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venerdì 31 ottobre 2014

ALL'ULTIMO MINUTO




 PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DELLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA E DELLA REALIZZAZIONE DI TUTTI I LAVORI E FORNITURE NECESSARI PER LA REVISIONE GENERALE 40° ANNO DELLA FUNIVIA STRESA - ALPINO - MOTTARONE, NONCHE' DELLA GESTIONE DEI BENI MESSI A DISPOSIZIONE DAL COMUNE DI STRESA, AI SENSI DEGLI ARTT. 143 E SS. D.LGS. 163/06 E S.M.I. - CUP F67J11001640002 – CIG 5925589EB8 (gara 58-2014)

Valore della concessione: € 17.703.543,87, computato tenendo conto dei ricavi ipotizzabili in relazione alla futura gestione, nonché dei contributi corrisposti al concessionario. Tale valore è stato calcolato ai soli fini di fornire adeguata pubblicità in ambito sovranazionale.
Importo dei lavori: € 3.325.149,00, oltre IVA

Importo soggetto a ribasso:
"Prezzo" ex art. 143, comma 4, D. Lgs. 163/06 e s.m.i.: € 1.570.000,00

Acquisizione documenti progettuali:

La documentazione di gara è costituita da:
- Bando di gara;
- Disciplinare di gara e relativi allegati;
- Schema di contratto tra SCR Piemonte e Concessionario;
- Schema di contratto tra Comune di Stresa e Concessionario;
- Progetto definitivo;
- Capitolato d’Oneri e relativi allegati;
- Discipilnare di gestione;
- Piano Economico Finanziario.

Tutta la documentazione pubblicata sulla presente pagina è liberamente visionabile, previo appuntamento telefonico al numero 011/65.48.342 presso la Società S.C.R. - Piemonte S.p.A., Area Tecnica, Torino, Corso Marconi, 10, piano terzo, nel seguente orario 9:30 – 12:00 e 14:30 – 16:00.  

Termine per il ricevimento delle offerte:

ore 12:00 del 19/12/2014


giovedì 30 ottobre 2014

GRAN FINALE




L'ultimo miglio non sembra, per ora, un gran finale. Scusate se insistiamo, ma chi più chi meno, l'ultimo tratto del percorso lo copre, se non proprio in gran volata, di solito almen un po' di corsa così che, magari, ci scappi di tagliar per primo la linea del traguardo. Non sembra, dicevamo, che invece sto governo abbia una gran fretta. Oggi, lo ricorda anche la Stampa, è stato l'ultimo giorno, enne volte prorogato, dell'impianto che unisce la costa con la vetta. Son anni che ne avevano parlato; son anni che Canio era tranquillo dicendo fosse certo l'impianto regionale. Alla fine non era vero niente; sarebbe stato assai opportuno che questo Palazzo rompesse un po' i suoi indugi e uscisse lui col bando a tempo e ora. Invece oggi si chiude e a parte probabili o improbabili altre proroghe, invece di sapere se e già c'è un nuovo gestore, ancor sto bando è in ballo e chissà se e poi quando. Comunque si fanno soltanto pochi passi e lì si trova la vasca per il bagno. Opera unica, posta a cavallo dei mandati, sta lì con dentro l'acqua che attende, sin'ora ancora invano, che le promesse, o meglio gli impegni sottoscritti per tanti, magari forse troppi, investimenti siano pure onorati. L'altro anno, pazienza, ormai era già andato, ma in questo che pure ormai è anche quasi lui passato, neppure in questo è parso di vederli, fors'anche in parte, realizzati. Lo ricordiamo che l'altranno ebbero a ridurre il canone da 26.400 euro a soli 5.280, dicendo che per cause non imputabili a qualcuno non venne aperto la sala di ristoro. Ora vedremo presto cosa quest'anno avranno  ancor da dire per giustificar lo stato, peraltro indecoroso, in cui sempre si trova la sala che doveva ed era quella di ristoro. Peraltro se facciamo poi solo due altri passi, ci tocca forse imbatterci nell'eterno cantier di Villa detta Aminta. La storia è sempre quella, i soldi se li tiene e i tempi, alla faccia, li rispetta. Comunque, l'obbligato, intorno al marzo scorso ha dato segno di esser vivo, chiedendo che la Giunta gli concedesse, una qualche dilazione dei termini intermedi dell'accordo. Voi tutti penserete che subito la Giunta gli ha concessi e invece, vi sbagliate perché sta volta la Giunta, prontamente, ha detto ohibò non lo si può. Peccato che i tempi, ugualmente, son decorsi e che nessuno ha fatto niente perché l'obbligato provvedesse, così che è come dire sì fai pur quello che vuoi. Se poi cambiamo fronte ci tocca ritrovar quelle macerie vergognose in cui la storia del porto è sprofondata e qui c'è un rumor di fondo che piace poco, ma presto lo diremo. Rimane l'alberghiera dove, sembra, la gara a concorrente unico sia, ormai, almen lei chiusa, ma che sto progetto poi non piaccia affatto alla temibile Papotti e quindi..... Fate poi voi.



