, a furia di dai e dai , sto nostro Borgomastro, prima o poi, ha da convincersi. Ci deve prender gusto, divertirsi, capire che ammuffire non giova alla salute, Lui deve stupire, ci deve divertire. Ha solo un'occasione, è l'ultima occasione, ci pensi un po' benino, sto nostro Borgomastro, non deluda, è tempo che diventi giudizioso e faccia un po' il contrario di quello che ha sempre fatto.



 

martedì 23 febbraio 2016

INFORMAZIONE








Ebbene sulla home page del sito di Palazzo, di lato e un poco in basso, sulla destra, c'è una rubrica chiamata "Il Sindaco v'informa". La roba sarebbe accattivante, fors'anche interessante, senz'altro stuzzicante, peccato che sin'ora non lo sia. Mi spiego un poco meglio: stavo giusto ieri nella sala d'attesa ad aspettare il turno per accedere di fronte al Borgomastro. Nell'arco di un tempo che sarà pochi minuti, mi passano davanti; tre volte il Professore, due volte un tal Scarinzi, una volta e mezza un Avvocato, non dico della Sala che l'avevo già incrociata all'ingresso del Palazzo. Giunto il turno, mi presento all'amico Borgomastro e tanto per fargli una battuta gli dico che credevo che il Comune avesse passato le elezioni e, invece, son tutti ancora lì, immobili e immutabili, eterni come il tempo, insomma senza tempo. E dunque si capisce perché non sia possibile che un tanto il Palazzo si rinnovi, son tutti già scafati e chieder di cambiare è un po' farli morire. Torniamo dunque al tema che più or ci appassiona; il chiederci perché nascondono le cose; le fanno magari disinvolte, le fanno magari un poco sporche, ma poi non le sostengono, nel senso che se possono nascondono. Il caso è sempre quello, lo prendo ora di punta, lo prendo come esempio, non è che c'é soltanto quello, ma mi par così lampante sto buco dei soldi regalati di cui ieri abbiamo scritto che qui si gioca tutto, il credere o non credere nel nostro Borgomastro. Ricordo al buon Bottini che nel corso dei governi di Canio Imperatore, venne alimentata, su un'unica questione di tasse contestate, la lite giudiziaria più lunga che c'è in corso e che proprio anche Bottini ha pure rinnovato una volta nominato. Può darsi che sia giusta, può darsi che sia santa ed anche sacra, può darsi tutto quanto, ma il dubbio di usare due pesi e due misure ci sta pure. Ordunque ci dica il Borgomastro, usando quella rubrica, in basso e sulla destra, ci dica, su ci dica, ci esponga le ragioni di diritto degli sconti che abbiamo raccontato. Ci usi gli argomenti che Lui creda, ci racconti perché dentro le carte e dentro gli atti si trova una risposta uscita dal Palazzo in cui si dice: "non c'è spazio", ma poi ci si mette a far di conto e si applica, di fatto, un bello sconto. Son queste le cose interessanti; son queste le cose che sgombrano l'ambiente dai sospetti, se no questi sospetti diventano certezze, diventano di pubblico dominio, rovinano il profilo al Borgomastro. Ce n'è, per ora, un bel pacchetto: la storia dell'Aminta, la villa al cimitero, gli stessi Telamoni, l'albergo trasformato, lo sconto, appunto, sul suolo del demanio, il bando funiviario ritoccato ed altre cose ancora. In molte queste cose si trovano gli stessi personaggi, sarà che il caso si ripete, sarà per pura coincidenza, comunque sono lì, ci stanno e forse non è soltanto un caso. Ordunque noi aspettiamo smentite e chiarimenti, sul sito di Palazzo in basso, sulla destra, alla rubrica chiamata " Il Sindaco col cavolo che informa".




