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venerdì 3 gennaio 2014

L'ASSEDIO


Si torna all'assalto del portone; non convince l'archiviazione disposta, in tutta fretta, dal Palazzo che udite le ragioni del padrone, ha subito chiuso la cartella e detto; scusate tanto, è tutto ok. Non convince perché quelle ragioni spiegate dal padrone, non solo confermano che quella prova prodotta nel Consiglio la sera del sei due 2013 era reale e veritiera, ma ammettono e confermano che, alla data di scadenza del titolo edilizio, non erano state fatte né opere visibili, né tanto meno invisibili e dunque quel titolo era caduto o meglio era scaduto,tanto che ha dirla secondo la lingua della Chiesa era: "tamquam non esset". Non è bastato però produrre in aula la prova fotografica; non è bastato neppure che fosse poi lo stesso autore del portone a raccontare che no, che a quella data benedetta non c'era traccia nel terreno, né sopra né tanto meno sotto, di un qualche lavoro già iniziato; non è bastato perché il Palazzo credesse all'evidenza e quindi, con una formula di rito, ha chiuso il caso e buona notte. Ancor meno, diremmo sempre meno, neppure ci convince la Papotti, quella famosa Sorprendente che già citammo tante volte nel corso della storia dello stralcio. Tirata in ballo anche nella vicenda del portone, volle far credere a noi, che siam dei fessi, che rilasciò la variante, sta volta del portone, perché s'era adeguato quel progetto a precedenti prescrizioni. Sono balle; i telamoni nel primo atto autorizzato furono vietati e invece comparvero ancora nella variante, successiva, firmata: "La Papotti". Poi ci raccontò, nella sua nota, sempre sta Papotti, che ad altri e non a lei spettava verificare se mai il progetto del portone fosse conforme ad altre norme imperative. Ancor oggi stiamo aspettando chi mai saranno questi altri e se hanno mai dato un qualche lor responso intorno a sto problema. Dunque come vedete la legge parrebbe diseguale se tocchi il padrone di un portone e più ci porti prove e confessioni e più le autorità preposte non credono né alle  prove e né alle confessioni. Un bel dilemma dunque; una gran prova di correttezza, trasparenza, indipendenza, imparzialità e buona condotta ci offre oggi il Palazzo tanto da doverci indurre ad altri passi che poi, domani o dopo, leggerete in prima diretta su questo stesso blog che non perdona.         

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