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sabato 13 agosto 2011

Apri e chiudi 


E così un’altra volta si chiude, sembra diventato quasi un esercizio, oggi si annuncia la chiusura, domani il suo rinvio e poi, magari, non se ne fa un bel nulla. Comunque stiamo all’ultima notizia e questa Provincia che era destinata a diventare un  po’ speciale, alla fine, ora “rischia” di non essere neppure più neanche normale. Tornerà con la sua madre di Novara o andrà a formare il nuovo quadrilatero a nord/est, o forse migrerà oltre il confine, nella dolce terra pia, chi mai lo sa ?  Di tutte queste alternative, io credo che quella più possibile è che rimanga ancor dov’è , salvo che questi mercati scendano sempre più in picchiata da mettere a serio repentaglio tutta la casta. Già però le sentiamo le lagnanze di tutte le nostre caste meno pie fare discorsi un po’ di circostanza su questo Stato tanto feroce che, pur di sopravvivere, uccide anche tutti i suoi figli più diletti. Sarà una litania al capezzale durante l’agonia e si tenterà ogni accanimento terapeutico, sino, alla fine, a uccidere il malato. Vedremo comunque come andrà a finire, noi, statene certi, non vestiremo il lutto il giorno che tirerà l’ultimo respiro. Se comunque alla fine avrà la grazia, sarà comunque il segno che , un’altra volta, non si può cambiare proprio nulla, tanto una scusa sempre la si trova.
Per finire, una cosa che non c’entra proprio niente: vi invito, ma invito con particolare sollecitazione, il nostro Canio, ad andarsi a leggere l’articolo sulla Repubblica di oggi, a firma Salvatore Settis: “Il tarlo del cemento”, e vedere un po’ se si riconosce in qualcuno dei protagonisti. I prossimi giorni sono propizi a letture riflessive, mentre noi , per poco, vi toglieremo il disturbo e compariremo solo saltuariamente.  

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