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lunedì 1 agosto 2011

L’espansione insostenibile
Questo del titolo è un po’ il tema sul quale Canio, con il piano di città che ha nella sua testa, ci costringe a misuraci. Poco poi importa se la delibera la vuol passare quando tutti son distratti, quasi fosse roba da nascondere, nel mese di agosto che oggi inizia, poco importa perché non sempre son tutti tanto distratti da non cogliere la portata della cosa. Lo abbiamo già sostenuto che questa cosa è molto seria e la seguiremo con costanza, attenzione e quindi appunto serietà. Siam poi coscienti che scenderanno in campo, di nascosto, anche alcune corazzate per dar man forte al nostro Canio nel momento del bisogno, anzi già par che si siano messe in movimento ( per ora, speriamo, senza effetto), ma così vanno le cose e lo sappiamo. Dunque il tema è tutto dentro il titolo di oggi dove non c’è un errore di battuta, dove si scrive la parola insostenibile per connotare quel piano che ingrosserà, oltre misura, la città alberghiera; quasi un raddoppio, e farà, per sempre, dimenticare l’epoca d’oro degli albori che i due monumenti dei suoi alberghi oggi ricordano e che i suoi parchi abbandonati, dentro le ville, stese lungo il suo lago, oggi, ahimè, hanno già dimenticato. Noi vorremmo che quel tema della conservazione e del rafforzamento degli elementi identitari del paesaggio costruito nell’800 e sino al primo novecento, fosse ad esser posto al primo posto assoluto rispetto a tutti gli obiettivi del piano che Canio ha nella testa, perché è ciò che  rappresenta un valore da spendersi sul mercato dell’economia turistica locale, non altro. Vorremmo dunque che le  soluzioni degli urbanisti, le previsioni di espansione, quelle di recupero, miglioramento ed adeguamento e perché no di alleggerimento del costruito, avessero tutte questo parametro primario di riferimento e di verifica. Quello che abbiamo letto sino ad oggi è invece in  contrasto con le finalità di conservare i caratteri identitari del paesaggio che contrassegnano il nostro ambito di costa, è insomma uno strappo violento ai principi dichiarati, magari in tante premesse, ammantati di parole che sanno del bianco dei sepolcri, impensabile non solo da parte di una cultura che tanto si picca di essere architettonica ed urbanistica, ma anche da chi ha solo, dalla sua, una comune dose di buon senso. Dir che chi si oppone è il vero nemico che non vuole che il Pil salga più in alto, sarà il tema dei fautori di questo piano scriteriato e scellerato, sarà il tema di Canio,  mettendo alla pubblica gogna i pochi che ancora avranno voce e coraggio di dire no e no perché ed indicare un’altra via, quella appunto sostenibile, quella dove c’è crescita vera e qualità e non soltanto solo quantità. Ne avremo da parlare ancora tante volte.



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