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mercoledì 20 novembre 2013

DELITTO POLITICO


Se apriamo il codice penale, gli articoli che sono il sette e l'otto trattano di questo oggetto che abbiamo messo nel titolo del post che ci tocca fare oggi. Quello che dice il codice in proposito è, in fondo, molto poco; non so se poi sia molto chiaro; comunque, data una letta,   vediamo che è da considerasi delitto anche politico  quello che è comune, ma che è determinato, in tutto o in parte, da motivi che son quelli politici. Orbene a me che son colpito dagli strali di Canio e di suoi, presumo, amici (cfr. querela Zanetta ), mi sono dunque chiesto se non è per caso vero che per sto delitto di lesa sua maestà a mezzo questo blog sia da attribuire anche la qualifica politica. C'è il rischio insomma che venga inteso come fosse un'aggravante, che venga accreditata all'accusato la tendenza a minare il fondamento dello Stato, quella di colpir per sovvertir l'ordine che è qui costituito e che oggi Canio mentre governa e impera, incarna.  Dunque le cose stanno spesse; c'è forse stato in atto un tentativo di defenestrar per via della giustizia il caro Canio dal suo scanno e ora si assiste, per inverso, a che è il nostro caro Canio stesso che tenta di defenestrar, con ugual mano, l'accusator che vorrebbe fosse trasformato in imputato. Detta così è in corso una guerra estrema di potere, dove le parti usano dei mezzi che sono opposti, ma anche uguali per farsi fuori o meglio tentar di farsi fuori l'un l'altro. In questo putiferio si mette dunque di mezzo la giustizia, quella con la bilancia in mano che pesa i torti e le ragioni e poi scrive il suo verdetto e così sia. Se questo è lo scenario che, con molta fantasia, vi abbiamo disegnato, la verità per vero non pare dover essere così estrema. Ci stanno, questo è vero, due parti che par poco o proprio nulla abbiano in comune e che, ma questo è forse il punto, anche se  legittimamente si tirano cazzotti in aula Consiliare, l'una  sta poi sul pezzo e mai poi molla senza curarsi di se stessa; l'altra si cura forse un po' troppo di se stessa, di poter insomma fare o mai più fare un poco di carriera e cerca di salvar la sua reputazione di amministratore non proprio gran brillante, sparando un po' anche a caso, querele a destra e manca. In questo gazzabuglio ci mette la mano, abbiamo detto, la giustizia, tirata per la giacca da tutte due le parti contendenti; l'una a reclamar, a buon diritto, contro lo straccio delle regole fatte con lo stralcio e l'altra a piagnucolar come un bambino, sta volta, anche un po' molto cattivo. Quindi vedremo.

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