Il contro piano III parte
Arriviamo qui al cuore del problema, quello che potremmo definire l’impianto della variante strutturale, confezionata da Canio e, dobbiamo ritenerlo, anche dal nostro, già noto, Professore. Essa riguarda l’espansione della ricettività alberghiera, dove la curva della previsione viene fatta schizzare a + 1.100 posti letto rispetto agli attuali, da infilarsi in circa, metro più metro meno, 145 mila metri cubi. Uno scherzetto insomma che, se si pensa graverà pressoché tutta sul fronte del suo lago, sarà certamente una bella plastica facciale per la nostra cittadella. Come si fa a dire di no ?,Come si fa a frenare l’espansione e la crescita del Pil ? Be, qui , nelle osservazioni che abbiamo formulato, noi ci si prova e non tanto a dire solo no, ma anche a disegnare un’ ipotesi diversa, un po’ più piccola di certo, ma che guardi anche e soprattutto alla città pubblica, perchè se cresce quella privata deve, questa volta, non essere di meno quella pubblica. Questione quindi, come già abbiamo anche detto, molto e molto seria e che la fretta con cui Canio sembra voler chiuder la partita non promette niente bene. Comunque incominciate a leggere qui sotto e che vi dividiamo in, almeno, due puntate. Poi tireremo qualche conclusione.
Espansione turistico ricettiva e sostenibilità paesaggistico/ambientale
Dopo ben oltre venti anni di scarsa attuazione delle previsioni, peraltro assai significative, di espansione alberghiera contenute nello strumento ancora vigente, quello di variante ipotizza un ulteriore consistente incremento di capacità edificatoria fissando la nuova ipotesi dimensionale in 1.100 posti letto aggiuntivi, con un incremento di oltre il 50% rispetto alle previsioni del piano vigente. L’offerta finale di posti letto, a variante attuata, si incrementerebbe di oltre il 30% rispetto a quella attualmente esistente e realizzata. Quanto premesso si osserva tuttavia che preliminarmente alla decisione di accogliere, in tutto o in parte le richieste, occorrerebbe verificare anche la capacità del sistema dei servizi a rete di sostenere la domanda aggiuntiva che si andrebbe a generare. Ci vuole riferire, molto semplicemente, alla capacità da parte del sistema attuale dei servizi integrati dell’acqua e di quelli dell’ energia di far fronte e sino a quale limite, alla domanda aggiuntiva. Tale verifica, è vero che forse sfugge ad un esame di valutazione ambientale strategica, ma stante il dimensionamento previsionale della variante, si ritiene possa o debba comunque essere oggetto di una qualche valutazione già in questa fase senza il rinvio alla sola fase di VIA, laddove sarà richiesta, definendo conclusioni certe ed univoche sulla base di indagini da svolgersi sulla capacità espansiva attuale del sistema dei sottoservizi a rete e dei dati quantitativi di fabbisogni nuovi ipotizzati e calcolati in funzione della variante progettata.
La nuova offerta edificatoria troverebbe la sua motivazione esclusiva nella domanda, in tal senso formulata, da vecchi e nuovi operatori turistici, pur, ci viene detto, mediata, apparentemente, a ribasso dal Comune, senza tuttavia che le ragioni di tale ipotesi di crescita siano, in qualche modo, verificate da elementi ed adeguate indagini e studi e ciò anche con riferimento alle conclusioni cui dovrà pervenire la VAS.
La quantità edilizia prospettata viene formulata in termini di sul, che tradotti in mc. possono ipotizzare una volumetria, fuori terra, eseguibile di circa, almeno, mc. 145.000, implementabile, per vero, per effetto di norme premiali contenute nell’ipotesi di variante, volumetria che ricadrebbe, in buona parte, o meglio pressoché tutta, sulla fascia costiera compresa tra la Villa Ducale e le scuderie Borromeo. Si determinerebbe così, anche attraverso il dichiarato intendimento espresso nella bozza di documento programmatico, di pervenire alla: “ omogeneizzazione degli indici territoriali alberghieri della fascia costiera” e così attuare la sostanziale chiusura della cortina alberghiera che è già presente sulla litoranea, allungandola sensibilmente in direzione nord, pressoché sino al confine con il territorio di Baveno.
Le singole masse edilizie coinvolte in questa operazione di espansione urbana alberghiera, presentano caratteristiche di grande imponenza e, a seconda dei casi, si accorpano ad edifici già presenti o si inseriscono, del tutto nuove, su lotti liberi da edificazione o su lotti già in parte compromessi. Questo fatto, di per se, genera, inevitabilmente, effetti diversi sull’esito, anche paesaggistico, di quella che potrà essere la loro realizzazione concreta. L’ipotesi progettuale sulla quale si colloca la previsione di variante, si pone quindi in aperta, anche se non dichiarata, controtendenza e contrasto rispetto ai contenuti espressi dal Piano Paesaggistico Regionale, adottato dall’Amministrazione Regionale nel corso del 2009, che prevede, sul tratto di costa interessato, il mantenimento delle soluzioni di continuità del costruito. Tanto tale ipotesi progettuale inciderebbe sulla matrice paesaggio che il documento tecnico preliminare di VAS, che accompagna il documento programmatico, su questo punto, risulta ampiamente carente nell’indagine e nell’approfondimento degli effetti che ricadrebbero sulla matrice paesaggio dalla introduzione delle previsioni di variante. Occorre pertanto che il documento preliminare di VAS approfondisca il tema che costituisce il maggior elemento perturbativo introdotto dalla variante e giunga a conclusioni circa l’effetto che esso può avere su quelli che sono gli elementi identitari del paesaggio nella fascia costiera di Stresa. Il tema della conservazione e rafforzamento degli elementi identitari del paesaggio costruito a partire dall’800, sino ai primi decenni del novecento, deve essere posto, quindi, al primo posto assoluto rispetto a tutti gli obiettivi della variante e ciò in quanto rappresenta un valore in sè, da spendersi sul mercato dell’economia turistica.
Le soluzioni progettuali urbanistiche, le previsioni di espansione, quelle di recupero, miglioramento ed adeguamento e perché no di alleggerimento del costruito, devono perciò avere tutte questo paramentro primario di riferimento e di verifica.
Ribaditi questi indirizzi, l’ipotesi progettuale in esame non risponde positivamente alla esigenza sopra rappresentata.
CONTINUA
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