 

 

 

lunedì 22 febbraio 2016

DEBITO SOVRANO






Accelerando un po' sui tempi, temendo che qualcuno ci sorpassi, proviamo come promesso a fare un po' sto conto. Bottini, il Borgomastro, in fondo ha confermato la tesi sostenuta ormai da tempo che, nei canoni versati in questi anni, a fronte delle terre del demanio del lago già occupate dal noto Grand Hotel, ci sia un buco. Il buco di cui ora si parla non è quello provocato dal vento e dalla piena nel muro fronte lago, ma il buco di euro non solo non versati, ma che neppure è ora l' intenzione di farglieli versare. Sulla scorta di tariffe e di tabelle, il conto del debito sovrano si può fare. E' un conto non preciso, ci mancano dei dati, ma è una stima assai molto attendibile. L'oggetto sta tutto nel prato, compreso tra il lago e il lungo lago. Sono, al netto dell'area per l'imbarco ed il suo accesso: mq. 2.165,71. A canoni di oggi, farebbero di canone 6.956,62 euro per anno. Il buco nei conti che sappiamo comprende l'arco del tempo che inizia nel 2000 e sette e termina nell'anno 2000 e 15, quanto a prima non sappiamo, comunque dubitiamo. Il canone era variabile che, guarda un po' anche sto caso, dall'anno 2012 salì di un ben 30% rispetto a quello dell'anno precedente, portando, per volontà decisa da Bottini, i caoni applicati dalla "Perla", al livello più elevato di tutta la Regione. Di mezzo, negli anni poi passati c'è stata poi anche l'ISTAT, ma è poca cosa, per quest'anno persino è negativa. Tagliamo dunque di un trenta i primi cinque anni, per cui sto canone, nell'arco di quegli anni, sfiorerebbe, euro più o euro meno i 5.000 euro per anno, così da far 25.000,00 euro il debito di allora, poi si aggiungono i quattro anni che mancano all'appello col canone aumentato e così fan altri 30.000,00. Il debito scontato sarebbe così belle che arrivato ai 55.000,00 euro, cui hanno da aggiungersi, peraltro, gli interessi, pur dovuti che qui non conteggiamo, ma che cubano.. Se a questa somma ora aggiungiamo, lo sconto sui canoni futuri, di cui già ne abbiam parlato, la somma, arrotondata per fare l'assistenza, fa ben una cifretta: € 143.000,00. Che cosa sia passato in testa ai governanti non sappiamo, ma queste son le somme del debito che son state perdonate. Che poi servano a chiudere il buco nel muro fronte lago o invece ad arricchire la nota scuderia di macchinine, noi questo di certo non sappiamo. Rimane questo dato, rimane sto mistero, perché basti soltanto dir non pago e tutto è perdonato. Non esiste, per ora, alcun mistero nascosto in fondo a questo lago, esiste sol sto fatto cui il nostro Borgomastro dovrà, prima o poi, pur spiegare e darne conto.

giovedì 18 febbraio 2016

BENI COMUNI



Orbene ora si associa, o meglio, si cerca di metter un po' insieme un pezzo della civile società che abita la Perla, ma poco la si vede e meno la si sente. E' pronto quindi lo statuto societario che dietro il nome cittadino ci mette sti due numeri, 20 20, che, se letti tutti insieme, diventano una data ed una tappa. Si spera di aggregare, di essere comunque un luogo interessante del fare e del pensare. Si spera di sfruttare gli spazi normativi concessi dal sistema per essere presenti, ad una voce, nei passi delicati, semmai voglia intraprenderli la Guida che governa adesso questa Perla. Nessuno poi si allarmi, non siamo sventurati, neppure dissennati, siam solo cittadini che vogliono il diritto di dire anche la loro sui fatti che riguardano sti beni poi comuni che sono un po' di tutti e che, un po' troppe di volte, ci sembran di nessuno. Se siamo dunque anche solo cittadini, abbiano sto diritto, che manco conosciamo, di unirci tutti insieme, di dire anche la nostra, di farci poi ascoltare, di essere presenti e non sempre troppo assenti. Gli scopi dichiarati sono peraltro trasparenti, ma per esser più chiari, qui sotto trascriviamo il testo, ormai quello finale, che enuncia la lista degli scopi che vuole conseguire. Chi voglia farsi avanti, di posto ce n'è ancora.


L’Associazione ha quale scopo la partecipazione attiva alla vita sociale e culturale della Città di Stresa, intervenendo con il proprio contributo propositivo, critico e costruttivo nei confronti delle politiche e degli indirizzi che gli Organi di governo, gli Enti e tutti i soggetti deputati esprimono riguardo le politiche di valorizzazione, promozione e tutela dell'ambiente, dei beni paesaggistici e culturali presenti sul territorio, nonché nei confronti dei programmi e dei progetti riferiti alla organizzazione di eventi e attività a valenza culturale che investono la politica turistica, quella giovanile e quella più in generale rivolta, sul tema, alla cittadinanza ed al territorio.
A tal fine l’Associazione si pone quale soggetto qualificato e privilegiato, nel rispetto dell’articolo 61 e seguenti del vigente Statuto Comunale della Città di Stresa. Sotto tale veste essa si propone la presentazione di proposte, istanze e petizioni atte a provocare il pronunciamento degli Organi amministrativi cui esse sono dirette.

