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giovedì 16 ottobre 2014

FUORI PISTA



Dunque ieri ore 18 gran Consiglio e uno soltanto l'argomento: di nuovo, un'altra volta in discussione ci va la questione delle piste al Mottarone. Di nuovo si riavvia, tutto da capo, ciò che proprio tre anni fa, soltanto, fu deciso. Non va in porto dunque o meglio Canio teme che, stante i giudizi ancor pendenti avanti i giudici degli atti, possa subir ancora l'ennesima sconfitta. Riparte dunque,un'altravolta di rimessa, mettendo in discussion quel che ha già fatto e confidando, almen sta volta, di andare in porta senza danno. La discussione che si apre dopo l'introduzione che fa Canio, sta volta dopo la censura appena fatta, è finalmente attenta e senza strappi. La minoranza opera col bisturi e viseziona la proposta; ne fa un' esame assai completo, mette in risalto i pro come anche i contro, chiede che Canio puntualizzi e anche chiarisca. Non manca Canio, che questa storia se la sta giocando tutta di difesa, di ascoltar, sta volta molto attento, ciò che Piervalle gli argomenta, tanto da non mancar di dare le risposte e di consentir, senza ringhiare, che un contraddittorio aperto sia giocato su tutte le questioni messe in campo, sin tanto che minoranza dice che gli basta. Qui sotto riportiamo dunque il testo che sintetizza un po' l'azione svolta in campo da questa minoranza e la dichiarazione motivata finale di voto di astensione. Finisce quindi, senza più le scosse, la serata iniziata con il severo rimprovero pronunciato dal Consigliere di minoranza Veterano nei confronti del vertice al potere e, per una volta almeno, sembra abbia servito.             

 

GRUPPO CONSILIARE INSIEME


Ogg: Proposta di deliberazione consiliare per il riavvio del procedimento per la individuazione di aree sciabili-esame osservazioni.


