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giovedì 5 settembre 2013

L'ALTRA CITTADINANZA



Oggi rompiamo un po’ la nostra linea editoriale e diamo spazio ad un commento che ci viene da chi non ha mai voce. Sono gli “utenti” di questa nostra cittadina, quelli che contribuiscono ad il suo PIL, quelli a cui però mai si chiede un lor giudizio od un commento su quello che hanno in testa di fare i detentori del governo. Se così però lo si facesse, si scoprirebbe forse, ma senza manco il forse, che sono questi  più dei residenti ed elettori che sembrano aver nel loro cuore la sorte ed il futuro cittadino. Bisognerebbe quindi a loro dare la cittadinanza d’elezione ed organizzare, solo per loro, una consultazione popolare, da cui Canio e il suo governo ne sarebbero dati per battuti 90 volte  a 100.
 

“Spero davvero (ed è l'ultima speranza) che l'esposto (al tribunale  amministrativo? non una normale procura?), abbia effetto e che qualche  cosa di meno peggio possa avvenire sul già martoriato lungo lago.  Certo che sotto l'ombrello di Dubai ci possiamo aspettare solo guai.
 Ci vorrebbe il coinvolgimento di qualcuno conosciuto a livello  nazionale, per portare tutte queste sciagurate decisioni alla ribalta di  qualche telegiornale insistente. Come a suo tempo è successo con  Monticiello in Toscana dopo la denuncia di vari personaggi noti come  Azor-Rosa. Portò al coinvolgimento dell'allora  ministro dei beni  culturali, Rutelli, che fece la sua parte e il cantiere di villette e  centro commerciale si dovette fermare ed è stato corretto per quello che  si poteva fare ancora di concerto con la regione Toscana.
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Al momento non so che tipo è l'attuale nostro ministro "dei Beni e delle  Attività culturali e del Turismo" (si chiama proprio cosi!), tale  Massimo Bray. Mi sembra si sia impegnato a fondo su Pompei... ma anche  noi abbiamo ruderi eccellenti? La val d'Orcia è "bene dell'Umanità" sotto la protezione dell'Unesco. Ma  noi lo vogliamo diventare...

 Verrò a Stresa per il W. end e spero di essere ancora in tempo per  firmare la petizione contro l'offshore, sapendo che si fa solo  testimonianza!!!
 La saluto e sempre la ringrazio per la sua costanza nel  cercare tutte le strade possibili per evitare il peggio.  Penso di vedere amici milanesi (da più di 30 anni con la casa a Stresa
 che adorano) per sensibilizzarli di più su questo tema. Questa è l'altra  “utenza” di Stresa che la sa apprezzare, ma………………………...
Spero che la sua salute sia pienamente ritornata e la saluto  cordialissimamente.”
GLI ZUCCONI