In relazione all'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 24 della Legge n. 164/2014, l’Associazione si pone altresì l'obiettivo di essere soggetto attivo, qualificandosi in sede di proposizione di progetti miranti al recupero e riuso di aree e beni immobili pubblici in stato di degrado. A tale scopo l'Associazione si propone la diffusione della cultura della responsabilità collettiva e del bene comune, da affermare attraverso le risorse d'idee, progetti, esperienze, competenze e relazioni sociali, da porre a disposizione della collettività in un'ottica di sussidiarietà orizzontale mirante alla salvaguardia dei beni sopra individuati e in condivisione con gli intenti delle Istituzioni poste a presidio dei medesimi beni comuni.

 L’Associazione si propone l'obiettivo di ottenere l'iscrizione nel Registro delle Associazioni di Volontariato previsto dall'articolo 3 della Legge Regionale n. 38/1994, partecipando così alle fasi di programmazione pubblica negli ambiti in cui l'Associazione medesima opera.

L'Associazione svolgerà attività di promozione culturale e ambientale, quali l’organizzazione di eventi, manifestazioni, convegni, dibattiti, conferenze, raccolta di firme e quant'altro sarà ritenuto utile per il raggiungimento dei fini sociali, per la tutela dell’ambiente e della qualità della vita dei Cittadini.

In particolare L’Associazione curerà la redazione e la distribuzione gratuita ai Soci e la diffusione al pubblico di un bollettino periodico che darà conto dell'attività svolta e conterrà l'informazione più completa sull'andamento delle attività cittadine nei campi fatti oggetto degli scopi ell'organizzazione.


mercoledì 17 febbraio 2016

L'IMPARZIALITA'








Se prima era un sospetto, ora è una conferma. Il Borgomastro l'ha detto chiaramente in Assemblea che, per quanto riguarda il tempo che è passato, il Grand Hotel non ha pagato tutto quanto. La cifra, ufficialmente, non è nota e da bravi cronisti anche locali, batteremo il Gemelli a rivelarla. Per ora, invece, è noto ed ufficiale, lo sconto che il Palazzo ha pur già fatto per quanto riguarda anche il futuro. Si tratta di una somma piccolina, calcolata, con tanto di virgola e centesimi, in euro 2.955,73 euro per ciascuno dei 30 anni che verranno, aggiornata ogni anno con l'indice dell'Istat e che somma in totale a euro 88.671,88 oltre che l'Istat. Motivo di sto sconto è pure noto; le mura dell'area in concessione son crollate e mentre negli atti sta scritto, normalmente, che provvedere è un onere in capo al soggetto che le ha in carico, nel caso al nostro esame, si deroga, di fatto, e l'onere si sconta dal canone corrente. Immagino la scena: l'attore sarà stato ancora Canio o forse già il nostro Borgomastro, poco cambia; comunque arriva un noto personaggio che perora la causa del muro già crollato. In breve, lo si ascolta, si senton le ragioni, si dice che non pianga, si consoli, ma certo, poverino, che ha ragione; si dice che è di buon senso che l'onere stia in capo anche al pubblico  Palazzo e che per quanto sta scritto nelle norme, che abbia pazienza un momentino, il tempo di trovar la soluzione. Or chiamano e consultano i diversi mandarini: che cerchino quale sia la soluzione. Tra i timbri, le scartoffie, i bolli e i tanti fogli qualcosa, di certo, la si trova. Si affanna ora la corte, spronata in sto frangente dai capi del Palazzo che attendono impazienti e ben volenti di soddisfare l'autorevole cliente. La soluzione è un codicillo, infilato nel corpo normativo dell' atto che ha lo scopo di regolar la nuova predisposta concessione. E' vero; a ben vedere varrebbe soltanto nel futuro e il muro danneggiato è quello caduto nel passato, ma questo appunto si dice: "a ben vedere" e quindi basta non guardare e tutto torna a posto; lo dice il funzionario e non par faccia una grinza. Bastava un po' cercare; qualcosa sempre la si trova. Se solo lo si vuole i timbri, le firme e le carte vanno all'aria; persino i sigilli colati in ceralacca nel tempo sfarinano e si disfano. Il rigore è sempre a doppio senso, è relativo; dipende, dipende chi sia alla fine anche cliente.




