Talebani
Non ci viene di chiamarli in altro modo, sono la schiera, folta e numerosa, che ingaggiata da Canio e il Professore, si appresta, come hanno fatto i Talebani, a fare a pezzi i segni del passato. Qui da abbattere non ci saranno le statue di Budda nella roccia, ma quanto ormai resta del sistema delle ville con i parchi che, in mano agli alberghieri, si stendono lungo la costa cittadina. Esultano quindi i nostrani talebani, stanno raggiungendo lo scopo da anni perseguito, vedono il traguardo, ormai prossimo e vicino e nessuno più li tiene per l’ebbrezza del momento. Rompono anche il digiuno, si danno a banchettare e anche a brindare, sotto lo sguardo compiaciuto del nostro amato Premier e di quello, ma sempre un po’ enigmatico, del noto Professore che, per l’occasione indossa l’abito di un’altra religione. E’ uno spettacolo che passerà alla storia: sarà dichiarato giorno di festa patronale, saranno chiuse le scuole, raddoppiate le bandiere sul balcone del Palazzo, aperti tutti i locali anche di notte, sparati migliaia di fuochi artificiali, portato in delirio tra la folla il grande Canio, ricercati gli infedeli, poi portati nelle piazze e messi al rogo. Gran regista della festa, che guiderà però standosene dietro una finestra, sarà comunque sempre il Professore, che migrato da culti originari, ora è un convertito di quelli più integrali e, ormai a vita nel Palazzo, promosso ayatollah, pensa alla gloria quando il cielo lui lo chiamerà. Buona festa a tutti e divertitevi più che potete e sin tanto che potete .
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