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martedì 12 novembre 2013

LA PRESSE: Cfr Stresa futura 2


 La cronaca 

12/11/2013
Da rudere a mega albergo senza il gusto. Ecco l’Italia rovinata dai privati con il concorso degli amministratori locali.  


REPORTAGE


 

Dopo cinque anni  di tentativi è diventata norma del Comune di Stresa l'assalto alle Ville d'epoca.  Il progetto del nuovo mega albergo inonderà con oltre 43.000 metri cubi un'area totalmente protetta e vincolata. La Soprintendente Papotti e il locale Sindaco Di Milia esultano.

Muoiono a Stresa le ville acquistate dagli oligopolisti alberghieri.
Il modello di Villa Elisa sarà esteso a tutta la costa della cittadina, già denominata la Perla ed oggi…… non più
.   

Il progetto si chiama « distruggi valore Paese-dimore storiche» e riguarda gli immobili ora di proprietà degli alberghieri della cittadina sul lago Maggiore: Ville d'epoca, dimore ottocentesche e parchi che ne costituivano il loro pregevole ornamento.
 Caratteristiche comuni: «grande pregio, localizzazione in tessuti storici e paesaggistici di qualità, mete turistiche e culturali affermate o potenziali».
L’obiettivo è quello o di abbatterle ed al loro posto erigere nuovi enormi edifici alberghieri o dove proprio non è possibile per la presenza di alcuni fastidiosi vincoli,  tenerle all'ombra di nuove cattedrali alberghiere da costruire nell'ambito delle loro pertinenze.
 Lo strumento utilizzato per arrivare a tanto è stato un' amministrazione cittadina prona ai desiderata degli alberghieri e  molto poco sensibile ad altre sollecitazioni, anzi infastidita da una opposizione tenace che pur si è battuta come un leone sui banchi del Consiglio Comunale. 

La novità, rispetto ai tanti proclami del passato, è che il progetto pilota, per ora,  è andato in porto. Si tratta dell'area denominata  villa Elisa. Dopo cinque anni di aspra contesa, i resti  ottocenteschi saranno sovrastati da un hotel con tante  stelle, ma più ancora con moltissimo volume per un' altezza di sette piani e circa 43.000 metri cubi . Il parco poi, per quasi la sua metà, sarà occupato da questa grande struttura edilizia e molto poco rimarrà della storia di quel luogo, anzi niente.

La distruzione dei beni storici si dice che costerà ad un privato locale una cifra oscillante, secondo le fonti  dai 20 ai 40 milioni di euro, ma cinque gli sono offerti dalla Stato Italiano a riconoscimento dei meriti  che con questa operazione potrà guadagnarsi.
 
Dire che la cittadina è divisa su questa vicenda non è corretto; i più  non parlano, l'opposizione, assolutamente minoritaria ha fatto, per vero,  la sua parte, mentre il Sindaco, un giovane avvocato del luogo, ne  va orgoglioso.
 
Ora però il piano entra nel vivo e la difficoltà è data dal fatto che sono in arrivo ricorsi che potrebbero fermare il progetto. Lo stesso  Marco Parini, presidente di Italia Nostra ha firmato la delega per la presentazione del ricorso davanti al TAR del Piemonte  che ne dovrà quindi discutere e decidere.  
 
 Per finire occorre dire che nell'operazione appena da poco ultimata sono state coinvolte tutte le autorità che hanno giurisdizione nella gestione del territorio e tutte,  tranne forse una, si sono mostrate ben felici di favorire questa operazione immobiliare, agevolando in tutti i modi la trasformazione del  piano regolatore comunale.

 

 


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