 

lunedì 15 febbraio 2016

QUESTIONI ETERNE







Ritorna, o meglio rischia di tornare, ma che ben venga, la questione urbana della Perla. Gli anticipi che ha fatto il Borgomastro risvegliano, magari, un po' dal sonno che sembra esser piombato in questo inverno. Or dunque, la questione al centro della storia sarebbe, un'altra volta, la Gabbiola; sta benedetta rimessa fatiscente che da 50 anni da lustro al centro urbano, al punto che da un po' di tempo si racconta una balla colossale, ossia che su di essa ci sia un vincolo assoluto. Il vincolo c'è sulla più nota, ormai " Zanetta", ma il vincolo esistente non ha impedito a Canio e alla sua truppa di farne l'oggetto di uno sfregio programmato con variante. Or dunque, sull'area di Gabbiola ora si accende un interesse commerciale. Per ora va cauto il Borgomastro ad informare cosa ci stia dietro le carte. Lui dice sì che, invero, ha chiesto di fare anche parcheggi, ma questo non è molto. anzi è circa niente se l'obbligo di fare sti parcheggi sta già dentro la norma commerciale. Ma il nostro Borgomastro si trincera, solleva la questione del vincolo fantasma che, secondo la sua tesi, non consente di fare più, tanti parcheggi. La nota ormai triste Papotti, promossa nel prossimo futuro a dirigere la nuova Soprintendenza regionale, firmata Franceschini, riterrebbe quel rudere indecente una sorta d'insigne monumento alla memoria. La cosa non sorprende, avendola avuta già tra i piedi sta Papotti, ai tempi, neppur tanto lontani, dell'iter, da Lei mai contrastato, della già qui ricordata variante per "Zanetta". Ordunque, decisa a rader anche al suolo le ville non più in uso del noto lungo lago, promossa ora sul campo, si scopre essere un po' giustizialista e si erge a difesa del rudere indecente, ignorando lo sfregio pur portato ai beni del paesaggio da lunghe sequenze di auto e di carcasse parcheggiate. In questa incertezza normativa, si muove, non certo molto ad agio, il nostro Borgomastro al quale, digiuno di norme un po' complesse, ognuno farà credere un po' quel che vorrà, o meglio che più gli piacerà. In questo negoziato che sembra ora avviato, non pare però che sia entrata la questione della nota pensilina alla Stazione. Quella sì, cara Papotti, era stata, in qualche modo vincolata, quando fu concesso esser smontata, ma con l'avvertenza che andava poi rifatta. In questo casotto che vedete, dove a tutti vien poi utile far credere versioni delle cose anche di comodo, si vigila dalle pagine, informate, che scorrono da questo, superstite, ultimo blog.

venerdì 12 febbraio 2016

TELENOVELA




Sulla questione Villa Aminta il Borgomastro tenta un diversivo e invoca l'intervento del solito Pafundi che interroga perché si esprima in punto di diritto. Si sposta, o meglio, si tenta di spostare la questione che, qui noi lo diciamo, non è affatto una questione di diritto, ma di ben altro. Che cosa possa dire sto Pafundi ? Che un contratto si possa anche cambiare, volendolo le parti, è ovvio e persino lapalissiano. Che quindi anche sto contratto o meglio questo inganno si possa poi mutare, persino anche stracciare, non vale scomodare il noto legale del Palazzo che poi si deve anche pagare. Spostare dunque il tiro è il tentativo; nascondere la vera questione sottostante che è la nostra politica obbediente e consenziente a tutto ciò che fa o che chiede la vera classe dirigente: la lobby dei soliti alberghieri. Or dunque mascherar la decisione, come fosse obbligata dal diritto sarebbe come nasconder le vergogne dietro un fico. Si obietta d'altra parte che sarebbe subentrato un imprevisto: le richieste, ben oltre, appunto, quanto era previsto, da parte dell'Ente padrone della strada. Sarà pure un imprevisto, ma certo è anche un imprevisto che dopo sei anni dalla firma di un contratto, da sempre poi violato, arrivi solo ora sto parere. Se poi, da quel che anche si dice è soltanto una questione di costi esagerati; semmai un poco esagerati sembravano quei costi già indicati al tempo della firma del contratto. Di certo, a ben vedere, nel progetto poi abbozzato, spuntavano dei bassi fabbricati camuffati che nulla c'entravano con quanto convenuto. Si riveda or dunque tutto il progetto e si lasci da parte la questione, inesistente, di diritto; si riappropri sto Consiglio il potere sovrano delegato, se ne infischi del parere e raddrizzi il nostro Borgomastro.