La proposta, se ben intesa, rinnova integralmente il procedimento già attuato e, parzialmente, annullato con sentenza del TAR , relativo alla individuazione delle aree sciistiche.
Ciò premesso sembra che l'individuazione delle aree sciistiche e degli impianti di risalta debba riguardare soltanto le aree presenti, come dice il punto 1 della parte dispositiva della proposta deliberativa di individuazione, quelle cioè attive.
Per vero non sembra che ciò corrisponda alla loro individuazione in cartografia poiché, a parte le sostanziali rettifiche ad esse apportate a seguito delle osservazioni prodotte dai soggetti privati coinvolti, di fatto viene individuato un impianto non più in esercizio, quello della pista dell'Alpe Corti e viene inserito un impianto che nulla ha a che vedere con quelli di risalita, cioè quello denominato Alpyland.
Un chiarimento in punto sembra dovuto, mentre desta comunque un certo stupore che la cartografia posta a base dell'avvio di procedimento, pur già oggetto di una precedente revisione, contenesse tanti e tali "sviste" da venire sostanzialmente riscritta sulla base delle osservazioni partecipative pervenute. L'inserimento di fabbricati che nulla avevano a che vedere con lo scopo dell' individuazione delle aree sciistiche è significativo a tale proposito.
Se pure è vero che questo nuovo procedimento fa proprie le indicazioni contenute nella sentenza del TAR, epurando quel procedimento dai vizi riscontrati, è ben anche vero che l'Amministrazione, per quanto non travolto da quella sentenza, in quanto riferito a proprietà per le quali il giudizio non si era ancora formato, intraprese e portò a compimento, in quei casi, una procedura di convalida dell'atto, convalida che salvo errore, non venne fatta oggetto di impugnativa e comunque consentì di chiudere quella vicenda con la costituzione della servitù coattiva su aree interessate.
Alla luce del procedimento ora intrapreso e per esplicita affermazione contenuta nella proposta in esame, alla sua conclusione si determinerà la caducazione, per revoca, dei provvedimenti impositivi delle servitù già costituite e la necessità di un' eventuale loro riproposizione. Questo significa che quella convalida esercitata, a seguito dell'atto n. 133/2013 promosso dalla Giunta, teme di non reggere in quanto esercitata in pendenza di un giudizio non ancora espresso. Se invece tale timore è infondato, la ratio della revoca di tutti i provvedimenti assunti sfugge all'esame della proposta presentata.
Quel che certo è che a tre anni dall'inizio di quel processo d'individuazione delle aree e piste sciabili, il Consiglio si trova chiamato a discutere e votare, di nuovo, più o meno la stessa cosa e ciò non premia l'efficienza dell'amministrazione, anzi, la boccia e mette, forse, nuovamente a rischio la certezza sulla continuità delle attività invernali, non la prossima crediamo, su quella vetta.
Per dirla con una battuta, ormai un avvio di procedimento non si nega più a nessuno, mentre in questo caso è stato negato e, in fondo, questo poi rimane il vizio d'origine che ci obbliga a questo nuovo, reiterato, passaggio consiliare. Certamente non è stato il solo vizio, ma comunque rimane quello originale, poi ci sono stati anche gli altri quali la mancata indicazione delle indennità offerte che, ora, per eccesso di prudenza viene anticipata nell'atto stesso di individuazione delle aree, poi ci sono state le superfici da individuare ed asservire che, da una volta all'altra, transitavano da una misura a quella inferiore del decuplo sino ad arrivare, ancora, all'ultimo minuto utile a correggere carte sotto l'impulso partecipativo degli interessati  o contro interessati che dir si voglia.
Le controdeduzioni proposte a fronte delle osservazioni prodotte non convincono in tutto e in particolare:
Cerutti Mario e Vittorio: nessun riscontro sembra dato sul punto rilevato della contraddittorietà tra questo procedimento e la mancata rimozione del ricorso  dell'Ente avanti il Consiglio di Sato avverso la sentenza TAR emessa a favore di AGHE srl e anche questo Consiglio dovrebbe avere interesse a conoscere la posizione che l'esecutivo riterrà tenere al domani dell'approvazione della nuova proposta in quanto le due posizioni risultano, oggettivamente, poco conciliabili.
Quanto alla questione dei diritti di uso civico, alle conciliazioni, reintegre o affrancazioni possibili, la Giunta che tanto delibera in merito, si dimentica che manco ne possiede competenza, essendo in discussione diritti reali di proprietà. Tuttavia sembrerebbe ogni decisione già presa quando ancora lo stesso procedimento di accertamento del gravame sulle terre non è chiuso. Riteniamo che, in questo tempo che è trascorso, sarebbe stato necessario fare ogni utile tentativo per ottenere dalla Regione la chiusura del procedimento. Vorremmo comunque sapere a che punto si è giunti e se la conclusione è vicina o no. Certo è che attivare poi procedure espropriative su terre di natura demaniale sarebbe un altro errore di natura elementare.
Chiesa Parrocchiale : Anche in questo caso leggiamo che risulta raggiunto l'accordo di conciliazione sulle terre di uso civico. Riteniamo a procedura di accertamento non chiusa e in assenza di volontà espressa dal Consiglio, quindi non comprendiamo molto la valenza effettiva di questa controdeduzione. Rimane poi il fatto che la Parrocchia ha instaurato un contenzioso giurisdizionale sulla questione dei diritti di uso civico e, pertanto, risulta singolare che addivenga a conciliazione senza prima rimuovere il giudizio che è condizione richiesta  per procedere alla conciliazione.  
Borromeo: poiché l'osservazione richiamava tutte quante le contestazioni mosse sia in sede giurisdizionale che in altre sedi del precedente procedimento, la controdeduzione proposta è insufficiente in quanto non da molte o quasi tutte le risposte ai rilievi formulati. Singolare risulta poi la risposta in punto misura della indennità che non accoglie senza motivazione alcuna.       
Per quanto ampiamente motivato, tenuto conto di alcuni chiarimenti forniti, ma del permanere di altre criticità rilevate che la proposta  sembra ancora contenere, il voto del Gruppo sarà di rigorosa astensione.
La stessa posizione si estende alla successiva conseguente proposta messa all'ordine del giorno.
15/10/2014  
 
 
 
 

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