Proseguendo la fruttuoso politica della urbanistica negoziata, Canio e il suo governo hanno concluso l'accordo convenzionale per il recupero di Villa Lasio. Passata che fu, tempo fa, la cosa in aula tra tumulti sollevati dall'opposizione per l'ennesimo tentativo di procedere alla svendita sottocosto degli interessi pubblici, Canio ha ora chiuso la vicenda dando esecuzione, a suo modo, alle indicazioni che il Consiglio, alla fine, era stato indotto a dargli. A suo modo appunto, o meglio, secondo gli abituali modi cui sono avvezzi i componenti del suo governo che anziché, come cercano di fare da tutte le parti, utilizzare le occasioni degli investimenti privati per risolvere anche i problemi pubblici, questi credono ancora che il chiedere per il bene di tutti sia peccato e il concedere per l'interesse di uno solo sia una virtù. Tanto è lontana la loro visione del bene pubblico che, specie Canio, definisce estremista la posizione di coloro che lo perseguono, mentre non si accorge che è proprio lui che sta all'estremo opposto, tanto opposto che finisce con identificarsi un po' troppo con quelli interessi che, se certo non deve scoraggiare se ben diretti, deve anche rivolgere verso l'interesse pubblico, cosa che non gli riesce proprio. Per tornare dunque alla vicenda della cadente villa abbarbicata in collina, il governo ha dunque chiuso la convenzione che prevede, pensate un po', che l'oligarca investa circa 68.000 euro per il bene pubblico, e gli altri molti milioni per se. Dai 68.000, si sconteranno circa però 24.500 che sono oneri comunque dovuti e quindi, in più, ne rimangono soltanto netti 43.500. Queste cifrette avevano fatto gridare allo scandalo il nostro Canio quella sera che sollevammo la questione in aula ,indicandoci come possibili responsabili dell'eventuale fallimento di quell'investimento. Poveretto, così gli restituisco i suoi gentili epiteti, poveretto sto Canio che manco ha, probabilmente, la misura delle cose, sempre pronto a genuflettersi al primo arricchito di passaggio e invece, a mostrare inaudita prepotenza di fronte a chi non detiene ricchezza. Altro personaggio felice per la soluzione di questa vicenda sarà sicuramente il progettista di fiducia dell'oligarca che, finalmente, ha avuto l'occasione, un po' sprecata per la verità, di fare del bene, come dice lui, alla sua città, molto meglio sicuramente a se stesso, specie quando compilerà la parcella a molti zeri anziché il progettino di pochi zeri, obolo donato al Comune e alla città tutta, a perenne memoria dei suoi benefattori.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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venerdì 17 ottobre 2014
L'OBOLO
Proseguendo la fruttuoso politica della urbanistica negoziata, Canio e il suo governo hanno concluso l'accordo convenzionale per il recupero di Villa Lasio. Passata che fu, tempo fa, la cosa in aula tra tumulti sollevati dall'opposizione per l'ennesimo tentativo di procedere alla svendita sottocosto degli interessi pubblici, Canio ha ora chiuso la vicenda dando esecuzione, a suo modo, alle indicazioni che il Consiglio, alla fine, era stato indotto a dargli. A suo modo appunto, o meglio, secondo gli abituali modi cui sono avvezzi i componenti del suo governo che anziché, come cercano di fare da tutte le parti, utilizzare le occasioni degli investimenti privati per risolvere anche i problemi pubblici, questi credono ancora che il chiedere per il bene di tutti sia peccato e il concedere per l'interesse di uno solo sia una virtù. Tanto è lontana la loro visione del bene pubblico che, specie Canio, definisce estremista la posizione di coloro che lo perseguono, mentre non si accorge che è proprio lui che sta all'estremo opposto, tanto opposto che finisce con identificarsi un po' troppo con quelli interessi che, se certo non deve scoraggiare se ben diretti, deve anche rivolgere verso l'interesse pubblico, cosa che non gli riesce proprio. Per tornare dunque alla vicenda della cadente villa abbarbicata in collina, il governo ha dunque chiuso la convenzione che prevede, pensate un po', che l'oligarca investa circa 68.000 euro per il bene pubblico, e gli altri molti milioni per se. Dai 68.000, si sconteranno circa però 24.500 che sono oneri comunque dovuti e quindi, in più, ne rimangono soltanto netti 43.500. Queste cifrette avevano fatto gridare allo scandalo il nostro Canio quella sera che sollevammo la questione in aula ,indicandoci come possibili responsabili dell'eventuale fallimento di quell'investimento. Poveretto, così gli restituisco i suoi gentili epiteti, poveretto sto Canio che manco ha, probabilmente, la misura delle cose, sempre pronto a genuflettersi al primo arricchito di passaggio e invece, a mostrare inaudita prepotenza di fronte a chi non detiene ricchezza. Altro personaggio felice per la soluzione di questa vicenda sarà sicuramente il progettista di fiducia dell'oligarca che, finalmente, ha avuto l'occasione, un po' sprecata per la verità, di fare del bene, come dice lui, alla sua città, molto meglio sicuramente a se stesso, specie quando compilerà la parcella a molti zeri anziché il progettino di pochi zeri, obolo donato al Comune e alla città tutta, a perenne memoria dei suoi benefattori.
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