 

mercoledì 10 febbraio 2016

ADUNANZA





Alle 18 vanno in aula e dopo l'appello ormai di rito, inforca, con piglio, il Borgomastro il suo Consiglio. La prima è solo un'informata, ma dovuta, circa un prelievo di bilancio dell'anno ormai passato. La seconda è poca cosa; si tratta di votare i delegati nell'Unione; la terza sembrava che fosse quasi un nulla: la vendita di un bene comunale, un'area lungo il Roddo a un tal Maltauro Mauro, ma qui si impunta il Comandante che davanti a sta proposta fa le pulci. Contesta che si possa procedere alla vendita non avendo il richiedente il titolo dovuto, rileva che l'occupazione del terreno è già da tempo in atto e che quindi occorre far pagare anche quei canoni. La schermaglia va avanti per un po', sin tanto che Bottini si decide e passa al voto. Tre voti gli astenuti, un voto è quello contro e gli altri si approvano, da soli, tutto quanto. La tassa sullo sbarco compare dentro l'aula. Gremiti son gli spalti di rudi marinai che attendon di sapere che cosa mai Bottini vuole fare. Motiva la richiesta il Gruppo del Carroccio col tempo, assai ben breve, che c'è da qui al prossimo inizio di stagione. Risponde il Borgomastro che conferma l'intenzione, ma quanto al come non dà la soluzione. Per vero Lui risponde che sono diverse le ipotesi già in studio e presto si saprà che cosa al Consiglio proporrà. Da annotare un intervento del Vice Delegato; non sapendo cosa dire, se la prende con la legge dello Stato; quella legge dello Stato che è servita, guarda caso, ad aggiustare il guaio da Lui stesso combinato, ostinandosi con Canio e suoi fedeli, ad applicare una tassa che non c'era. Questa volta è Bertolino che descrive come sia questo Comune ormai l'ultimo d'Italia a tenersi le lanterne semaforiche. Tra rotture e interruzioni, il sistema è ormai obsoleto, ci vorrebbe un bel progetto che disegni un po' da nuovo tutto quanto sto sistema, con rotonde, nuovi sensi e intelligenze. E' Bottini che risponde che il sistema è comunque in efficienza, se si fulmina una lampada anche il cambio è fulminate. La questione che si pone la si chiama col " baratto"; un sistema un po' inventato con il quale chi ha un debito fiscale, ma non soldi per pagarlo, può pagarlo con il lavor di volontario. Se ne parla un po' da un pezzo ed il Gruppo del Carroccio vuol sapere se andrà in atto. E' la Sala che risponde, ricordate i suoi pizzini ! Ora sembrano bei foglioni tanto grandi ed ingombranti. Lei ricorda che ha già mandato ai signori interpellanti una bozza di una roba che contempla qualche cosa; l'intenzione è di normare anche il baratto dentro un corpo normativo più corposo e consistente, per cui chiede di inviarle osservazioni, poi promette di portarlo all'esame del consesso. Ora tocca al Comandante; ribadisce le domande su che cosa ora si faccia del degrado alla Gabbiola, se ritiene il Borgomastro ribadire la richiesta di parcheggio multipiano con annessa una variante allo strumento; se ritiene che la stima provvisoria del valore del "recupero", mai chiusa, sin dai tempi della fine del trenino sia intenzione ora richiederla. Gli risponde il Borgomastro, ricordando che comunque ha già risposto e non vuol troppe domande che lo fanno anche incazzare, ma che Lui sta lavorando e si lascia poi scappare che è arrivata una richiesta per un centro commerciale con annessi dei parcheggi. Su sta storia lui lavora. La questione ora si sposta alla vasca per il bagno. L'interpello era caduto per pretese di trattarlo al gran segreto; ora invece non c'è traccia che si voglia chiuder l'aula. Le domande sono tante: i ritardi, le aggravanti, le inadempienze, tutti i danni, chi li paga, se si tratta ? Gli risponde il Professore cui Bottini ha delegato la lettura del racconto. In effetti sembra giunta a conclusione sta questione. Entro il mese, se va bene, lo si firma sto contratto; sana a transa sul passato e riparte tutto quanto dopo l'anno che è già in corso. Per quest'anno ancora passa con na mezza concessione, poi a settembre i lavori sull'impianto, da rifare, e dall'anno poi seguente tutto a posto; così pare. Così pare, ho scritto giusto, ma di mezzo ci sta il mare. Or si parla del demanio, quello a lago; l'ampia zona occupata dal Des Iles dove non par tutto sia a posto. C'è che il muro collassato glielo paga poi il Palazzo, un confetto da sei volte dieci mila ora di euro, c'è la storia che ha occupato indisturbato e ha pagato poi soltanto quel che poco lui ha voluto. Questa somma, quella insomma che ha sottratto non è ancora tutta quanta bene bene calcolata, ma comunque è confermata. Ci sarà da divertirsi, col sistema del baratto, a vederli tutti quanti gli alberghieri, impegnati in lavori comunitari per pagare i lor debiti fiscali che il Palazzo, quatto quatto, penserebbe di abbuonarli.

