Il partito del cemento
La sorpresa è, per ora rimandata, mentre Canio si appresta a far votare in aula il suo progetto sul futuro di città. Egli ha rotto ormai gli indugi, ha depositato anche le carte e , tempo 9 o 10 giorni, potrebbe chiamarci tutti all’appello per incassare i primi voti necessari. Cosa è cambiato da quando, era il 20 del mese ancor di luglio, ci chiamò e ci consegnò la bozza, o meglio la bozzaccia. Non è cambiato nulla o quasi nulla, le carte sono sempre proprio quelle, solo qualche ritocchino irrilevante e niente più. Questo ci conferma che nel tempo che è trascorso non abbiamo raccontato nessuna fantasia , ma solo letto e diffuso ciò che su quelle carte, a saperle leggere per bene, sta scritto tutto in chiaro. Taroccare non è il nostro mestiere, tanto che Canio farebbe bene a non usare l’argomento, ma Lui e tutti i Suoi sponsors, hanno impiegato il tempo che è trascorso da quel 20 di luglio per raccontare, invece, un’altra storia, indicando noi come gli untori che vanno in giro a raccontare fantasie. Non mi dilungo a smentire il caro Canio e tutti gli amici collegati, non c’è bisogno perché le carte parleranno. Quello che invece voglio dire è che c’è in giro ( e chi non lo sapeva) un partito del cemento che ha proprio in Canio la sua guida. Questo partito è un’ assoluta maggioranza che ha trovato nel Premier facile ascolto e pronta guida. A questo partito, forse anche trasversale, di tutti i bei discorsi non gliene frega proprio niente; questo partito è il peggio che oggi governa la città, è quello che svende la città alla cui testa ha messo un falso progressista. Questa è la storia vera, altra non c’è, poi potranno celare il peggio dietro le parole, ma quel che è scritto è scritto e lì è difficile imbrogliare. Queste sono le mani in cui abbiamo consegnato la città: le mani di Canio e del partito del cemento.
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