Se apriamo il codice penale, gli articoli che sono il
sette e l'otto trattano di questo oggetto che abbiamo messo nel titolo del post
che ci tocca fare oggi. Quello che dice il codice in proposito è, in fondo, molto
poco; non so se poi sia molto chiaro; comunque, data una letta, vediamo che è da considerasi delitto anche
politico quello che è comune, ma che è determinato,
in tutto o in parte, da motivi che son quelli politici. Orbene a me che son colpito
dagli strali di Canio e di suoi, presumo, amici (cfr. querela Zanetta ), mi
sono dunque chiesto se non è per caso vero che per sto delitto di lesa sua
maestà a mezzo questo blog sia da attribuire anche la qualifica politica.
C'è il rischio insomma che venga inteso come fosse un'aggravante, che venga accreditata
all'accusato la tendenza a minare il fondamento dello Stato, quella di colpir
per sovvertir l'ordine che è qui costituito e che oggi Canio mentre governa e
impera, incarna. Dunque le cose stanno
spesse; c'è forse stato in atto un tentativo di defenestrar per via della giustizia
il caro Canio dal suo scanno e ora si assiste, per inverso, a che è il nostro
caro Canio stesso che tenta di defenestrar, con ugual mano, l'accusator che vorrebbe fosse trasformato in imputato. Detta così è in corso una guerra estrema di potere,
dove le parti usano dei mezzi che sono opposti, ma anche uguali per farsi fuori
o meglio tentar di farsi fuori l'un l'altro. In questo putiferio si mette dunque
di mezzo la giustizia, quella con la bilancia in mano che pesa i torti e le
ragioni e poi scrive il suo verdetto e così sia. Se questo è lo scenario
che, con molta fantasia, vi abbiamo disegnato, la verità per vero non pare dover
essere così estrema. Ci stanno, questo è vero, due parti che par poco o proprio
nulla abbiano in comune e che, ma questo è forse il punto, anche se legittimamente si tirano cazzotti in aula
Consiliare, l'una sta poi sul pezzo e
mai poi molla senza curarsi di se stessa; l'altra si cura forse un po' troppo di
se stessa, di poter insomma fare o mai più fare un poco di carriera e cerca di
salvar la sua reputazione di amministratore non proprio gran brillante,
sparando un po' anche a caso, querele a destra e manca. In questo gazzabuglio
ci mette la mano, abbiamo detto, la giustizia, tirata per la giacca da tutte
due le parti contendenti; l'una a reclamar, a buon diritto, contro lo straccio
delle regole fatte con lo stralcio e l'altra a piagnucolar come un bambino, sta
volta, anche un po' molto cattivo. Quindi vedremo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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