mercoledì 29 ottobre 2014

PRESUNTO INNOCENTE




 Giustizia, speriamo, sarà fatta; così s'introduceva il post dell'altro giorno, così s'introduce il post anche di oggi, ma tra l'uno e l'altro post ciò che cambia è l'indagato e, naturalmente, pure cambia il capo per cui si sta indagati. Comunque non è che ci vuol molto a capir di chi parliamo e poiché anche della vicenda che qui vi raccontiamo non manca molto a che il P.M. depositi le richieste dell'accusa dello Stato, a noi ci scappa un commentino che a voi vi proponiamo per benino.


Canio nella sua denuncia querela contro un serial killer difende il proprio operato amministrativo in relazione alla variante stralcio, la " Zanetta" da lui promossa e dalla componente di maggioranza del Consiglio comunale poi approvata definitivamente. A pagina 3 dell'atto di denunzia e querela, Di Milia afferma che la decisione di dar corso alla variante stralcio venne motivata da ragioni riconducibili al pubblico interesse. In particolare egli le riconduce a quattro ordini di ragioni: 

1) Lo sviluppo e la crescita dell'economia turistica locale.
 2) Il recupero di un'area degradata.
 3) L' aumento dell'occupazione locale .
 4) La concreta volontà manifestata dalla proprietà di utilizzare il contributo pubblico ottenuto.
 Eliminata subito la ragione numero quattro in quanto il contributo pubblico, (non europeo per verità, ma fondi nazionali) come ampiamente documentato, non si riferisce affatto al progetto edilizio conseguente la variante, ma a quello presentato nell'anno 2006 quando sull'area vigevano altre regole, rimangono da esaminare le altre tre ragioni. Quanto alla prima, è indubbio che qualsiasi iniziativa nel settore dell'investimento alberghiero può portare ad un aumento della capacità ricettiva e di conseguenza ad una crescita dell'economia locale.

Tale ragione, proprio perché troppo generica, non pare però essere capace di giustificare da sola il concreto e specifico interesse pubblico invocato per giustificare la scelta di assentire lo stralcio. Pecca di genericità e astrattezza.

Più fondata parrebbe, invece, la quarta ragione, quella che attribuisce alla variante il merito di consentire il recupero di un'area degradata, comprese le due ville storiche oggi vincolate. La terza ragione quella occupazionale, fa invece un po' il paio con la prima e, come quella, pecca dello stesso vizio di genericità. Ma se queste sono le ragioni di pubblico interesse invocate da Canio, egli compie uno stravolgimento dell'ordine di priorità e valenza delle ragioni pubbliche che avrebbero dovuto presidiare il ridisegno della pianificazione urbanistica di quell'area. Egli attribuisce un valore assoluto a dei fini che, invece, sono relativi e devono degradare in presenza di altri valori più preminenti. Ignora infatti, nelle sue motivazioni, l'esistenza del vincolo indiretto ex art. 45 del codice dei beni culturali posto su tutta l'area nel corso del 2010 e , in particolare, ne ignora i suoi obbligatori precetti, che infatti con lo stralcio stravolge. Ignora poi il vincolo paesaggistico posto nel 1924 su una porzione dell'area pari al suo oltre 20% e di più ne ignora la norma, in salvaguardia, di inedificabilità assoluta posta sulla medesima porzione d'area in data 04/09/2009 dalla Regione Piemonte con l'articolo 26 delle N.T.A. del P.P.R..

