Terminata ormai che abbiamo la lunga cronaca della serata del 28, abbiamo
un po’ di tempo per far qualche chiarezza. Cos’è successo di tanto sconveniente
o sconvolgente ? Com’è che sulla Stampa il buon Gemelli ci mette un doppio titolo
che dice cose opposte. Insomma sta variante è poi promossa o sta bocciata? La
gente a questo punto, magari, non capisce ed ha ragione. Bisogna però dire
che la cosa, invece, è anche molto semplice ed allora ci
proviamo a fare un poco la sintesi finale. In discussione l’altra sera non c’era
l’ultimo atto dello stralcio, c’era una cosa che si chiama l’adozione del
progetto preliminare di variante, la fine vera sarebbe quindi ancora un po’
lontana. Quello che invece nessuno si aspettava e qui sta il colpo della scena,
è che minoranza ha messo sul tavolo di Canio una norma che vieta la variante,
ha messo sul tavolo la norma e ci ha messo le carte che lo provano. Non c’è
scampo chiudeva un intervento l’altra sera, non c’è scampo, la variante è belle
morta. Or si dirà com’è che sia possibile che dopo più di due anni di lavoro
nessuno si sia accorto ? A questa domandina anche a noi piacerebbe avere una
risposta. In parte, ma solo in parte, c’è forse una scusante. Quel vincolo
lontano del 1924 era sul parco del Des Iles Borromées, poi quel parco
originario l’hanno un po’ ridotto vendendolo ai vicini, l'ultimo acquirente è lo Zanetta, ma il vincolo rimane e
segue il bene, non il proprietario. Questo vuol dire che, oggi, se uno non prende le carte originarie
non si accorge. Però le carte originarie, è già passato un anno, noi le avevamo
date a Canio e Lui le tiene nell'armadio. Quel che un anno fa ci era sfuggito ed ora abbiam invece
anche trovato è che il PPR che tradotto vuole dire: Piano del Paesaggio
Regionale, a quel vincolo sul parco ci aveva, ed era l’anno 2009, aggiunto un altro
suo comandamento: “ non farai nulla che non sia oltre il restauro ed il recupero”. La
dimensione del trasloco dei terreni è stata però tale che una gran parte dell’area
di proprietà dello Zanetta ora soggiace a questa norma. Son stato chiaro? Almeno
Canio avrà ora capito ? E’ l’ultimo dell’anno, faccio gli auguri e non aggiungo
altro salvo che per dire che questo non è fare opposizione muscolare, ma col
cervello e che stavolta sarà anche difficile raccontar, come è di solito, che cerchiamo
la pagliuzza, perché è una trave . Auguri
dunque a tutti e prima e come sempre a Canio che or par ne abbia ben bisogno più di altri.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Visualizzazioni di pagine: ultimo mese
lunedì 31 dicembre 2012
domenica 30 dicembre 2012
ORA X . LA FINE.
L’una della notte è ormai passata da un bel po’ ed ecco che sto Canio
mica smette, deve ad ogni qual sia il costo portare a terminare la Zanetta ed
allora inizia il terzo atto, quello dell’adozione della variante stralcio, non
ancor dell’approvar fate attenzione. Ormai la discussione è intorno a qual sia
il sesso anche degli angeli, la Zanetta infatti è ormai morta e sepolta, glielo
ripetiamo ad ogni passo ed anche qui arrivati ci sta nella premessa che facciamo.
Comunque Lui ormai così ha deciso; andare avanti e poi vedrà. Va bene allora,
nostro Sire, ma siamo stanchi, il pubblico più non regge, la truppa è lì che
sbotta, Zanetta resiste in prima fila, ma è una visibile tortura; niente, Canio
non ascolta, Lui va avanti, non vuol rischiare di tornare un’altra volta in
aula con in tasca la conferma del verdetto del decesso. Non vuole annunciare la
sconfitta e insomma perdere la faccia davanti al pubblico riunito ed alla
truppa a lui fedele. Così andiamo ancora avanti. Dimenticavo che durante tutto
il lungo tour de force, nessuno di quelli in maggioranza, tranne Canio,
naturale, ha mai parlato. Soltanto il Professore ha rotto la consegna del
silenzio. Lo racconto stante il tenore semiserio di questa cronaca narrata.
Orbene, il Professore, alzato il suo ditino e precisato che, se ne guadava bene
di rompere quel veto che è anche quello che Piervalle, da un po’, gli impone,
dichiara di esser grato per il lavoro svolto dai tecnici chiamati. Se non lo
abbiamo ancora detto, noi a quei tecnici non risparmiammo in aula la critica ed
il dissenso. Orbene, un’altra volta il nostro Professore ha perso l’occasione
per tacere. Con quell che abbiamo scoperchiato l’altra sera, delle due l’una: o
i tecnici hanno solo un po’ di loro colpa, o hanno persino un po’ di dolo.
Scienza e coscienza è quella che a loro impone la deontologia professionale,
eppure han combinato un gran disastro, tanto da meritare l’elogio letto in aula
dal noto Professore che il tempo passa, ma non cambia. Andiamo avanti, sono
ormai quasi le due nel cuore della notte, resiste ancor la stampa nel loggione
e bisogna darne atto, lo Zanetta. Finisce la nottata con la lettura in aula del
testo che vi incollo e con la dichiarazione del voto, letta
anche dal nuovo capo dell’altro gruppo contro, Bertolino. Ma c’è ancora un momento perché la
maggioranza si distingua, il testo era un po’ lungo, manco troppo, Piervalle
era sfinito, ma è già alle conclusioni, Canio lo tampina, lui chiede “per
favore due minuti ed ho finito” e loro, con in testa il consigliere che aveva
in apertura di seduta letto il sermone per la pace dentro l’aula, si sbragano
che sembra un’ osteria. Sono le due e 15 minuti, si esce, si incontra ancora
Canio sulla porta che ci dice: “ se poi voi avete ragione, a me non è che
importa molto, mi togliete solo un gran problema”.
Or sotto vi copio e incollo il testo conclusivo letto in aula. Poiché è
anche un poco tecnico, vi segno le parti che son, secondo me, quelle più d’interesse.
GRUPPO CONSILIARE INSIEME
Variante
strutturale stralcio. Adozione progetto preliminare . Inervento in aula del Gruppo.
La proposta riguarda
l’esame, ai fini della sua adozione, delle stesura del progetto preliminare
della variante alberghiera stralcio e viene condotta nel seguito dell’esito
delle deliberazioni relative alla conclusione del procedimento di verifica di
VAS e delle controdeduzioni alle osservazioni prodotte dopo la pubblicazione e il
deposito delle due deliberazioni che avevano approvato ed integrato il
documento programmatico di variante.
Considerato l’esito
sin qui avuto dell’esame delle due deliberazioni ultime e precedenti ,propedeutiche
alla presente proposta, la partecipazione alla discussione ed al voto da parte
dei componenti di questo gruppo costituisce ragione di contrasto alla scelta
operata dall’Amministrazione, rischiosa anche sotto il profilo penale, come già
fatto rilevare in ragione dell’anomalo procedimento per stralcio avviato,
rischio penale ancor più oggi rafforzato ed aggravato dal profilo assunto dalla
variante, profilo che si caratterizza quale pieno contrasto alle norme
sovraordinate contenute nella pianificazione di livello superiore ed in
particolare contro la norma prescrittiva contenuta nell’articolo 26 ultimo
comma del PPR , adottata e vigente.
In questa sede si
vuole evitare un esame specifico e dettagliato del documento portato in
discussione, non vi è il tempo, non è l’ora, e forse non è neppure il giorno
anche grazie ad un’ infelice programmazione dei lavori consiliari,
programmazione che non sfugge certo miri ad ottenere una veloce approvazione
delle proposte, confidando magari in qualche assenza di troppo tra le file
consiliari.
