Inizia un' altra volta la vicenda delle piste e degli impianti in cima al Mottarone. Chi pensava conclusa questa storia si sbagliava. Domani ore 18 il Consiglio ne riparla o meglio così pare; di certo rivota la questione; quel piano già approvato, in parte poi cassato dal giudice di un TAR, viene rimesso da capo, in parte, o in tutto in discussione. Trascorsi già tre anni or sono fa, Canio riporta dunque il pacco in discussione, convinto che così metterà le cose a posto e non lascerà dei debiti dentro la sua, ormai, vicina eredità. Può essere che sì, può essere che no, diciamola così; 50 forse di sì, 50 forse di no, questa la previsione più fondata per questa mossa ultima e, forse, un po' tardiva. Comunque tra piani delle aree per le piste e per gli impianti, redatti, corretti e stracorretti, tra asservimenti un po' fatti e un po' mancanti, tra aree demaniali con diritti accertati o anche ancora un po' presunti di uso civico e poi conciliazioni, affrancazioni e reintegrazioni di terre dei beni comunali, ricorsi al Tar e contro ricorsi, in mezzo a tutto questo Canio si destreggia e cerca così, con quest' ultima mossa, la sua via di uscita e di salvezza. Tre anni "soltanto" son passati da quando avviò la prima operazione e ancora ci troviamo tra i piedi questa storia un po' infinita, ma se non ci saranno opposizioni sostanziali passerà indenne la stagione, mentre più in là poi la si vedrà. Passar per il Consiglio è solo, dunque, un nuovo primo passo dove non troverà dissenso capace di fermarlo avendo lì sempre un assoluto e per lui grande consenso. Sessione, quindi,consiliare da seguire, soltanto riservata a questa cosa che occuperà manco mezz'ora, esempio comunque da imitare su quanta sia grande l'efficienza che regna in sto Palazzo dove più che a fare sembra impegnato piuttosto anche a rifare.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 14 ottobre 2014
SLALOM
Inizia un' altra volta la vicenda delle piste e degli impianti in cima al Mottarone. Chi pensava conclusa questa storia si sbagliava. Domani ore 18 il Consiglio ne riparla o meglio così pare; di certo rivota la questione; quel piano già approvato, in parte poi cassato dal giudice di un TAR, viene rimesso da capo, in parte, o in tutto in discussione. Trascorsi già tre anni or sono fa, Canio riporta dunque il pacco in discussione, convinto che così metterà le cose a posto e non lascerà dei debiti dentro la sua, ormai, vicina eredità. Può essere che sì, può essere che no, diciamola così; 50 forse di sì, 50 forse di no, questa la previsione più fondata per questa mossa ultima e, forse, un po' tardiva. Comunque tra piani delle aree per le piste e per gli impianti, redatti, corretti e stracorretti, tra asservimenti un po' fatti e un po' mancanti, tra aree demaniali con diritti accertati o anche ancora un po' presunti di uso civico e poi conciliazioni, affrancazioni e reintegrazioni di terre dei beni comunali, ricorsi al Tar e contro ricorsi, in mezzo a tutto questo Canio si destreggia e cerca così, con quest' ultima mossa, la sua via di uscita e di salvezza. Tre anni "soltanto" son passati da quando avviò la prima operazione e ancora ci troviamo tra i piedi questa storia un po' infinita, ma se non ci saranno opposizioni sostanziali passerà indenne la stagione, mentre più in là poi la si vedrà. Passar per il Consiglio è solo, dunque, un nuovo primo passo dove non troverà dissenso capace di fermarlo avendo lì sempre un assoluto e per lui grande consenso. Sessione, quindi,consiliare da seguire, soltanto riservata a questa cosa che occuperà manco mezz'ora, esempio comunque da imitare su quanta sia grande l'efficienza che regna in sto Palazzo dove più che a fare sembra impegnato piuttosto anche a rifare.
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