Fallisce l'esperimento di governo per atti giudiziari tentato
dal legale Canio e dalla sua corte di fedeli legulei. Fallisce non una, ma più volte in ripetizione ravvicinata. Era
fallito, una prima volta, com' è noto, nel tentativo di imporre una servitù forzosa
su terreni della Società Aghe, in vetta
al Mottarone, cassando il Tar quel tentativo; poi, anche se la cosa è meno nota,
era fallito nel tentativo di far pagare oneri di urbanizzazione alla società Zacchera,
proprietaria dell'albergo Bristol, oneri richiesti per un edificio che non era
stato costruito; anche in questa occasione il Tar aveva detto no. Sulla vicenda
poi dei terreni Borromeo, sempre in vetta al Mottarone, il Tar non si è ancora
espresso, ma Canio riusciva a perdere ancor prima di conoscere la sentenza. Ora
arriva la tegola del caso Ermini che mette a grave rischio la credibilità del suo
intero governo, mai come prima forte di esponenti
appartenenti al foro di Verbania, Canio in testa e Falciola in coda, sostenuti
nelle loro brillanti azioni dai pareri onerosi e dal patrocinio, pure oneroso,
prestato, pressoché in esclusiva, dal noto
Pafundi, del foro di Torino. Uno tsunami capace di indebolire la forte tempra
del condottiero che guida da quasi due ininterrotti lustri il suo fedele gruppo
di governo. Fallisce dunque laddove, almeno professionalmente, avrebbe dovuto
risultare vincente, figuriamoci quindi in altri campi. Al confronto di tali
qualificati esponenti, la stella del Vice delegato, notoriamente non dotato di particolari
titoli accademici, rischia, immeritatamente, di brillare oltre ogni
giustificabile misura. Se poi si aggiungono le personali dissociazioni, tardive
senza dubbio, tenute da questi sull'ultimo caso che ha investito il Palazzo, il
rischio concreto è quello di incoronare un erede che a dispetto dell'età, un
po' come l'erede al trono di Inghilterra, non ha ancora raggiunto la necessaria
maturità. Insomma si rischia una crisi dinastica, dove il sovrano regnante si
vede obbligato ad abdicare di fatto, ma dove il delfino non è pronto a prendere
il suo posto. Un bel dilemma dunque in cui il governo giudiziario sembra
essersi infilato, mentre il bello, cioè la sentenza Zanetta deve ancora arrivare,
ma non tarderà, almeno, si cercherà di non farla ritardare. Rimane il divertimento
assoluto in cui Canio era parso allettarsi; fare querele a raffica contro gli esponenti
da lui non nominati nel Consiglio cittadino. Anche qui non si tarderà a vedere
se le sue mosse sono state furbe o per nulla, come, sinceramente, auguriamo, necessariamente
a noi, sue vittime designate.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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