La relazione di
accompagnamento, le nuove aggiunte e modificate norme di attuazione, le tavole
di piano, costituiscono pertanto i documenti fondamentali da cui rilevare il
contenuto del progetto preliminare di variante, l’esame sommario e a grande
scala dei medesimi costituisce il contenuto della presente relazione di
minoranza.
Il modello della
crescita dimensionale turistica a senso unico, cioè quello fondato su masse
alberghiere di dimensioni crescenti, non è stato scalfito da nessuno dei
tentativi operati nel corso di formazione della variante tesi a contrastare
tale modello unidirezionale.
Le porte verso la crescita
incontrollata della capacità ricettiva e quindi della riduzione della qualità,
sono state, irresponsabilmente, aperte dalla scelta operata dal governo locale,
assai sensibile alle sollecitazioni in tal senso mosse dalla imprenditoria
alberghiera, cui certo non si può imputare l’assenza di una sensibilità
pubblica nei confronti del perseguimento di obiettivi di conservazione e
valorizzazione dei beni comuni, non è infatti lo scopo che persegue, beni che
tuttavia, nel contesto territoriale, dovrebbero costituire i giacimenti da
preservare proprio in funzione del mantenimento della capacità di essere
attrattiva sul mercato turistico di alta gamma del mondo globale.
I territori, a
differenza delle fabbriche, non si possono delocalizzare, basta mantenerli,
accrescere la loro qualità, preservare le loro identità e i mercati li
riconoscono come tali e ne acquistano i prodotti, cioè l’offerta ricettiva,
paesaggistica, ambientale ed i servizi correlati.
Il contenuto della
relazione era, per molti aspetti, già noto, ricalcando in buona parte il
documento programmatico, le norme di attuazione sono, invece, il documento
tutto nuovo, peraltro anticipato in molti suoi aspetti già contenuti nel
documento programmatico e nelle risultanze delle conferenze di pianificazione.
Procederemo per
spunti e per sintesi evitando l’analisi separata di ciascun documento, analisi
cui saranno, invece, dedicate le osservazioni che presenteremo nei tempi e modi
assegnati.
Il richiamo al
rispetto della pianificazione sovraordinata, introdotto nell’art. 1.2 delle NTA,
alla luce dell’esame sin qui svolto, rileva quindi tutta la sua grave
insufficienza, addirittura il grave occultamento di norme immediatamente
cogenti e vigenti su gran parte dell’area H2 oggetto di variante e confliggenti
in maniera piena ed eclatante con i contenuti della variante che, sino ad oggi,
è stata portata avanti in aperta rotta di collisione contro le prescrizioni
sovraordinate. Un violentamento della normativa sovraordinata che forse non ha
precedenti nei tanti infelici momenti di pianificazione conosciuti nella storia
della locale urbanistica.
ll fatto è di gravità assoluta e non può
trovare giustificazioni adeguate.
Comunque non tutti si
sono espressi in maniera univoca e a leggere bene le carte si trovano indicazioni
sufficienti ad esimere taluni dalla comune responsabilità, o meglio
irresponsabilità, almeno sino a questo momento.
Per quanto da noi
svolto sin qui, dobbiamo dire che se le carte con le quali abbiamo osservato la
variante principale, anziché venir chiuse in un armadio, fossero state
attentamente lette, non si sarebbe arrivati a questa defragrazione odierna
della variante. In quelle carte ci
sono i documenti che provano l’impossibile variante.
La contraddittorietà
tra obiettivi dichiarati, in maniera anche condivisibile e singole azioni
perseguite, in particolare la S1, diventa però, a questo punto, inconciliabile,
tanto stridente che la variante risulta improcedibile, se non attraverso la sua
radicale rimozione, rimanendo in vita soltanto quella previsione di
trasformazione d’uso della scuola alberghiera che, forse, con altri strumenti e
procedure può essere più agevolmente e felicemente portata a compimento.
Sul piano delle
previsioni pubbliche, rimane nelle intenzioni dichiarate, ma e per fortuna non
perseguita nella variante quella rivoluzione, si fa per dire, trasportista,
discutibile nella soluzione, non sorretta mai da adeguata indagine e
monitoraggi, costosissima certamente, ma quanto non si sa, cui le tante o
troppe monetizzazioni dovrebbero portare in dote le risorse per la sua
attuazione concreta.
Comunque rimane la
bizzaria di una soluzione non calata in previsione concreta, oggi e forse
neppure domani, cui però debbono essere accantonate, nella attuazione di questa
variante, quota parte delle risorse per la sua realizzazione, mentre il
fabbisogno parcheggi in ambito urbano centrale perde tutta la sua centralità,
coerenza ed attualità, sfuma definitivamente la soluzione Gabbiola cui la
proprietà, proprio in questi giorni, sta cercando l’ acquirente che ne
pregiudicherà poi l’utilizzabilità pubblica.
Rimane questo
progetto di compensazione ambientale mediante un arroccamento ciclistico sulle
irte rampe collinari e montane dove vanno a collocarsi in mezzo ai boschi quota
parte degli standard che dovrebbero, invece, trovare prioritaria individuazione,
anche per disposizione normativa, in ambito urbano.
Difficile percorso
per scalatori allenati o discesisti scatenati, meritevole magari nelle sue
intenzioni, ma veramente prioritario di fronte a situazioni di dissesto urbano
e di infrastrutturazione primaria assolutamente carente? E’ veramente questo un
progetto turisticamente strategico nelle situazione attuale ? In che misura risulta
economicamente sostenibile?
Rimane poi la
indicazione, questa si meritoria, di un’ indicazione per la realizzazione,
compensativa, di un segmento di litoranea ciclabile, adatta questa anche per
semplici bassisti, nella tratta: Villa Pallavicino-Villa Aminta, ma poi tanto
strategica non sembra essere da dimenticarne l’inserimento nella previsione
cartografica con l’effetto tamquam non esset che ne deriva.
E’ un progetto
perseguito anche da questo settore del Consiglio, ma, se ricordate, avversato
dal settore maggioritario quando portato al suo esame
Certo che se oggi,
parzialmente, viene riconsiderato, ben altra attenzione avrebbe allora ed anche
ora meritato da parte del Sindaco, sviluppando una sinergia territoriale con
gli enti vicini e quelli di livello superiore per farlo oggetto di un programma
di infrastrutturazione a valenza turistica intercomunale rilevante, come gli
esempi realizzati nell’ambito di territori turisticamente concorrenti
insegnano.
Rimane questo
tentativo, un po’ effimero, di introdurre il principio perequativo in luogo di
quello dell’azzonamento, ma con effetti che non ci sembrano positivi e comunque
non adeguati rispetto alla loro, forse, effettiva potenzialità.
Va bene il modello di
decollo di un indice di utilizzo territoriale, nel caso 0.7 mq/mq, dalle aree
di compensazione ed il suo atterraggio sull’area di intervento, nel caso S1, ma
che c’entrano nel conteggio le aree di compensazione già disponibili perché di
proprietà comunale. Questo ci sfugge.
Comunque l’abbandono
del principio dell’ azzonamento non sembra adeguato su una scala di variante
così ridotta dove, invece, la perversa monetizzazione, che mal si concilia col
principio perequativo, diventa il vero strumento principe che verrà utilizzato
a piene mani per soddisfare le esigenze di massimizzazione dell’UT in ambiti
inadeguati per ST, dove la formula adottata incentiva la stessa monetizzazione,
non la frena, in base al principio, tradotto appunto in formula che più
monetizzi e più ottieni in SUL.