All'Alcade, anche in virtù della professione che svolge e non solo in virtù della carica che ricopre, non poteva e non può sfuggire che l'ordinamento attribuisce ai vincoli paesaggistici e culturali, una valenza di assoluta preminenza all'interno di una gerarchia di interessi pubblici tutelati. La giurisprudenza di ogni grado e qualsiasi giurisdizione, su tale punto è ferma e solo per citare un pronunciamento abbastanza recente: Consiglio di Stato, Sez. IV, n. 6069, del 18 dicembre 2013. Se dunque ciò che ci dice la giurisprudenza ha un fondamento, l'Alcade avrebbe dovuto attribuire a quei valori il massimo grado di attenzione nel disegno della variante stralcio, perseguendoli quale prioritaria finalità di pubblico interesse e semmai far discendere dal loro perseguimento e ottenimento, quelle ricadute economiche che rivendica quale risultato di pubblico interesse conseguente l'approvazione stralcio. In verità L'Alcade Canio ha operato contro i valori paesaggistici e monumentali, costituzionalmente protetti.Tutta l'azione di contrasto messa in atto dal gruppo consiliare Insieme, ha dimostrato, attraverso una mole di documenti senza eguali, che quei valori, non solo non sono stati tutelati con la variante, ma che si è operato contro di essi. Se ciò è vero ne consegue che, come ricordato dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 251 /2006, la mera compresenza di una finalità pubblicistica non basta ad escludere la sussistenza del dolo intenzionale nel reato di abuso, ma sarebbe necessario che il fine pubblico perseguito assurgesse a obiettivo principe della condotta dell'agente. Ma questo non è il caso perché sempre l' Alcade ha stravolto con la sua condotta la priorità dei fini pubblici da perseguirsi e l'ha fatto pur ampiamente edotto circa il quadro dei vincoli esistenti su quell'area e anche quando quello, sempre taciuto negli atti dal lui proposti, relativo alla norma di salvaguardia, è stato portato a conoscenza del Consiglio proprio per iniziativa anche del soggetto querelato. Ora se i fini pubblici enunciati nelle memorie prodotte dal presunto offeso non sono, per un verso, adeguati e sufficienti a dimostrare che sono stati assunti a obiettivo principe della variante e per altro verso neppure rilevano in quanto tali, ne consegue che gli interessi reali che la variante ha perseguito sono altri, cioè rimane il preminente vantaggio patrimoniale arrecato ad una proprietà che con lo stralcio, tenta così di bai passare i vincoli pubblici che sono stati posti sull'area, trasferendo su di essa una capacità edificatoria aggiuntiva di circa 10.000. Con un'ulteriore aggravante; senza più essere gravata da un onere di oltre un milione di euro, prezzo da essa liberamente offerto nell'ambito di una procedura di asta di cubature indetta dallo stesso comune nel corso del 2009, poi revocata per dichiarata impossibilità di attribuzione di dette cubature ( 10.000 mc.) per sopravvenuti vincoli, mentre successivamente riattribuiti con la variante stralcio, ma senza più quell'onere. Comunque e lo ribadiamo, vale in questo caso sino al giudicato definitivo la presunzione assoluta di non colpevolezza, insomma quella che vale anche per me, dedito come sapete a compiere diffamazioni seriali a danno del governo locale.          



 

 



 

