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venerdì 13 settembre 2013

GIUSTIZIA SARA' FATTA


Ci eravamo posti la domanda solo nell'ultimo dei post, non è passato molto tempo, anzi quasi niente, e già c'è la risposta. Dunque Canio, dopo che ha perso altri nove mesi senza portare a casa ancora proprio niente, ricorre alla giustizia e cita l'Ente Regionale. Quel che lui vuole sono i soldi, quei un poco meno di cinque milioni in euro che era l'accordo tra le parti sottoscritto per recuperare a un uso pubblico quel bene che è villa chiamata Palazzola. Li vuole e li pretende con diritto tanto da pensar di chieder l'aiuto di giustizia. Che abbia diritto nessuno lo contesta, che debba metterci ogni impegno per averli è un suo dovere, che ci abbia, sin oggi, proprio messo tutto l'impegno che forse era dovuto, mica tanto, che ora, fallito il tentativo conciliante, non vi sia altro strumento più adeguato che mettersi in una lite con l'Ente Regionale, questo non è vero, anzi vero semmai è proprio forse il contrario perchè lo strumento della lite tra Enti di governo è assai anomalo e certo poco rituale. Strumento vero sarebbe il negoziato, l'incontro tra le parti del “conflitto” , sedersi attorno al tavolo e trattare sino a trovar la soluzione. Ora che a Canio la diplomazia difetti questo è un fatto, che la sua capacità di ottener udienza a Palazzo Regionale sia a noi forse poco nota, anche questo è un altro fatto, ma a veder dal risultato non ci par che sia un'altra sua virtù. Rimane dunque per Canio soltanto la giustizia dove rimetter nelle mani la sorte di questa villa sventurata quasi non l'avesse, ahinoi, mai sin' ora conosciuta. Eccome la conobbe la giustizia, trascinando per decenni la vicenda di quel testamento di due righe che il Professor Alfonso Pini scrisse poco prima di lasciare questa vita. Non è bastato allora, dunque si comincia un'altra volta e noi si aspetta ancora.

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