Diverso risultato si
sarebbe, forse, ottenuto nell’ ambito di una variante a scala maggiore dove il
comparto alberghiero fosse stato trattato unitariamente, lo vorremmo
sottolineare più volte questo unitariamente, con l’applicazione si del modello
perequativo, ma individuando all’interno del perimetro dell’unitario comparto o
nelle aree urbane centrali e semicentrali le aree di compensazione ed a
standard da portare in dotazione alla città pubblica.
Riconosciamo agli
amministratori una loro giustificabile insufficienza nel porsi di fronte a
modelli di costruzione urbanistica non ancora neppure normati e quindi
sperimentali.
Che dire poi della
affermata e sancita priorità dell’obbligo di acquisire e trasferire,
prioritariamente appunto, all’ente le aree di compensazione ambientale per poi
vedere rintrodotta la possibile monetizzazione anche di queste e l’onere di
acquisizione, venir posto, di nuovo, in capo al Comune ?
Che dire poi di
quell’esercizio di calcolo dei proventi derivanti da monetizzazioni e oneri
messo in fondo alle NTA, specchio per allodole, dove si dimentica che, in
termini sostanziali, la contribuzione richiesta al privato si rileverà
inferiore a quella che si otterrebbe con l’applicazione di modelli classici di
sviluppo urbano.
Nel modello infatti
del piano esecutivo convenzionato si devono portare in dote all’ente le aree,
di cui l’attuatore deve privarsene riducendo la sua capacita di utilizzo
fondiario, si aggiunge l’onere completo per l’esecuzione delle urbanizzazione
richieste in attuazione al piano cioè i costi effettivi di realizzazione. Qui
invece gli oneri diventano quelli tabellari, sintetici insomma, verosimilmente
inferiori a quelli effettivi, che non si conoscono, forse anche scontabili sino
al 30%, le aree poi sono preservate per la massimizzazione dell’indice
fondiario, mentre i proventi della monetizzazione rischiano di essere assorbiti
dagli indennizzi espropriativi per l’attuazione degli standard, salvo
urbanizzare, come par si voglia, i boschi.
In soldoni uno sconto
netto a favore dei beneficiati possibili della/e variante/i.
Eppur riuscite a far
credere tutto il contrario.
Il tutto come se non
fosse stato dichiarato, in nota della stessa Soprintendenza, che il progetto è
già conosciuto e pronto e che tanti soggetti che hanno partecipato alla stesura
di questa variante hanno avuto accesso alla sua visura.
Andiamo verso la
conclusione di queste tristi note, osservando che vengono introdotte norme
sull’arredo e il decoro urbano. Anche qui vale l’osservazione sul fatto che il
loro modello di stesura è poco coerente con un testo normativo.
Comunque crediamo che
non sia corretto inserirle nelle NTA, quanto piuttosto in una integrazione del
vigente regolamento edilizio perché quello è il luogo dove debbono starci, oltre
tutto ci sembra che anche la procedura di inserimento ed approvazione sarebbe molto
più semplice.
Vi invitiamo quindi a
trasferirle in quella sede e ci riserviamo lì di fare le dovute valutazioni di
merito.
Concludiamo invitando
a far di necessità virtù. Questa variante ha le
ore contate e lo abbiamo detto, ripetuto e spiegato alla noia.
Da domani purtroppo,
inizierà una attività di lobbies finalizzata a cercare di recuperare ciò che oggi
è perso, se poi troveranno facile ascolto o meno, questo non lo sappiamo, certo
che dalla politica, a nessun livello, non possiamo aspettarci nulla di molto di
serio.
Questa lezione deve
però servire ad indirizzare almeno i governi locali, quello di oggi e quello di
domani, verso un approccio molto diverso alla questione del governo del
territorio, questione insieme urbanistica ed ambientale che poi entrambe fanno
il paio con la politica turistica e quindi con quella dell’economia locale e
non ne sono scisse.
Esiste, chi lo nega,
una questione di manutenzione/revisione dello strumento urbanistico, esso è un
prodotto illecito, non dimentichiamolo, esso è ancora figlio di un tempo in cui
sviluppo e quantità erano sinonimi, oggi e ce lo ripetono tutti, la qualità è
la speranza ed il futuro, dentro una prospettiva di crisi economica occidentale
permanente.
Traiamo lezione
dall’insegnamento che questo clamoroso errore, così vogliamo benevolmente
chiamarlo, ha provocato.
Il modello verso il
quale, sbagliando clamorosamente, ci si indirizzava era un modello
unidimensionale, la massimizzazione possibile della capacità ricettiva
alberghiera, senza riguardo, se non nelle dichiarazioni di principio, per i
beni comuni ereditati, giacimento e risorsa del mantenimento di una capacità di
attrattiva turistica dentro la competizione globale dei territori posti sul
mercato turistico vasto.
Accanto alla crisi permanente
vi sono però le economie in crescita, vi sono i nuovi milioni di turisti ricchi
che si apprestano a sostituire, sul mercato, la vecchia domanda turistica.
Questo mercato non andrà però in cerca di acquisti di prodotti da supermercato,
si orienterà verso territori singolari, preservati ed ad alta capacità di
qualità di offerta di servizi.
Qui sta la chiave ed
il futuro, investire sulla qualità ambientale. Dare una nuova funzione
turistica ricettiva alle aree del degrado conseguente l’abbandono della
funzione residenziale delle ville inserite nei parchi, ma che sia compatibile
con il loro recupero e quindi pensare a un modello diverso rispetto a quello del
grande albergo; incentivare un modulo diffuso sul territorio, anche quello
collinare, di ricettività alberghiera ed extra alberghiera a soddisfacimento di
una domanda meno esigente; ridisegnare la città pubblica in relazione alla sua
funzione turistica e quindi a zero parcheggio in superficie e a ridotta
viabilità, ma a costi sostenibili; riqualificare la sua cortina sul fronte del
lago riconferendole una funzione commerciale e per pubblici esercizi di alta categoria
entro una cornice di qualità urbana elevata; preservare dalla dispersione
insediativa l’impianto urbanistico delle frazione collinari; attrezzare lo
sviluppo costiero e le isole per la fruizione e l’accesso dalle utenze del
diporto nautico.
Grazie.
sabato 29 dicembre 2012
CONSIGLIO ORA X - SECONDA PARTE -
Si va avanti dunque con questa grossa “novità” che cambia tutto il quadro,
le prospettive e le speranze. La spiegazione che il relator di minoranza fa e
mette agli atti, con tanto di documenti ad essa anche allegati, è più che convincente,
professionale si direbbe, una lezione di governo data in aula. A questo punto
chi non capisce, delle due l’una: o finge, o è proprio andato. Comunque si
conclude e Canio che ad una delle due categorie sopra citate è quello iscritto,
conduce al voto dissennato la sua truppa, che con l’eccezion di Coppola lo approva.
Verrebbe da battergli le mani, ma manco val la pena, ormai la cosa è fatta, è
messa tutta lì nelle sue carte e da adesso il gioco cambia e minoranza lo
conduce.
Si passa dunque all’altro punto del pacco intero di “Zanetta”, ci son in ballo
le controdeduzioni alle osservazioni pervenute nel pubblico interesse. Anche su
questa ci sono da trattare le questioni che son pregiudiziali. Se ne sollevano
ben tre e Canio ci invita a presentarle. Una è bloccante: la “Zanetta” adesso è
dimostrato esser contra legem, procedersi è diabolico. La seconda è una question
di procedura; in quella detta PAI, si disse, si fece e se ne approvò una
diversa; in questa si procede, invece, alla rovescia, non si capisce proprio
più un bel niente; la terza è ancora di sostanza, nel documento agli atti, più
volte per controdedurre alla richieste pervenute si dice di andarsi a legger la
relazione di programma. Ci scusi, Vostro Onore, ma se l’osservazion riguarda
proprio e sempre quella, la relazione di programma, l’ho già letta, è a Lei che
tocca ora dare la risposta. Nella sostanza infin si dice, fai un supplemento di
istruttoria e stendi le rispose, non far finta, diversamente le controdeduzioni
manco ci sono. Canio allor ci pensa, poi detta, un po’ di fretta le sue motivazioni,
ordina il voto e boccia le richieste.
