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martedì 10 aprile 2012

LA VIRTU' NASCOSTA


Ora apprendiamo che il Palazzo si conquista la palma della virtù e insieme ad altri 142 di concorrenti guadagna anche un premio per l’anno finanziario che è già in corso. Per dirla molto, molto semplice, gli hanno migliorato il saldo finale che dovrà venir fuori per rispettar quest’anno quel patto maledetto, insomma potrà spendere qualche euro anche di più; tutto qui. Quel che invece occorre che ci togliamo dalla  testa è che quel premio venga fuori da chissà quali virtù mezze nascoste dentro quel governo di Canio e i delegati. Diremmo che di quelle virtù poche ne troviamo sebbene pure le cerchiamo, ma la verità sta che, per assegnare quel premio tanto ambito, più volte dal sei di luglio sino al dodici novembre dell'anno già trascorso, il Parlamento sopra ci è tornato, eliminando e rinviando sino al 2013, volta per volta, gli ostacoli più gravi. Vero è che, nonostante tanto aiuto, 143 sono soltanto quelli che sono arrivati sul traguardo, ma qual erano gli ostacoli rimasti ?
Intanto, ma questo era scontato, aver rispettato il patto nell’anno 2010. Non c’è problema, a furia di non fare investimenti, il patto qui è sempre, ampiamente, anzi sin anche troppo, rispettato.
Poi bisognava avere autonomia nella finanza ed anche per questo, con la quantità dell’ ICI che scorreva, non era un gran problema.
Terzo: tenere i conti in ordine della parte di spesa detta corrente e qui   ben lo sappiamo che la ragioneria non gli concede proprio nulla al governo di Palazzo.
Quarto: e’ un po’ come già il punto precedente, ma solo sul fronte delle entrate e, ancora un’altra volta, il merito va tutto alla struttura.
Adesso invece guardiamo che cosa è stato rinviato sino all’anno 2013:
Primo: Coprire il più possibile i servizi con le tariffe delle entrate e qui la decisione è sempre del governo cittadino, quindi meglio rinviare.
Secondo: Partecipare al contrasto dell’evasione. Siamo matti, su questo Canio ha già tenuto l’orazione l’ultima seduta di consiglio; via via, occorre rinviare.
Terzo: Dismettere le partecipazioni societarie. Basta; come, anche su questo, Canio la pensa ben già lo sappiamo.
Terminata la rassegna c’è da chiedersi dove allora mai sta la virtù.


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