 

martedì 9 febbraio 2016

A DOMANI







Domani, ore 18, c'è il consesso. Per verità c'è poca roba nel carniere del nostro Borgomastro; è magro il suo carniere, da un po' di tempo dice che è intento nella caccia, ma la preda ancor gli sfugge o almeno così pare che gli sfugga. Può darsi che sta preda sia più furba, può darsi che una volta già inquadrata si sia in fretta dileguata, può darsi che l'arma già puntata abbia poi fatto cilecca; può darsi, e questo è più fondato, che manco la preda abbia mai neppur trovato. Insomma la serata sta volta sembrerebbe destinata non tanto ad approvare chissà quali degli atti dal Governo preparati, ma piuttosto ad ascoltare le domande e le richieste dei Gruppi chiamati a controllar questo Governo. Incidenti di percorso non volendo, vi sarà dunque tutto un gran tempo per sentire le domande e ascoltare le risposte intorno alle lanterne dei semafori, sulla prossima tassa dello sbarco e sul tema del baratto. Ritornano poi nell'aula le domande che già presentate, invece, saltarono nell'ultima seduta un po' rissosa: ancora la vasca per il bagno, la Gabbiola e, dulcis in fundo, il pubblico demanio del Grand Hotel. Intorno a sto ultimo tema sarà messa alla prova la nota sincerità del Borgomastro. Dovrà questi smentire o confermare l'esistenza di un dubbio che da anni, ormai, ci trasciniamo; che dietro questa storia si celi un'affittopoli locale. Fin'ora nessuno ha mai risposto alla domanda; più volte interpellato Canio sempre rinviò la sua risposta; al "Comandante" è stato negato l'accesso anche alle carte; noi più fortunati le carte possediamo. Ed ora la parola al Borgomastro.

 

 

lunedì 8 febbraio 2016

BLUFF










Così come promesso, venerdì cinque del mese, il Borgomastro ha convocato. Presenti al tavolo le parti o almeno quelle che si credeva fossero le parti interessate: il nuovo, già vecchio, gestore dell'impianto funiviario e i licenziati. Orbene dunque Bottini è stato di parola e dopo aver dato l'avvallo, col voto espresso in giunta al tempo già di Canio, a che venisse cancellata la clausola sociale dal bando e dal contratto, tirato per la giacca ora ci prova a cercar se mai ci sia qualche rimedio. Ci prova, almeno così sembra, ma presto poi si scopre che non riesce. Il solito gestore sta volta si camuffa e chiesto di dare garanzie a che riassuma i licenziati, chiarisce che non può, o meglio che non conta più quasi un bel niente, essendo diventato un socio al 20 sol per 100 del gruppo societario che è il nuovo vincitore. Sorpresa dunque in sala, sorpreso anche Bottini che non pare sia informato per benino di quanto sia accaduto a gara poi conclusa. Si assiste a un paradosso, si assiste a questa farsa che essendo carnevale ci può stare, ma passato il carnevale sarà poi molto più dura. Quel padrone dell'impianto che con cura mise le sue mani su quel bando, confezionando un prodotto su misura, or si scopre che neppure poi conosce il soggetto cui è affidato ormai il suo impianto. Non rimane che negare; che negare di aver messo il proprio voto su quel bando, imputandolo alla Scral; non rimane che negare di sapere di chi sia la proprietà e negare, addirittura, di sapere chi gestisca il proprio impianto. Sto Bottini è proprio bravo, ci fa fessi tutti quanti; mette in scena questa mossa e, scoperta l'acqua calda, poi si arrende all'evidenza. Innocente come un bimbo si dimostra stupefatto, quasi lui fosse il gabbato che, per colpa della Scral, ha subito questo scacco. Degno erede di tal Canio che ci mise lo zampino nel curare per benino tutto quanto questo bando e che or che tanto è fatta dicon tutti che non sanno.