Si va dunque in avanti, ma la minoranza avverte che è presente solo per
contrastar l’illegittima variante. C’è adesso tutto il pacco delle osservazioni
pervenute, ma subito si apre un altro fronte di contrasto. Canio fa un po’ anche
troppo il furbo e vuol trattare le osservazioni che sono pervenute insieme raggruppate
come se fossero una e non fossero tante. Di mezzo ci sta il diritto al tempo
per l’esame: la regola, di prassi, è che ognuna va esposta, discussa e poi
votata. I toni allora vanno alti perché Canio vuol ledere i diritti del
Consiglio, se ha scelto le 21 della sera e non le 9 del mattino son fatti suoi,
ora si conformi o sono guai. Allora Canio scende a compromesso, vuole trattare,
concede spazio e tempo, chiede soltanto di raggruppar in uno spazio e in un sol
tempo, le osservazioni che hanno un argomento un poco uguale. La minoranza accetta
e così inizia, sarà ormai quasi la mezza, un lungo tour de force dentro la variante.
Piervalle regge la prova e da lì in poi sino alle due e qualche anche minuto
nella notte, contrasta Canio botta a botta. Qui non ci possiamo dilungare anzi
lo tagliamo, salvo che un punto, quando Piervalle assume la difesa di un’
osservazione pervenuta e accusa Canio di aver prima venduto all’asta 13.500
cubi acquistati da Zanetta, di averne però poi fatto il taglio di circa 10.000,
quindi fatto incassar dall’Ente solo i denari per 3.500 cubi e adesso, con la
variante maledetta, sfilarne a favor della “ Zanetta” i vecchi 10.000 che mancavano,
ma senza farne più pagare il vecchio prezzo offerto. Prestigiatore Canio, hai
fatto un gioco di prestigio, anche di questo ti chiederemo di rendere poi il
conto. Canio accusa il colpo, non ha argomenti, subisce, sta in silenzio, lo
salva il gong del tempo che è scaduto, si va alla conta e si cambia l’argomento.
Ora c’è ancor l’ultima questione, Canio vuol incassar anche il terzo degli
atti per la Zanetta che è ormai un morto che cammina, ma lui fa finta che sia ancora un
poco oltre la vita.
Ma questo ve lo racconto un’altra volta ancora, dove vi posto anche il
testo della relazione conclusiva della minoranza Insieme.
CONSIGLIO ALL' ORA X
Ore 21 siamo in aula, come ormai da sempre non c’è la maggioranza, o
meglio non c’è nel numero adeguato, Canio li aspetta ed ecco che, con circa un
quarto d’ora di ritardo, son tutti messi in fila sugli scanni. Vi rimarranno,
con sofferenza, per sole cinque ore a sentir affossar lo stralcio di Zanetta,
pure lui dentro nell’aula. Ne avevamo chiesto la presenza, ma stavolta il
dottore non è in aula. Minoranza, come noto, si rinnova, Severino ha presentato
dimissioni che da lì a poco Canio legge in aula e il giovane Diverio prende
posto e fa le prove, o meglio ci riprova. Comunque sia, risolte che saranno, da
lì a poco tutte le questioni che son preliminari, entra nel vivo la serata.
Canio non fa però neppure in tempo a dar il via alla prima della terna di Zanetta
che chiede la parola minoranza. Che c’è cari colleghi chiede Canio incuriosito,
magari un poco anche intimorito; niente Vostro Onore, vogliamo solo dire che
abbiam delle questioni che son pregiudiziali e sospensive. Leggete pure allora
dice Canio e così son due belle di questioni, di quelle che fanno vincere i
ricorsi, che gli mettiam sul tavolo imbandito. Si vede che han colpito, Canio
chiede allora un po’ di tempo, 5 minuti che diventeranno almeno un quarto d’ora,
inizia un gran consulto intorno al Presidente ed al malato; detto stralcio.
Ci sono anche i tecnici sta volta e tutti stanno sopra quel tavolo a rigirarsi fogli
e a parlottare. Noi lo avevamo detto e scritto che occorreva anche il Dottore,
comunque lui non c’è ed il malato non sembra si riprenda. Passano i minuti,
passa il quarto d’ora ed ecco che, con fatica, finalmente si riprende. Allora Canio
da il responso sul primo dei problemi, detta al Funzionario Dirigente la sua,
mezza imbastita e traballante come poche, spiegazione e ordina ai suoi di
votar contro. Poi si fa aiutare dal Funzionario di fiducia cercando in due di
dare a noi la spiegazion su anco la seconda di questione. Basta per noi citare un
solo documento e quella spiegazion va tutta giù per terra. Comunque anche sta volta ordina
il voto contro ed il Consiglio boccia l’eccezione. Si entra allora nel corpo vivo del
malato, quello stralcio, “la Zanetta” che portato in aula ancora vivo ne uscirà, da lì a poco,
belle che morto. Ci sono, ne abbiamo già fatto prima cenno, ci sono in aula,
frammisti al pubblico che questa volta è numeroso, ci sono i componenti della
troika che ha redatto la verifica di Vas, c’è, anche sta volta, il noto
redattore, Gramegna, l’ Architetto, ci sono insomma un po’ tutti riuniti quelli
del pool tecnico/politico che ha scritto e redatto i documenti che, nella
serata, sono al voto. Ne sentiranno un po’ di tutte; come possiamo, per allievare un
poco il Canio, non additar loro come colpevoli di quella morte prematura che si
annuncia. Comunque andiamo avanti, ci sono ancora quattrore di lunga operazione.
Si legge allora in aula il documento che fa i ma e fa i distinguo, che gira come fosse un bel calzino il documento che l’OTC ha preparato. Non si risparmia nulla è vero, li
si addita, carte però, attenzione, in mano, di aver nascosto un po’ le cose, di
averne stravolte delle altre, di essere stati insomma un po’ troppo ossequiosi
col grande committente, ma il documento è lungo e, verso il fondo, c’è l’affondo,
o meglio si affonda il coltello nella piaga e la “Zanetta” da l’ultimo respiro
e poi, subito dopo, muore. E’ poi soltanto un articoletto, un comma scritto sul suo fondo, un
segno su una carta, una data richiamata e poco più, che basta leggerla e
citarla ed il paziente, sgomentato, tira il fiato. Canio non sembra subito capire
la gravità del caso, più lesto il Dirigente di fiducia precisa che se le cose
stan così sul suo parere ci mette la riserva. Comunque Canio tace, dice soltanto, "verificheremo poi le cose e se
sono così………". A noi questo bastava, ormai la verità è messa dentro gli atti,
scritta e sottoscritta, la legge è stata scoperchiata, alle 22 e 30 minuti di
ieri 28/12/2000 e 12, la Zanetta muore colpita dal primo dei siluri, porta la sigla misteriosa:
art. 26, ultimo comma P.P.R..
Il resto lo racconto questa sera perché la notte è stata lunga, più che
lunga e non ho più neppur un fil di voce.
-
giovedì 27 dicembre 2012
- H 24
Il titolo di oggi è quello che separa il tempo in cui scriviamo dal tempo
in cui, domani, andiamo in aula. Le ore che ancor mancano segnano, però, una
data assai importante per non certo è qui che scrive, ma per Canio, nostra guida.