Così va avanti il nostro bel governo, porta al traguardo gli scafi dell’off shore e la “Zanetta” e poi, magari, gli prende anche la voglia di accelerare sul suo progetto della città che, per loro, è quella del futuro e che per noi è senza più il futuro. In tutto questo bel progetto che abbiano consenso è fuori dubbio, da qui poi a far l’equivalenza con anche un buon governo ne basta e avanza perchè, come si dice, la democrazia dei mali è solo la minore. Or dunque se il titolo di oggi è un po’ arrabbiato di ragioni ve ne sono anche di troppo, perché sarà pur vero che il governo procede col consenso, ma io il cervello all’ammasso non lo porto e un cagnolino che obbedisce e scodinzola al padrone non divento. Or dunque ancora va detto con chiarezza e con determinatezza che quanto ad agir con zucca e con sapienza io proprio non lo vedo né Canio, né il suo Vice delegato, né tantomeno il gruppo intero che, salve le assenze ricorrenti, si è stretto un’altra volta intorno al grande capo e ha riformulato la fedeltà col  giuramento al grido unito: “ O La Zanetta o morte ”.  I temi veri che girano  sto mondo e che traversano un pochino anche la terra bagnata da sto lago, non sono certo quelli che i signori del governo hanno dunque in loro testa. Seguono l’onda, van dietro il quotidiano, poi nel nostro caso prendono anche ordini e comandi da chi dell’economia locale ne han fatto un monopolio. Dunque scodinzolano felici quando questi signori li trovan per la strada e recan loro di un lieto evento la notizia, si uniscon invece a loro nell’apprensione e nel dolore quando dei lor progetti qualcosa inceppa e non va avanti. Altro che governar con un’idea propria e futura, fatta col confronto e con le idee migliori messe in campo, questi governano un luogo delicato e quasi sacro, come se diverso poi non fosse da una periferia qualunque cittadina. Questa cittadella andava presa in mano dolcemente, pensando di farvi un piccolo modello, non certo pensare di rovesciarci sopra altro cemento e poi, sino ad ora, fare però contento uno soltanto. Si son, bisognerebbe meglio dire si è, messo in testa qualche progetto di un ambizion sfrenata e senza senso, ha perso ogni misura delle cose, non ha nessuna memoria del passato, non ha neanche più un futuro. La Perla è stata  grande nel passato, bisognava allor recuperare nella modernità di oggi quel passato, metterci le cose che il tempo ha intanto perso, si pensi a quale sia anche il solo grado della manutenzione dei suoi beni, aggiungervi le cose e sono tante  che il tempo ora richiede, ricucire la trama di un equilibrio tra la natura e l’uomo, la terra, il lago e le sue isole, le  sponde, la collina ed il suo monte, l’architettura ed i suoi parchi. Tenere insieme dunque questo turismo che fa la sua fortuna, con la sua terra, senza la quale chi  perde è proprio l'economia del suo turismo.  Ricostruire i fasti coinvolgendo e convincendo che non c’è un progetto da copiare da Dubai, ma che c’è soltanto la Perla del passato da far rivivere ancora e sempre  nel futuro. Se poi la lobby che regge il monopolio non capiva, non ci stava, che lo sapesse chiaro a tutto tondo che non si facesse altri pensieri o altri  progetti, ma che facesse il posto ad altri, per favore.
 
Bagno penale
 

 


Così, anche se con qualche settimana di inizio un po’ in ritardo, la piscina al Lido di Carciano ha poi fatto il suo battesimo d’estate e adesso, se il tempo tiene, un po’ di giorni ancora e poi la vasca chiude per letargo. Tutti contenti dunque ? La gestione avrà fatto la prova dell’incasso e avrà capito se ha preso in carico un affare od un bidone; l’ambiente di sicuro, invece, di certo ha guadagnato perché dopo tre anni di cantiere, la spiaggia è ritornata praticata. Certo ci manca ormai per sempre l’ultima tratta di quella che nei primi 900 disegnava la passeggiata che andava dalla ex  villa Pozzani a fine lido. Un po’ solo di attenzione l’avrebbero salvata, invece non c’è stata. Contenti pure sembrano gli utenti che, almeno quando le giornate di sole e caldo lo permettono, “affollano” la vasca per il bagno ed il lastrico solare che sta attorno. Sembrano infatti, perché qui incominciano i guai ed i lamenti. Passi per l’acqua della vasca che si scalda solo con il sole, sarà anche a zero di consumo di energia, ma certo che già la stagione è corta, così diventa ancor più corta; sembra che, invece, qualche problema inizia quando si accede all’area di piscina o a quella della spiaggia. Solerti e attenti i tre bagnini son pronti a fischiar penality per un nulla, sino ad assegnar i calci di rigore nei casi più pesanti. Già perché le regole non solo sembrano severe, ma ancora più severi sembrano che siano gli ordini dati a che siano da tutti quanti rispettate. Ormai la casistica è varia e variopinta; portar un cagnolino con signora, ma proprio piccolino, sino in spiaggia, si conta sino a cinque con un bastone in mano e poi bisogna scappar fuori; se mentre sei che nuoti dentro la piscina ti fermi e appoggi i gomiti sul muro vista lago, c’è il fischio e stai ammonito;  se sei sulla piscina e scendi sulla spiaggia sei fottuto, nella piscina non puoi più ritornare se non paghi,  se paghi il giornaliero nella mattina ma poi lasci la tua sdraio e torni il pomeriggio ti costa un nuovo giornaliero, se fai un tuffo nel lago dalla sponda un'altra volta stai ammonito, se fumi all’aria aperta devi fumare al chiuso altrimenti c'è il fallo e l'espulsione, se………, finiamola qui adesso, come capite queste sono un po’ il campionario delle regole estive dettate in spiaggia ed in piscina, tanto da metterci un titolo nel post di oggi che lo dice. Sarà un eccesso insomma, sarà che bisognerà che la gestione si collaudi, sarà che prima o poi migliori, lo speriamo, comunque intanto anche sull’investimento previsto sopra il tetto marca male, nel senso che pare il progetto non abbia passato l’esame in commissione del paesaggio.