venerdì 5 febbraio 2016

IL BANDITORE





















IL SINDACO BORGOMASTRO DISPONE di convocare il consiglio comunale
 In sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno Mercoledì 10 Febbraio 2016 - ore 18,30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono
Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Comunicazione deliberazioni G.C. N. 162 del 09.12.2015 e G.C. N. 179 del 28.12.2015 "Prelievo dal fondo di riserva".
2. Unione Montana tra i Comuni di Baveno, Casale Corte Cerro, Gravellona Toce, Omegna e Stresa - Nomina rappresentanti.
3. Proposta alienazione area demaniale comunale e conseguente sdemanializzazione.
4. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza in relazione a tassa di sbarco (prot. N. 724 del 19.01.2016).
5. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa alle lanterne semaforiche comunali (prot. N. 725 del 19.01.2016).
6. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa all' attuale possibilità del "baratto amministrativo" (prot. N. 726 del 19.01.2016).
7. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interpellanza ad oggetto "Ex trenino in via Carducci" (prot. N. 17500 del 24.12.2015).
8. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interpellanza ad oggetto "Lido di Carciano. Altro disastro dell' amministrazione Di Milia-Bottini &C. Riunione del Consiglio Comunale del 22.12.2015. Interpellanza bis" (prot. N. 17562 del 29.12.2015).
9. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interpellanza relativa ad area demaniale a lago in concessione all' hotel Des Iles Borromées. Riparazione muro prospiciente il lago danneggiato nel novembre 2014 - Resoconto canoni arretrati (prot. N. 741 del 19.01.2016).



IL BORGOMASTRO
in originale firmato: (Giuseppe Bottini)

giovedì 4 febbraio 2016

IL PROGRAMMA




La domanda che si pone un po' la gente è sapere cosa frulli nella testa di Bottini, il Borgomastro. E' sfuggente come sempre, reticente più di sempre, inconcludente poi per sempre, ma comunque qualche cosa ben gli frulla nella mente. Lui a qualcosa pur ci pensa; che sia frutto di se stesso o gli arrivi da qualcuno questo poi non si può dire; certamente è un mix di cose che gli arrivan da più parti e che lui gli corre dietro per trovar la soluzione. Ci proviamo a sondarne le intenzioni e, per ora, corre voce che vorrebbe trasformare in un sky bar la stazione per l'imbarco sulla flotta dello Stato. Che il disegno non sia suo questo è poco ma sicuro; siam nel feudo elettorale, siam nel luogo frequentato più che altrove da lui stesso e dagli amici a lui fedeli e fedelissimi. Quanto al resto, al contenuto, stiamo in guardia; di progetti strampalati, ben pagati e poi mal fatti, ce n'è pieno sto Palazzo, non vorremmo un altro sfregio sia portato proprio al cuore della Perla. Poi vorrebbe ripescare ancor l'accordo che tal Canio fece un tempo con il Principe Domenico, rimestarlo tutto quanto e, di nuovo riprovare a rifare un altro accordo che dia al pubblico il parcheggio in riva al lago e al privato, questa volta, un po' di cubi a mezza costa, per in tanto non abbiamo un'altra traccia, stiamo in guardia. Poi starebbe per trattare la Gabbiola; a sentire solo il nome con cui tratta mi verrebbe a stare in guardia, ma Bottini è un compagnone, quattro pacche sulla schiena con il "socio" innominato, non è detto che non riesca nel disegno; poi se il disegno è quello giusto che ne cura gli interessi cittadini o invece è un'altra cosa, una fregata, questo tutto è da vedere e stare in guardia. C'è un disegno di un po' nascosto che vorrebbe trasformare la collina in un campo trincerato per migranti e turisti disperati. Un campeggio con casette sul modello, assai diffuso, che imperversa da più parti. Di chi sia questo progetto né lo so, né poi interessa; quel che so è che Bottini già si butta in sto progetto e già immagina che gli faccian rotatorie a destra e a manca, lui che ha perso l'occasione quando, proprio solo a pochi passi, si insediaron prima i Russi cui non chiese quasi niente. C'è da ultimo un disegno, tutto interno al gran Palazzo; non ne parlo questa volta, non mi pare di buon gusto, scapperebbe una battuta, non sarebbe riguardoso, mi ringrazi il Borgomastro.