Domani finisce il vecchio ciclo e inizia un nuovo ciclo, si inverte il suo
destino, inizia il suo declino. Qualcuno pensa ai Maya, qualcun altro manco
crede a quel che raccontiamo, ma la storia sta così; ormai sta scritta, non c’è
verso, non si cambia; dopo sette anni e un po’ di mesi e qualche giorno, la
sfortuna, manco bastasse, si accanisce ancor di più e con l’anno che finisce è
finita anche la storia; non c’è verso lo diciamo e ripetiamo. Starà lì tutto
sto tempo che rimane, starà lì a curare il disbrigo degli affari un po’
correnti, basta e avanza, scriverà le sue memorie, piangerà sugli errori che ha
commesso, sul futuro in cui ha sperato che ormai è andato, non c’è verso, ormai
è segnato. Non possiamo dire molto, ma qualcosa pure si; stia tranquillo il nostro
Canio, non c’è in gioco la persona, meno ancora il personale, non c'entra la minaccia del penale, la questione è
nelle carte, ma è una botta così grossa che a riprendersi poi lo voglio. E’
finita cara Canio, non c’è verso, hai sbagliato proprio tutto, ascoltar non hai
voluto, la disfatta è assicurata; hai promesso, hai poi fatto, hai rifatto, hai
poi strafatto; chi lo dice allo Zanetta, sol pensarci viene male, chi lo dice a
sto Zanetta e chi paga lo Zanetta per i soldi che ha già speso ? Caro Canio è
un gran pasticcio, cosa mai ci hai combinato, è un disastro, non c’è scampo,
siamo fatti, se Zanetta chiede danni, tu lavori per la vita che ti resta e non ti basta. Consoliamo questo Canio, non è giusto
che il cenone vada tutto rovinato, aiutiamo questo Canio nel momento in cui ha
bisogno, nel momento che gli amici se ne vanno e lui sta solo, nel suo disastro
combinato.
mercoledì 26 dicembre 2012
IL SUPERBOTTO
L’appuntamento del 28 si avvicina, l’approntamento dunque per lo scontro
è in fase, ormai, avanzata, le carte son studiate, le verifiche compiute, la strategia
di attacco è disegnata a tavolino, le armi sono pronte e poi c’è la sorpresa. E’
un’arma assai potente, ci vuole tempo a caricarla, è tenuta anche segreta, noi
l’abbiamo già provata nel laboratorio più remoto in cui si possa, assicuriamo
che funziona, il test è andato bene ed ora, per la sera del ventotto, è pronta
all’uso. Andiam però più cauti, può darsi ancora che in quella sera sarà tenuta
solo di riserva, dipende un po’ da come va la discussione e anche l’esame dell’ordine
del giorno che ci hanno già da un po’ notificato. Se l’ordine va via senza
problemi, si toglie la sicura e l’arma fa il suo botto. Risultato di quel botto
? E’ micidiale: Canio cade a terra, il dottore lo soccorre, ma c’è poco da fare,
non rinviene, allora chiama il 100 col 18, arriva la sirena, lo portano via sedato ed in carrozzella. La truppa poi rimasta sarà tutta sconcertata, non capirà la
ragione per la quale il condottiero sarà finito giù per terra, allora rompe le
righe, borbotta un poco, chiede lumi al Professore, ma questo sarà già fuggito e
serrato in casa sua, il Vice ancora non capisce, i superstiti ministri si riuniscono
a consulto senza alcuna decisione, i tecnici presenti poi fanno le valige e se
la squagliano; insomma soltanto una grande confusione e nel dramma di questa situazione
quei tre o quattro disgraziati e minorati che han provocato il grande botto stann
tranquilli seduti negli scanni, raccolgono le carte e tirano un gran sospiro di
sollievo perché ormai sanno che la Zanetta è roba liquidata. Poi lo ripetiamo
un’altra volta, può darsi che in quella sera questo non succeda, che ci sia
solo un rinvio e allora anche il gran botto segue il rinvio della serata. Ora
qualcuno dirà che, come un poco sempre, ci giochiamo ad inventar le situazioni perché
siamo, un po’ troppo, fantasiosi. Va be, ora vedremo.
domenica 23 dicembre 2012
VIGILIA
Si affilano le armi, ci sono un po’ di feste, ma Canio lo ha messo il
giorno giusto per fare o per tentare la sortita, non c’è sosta dunque, bisogna
non solo stare in guardia, ma prepararsi a questo scontro sempre ad armi dispari,
noi, se va bene, siamo 5, loro, se va male, sono 10. Allora sono giorni dove si
studiano le carte del campo di battaglia, si schierano i cannoni, si scava una
trincea, si mina tutto il campo, si caricano le armi, si prova un po’ la mira e
poi si aspetta l’ordine di attacco. Sarà uno scontro in campo aperto, su questo
non ci piove, abbiamo in mano le carte del nemico, son fasulle; se usan quelle carte
fan cilecca, han le munizioni piene d’acqua e poi hanno uno stratega poco
accorto, non ama il tatticismo, predilige andar sempre all’attacco, stremare anche
la truppa, non importa, lui galoppa, travolge sempre l’aria e va sino alla meta,
poi si sfianca. Sarà anche notturna sta battaglia, inizia alle ventuno e per tre
ore sarà solo battaglia senza sosta. Ce la faremo ? Chi lo sa, intanto ci son
però anche le truppe fresche che entrano in battaglia, ma sono un po’ cadetti e
non c’è stato tempo per fare addestramento. Comunque sono giovani e forse meno
attenti agli equilibri tra le parti utilizzati sino a qui, ma questo lo vedremo
e lo speriamo. Ci manca però ancora di parlare di un pezzo del campo di battaglia;
le condizioni delle truppe guidate dal gran Canio. Non son truppe d’elite questo
si sa, non dico che sono mercenari, questo no, son tutti volontari, uno o due
son anco soldati di mestiere, ma questi son dei veterani e sono ormai anche un po’ scoppiati,
non centrano il bersaglio a dieci metri di distanza; gli altri son truppe
immotivate, male equipaggiate, peggio son pur anche addestrate e quanto poi a chi
le guida, lo sappiamo, va sempre via da solo e va al galoppo.
venerdì 21 dicembre 2012
I MANDARINI
Non sono gli agrumi di
Sicilia, ma son quelli che erano la casta dell’impero che stava al sol levante.
Per sangue, nobiltà e per rango servivano l’impero ed il suo capo, erano
insomma la burocrazia anti litteram e ancor oggi il loro nome è rimasto nell’uso
anche diffuso quando si vuol qualificare un certo ceto impegnato, dietro compenso,
ad esser più che prono alla volontà del principe di turno. Di loro così scriveva
Antono Gramsci "Il mandarinato è una istituzione
burocratico-militare cinese, che, su per giù, corrisponde alle prefetture
italiane. I mandarini appartengono tutti a una casta particolare, sono
indipendenti da ogni controllo popolare, e sono persuasi che il buono e
misericordioso dio dei cinesi abbia creato apposta la Cina e il popolo cinese
perché fosse dominato dai mandarini". Insomma abbiamo capito, ma questa
introduzione non è fine a se stessa, ci introduce appunto al tema che è di
oggi che poi è anche quello cui abbiamo fatto cenno l’altro ieri, insomma la “Zanetta”.