martedì 28 ottobre 2014

LATIFONDO




Non sembrerebbe, nessuno lo direbbe, ma questo Palazzo nasconde un tesoretto da accertare. Si tratta di terreni disseminati un poco ovunque che compaiono al catasto e che se sommati tutti quanti e messi insieme ne viene fuori, quasi quasi, un latifondo. Son quasi infatti, mal contati, 4 milioni in metri quadri che detti in ettari ne fanno 397, 98. Son classificati, sempre dentro il catasto, in bosco ceduo, prato, pascolo, orto irriguo, incolto, frutteto e via così. Cos'è che sono adesso ? Un'altra cosa oppure ancor la stessa cosa, ma chi lo sa. Comunque sono tanti  e, quel che certo, stanno per lo più in stato di abbandono e quel che certo ancora è che nessuna indagine a riguardo è stata fatta e che il proprietario non è che poi ne sappia molto dei suoi beni e, men che meno, abbia mai pensato che fare di sti  fondi, o meglio dire latifondo. Undici pagine nel sito comunale occupano la lista dei fogli/mappali di cui si compone il patrimonio immobiliare dei terreni, ma una fotografia un poco più precisa mica c'é. Non c'è una mappa che li raggruppi, non c'è un'indagine sul loro stato e sul loro uso; c'è e questo è vero, l'indagine compiuta su dove stanno su di essi i diritti d'uso civico, ma quanto al resto occorrerebbe pur farci un pensiero. La roba, insomma è tanta, è come tirar un lato lungo quattro chilometri e poi anche un altro di "sol" quasi un chilometro per aver l'idea di quanto è grande. Quanto a riguardo poi delle dimensioni dei singoli mappali, c'è anche di queste un po' di tutto, per cui si va da pochi metri quadri a 498.761 metri quadrati che par che sia quello più grande. Quindi il passo successivo di chi dovrebbe improntar la propria azione a quella del buon padre di famiglia, sarebbe incominciar la conoscenza dei suoi fondi, o meglio ancor come già detto, latifondo.          

lunedì 27 ottobre 2014

ASSENZA IN AULA


Giustizia, speriamo, sarà fatta. Oggì venti e sette di sto mese c'è stata udienza in camera consiglio presso il GIP. L'oggetto, se ricordate ne parlammo, era l'opposizione che Canio ha fatto a che la richiesta dell'accusa dello Stato sia respinta, cioè che la querela, una di tante, che fece al povero Piervalle non venga affatto mandata subito in archivio, come vorrebbe la P. M., ma si proceda. Per vero Canio, nella sua lunga memoria presentata ha chiesto anche di più. L'ha chiesto, peraltro, con toni anche imperiosi, molto decisi, seppur sempre imprecisi, raffigurando l'autore di sto blog come un soggetto assai pericoloso, dedito a diffamare e calunniare come pochi. Insomma quasi un serial killer, che colpisce il capo assoluto della Perla nella sua reputazione pubblica, ma abbiamo appreso, anche privata. Non solo chiede quindi che si processi, ma che si proceda ancora ad altre indagini penali perché sia colpito da nuove accuse e imputazioni il serial killer, perché sia scoperta la vera identità che sta dietro la sua penna e che lo si azzeri, proprio così lo dice, lo si azzeri, nel suo diritto di parola. Questo, più o meno, stava un po' scritto dunque nella memoria d'opposizione che Canio ha presentato. Stante ste premesse, noi tutti stamattina stavano molto in ansia, attendendo che Canio, l'oratore, si esibisse dunque in aula, dando sfoggio all'eloquenza di cui lo scritto, ormai depositato, prometteva. Ci presentammo dunque, puntuali, accompagnati dalla difesa che era pronta a sostener l'attacco preannunciato. Quando però nell'aula fece il suo ingresso il GIP, la parte offesa, Canio, mica c'era. Passati quindi che furon pochi minuti, fatto l'appello invano degli assenti, si consumò il breve rito dell'udienza. Per l'indagato parlò la sua difesa, prese un appunto il GIP e con la riserva di decider poi nei venti giorni successivi, si chiuse lì. Finito che fu questo teatrino, ce ne andammo e, ormai lontani, vedemmo Canio arrivar di tutta fretta, ma ormai era troppo tardi, sarà la volta prossima, pazienza.                        
 

