Riprendiamo allora l’esame del testo di
Pafundi, è interessante perché ci fa capire che per poter far felice Canio e la
sua corte è stato costretto a fare acrobazie e, più di una volta, è incorso in
scivoloni che lo hanno portato a dire cose alquanto strane. A pagina dieci ci
sorprende, al 7.2 della sua nota afferma
e dice che la volumetria in astratto realizzabile, secondo lo strumento già
vigente, sui quei 1.930 mq. potrebbe pure prendere il volo e trasferirsi sulle
porzioni libere da vincolo del 1924. Nostro Avvocato benedetto, vogliamo o no
capire che se vige su quell’area, come anche Lei teme, il noto articol
26 della NTA del PPR, quell’area è a indice giusto messo a zero e da lì non
prende il volo proprio niente. L’ultimo comma poi di pari pagina ci lascia
stupefatti, per carità non lo citiamo, o c’è un errore grave in battitura e allora lo corregga o chi l’ha
scritta è Canio di persona. Girata poi la pagina, al punto 7.3 , ritorna e insiste poi con la storia del sorvolo di quella cubatura che non c’è e, quindi, va alla
conclusione sul primo punto in discussione. A Lui non par essere
viziato l’atto consiliare messo sotto accusa da quelli del Gruppo Insieme. C’è
poi l’altra questione, quella per cui lo stralcio violerebbe il vincolo
indiretto, quello che misero nel 2010 sull’intera area della “ Zanetta”. Qui la
questione verte sul fatto, da noi ben contestato, che le prescrizioni dettate
dal Decreto sono trascritte si dentro lo stralcio, ma senza toccare con la coerenza
che è richiesta indici e parametri, anzi
operando giusto in senso opposto col risultato che salgono i piani, aumentano i
volumi, si stringe fortemente l’area
parco e si allarga ampiamente quella col cemento. Pafundi si limita a
copiare quello che dice e scrive la Papotti e questo basta e avanza, forse, a
dubitarvi. Vi copieremo in calce di questo nostro post che cosa noi diciamo,
giusto a proposito, nel corpo della
proposta che cassa “ La Zanetta” e giudicate allora voi dove sta di casa la
ragione. Tocca poi Pafundi il terzo punto in discussione, quello che contesta
la legittimità della via privilegiata per la SIAV dello Zanetta. Come
ricorderete noi siamo quelli che hanno scoperto e poi prodotto anche la prova
che il finanziamento pubblico, concesso sempre alla SIAV dello Zanetta, non
c’entra niente con lo stralcio perché è per un progetto conforme a norme e
piano dell’anno 2000 e ancora solo sei, quindi non aveva bisogno che venisse gonfiato
l’albergo con lo stralcio. Che dice allor Pafundi ? Lui copia, incolla e fa
proprie le motivazioni usate da Canio in
sede di avvio di questo stralcio, così dimostrerebbe che esse c’erano ed eran congrue.
Dimentica il Legale, qui si sorvola, che una valanga di contestazioni da noi
venne lì mossa, con quell’accusa mai rimossa, di fare Canio gli interessi di
uno soltanto e di violar, con questo abuso, la parità di condizioni di tutti
quelli che tiene invece chiusi in un armadio. Questo per ricordar sempre a
Pafundi che non è vero, come dice a pagina 16 di dieci e sette, che noi non abbiam prospettato questi rilievi, ce
n’è un archivio intero tenuto negli atti del Palazzo. Così verso la fine ci par
che non ne infili più una che sia giusta. Allora, come scordato di quanto
abbiamo detto e ripetuto, scrive che i soldi
pubblici concessi alla SIAV dello Zanetta, sono una giusta ragione per lo
stralcio. Poi il semifinale: il punto 13
dell' ormai lungo parere, qui ne infila una mai vista prima d’ora e dice che lo
stralcio non viene fatto per assegnar nuovi volumi, ma per recepir il contenuto
di robe precedenti e cita, proprio i 3.500 cubi, quelli dell’asta, quelli invece da tempo ormai assegnati. C’è da pensar
che, sul finale, una gran fretta abbia avuto il sopravvento e tirato degli scherzi, ma non poco. Poi, infatti,
arriva il gran finale con la sentenza che noi
condanna e “la Zanetta “, invece, libera e l'assolve.
Ora, come preannunciato, incolliamo brani della proposta che abbiamo portato in Consiglio per dimostrare la assoluta incoerenza con la quale lo stralcio procede in tema di tutela del vincolo indiretto e assegnazione di indici e parametri edilizi . Anche un cieco può vederlo, eppure .......... Chi poi vuole approfondire e confrontare, non ha che da aprire il post del 26/4 dal titolo "Il Pasticciaccio", dove troverà il decreto di tutela indiretta cui la variante dovrebbe conformarsi. Stiamo freschi, eppure Papotti prima e Pafundi poi non sembrano essere colti dal dubbio o dal rimorso.
Che pur dovrà trovare
una qualche espressa giustificazione il conferimento di diritti edificatori per un edificio che
potrà raggiungere il rapporto di scala 20/1
rispetto a ciascun singolo
edificio tutelato, a fronte della disposizione precettiva del Decreto che impone, invece,
il rispetto della scala edilizia degli edifici tutelati?
Che pur dovrà trovare una qualche espressa
giustificazione il conferimento di diritti edificatori
per un edificio con uno sviluppo verticale che potrà raggiungere l’altezza di
mt. 25, pari al numero di otto piani fuori
terra, laddove gli edifici tutelati raggiungono al massimo i tre piani di altezza ?
Che pur dovrà trovare una qualche espressa
giustificazione il conferimento di una superficie coperta che ipotizza una copertura edificabile sino al 45% della
superficie territoriale del lotto intero e cioè
pari a totali mq. 5.557 e che per i restanti liberi ne pretende la permeabilità
soltanto di un residuo 30% del
totale, laddove la norma di tutela richiede, sia la ricostruzione dell’impianto dei giardini già presenti in
area, sia la garanzia del mantenimento di un’adeguata
cornice verde attorno agli edifici vincolati, ma anche di creazione di ugual cornice attorno ad eventuali nuovi
costruzioni ?
Che pur dovrà trovare una qualche espressa
giustificazione la possibilità che la variante prefigura
di realizzare, in un unico blocco edilizio di circa mc. 40.000, una quinta che
chiude ogni visuale prospettica
dalla direzione delle ville tutelate verso il versante collinare, sovrastandole con la previsione di una mole
edilizia assolutamente ridondante in
relazione ad ogni parametro si
voglia considerare congruo con i precetti del Decreto di vincolo ?
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