Il giorno prossimo ventotto, giusto al secondo punto della lista, Canio ci
porta ad approvar le conclusione dell’OTC, un organismo di recente nominato,
composto nel numero di tre; esperti, si diceva, nelle materie sottoposte al
loro esame, indipendenti e neutrali, anche questo si diceva e stava scritto,
insomma dei tecnici perfetti, asettici e intoccabili che, con un verdetto,
avrebbero valutato la “ Zanetta”, detto se questa generava dei problemi o
andava bene o se anche, fosse stato meglio approfondire un altro poco e far,
quindi, la VAS: (valutazione ambientale strategica). Orbene questi tre si son
riuniti, una due volte e forse pure tre, avranno letto un po’ le loro carte,
hanno raccolto pareri da altri enti ed organismi preposti, hanno guardato ?? le
nostre osservazioni, si son poi chiusi in una stanza ed hanno redatto sto
verdetto. Le conclusioni son quelle che tutti noi ci aspettavamo: che la “ Zanetta
“ può andar bene, certo ha bisogno di qualche ritocchino, ma è presto fatto,
quanto alla VAS, non se ne parla perché le loro conclusioni, quelle di sto OTC,
son quelle che bastano e forse anche che avanzano. Ora va tutto e sempre bene, ma
la professione è praticare la scienza e la coscienza e c’è un punto di queste
conclusioni che non torna. Prendono un’autorevole parere, quello scritto dal
Ministero dei Beni culturali, quello che sulla questione ha sottoscritto che è
per far la VAS, gli cambian le parole, ne danno una lettura arbitraria e affievolita
e la propinano al prossimo Consiglio, così il Principe è servito ed il
Consiglio, invece, vien tradito.
giovedì 20 dicembre 2012
CITTA’ DI STRESA
(Provincia del Verbano – Cusio – Ossola)
Stresa, 19 dicembre 2012
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
IL SINDACO DISPONE di convocare il CONSIGLIO COMUNALE
Venerdì 28 Dicembre 2012, ore 21.00.= presso la Palazzina Liberty (ex-asilo) via De Amicis
ORDINE DEL GIORNO
1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.
2. VAS Variante strutturale 1° stralcio. Esame valutazione organo tecnico di procedura di VAS. Non sottoposizione.
3. Esame osservazioni presentate in merito al documento programmatico variante stralcio P.R.G.C. – Approvazione controdeduzioni.
4. Adozione progetto preliminare variante stralcio P.R.G.C.
5. Esame ed approvazione Regolamento del servizio di controllo interno ex-art. 147 D. Lgs. 267/2000 e s.m.i.
6. CSI Piemonte – Esame ed approvazione nuovo Statuto.
7. Società Stresa Servizi S.r.l. – Atto di ricognizione societaria ai sensi dell’ art. 14, comma 32 del D.L. 78/2010 convertito in L. 122/2010 e determinazioni conseguenti.
8. Approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l’ A.S.L. V.C.O. per l’ utilizzo di depositi di osservazione e degli obitori dei presidi ospedalieri di Domodossola, Verbania e Centro Ortopedico di Quadrante.
9. Gruppo Consiliare Lega Nord. Mozione urgente per la salvaguardia della Provincia del V.C.O. (prot. n. 16785 del 30.11.2012).
10. Gruppo Consiliare Insieme. Mozione sulla stazione navigazione del Capoluogo (prot. n. 17183 del 10.12.2012).
11. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: trasparenza e legalità nell’ agire della pubblica amministrazione comunale (prot. n. 16839 dell’ 1.12.2012).
12. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: realizzazione porto turistico. Aggiornamento sullo stato delle procedure di affidamento lavori (prot. n. 16840 dell’ 1.12.2012).
13. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: applicazione articolo 44 comma 5) del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale (prot. n. 17133 del 06.12.2012).
14. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: concessione di esercizio di beni pubblici, esito (prot. n. 17655 del 17.12.2012).
IL SINDACO
mercoledì 19 dicembre 2012
VENTOTTO DI FUOCO
Quindi l’appuntamento sarà il ventotto, un giorno in mezzo a tante feste
che, per volontà assoluta di questo tale Canio, rovinerà tutte ste feste. Una
prova muscolare, una sfida messa in campo, l’arroganza che governa; la ragione,
la passione, anche soltanto un po’ il buon senso sono persi e lasciati abbandonati.
E’ il regalo di Natale che il gran capo vuol lasciare sotto l’albero addobbato,
ma è un regalo troppo amaro e che noi lo rifiutiamo. Qualche atto abbiamo letto;
è una sfilza di rifiuti, di rigetti, una sfida alla ragione e un ossequio, a
tutto campo, alle richieste messe in atto da Zanetta ed i suoi soci. Governare
è un’altra cosa, questo è solo un obbedire, governare è cercare un interesse
condiviso, è capire dove stanno i giacimenti di quei beni che son quelli comuni;
riscoprirli, preservarli e rilanciarli. C’è di mezzo un’altra cosa; l’ambizione,
senza freni, di un ragazzo messo lì per governare, l’ambizione lo fa sordo, non
ascolta; lo fa cieco, giù la testa, avanti tutta; muto no, per carità, strilla
sempre, è inopportuno. Tristi feste sono queste, luci spente quelle sera del
ventotto, la città va al suo suicidio per volontà del suo governo; li vedremo alzar
le mani e abbassar gli occhi per votare dietro un comando, senza manco avere letto,
li vedremo silenziosi come sempre, più di sempre, delegata ogni incombenza a
quel tale messo lì, quello “di tutti” che, alla fine, è solo d’uno. Qualche
cosa poi va detta sulla corte di gran tecnici, mandarini e grandi esperti che,
riuniti intorno al tavolo di una stanza d’obitorio, han redatto quel referto cui
risulta il malato, ormai già morto, esser vivo ed in gran forma. Il referto ve
lo scampo, son parole messe lì per fare fumo e dire nulla, un ossequio programmato
dato al Principe di turno. Che tristezza !
martedì 18 dicembre 2012
LA VOLATA
Si lancia alla fine che l’anno si avvicina, prende coraggio, spera
opposizione sia lontana ed oggi deposita le tre proposte che vi avevamo un po’
annunciato. Comunque non abbiamo indovinato, o meglio solo in parte, le tre
proposte son tutte della variante per Zanetta. Vuol quindi quasi chiuder la
partita, mostrare che va forte, che non teme, che al traguardo lui ci arriva.
Dobbiamo dire che al momento di scrivere ste righe, conosciamo solo gli argomenti,
quanto ai testi predisposti, oggi o domani li vediamo. Comunque gli argomenti
son quelli che la serata di venerdì ventotto annunciano bollente ed anche
effervescente; Canio li ha messi tutti insieme in discussione, se gli va bene
quella sera ne conclude neanche la metà; vuol chiudere la verifica di VAS dello
Zanetta, poi vuol contro dedurre le osservazioni prodotte al documento
programmatico del sempre solito Zanetta, fatti giusti i conti son forse almen 15 gli
argomenti messi in fila, uno per uno vanno presentati, discussi e poi votati,
fate un po’ voi quanto tempo si consuma e poi ci mette, in conclusione, un
altro passo per Zanetta: l‘adozione del progetto di variante. Insomma gli
prepara una gran festa per l’imminente e appena successivo fine anno, va
grandioso questa volta, ci mette anche i panettoni e lo spumante, vuol brindare
a questo primo suo semi/traguardo che gli par così vicino da toccar giusto col dito.