sabato 25 ottobre 2014

ALLO STATO DELL'ARTE



Oggi è il giorno 25 già di ottobre, son dunque mesi 9 e giorni venti e 8 che per il nuovo porto si lavora. Il venti e 7, era dicembre, l'anno era quello ormai decorso, la nuova impresa firmò infatti il verbale con cui si stabiliva che in quel giorno iniziavano i lavori. Trascorsero tre giorni e ne firmò subito un altro in cui si stabiliva che i lavori erano sospesi. Il motivo era imprevisto; qualcuno infatti si era anche scordato che prima di andare a fare scavi nei fondali, bisognava analizzarli sti fondali. Tra l'una data e l'altra fece però l'impresa e in tempo ad incassare un po' di soldi, un gruzzoletto di quasi 400 mila in euro freschi che gli sarebbero serviti a lavorare. Ne fece niente, anzi dell'altro perché passò pure altro tempo; passarono per verità molte stagioni sin tanto che si scoprì che del tanto temuto DDT manco ce n'era. Ordunque era l'estate, ma da lì a poco era l'agosto così che l'impresa, giustamente, chiese tempo per non rovinar le ferie a chi lavora. Venne però settembre che già qualcuno lo annunciava che se non era un giorno era già l'altro e presto avremmo visto, finalmente, l'inizio della fine dell'opera infinita. Passò però settembre senza che a nessuno sia parso vedere qualche cosa. Ora l'ottobre sta passando, il tempo concede giornate quasi incredibili e tutti stanno lì a veder cosa succede. Succede che a ottobre, il giorno due del mese, è stato firmato un altro avvio di sto lavori. Per la verità e giustizia bisogna pure dirlo che, sì la firma è del due d'ottobre, ma la decorrenza giusta è dell'ultimo giorno del mese precedente. Non si presentò infatti l'impresa il giorno in cui venne chiamata e quindi rimase poi punita di due giorni. Dunque quello che qui narriamo è lo stato dell'arte della cosa; sono di giorni già venti e sei che questi lavori sono avviati. E' vero, nessuno ancora vede niente, ma questo è un problema soltanto secondario. Or passati che, però, saranno i santi e i morti tutto sarà molto più chiaro, quindi aspettiamo e poi vediamo.


P.S. Scrive la legge che l'anticipazione di denaro alle imprese ha da accordarsi quando e se viene accertato l'effettivo inizio dei lavori. Mi fermo qua.
             

giovedì 23 ottobre 2014

AFFIDABILITA' 0


Ieri ne accennammo che l'anatra sta zoppa, non accennammo al fatto che, pure negli States, non gradiscono le bugie del Presidente. Che c'entra questo fatto con l'Alcade ? E' presto detto. Se infatti si incrociano domande e sue risposte con la verifica alla fonte, troppo spesso, ci si imbatte soltanto in tante balle. Volete che vi faccia qualche esempio ? Chiedemmo, di recente, in sede di Consiglio com'è che l'Organo di Giunta impartisse istruzioni assai precise, ma vietate,  su chi dovesse essere mai il soggetto incaricato della variante stralcio 2. Rispose Canio in quella sede che fu proprio il Responsabile di quell' Ufficio a chieder che la Giunta lo indicasse in modo chiaro. Siccome la risposta non convinse andammo a parlare con la fonte. Il risultato è presto detto: " manco per sogno". Andiamo avanti, facciamo un altro esempio. Nella penultima seduta del Consiglio si pose una domanda sui tempi, ormai già biblici, con cui procede la redazione del progetto Lido-Villa L'Aminta. Rispose Canio che i tempi erano lunghi perché bisognava fare questo e bisognava fare quello. Di oggi è la nota scritta con cui l'Ufficio risponde a una domanda un po' connessa. Morale il problema starebbe, invece, nel coordinare anche due progetti, quello privato e quello pubblico, poiché sta scritto che, a oggi: " non è ancora pervenuta l'ulteriore e definitiva documentazione relativa al progetto di competenza Villa Aminta s.a.s.". Volevamo ben dire. Un altro esempio ancora. Chiedemmo sempre in quel penultimo Consiglio che fine avesse mai ormai fatto un piano esecutivo e attuativo delle due Isole. Morale, disse Canio il piano è fermo perché occorre verificare la copertura per la spesa. Anche in sto caso andammo un po' alla fonte e ponemmo la domanda all'Ufficio ad esso dedicato ed anche in questo caso Canio fu smentito. Non c'è un problema di copertura della spesa è stata la risposta, ma la questione è ferma perché manca l'ok di Canio e del governo. A questo punto tiratevela voi la conclusione.         