 

martedì 2 febbraio 2016

CRONACHE












Venerdì 5 del mese il Borgomastro convoca le parti dell'impianto funiviario; da un lato il solito gestore, dall'altro i licenziati. Motivo dell'incontro conoscere che mai questo gestore vuole poi fare adesso che ha vinto anche la "gara"; se vuole riassumer tutti quanti, se vuole riassumerne un po' meno o se vuole riassumer più nessuno. Per vero noi pensiamo che la risposta il Borgomastro già pure la conosca, ma occorr la messa in scena pensando di far credere che possa influire sull'impresa. Alla fine qualcuno starà fuori e qualcuno invece no e questa che sarà mezza sconfitta, sarà fatta passare come fosse un gran successo. Intanto si scaldano i motori in vista del varo, a tutto campo, della tassa per lo sbarco. Deludente è stato l'incasso già versato dalla flotta dello Stato, in crisi evidente di trasporto, ormai quasi al collasso. Di contro, i battellini, cresciuti sempre più in stazza ed in potenza, dovrebbero aver visto andare in impennata la curva del loro trasporto e aver, di gran lunga superato quello dello Stato. Se qualcuno smentisce questo dato occorre ritenere che il grosso dei turisti vada a nuoto. Comunque le parti stanno in guardia e spetta al Borgomastro indicar la prima mossa. Non sarà la soluzione; sarà quella più comoda, veloce e praticabile, forse anche sol di carta, in attesa, si spera, che venga introdotto un marchingegno che impedisca, nel futuro, ogni evasione. In questo panorama che attende smentite o anche conferme, un allarme viene ora dal porto. Finite le trivelle, l'impresa in sub appalto ha tolto anche le tende. Nonostante la magra di lago eccezionale non c'è più nessuna traccia. Il cartello di cantiere indica il prossimo settembre quale data della fine dei lavori. Speriamo dunque che non siano, in sommo grande anticipo, già tutti finiti.

lunedì 1 febbraio 2016

STORIE DI PROVINCIA







Non smentisce i precedenti la storia che si profila intorno all'Alberghiera. Più volte già annunciata e data per conclusa la vicenda, varcato che ha il traguardo del contratto non decolla. Mistero, fitto fitto, intorno dunque a sta vicenda che neppure quanto dice l'Ente, quello più volte già disciolto, non chiarisce. Gli anni ormai passati e i soldi spesi rimangono, per ora, le uniche certezze conosciute, mentre l'attesa che intanto si consuma, rinforza le polemiche, da tempo, ormai sopite. La squadra della Perla, promossa in eccellenza, si sente presa in giro e scalpita sul campo o meglio intorno al campo. Sognava il nuovo stadio in cima alla collina, si vede costretta a giocar fuori di casa in ogni domenica di gioco. Espulsa dal suo campo per far la nuova scuola, né vede questa scuola, né vede iniziare il nuovo campo. Il Palazzo interrogato ne sa meno che niente: l'ipotesi esoterica par che sia la più credibile e che riti scaramantici siano, da tempo, in atto per evitare un nuovo possibile disastro è l'altra certezza risaputa. Insomma, nulla è nuovo sotto il cielo che sta sopra la Perla ed anche sulla scelta di un'opera grandiosa, ma sempre soltanto sulla carta, il tempo che passa non sopisce, semmai riporta in superficie le tante polemiche passate, ma che non forse erano vane. Comunque poi finisca, la storia di quest'opera ci ricorda di come sia incapace la nostra valorosa classe dirigente: gli anni ormai passati nessuno li cancella, gli errori combinati rimangono ormai intatti, i soldi anche sprecati son tanti e ormai tutti buttati.