Sembrava l’anno si chiudesse con disgrazie ripetute e, invece, tira fuori dal
cilindro la sorpresa per prender opposizione in contropiede e fare lui la botta
a fine anno. Avrà così pensato Canio, lo stratega, avrà pensato di riuscire a
risolver la partita a tavolino senza neanche passare per il campo, tirare
insomma a porta vuota e segnare la vittoria. Che lo creda, che lo pensi, poco importa,
quanto a riuscirci lo vedremo e lo avvertiamo che sarà molto, molto dura.
lunedì 17 dicembre 2012
IL MANTRA
Interrogato dalla "Stampa", Canio si sbilancia, non dice, come fanno
in queste circostanze gli accusati più prudenti:” son sereno……”, dice subito
che no, la minoranza “cavilla sulle carte……, poi valuteremo e se sarà anche il
caso li additeremo per calunnia”. Quindi Lui è sicuro, la fede pubblica è
intoccata, non c’è manco da parlarne, son solo gli altri che metton a
repentaglio il suo onore e la virtù. Insomma, qualunque cosa accade, qualunque
sia l’accusa, Canio è come un mantra che ripete le parole in sua difesa. Che
poi sia vero ciò che dice, le carte a firma sua son lì giusto a smentirlo, che
poi stia in piedi, sotto il profilo logico/formale, quel che dice circa le
osservazioni al piano ricevute, chiunque lo capisce che nessuno può sapere se
mai qualcuna, invece, non sia giunta. Comunque questo è il nostro Canio, uso a
proceder a testa bassa e china, uso a ragionar le cose sin solo giusto alla
metà, uso a non ascoltar nessuno, fors’anche uso a non leggere mai ciò che lui
firma. I risultati poi sono evidenti, chi se lo aspetta al varco, all’occasione
gli tira un’ imboscata e lo cattura. Ora lui strilla e strillerà anche e ancor
più già di quanto prima, ma il fiato andrà tutto sprecato. Lo ricordiamo ancora, non è
passato molto tempo, quando in consiglio giurava esser assai molto dispiaciuto
a dire che ci indicava al magistrato per calunnia e che ci querelava per lesa
sua maestà; chi lo credeva ? Ora che, invece, le parti un poco anche si invertono,
eccolo che il suo mantra ripete le solite parole a sua difesa e come
spesso accade, spera con queste di risolver la questione davanti agli occhi del
suo popolo elettore. Sarebbe troppo facile risolvere così questa faccenda,
occorre invece approfondire, bisogna che ti calmi un pochettino, ti metti a
tavolino e come se facessi un compitino, rileggi tutte le carte; poi quando ti
accorgi in quanti “errori“ clamorosi sei caduto, bisogna che tu faccia il
pentimento: prendere le carte e iniziare un’altra volta quel percorso che, con tanta
leggerezza e un poco troppa di baldanza, hai creduto di chiudere un po’ in
fretta.
domenica 16 dicembre 2012
LA PRESSE
Comune di Stresa
GRUPPO CONSILIARE INSIEME
IL CAPO GRUPPO
L’azione di contrasto
alle varianti urbanistiche avviate dal Governo Di Milia e che da tempo vede fronteggiarsi maggioranza
ed opposizione, inizia un nuovo capitolo. Con un esposto presentato il giorno 12 dicembre presso
la Procura della Repubblica di Verbania, il Gruppo Insieme, a firma di due dei
suoi componenti, Vecchi e Vallenzasca, chiede che venga avviata un’ indagine
per accertare se, nel corso della procedura amministrativa riferita alla variante urbanistica denominata PAI, il Sindaco abbia commesso illeciti di natura
penale e più in particolare se abbia potuto commettere reati che attengono la
violazione della fede pubblica. L’esposto è circostanziato e corredato da prove
documentali che, a giudizio dei firmatari, sono state ampiamente sufficienti ad
obbligare i medesi a far ricorso alla magistratura penale.
In particolare si
osserva che il Sindaco, con più azioni, sarebbe incorso in atti a rilevanza
penale, attestando il falso in relazione alla procedura di pubblicazione e di
deposito, a disposizione del pubblico, degli atti della variante. L’ azione del
Sindaco avrebbe, inoltre, indotto in errore, da un lato, l’operato della
Conferenza di Pianificazione che ha assunto decisioni sulla base di errate
informazioni da questi fornite e, dall’altro anche l’operato del Consiglio, più
volte, sviato nelle sue decisioni dalle proposte del Sindaco viziate da non
veritiere affermazioni. A giudizio dei firmatari si pone ora la necessità di un
riesame di tutta la procedura svolta nel corso della variante urbanistica PAI,
mentre la Conferenza di Pianificazione già indetta per il giorno 28 di questo
mese dovrà prendere, necessariamente ed obbligatoriamente atto del quadro entro
il quadro ha operato e che l’esposto ha ampiamente, ora, chiarito.
Il Capo GruppoDott. G.B. VECCHI
sabato 15 dicembre 2012
FINE ANNO
Baciato dai successi ripetuti, tenta un suo affondo a fine anno e fissa il
gran consiglio tra Natale e capodanno. Forse pensa che qualcuno non si trova perché
in giro per il mondo, non è detto e vedremo poi all’appello chi è presente e
chi sta assente. Era il dieci di dicembre, poi ci han detto che era il venti
ora giunge la notizia del ventotto, anche questo lo vedremo, quanto al resto,
al contenuto, anche questo solo in parte è conosciuto. Quel che ad oggi lo sappiamo
lo scriviamo, sempre al resto rimandiamo a lunedì. Minoranza, lo sapete, giusto
ad ora, ha lasciato su tavolo di Canio tre interpelli e una mozione, se la
lista poi si allunga anche solo giusto un poco, se è il 28, forse si. Quanto a
Canio, ripetiamo non sappiamo tutto quanto, quel che è certo, o sembra certo, è
che torna ancora dentro l’aula la creatura prediletta, quella Stresa dei
Servizi; glielo chiede ancor la legge, Lui propone, è naturale, la conferma,
noi vedremo. Poi ci porta la proposta, anche qui glielo chiede sempre legge,
del controllo detto “interno”, e visti i temi imbarazzanti giusto messi in
interpello, l’argomento par propizio per l’esame e discussione. Poi ci mette una
sorpresa? Non sappiamo se è così, ma sappiamo che son tre, tutte quante in
materia a Lui geniale: l’urbanistica locale. La giornata, se il 28 è
confermato, è per Lui già impegnativa, ha fissato Conferenza per la PAI, dove
rischia una sorpresa che se arriva gli rovina la giornata e la serata. Detto questo,
gli argomenti in assemblea non attengono la PAI, questo pare che sia certo, più
probabile sia all’esame la questione urbanistica della scuola, l’alberghiera, e
del campo di pallone. Se per terzo d’argomento poi ci mette lo Zanetta, noi ci
siamo e lo vedremo.
giovedì 13 dicembre 2012
SUCCESSI
Era solo di ieri la notizia sul nostro Canio che si invita la Procura ad
indagare ed ecco che, non sono passate di ore 24, la “notizia” o meglio l'indiscrezione
che ci giunge è che l’impresa che aspettava di fare i lavori per il porto, si è
stufata. Si prende i soldi del progetto, che non son pochi, fa le valige e
torna a casa. Si chiude così l’ennesimo capitolo di questa ormai vicenda sempriterna,
passata attraverso una gara contrastata in mille modi davanti ai giudici degli
atti, poi la proclamazione del primo vincitore, ancora poi si apre la storia
del solito progetto con i buchi, la storia poi va avanti con la redazione di un
progetto un po’ troppo, forse, diverso, ed ecco, infatti, il nuovo prezzo lievitato,
poi l’attesa del consenso ad usare tutti i soldi, l’attesa si prolunga e forse
si fa vana, arriva ora sta notizia/indiscrezione; la storia finisce per davvero
o ricomincia un’altra volta, chi lo sa ? Starà a quel tal Canio, nel prossimo
Consiglio, rispondere al quesito già lasciatogli sul tavolo e darci così la
verità ufficiale della storia. Siam comunque messi molto male, ovunque tocca fa
disastri, non si scappa, se almen ne infila una gli diamo una medaglia.
