Alle
18 prende il via, è rapido l'appello, minoranza sta coi ranghi pieni; a maggioranza
gli mancano sempre un po' gli stessi noti
nomi. Or dunque prende il via, subito c'è Vecchi che chiede per favore che
Canio metta in discussione anche l'interpello sull'impianto con la fune che par
sia andato perso. Qui Canio non fa storie, anzi si scusa della sua dimenticanza
e accoglie la richiesta. Comunque si inizia con l'ordine fissato nel testo a
noi notificato e subito l'oggetto riguarda estinguere la vita di, almeno, una
delle società che son partecipate. Questa non fa più nulla, salvo da anni chiudere
i bilanci sempre in rosso. Semmai si arriva tardi, come sempre, per far quello
che anche se la legge non ci fosse e non lo imponesse, buon senso e diligenza
l'avrebbero già fatto. Archiviato l'argomento, ce n'è un altro parallelo ed
anche in questo caso si approva di togliere il disturbo da un'altra società
partecipata e derivata dal ConServco. Sin qui le cose van quindi a tutti, o quasi,
bene. Si passa a un altro esame, è quello che riguarda le regole locali
dell'uso dell'imposta sul soggiorno. La maggioranza ha sempre fame dei suoi
soldi e allora vuole allungar la lista delle cose che con l'imposta prelevata
si possono anche fare. Ora la lista è così lunga che forse è meglio scrivere la
regola al contrario e dire quindi cosa non far con tale imposta. Comunque la
maggioranza vuol che le sue mani siano libere di fare, o meglio, di tentar di fare
e così, come è già noto, con quest'imposta si metterà una quota per rinnovar,
si spera, il noto impianto a fune. Così, tranquillamente, sono finite le
proposte sul piatto l'altra sera, rimangon
solo tre interpelli, dei quali il primo è quello che fu dimenticato ed
ora ripescato. Breve è l'introduzione ad esso del solito Piervalle; è vero che
qualcosa fu già detta, ma aggiornare
l'argomento non è male, anche perché l'accordo preannunciato : Comune Società
di Committenza Regionale, non è in aula. Sollecitato dunque, Canio risponde molto
mesto. Le cose, ragazzi, vanno male; i soldi promessi non ci stanno, gli
accordi politici son sempre disattesi, la dirigenza impera e non da spazio,
anche la somma già promessa comunque non sarà neppure quella; la prossima stagione
dell'estate andrà, di certo, persa; l'accordo di programma è stato, al momento, ritirato; forse a fine mese c'è da sperar in
un milione in euro, ma niente poi di più. Sta Canio anche incalzato sulla proprietà
di quell'impianto e a denti stretti, ammette che il problema esiste ancora,
altro che no. Dir che l'interpellante è soddisfatto, in questo caso, ci sembra
infierir su uno che è già morto, comunque diamo atto che, sta volta, le verità
Canio le ha dette e riferite in aula per benino. Arriva dunque l'interpello maledetto,quello intorno al noto porto. L'ho
raccontato a parte già sul post proprio di ieri, non par degno di nota
soffermarmi ancora su quell'agguato ordito in aula dalla nuova coppia di Canio con tal Fortis. Comunque il giorno
dopo lo stesso interpello è stato presentato un'altra volta, ma con richiesta
di dar risposta scritta, così Canio si accorge che è meglio dar risposta orale perché
verba volant e scripta manent. L'ultimo interpello riguarda la sentenza che
cassa l'esproprio tentato in vetta al Mottarone. E' andata male e Canio e il Generale
tentano di spiegar le cose senza che però ci par abbiano convinto. Notizia
quasi certa è che sarebbe deciso di continuar la lite avanti il Consiglio dello
Stato. Prognosi infausta caro Canio.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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