 

LE DUE QUASI GEMELLE


 



L’evento dell’off schore è stato ricco di emozioni, degno di nota, il giorno  sabato alle ore 19, l’abbraccio, suggellato da una targa, tra la Perla e l’Emirato. Il Vice delegato, ambasciatore nominato dal Palazzo nell’Emirato del Dubai, per l’occasione è stato incaricato di far anche da gran cerimoniere, scoprendo insieme alla Sua Altezza, il Principe di Dubai Hamdan Bin Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, anche poeta a tempo perso, un cippo che, nel ricordo dell’evento, suggella l’amicizia tra la cittadina distesa in riva al lago che ospita le gare e l’altra città più nota per esser sorta  sulle sabbie del deserto, innalzando al cielo i suoi palazzi ultra futuri. Quindi, se non è stato proprio un gemellaggio, soltanto forse poco ci è mancato e l’amicizia ormai è saldata, tanto che quella targa lì posata la ricorda e la suggella. Che casa poi metta in comune quella città fatta dal nulla in mezzo al nulla dove contare petrodollari, andar ad acquistar diamanti o cose un poco simili ed anche fare scalo sulle rotte tra continenti par che siano le attività maggiori e questa nostra cittadella, sorta che sono più di mille anni or sono, piccolo borgo ignoto, scoperto sulla rotta ottocentesca del gran tour, luogo che fu prescelto dell’anima di gente che vi approdò con le dimore ricche o che vi soggiornò facendoci la tappa di quel tour, non lo sappiamo proprio, come neppur pensiamo lo sappia il nostro ambasciatore, cerimoniere nell’occasion che è stata lo scoprir quel cippo posto a ricordo dell’off shore. Più quindi che alla storia ed al passato pensiamo si sia voluto guardare al futuro ormai radioso e che la cittadella guardi a Dubai come a un modello, mentre è pressoché impossibile pensare che sia essa modello per Dubai. L’arrivo in porto recente dello stralcio di  “ La Zanetta“, il riavvio prossimo futuro dell’altro pacco di variante nascosto sino ad ora nel cassetto, lascia pensare che  questo bel modello i nostri governanti illuminati abbiano in testa e niente, forse,  d’altro. Quel cippo inaugurato l’altro giorno, in fondo, ci fa pensare più a una prima pietra che suggella l’inizio del futuro di questo nuovo emirato disteso sulla sponda del lago subalpino coi petrodollari da utilizzar a costruir nuovi palazzi e nuovi torri, un’idea che già sta forse nei sogni di Canio e del suo Vice delegato; i nuovi emiri.   

LE RAGIONI DI MERITO                         









Un po’ perché la cronaca sta scarsa, un po’ perché l’approfondimento non è che poi guasta, ecco che stamane mettiamo un pezzo dell’altra lunga parte della relazione finale intorno alla ”Zanetta”. E’ l’inizio della parte anche un po’ tecnica, ma questa qui tocca ancora le cose che si dicono "di merito", le altre  parti, quelle che toccano i vizi del diritto: l'ipotesi penale e l'illegittimità degli atti,  per ora non ve la postiamo, sono infatti materie d'avvocati. Ne parleremo, se sarà il caso, soltanto un po’ più in là nel tempo e poi vedremo.
 