Comunque stiamo calmi che forse la notizia non è delle peggiori; certo c’è la
questione di sto patto e non è poco, ma per il resto la soluzione che ora si
profila sarebbe quella che mesi fa gli consigliammo e che, come è sempre un po’
il suo solito, non volle neppure stare ad ascoltare. Ora se, invece, vuole proseguire
dovrebbe esser costretto a perseguirla; comunque non sappiamo che cosa abbia in
testa sto Sindaco che, nella ormai lunga contesa tra lui ragazzo e un anziano
veterano, chi dei due rischia di finire rottamato semmai è il più giovane tra i
due; segno dei tempi che bruciano le tappe e non lasciano più il tempo per fare
neppure un vincitore.
mercoledì 12 dicembre 2012
I FALSI PASSI
Il titolo di oggi non è proprio messo giusto per un caso; leggetelo per
bene perché contiene una risposta alla notizia circa il botto. Comunque qui si può
anche ormai dire che la miccia, proprio oggi, è stata accesa, ora c’è un tempo perché
bruci e poi se scoppia, scoppia il botto. Dunque quel tal Canio, l’Alcalde insomma, quello
che con grande ed infinito dispiacere si divertiva a sottoporci “ad indagini
del caso”, d’ora in avanti diventa lui anche un possibile indagato. Che poi finisca tutto
in un archivio o in un rinvio per un giudizio, questo, presto o tardi, lo
vedremo; per ora quel che è certo è che la confezione del pacco per le feste è
stata curata con tutta l’attenzione che l’illustre personaggio cui è rivolta
pur richiede. Non ci sono particolari che sono andati trascurati; ci sembra,
per ora, averci messo tutto il necessario, le citazioni sono giuste, i
documenti sono pertinenti, né più né men di quel che occorre per aprire il caso
senza fare troppe confusioni. Insomma, niente ci sembra che sia andato troppo
un po’ forzato, giusto si è messo l’essenziale, così la cosa appare chiara,
circoscritta e definita. Capiamo certo l’interesse a saper qualcosa in più, scusateci
però, c’è pur anche un interesse a tener le cose un po’ coperte per non
favorire in tutto il possibile indagato. Vi diciamo quel che basta: la pista sta nel
titolo di oggi, la fiducia che starebbe lesionata è quella pubblica, la pena va
da uno ad anni sei di reclusione, la procedura che sarebbe stata poi macchiata è
quella della variante detta PAI, il fatto è stato, più volte, ripetuto, un po’
ostinato insomma il nostro Canio, più glielo dici e più sembra ci caschi.
Insomma poi, per farla breve, è stato molto, molto incauto; il ragazzino e il
veterano ci vien quasi da dire. Che poi ci sia cascato visto che tratta di
leggi e di diritto, gli manca anche la scusante. Comunque adesso è tardi, ma l’avvertimento
è pure dato un’altra volta; Canio si segni sull’agenda il giorno 28 del mese
che sta in corso, la conferenza che in quella data è già fissata per chiudere
la variante detta PAI ora è tutta una salita e…… un ultimo consiglio: la chiuda
e torni punto a capo.
martedì 11 dicembre 2012
ANTIDEGRADO
Ci riproviamo un’altra volta ed ecco presentata, giusto ieri, una mozione
fresca. fresca che ha per tema quella stazione della navigazione laghi,
capoluogo. Se la si guarda bene sembra un relitto industriale: l’acqua piove giù
dal tetto i pubblici servizi fanno schifo, la pensilina è una lamiera arrugginita utilizzata per il deposito di
tutto, il pubblico esercizio è stato un fallimento ed ora sta già chiuso, l’area
che sta intorno è uno sconnesso lastricato. Sarebbe forse la più bella, a furia
di lasciarla in abbandono è una vergogna agli occhi della massa, e sono circa
600 mila, che ogni anno la attraversa. Allora, abbiamo detto, ci riproviamo un’altra
volta. La questione del suo passaggio in proprietà al Palazzo sta in piedi da oramai,
quasi, diec anni; è stato versato anche un bel pacco di quattrini, ma sino ad
oggi nessuno dice niente, tutto tace ed il degrado, un po’ per volta, se la mangia. Va be, dice qualcuno , che c’è tanto di strano, ormai è la norma nella
Perla. Basta, comunque, dice allora la mozione, la proprietà non è ormai più un problema
perché comunque la gestione del demanio è comunale, si chiuda la vicenda,
Regione restituisca tutti sti quattrini, la somma gira a più di 200 mila euro, si
faccia un bel progetto che ridia lustro e decoro a un bene abbandonato, navigazione
laghi, che non paga, come tutti i cristiani paghi il dovuto per gli uffici, quanto
al pubblico esercizio lo si metta in concessione con un offerta che preveda un
qualche investimento ed insomma, un po’ di soldi son quelli del Palazzo, un’ altro
po’ son quelli dell’offerta per il bar, navigazione laghi sani un po’ anche del
debito che ha fatto, la cosa sembra fatta. Vediamo allora come Canio ordinerà
il voto la prossima riunione di Palazzo; se, come è suo solito, tanto per
contrasto, dirà no o se, invece, almeno questa volta sarà un si.
lunedì 10 dicembre 2012
LA STRENNA
Ormai ci siamo; Canio, tante volte anche avvertito, è andato invece sempre
dritto, non ha cambiato mai la strada, è andato quindi proprio in cerca e pur bisogna
dire che a trovarle è stato bravo. Ormai è cosa fatta, quel che ha combinato, ha
combinato, tornare indietro non può di certo più, le carte sono lì, scritte e
sottoscritte, pure le prove stanno lì, una sull’altra, cancellarle non si può,
sono indelebili, non vanno proprio via, manco a provarci. Quindi si è fatto un
lavoretto per benino, una lettura attenta delle carte messe in fila una dopo l’altra,
una raccolta e collezione dei passi falsi combinati, la consulenza un paio di legali ed ecco che ne è uscito un
riassuntino di una cartella e mezza, mica tanto, certo con tanto di allegati a
suo sostegno, poi ci metti un paio di firme, la data, l’indirizzo e inviti chi è di turno a darci un’occhiatina.
Certo che non vi ho detto ancora tutto, o meglio non vi ho detto ancora proprio
niente, ma qualcosa si capisce; si capisce che mica stiamo fermi perché ci son di
mezzo anche le feste, anzi, da quanto è stato già annunciato, che di un botto
si trattava, le feste sono adatte, non ci sono le contro indicazioni, così come
neanche ci sono le ferie giudiziarie, quindi si va avanti e si vedrà che cosa
mai poi capiterà. Certo che dobbiamo stare più che attenti, siam quelli "sottoposti
ad indagini del caso" per atto accusatorio che Canio ci ha promosso. Tranquilli,
stiamo attenti, il rischio non è nostro questa volta, l’indice è puntato in altra
direzione che tutti hanno, a questo punto, già capito. C’è poi una cosa che
occorre rimarcare, che se qualcuno pensa che la si faccia per vendetta o
ritorsione, questo pensiero se lo scordi. Canio, per vero, ha agito a
discrezione, con furia e rabbia, come è un po’ anche sua abitudine, ma poi ci
viene a dire che lo ha fatto con un grande
dispiacere, bastava manco lo facesse e ne avrebbe avuto solo un gran piacere. Noi
agiamo per dovere, qualcuno magari non ci crede, ma questa è la ragione che ci
muove perché se un contrasto deve andare
sino in fondo, si usano le armi consentite, necessarie e disponibili. Punto a capo, vi ho già
detto tutto o meglio quasi niente, allora un’altra volta ne parliamo.
Iscriviti a:
Post (Atom)