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sabato 19 novembre 2011

Il giorno dopo
 

Finito il rito, prima parte, spente le luci e chiuse le porte, bocce ferme per una qualche settimana, ci sono le condizioni per la  riflessione, quasi da esterno, pensate un po’. La serata non poteva andare molto diversa da come è andata e ciò perché il percorso era segnato; troppo tardi far fare 20 minuti di presentazione “ tecnica” per illustrare un progetto che potrà durar anche dei secoli, troppo tardi. Il tempo c’era stato, forse anche troppo, per chiamare tutti, passo dopo  passo, e insieme costruire la città migliore del futuro. E’stata persa un’occasione anche per la crescita di una partecipazione più civile. Canio, alla fine, è sembrato aprire uno spiraglio, noi lo conosciamo, difficile che arretri e che conceda. Lo dico con ragione, sapendo che ha impiegato il giorno del Consiglio per portare dalla sua anche qualche voto di questa minoranza; non è riuscito e ne ha persi 4 della sua di maggioranza. Comunque quei 20 minuti, visti passare sullo schermo, sono serviti non a toglierci dai dubbi  che avevamo, ma per tutti confermarli , con una aggravante che, buttata lì, la gente non può cogliere, ma che c’è. Si sta infatti  mettendo in piedi, a prescindere dalla questione del paesaggio,  uno strumento di governo di questo territorio che lascia così ampi margini al negoziato tra le parti che, alla fine, approvando il piano A, potrebbe  venir fuori il piano B. Insomma si firma  una cambiale senza conoscere la cifra poi finale che il creditore scriverà. Sapendo un po’ le cose, viene poi anche da sorridere quando ci raccontano che questo piano privilegerà, per certo, le gare di progetto. In parte infatti questi progetti sono già in fase di avanzata redazione. I passi successivi saranno forse meno abbaiati, come dice anche qualcuno che pur dovrebbe mordere di più, ma saranno, sul piano sostanziale, più importanti. Occorre fare quel lavoro che  avremmo insieme fatto se questo Consiglio e anche altri soggetti fossero stati ammessi a disegnare  intorno al tavolo e che, ora, va fatto invece per smontare quel disegno e presentarne uno di nuovo che salvi la città. Un’ ultima parola perché  qui non si condivide l’allarme per lo scontro. Non c’è “polemica” tra maggioranza e opposizione, ma c’è contrapposizione su una questione assai vitale e il suo livello sarà anche alto, ma  è solo fisiologico all’importanza che essa ha. Quindi tranquilli: chi si oppone ha le sue idee assai più ferme e chiare di chi, magari, alza la mano solo perché il coraggio non c’è l’ha.                  

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