LE RAGIONI DI MERITO

 Lo stralcio, privilegiato tassello di un più ampio e devastante progetto urbanistico, mira a alterare  il territorio nelle sue parti pregiate, cioè quelle che erano il frutto ed il risultato della intervenuta modificazione,  storicamente sedimentata  e che, per effetto della qualità degli  interventi succedutisi dall’ottocento, ma anche prima, e poi sino ai primi del novecento, ha fatto si che si aggiungesse valore alla qualità ambientale e paesaggistica dei luoghi. Tale valore viene qualificato in termini di sistema dei parchi e delle ville storiche e tanto è il suo valore che, unitamente al quadro paesaggistico/ambientale d’insieme dell’area del golfo, entro cui si colloca, è stato oggetto di candidatura, ahinoi crediamo ormai perdente, per l’inserimento nell’elenco dei siti tutelati dall’UNESCO.
La variante, di cui lo stralcio ne costituisce una significativa anticipazione, interferisce, pesantemente, su questo quadro paesaggistico/architettonico/ambientale consolidato, alterandolo in maniera non  reversibile.
Assumendo come variabile indipendente lo stato di colpevole e procurato abbandono di alcuni significativi siti del sistema sopra descritto, la variante, mistificando i suoi reali intenti modifica, pesantemente, le possibilità legali ed effettive di trasformazione delle aree da essi occupate e dietro il velo mistificatorio appunto del recupero architettonico, mostra invece l’inserimento di pesanti nuovi volumi edilizi che, per le loro dimensioni, sia in termini di “sul”, che di “non sul” e quindi di conseguenti volumi geometrici effettivi, comporteranno, non certo, il recupero, in una nuova condividibile funzione ricettivo turistica di alta classe, di questo tassello del  sistema dei parchi e della ville storiche, ma la sua pressoché definitiva e irreversibile alterazione con accostamenti di stili, di scale edilizie e di soluzioni progettuali assolutamente inopportune, anzi e di più, anche  illegittime.
Una variante stralcio dunque che incide su caratteri identitari, universalmente riconosciuti del paesaggio, sottraendo ad una attenta gestione pubblica di governo un bene annoverabile tra i beni comuni, restituendolo invece e pienamente a quella che è la sua funzione, ci verrebbe dire, più banale, cioè al libero sfruttamento economico e di mercato.
Il massimo dei paradossi possibili si compie, l’esistenza del sovrapporsi sull’area di ben cinque vincoli di natura paesaggistica e culturale, diretti ed indiretti con le loro severe enunciazioni e richiami, non sono stati sufficienti per obbligare questa Assemblea  a compiere,  prima, una severa autocritica e poi a spostare la barra del timone verso un esito della variante rispettoso di quei vincoli. Quanto al comportamento di quei soggetti  esterni chiamati a vigilare su quei vincoli e sulle loro prescrizioni ed enunciazioni, questo è un altro capitolo non certamente terminato a cui ci dedicheremo anche dopo l’odierna chiusura di questa pagina.
Nessuna alternativa seria, condivisibile e compatibile con il quadro del sistema paesaggio descritto più sopra e con il quadro vincolistico richiamato, è stata messa in campo dall’Amministrazione, unicamente attenta al soddisfacimento completo ed assoluto della Committenza, così proseguendo un processo di irreversibile mutazione genetica dei luoghi che, paradossalmente per i suoi autori,  trascinerà l’economia turistica verso livelli di qualità inferiore e di numeri, insostenibili, maggiori. Altro che cittadina a 5 stelle capace di intercettare i nuovi flussi del turismo ricco delle economie emerse ed emergenti, ma caserme alberghiere pronte a proporre offerte a prezzi di saldo pur di colmare i vuoti lasciati da un turismo di pregio che si sposterà o andrà verso altre direzioni .
Il carattere identitario  di un  territorio  il cui  valore è riconosciuto anche oltre i suoi confini, colpevolmente lasciato alla libera disponibilità del suo debole governo locale, si perde anche e soprattutto per scelte come quella che viene compiuta in una serata distratta per la data in cui è collocata ed inopportuna per gli accadimenti nel frattempo intervenuti.
Non sono queste parole nuove, ma mi sembra che richiamarle ancora quando ormai la speranza è ultima e debole, possano ancora chiosare al meglio, queste considerazioni di merito: vi è un debito nei confronti non solo di una cittadinanza che vi ha votato, ma anche verso un’ utenza del territorio che privilegia questa cittadina  nelle sue scelte di soggiorno, di svago, di frequentazione, oserei dire di spesa. Senza di essa sarebbe un borgo quasi senza nome. Pensare che possiate fare tutto quello che una committenza ricca e senza concorrenza vuole, senza riguardo per alcuno, o meglio con solo un grande riguardo per quel qualcuno, è un atto di arroganza, contrario ad un diritto più universalmente, oggi, riconosciuto. Bisognava  quindi, di fronte ad una scelta così forte e, insisto irreversibile, guardare a valori più universalmente condivisi,  e questi valori oggi non si sposano con la prosecuzione dei sovvertimenti di una identità territoriale storicamente insediata e culturalmente riconosciuta, ma con quelli della sua conservazione e della sua valorizzazione, tutto il contrario dunque di ciò che questo Governo piccolo, debole, addirittura minuscolo ha compiuto e lascerà  in sua triste eredità.
































































































































































































































 



 


 

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


























 
 
 
 
 
 
 

 
 









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