Lungolago di Stresa: a rischio il
paesaggio del Lago Maggiore e le sue ville storiche
Si
tratta di una richiesta – di cui è promotrice Italia Nostra – al Ministero dei
Beni Culturali, affinché una tratta della costa del lago Maggiore in Comune di
Stresa, venga sottoposta al regime del vincolo indiretto previsto dall’articolo
45 del Codice dei beni culturali.
Scopo della richiesta è quello di evitare
che avventati progetti urbanistici che il Comune ha, purtroppo, in animo di
approvare, portino a sconvolgere uno dei tratti più caratterizzanti un
pregevole esempio di unità di paesaggio, testimonianza dell’insediamento, sulla
costa del lago Maggiore e nel IXX secolo, delle ville signorili con i loro
grandi parchi.
La presenza in questo compendio di Villa La
Palazzola, di proprietà pubblica, già dichiarata bene culturale, è motivo per
chiedere che attorno ad essa si realizzi, attraverso il vincolo da porsi con
l’articolo 45 del Codice, un’ adeguata cornice di tutela atta a garantirne la
sua completa integrità entro un contesto unico e irripetibile che si affaccia
sul golfo delle isole Borromeo.
Sul
Lungolago di Stresa, zona sensibilissima sotto il profilo della tutela del paesaggio
si alternano belle ville con i loro giardini e due splendidi alberghi ottocenteschi:
l’hotel “Regina” e il “Grand hotel Des Iles
Borromées” (quest’ultimo recentemente alterato da un nuovo inguardabile portale
di accesso), pure loro circondati da giardini tenuti magnificamente. Poi ci sono anche, purtroppo, alberghi
“casermoni” costruiti negli anni 60,
l’“Astoria” e il “Palma” che sono un affronto per il paesaggio circostante.
Nel
tratto di costa più incontaminato, quello prospiciente i giardini dell’Isola Bella
non interessato dalla strada litoranea, si alternano ville e parchi. Due di esse, in particole rivestono un’assoluta
rilevanza: Villa la
Palazzola, bene monumentale, dimora ottocentesca con
annesso ampio parco di circa 15.000 mq., da un paio di decenni di proprietà
pubblica, sempre in attesa di finanziamenti per il suo restauro e per una
destinazione a contenitore di mostre ed esposizioni; l’altro, limitrofo al
primo di circa 12.500 mq., è
Villa Castelli, dimora del primo novecento, ora di
proprietà di alberghieri locali, lasciato in assoluto degrado in attesa che le
norme di un piano regolatore più permissivo e, attualmente, in gestazione ne
consentano lo sfruttamento intensivo con l’inserimento di alcune decine di
miglia di nuovi metri cubi a destinazione turistico alberghiera.
Villa
Palazzola e Villa Castelli, residenze private sino alla metà degli anni 70 del
secolo scorso, erano quindi, sia per
l’omogeneità del contesto in cui giacevano, sia per l’invidiabile posizione in
cui erano collocate, sia per la cura con cui i parchi e le ville erano tenuti,
un invidiabile intatto esempio di quelle unità di paesaggio dei parchi e delle
ville della fascia costiera nord del Lago Maggiore, testimonianza storica, non ancora compromessa,
delle trasformazioni cui la costa del lago è stata soggetta con l’insediamento, durante prevalentemente il IXX
secolo, di grandi dimore signorili.
Pur
essendo tutta la fascia costiera del Comune di Stresa interessata dal vincolo
paesaggistico posto nel 1953, la dichiarazione d’interesse culturale, già
intervenuta nel corso dell’anno 2006 nei confronti di Villa “La Palazzola”,
richiede che il processo vincolistico si completi attraverso una adeguata,
coerente e necessaria individuazione di un ambito di tutela indiretta (ex articolo 45 del Codice dei beni culturali) che, con i
suoi precetti immediatamente operativi, valga a scongiurare l’irrimediabile
perdita di un’unità paesaggistica non sostituibile (perdita niente affatto da
escludersi, considerati gli scriteriati intenti delle amministrazioni pubbliche
locali).
Il
vincolo indiretto, previsto dal Codice, è in questo caso lo strumento
funzionale a evitare che sia messa in pericolo l’integrità del bene principale
culturale vincolato, ne sia danneggiata la prospettiva, la
visione che si gode dal lago, ne siano alterate le condizioni di ambiente e di
decoro anche attraverso un’adeguata azione di sollecitazione nei confronti
delle proprietà inadempienti limitrofe.
Non
tanto si tratta, quindi, di accertare l’esistenza di un pregio paesaggistico
che, nel caso, anche c’è, ma si chiede che venga posta un’adeguata cornice di sicurezza
e di protezione a servizio di Villa “La Palazzola” dichiarata, quella sì per le
sue intrinseche caratteristiche, bene culturale.
Tale cornice, sempre ad avviso dei promotori
la petizione, non può che essere individuata, per intero, dentro i confini di
un compendio unitario indicato nella residua parte del parco della stessa Villa
“La Palazzola” ora da essa separata per vicende successorie, nell’intero parco
di Villa “Castelli”, nella porzione di area a residenza condominiale interposta
tra le aree delle due ville, necessariamente, nella porzione di terra demaniale
compresa tra i confini dei parchi e il lago stesso e si aggiunge, per
organicità e al fine di offrire più ampia e tutela al bene, che siano
individuate, quale oggetto di vincolo indiretto, anche tutte le restanti aree
comprese tra la Strada Statale n. 33 del Sempione e Villa Palazzola, così da
disegnare un ambito più vasto, per lo più occupato da ville e villini con
annesse aree a verde privato di diversa ampiezza.
In tal modo “Villa la Palazzola” risulterebbe
racchiusa entro un’ ampia cornice di tutela compresa tra il lago, la Strada
Statale di cui si è fatto cenno e il corso terminale del torrente Roddo che ne
preserverebbe la futura integrità.