mercoledì 22 ottobre 2014

L'ANATRA ZOPPA



Negli States lo chiamano l'anatra che è zoppa, cioè il Presidente nell'ultimo semestre di governo oltre il quale non può più essere rieletto. Quindi anche da noi inizia quest'ultimo periodo per Canio che ha in esaurimento i suoi mandati. Insomma è un tempo un po' infelice per chi nella carica che balla ci ha investito dieci anni della vita e non son pochi. E' un tempo dunque degli addii, in epoche un poco più felici si tiravano le somme del governo, si tagliavano i nastri con le forbici, insomma si brindava e inaugurava, così che la malinconia non più di tanto prendesse quelli uscenti, ma giustamente un poco anche contenti. Per note circostanze attenuanti nessun taglio di nastro sta previsto nell'ultimo periodo di quest'ultimo mandato; per vero di tagli di nastri ne erano previsti anche diversi, ma il tempo malandrino è corso assai veloce e i sogni del governo sono stati rimessi in un cassetto. La lista è molto lunga ed assai nota, per questo è inutile rifarla o riportarla. Conclude dunque un po' azzoppato o meglio impallinato il suo secondo di mandato senza che il popolo elettore abbia capito cosa mai sia stato a fare e dove siano andate le promesse fatte, rifatte, ma sempre rimandate. Nessuno l'ha capito; di certo si è sbattuto in un progetto che gli dicemmo che era il vaso di Pandora, ma lui volle provarci, consumando il tempo migliore e l'energia dietro un miraggio. Caduto sto miraggio perse vigore, perse l'energia creativa ed inventiva per inseguir qui e là un poco le sue idee che, pare, cambino la sera col mattino. Quel che non ha perso è il tono da oratore, o meglio sempre assai retorico che, francamente, considerato il saldo in meno meno con cui chiude il mandato, è fuori luogo. Lasciamo stare le altre cose e i suoi modi, ne abbiamo fatto oggetto di censura davanti al gran Consiglio, sono tremendi; comunque adesso è zoppo, niente da fare, quel che gli rimane è solo prendere l'ultimo suo volo.

martedì 21 ottobre 2014

GOVERNO IN OMBRA



Letto il verbale, confermiamo una sorpresa, cioè che, dietro le quinte di Palazzo, siede un governo che sta in ombra. La rilevazione l'ha fatta il Vice Delegato che nell'ultima seduta di Consiglio si è alzato in piedi a difendere gli amici Consiglieri che stanno sempre zitti. Noi qui lo riportiamo il testo del verbale così che nessuno ci dica che sbagliamo o che inganniamo:

" Il Vice Sindaco Sig. Bottini nel condividere quanto affermato dai consiglieri Fortis e Albini evidenzia che i consiglieri di maggioranza partecipano alle riunioni della Giunta al fine di essere informati delle problematiche che investono il Comune e pertanto, non c’è alcun bisogno che gli stessi intervengano nel dibattito consiliare essendo rappresentati dal Sindaco."
Come leggete, il testo è chiaro e non richiede spiegazione; quando c'è la settimanale riunione di Governo, partecipano compatti anche i signori Consiglieri del gruppo in maggioranza, così che stanno informati come pochi e poi sono esentati dal prender la parola nel Consiglio poiché ci pensa a tutto quanto solo Canio. Ordunque soltanto ora lo sappiamo perché, per vero, di questa novità mai ci fu una traccia nei tanti verbali di sedute del Governo, mentre dell'autorevole presenza, invece, apertamente ora si parla. Interessante comunque il ruolo prima oscuro ricoperto dai soggetti che, invece di occuparsi degli argomenti consiliari, starebbero a fruconar detro la Giunta, occupandosi dunque delle questioni che, per carica, a lor mica che spettano. Quanto poi a essere informati di quello che succede in quella stanza non basta, dunque, che leggono il sito che pubblica il Palazzo, ma è necessaria la presenza così che meglio comprendano le cose e che poi, dentro il Consiglio, facciano silenzio. Se questo è tutto vero allora consigliamo Canio e il Vice suo di invitar anche noi altri ad assistere al settimanale rito di Giunta così che dentro il Consiglio staremo anche noi zitti. Insomma ci sembra che per par condicio dei diritti e dei doveri degli eletti Consiglieri occorra estendere l'invito anche agli esclusi, mentre l'alternativa è neppur più invitar anche quegli altri; ne gioverebbe molto la discussion dentro il Consiglio; almeno a star a quel che ha detto il Vice Delegato.