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martedì 30 giugno 2015

GABBIOLA : IL MISTERO






Una domanda transitò durante la seduta inaugurale del mandato, ma nell'euforia della serata non si colse la risposta, o meglio non si colse che la risposta dal Borgomastro non fu, neppure, data. Eppure era stato lo stesso Borgomastro che aveva sollevato la questione, dicendo con chiarezza che la Gabbiola risultava esser stata vincolata, per cui non si toccava, ma (nostra aggiunta) ormai crollava. Richiesto, ordunque, di precisare con quale atto fosse mai stato posto il vincolo citato, il Borgomastro sorvolava. Distrazion non fu mai così opportuna perché quella risposta neppure poteva essere data. La verità sta infatti che non esiste agli atti il vincolo citato. Sta storia del vincolo sul capannon della Gabbiola non è nuova; raccontato anche da Canio, ripreso dalla Stampa è una gran balla. Qua non vogliamo certo dire che il Borgomastro ha detto il falso, ma che soltanto non l'ha verificato e che pure lui ha creduto a questa storia che gira in giro e serve a giustificar l'inerzia sulla cosa e sul degrado che tutti ci vergogna. Proprio in sti giorni qui potete voi verificare il testo scritto a pagina 365 del nuovo PPR, nel documento elenco dei beni del paesaggio tutelati; ebbene a quella pagina sta scritto, anzi sta prescritto che negli ambiti dismessi non vengono più ammesse destinazioni produttive, commerciali e artigianali, ma quanto al resto sì, seppur con prescrizioni. Se poi scorrete il sito della Sovrintendenza ai beni culturali del Piemonte, troverete alla pagina di Stresa l'elenco dei beni, a tale scopo, tutelati e lì la Gabbiola manco c'è. Non è informato bene dunque il nostro nuovo Borgomastro; ha preso, per buone, da Canio le consegne e ora non si sforza di farci anche un' esame e una verifica opportuna. Quanto poi a eventuali idee balzane che girino nella mente della nota ormai Soprintendente, la Papotti, a queste essa non è nuova avendo curato, più volte, di persona la nota variante andata sotto esame lo scorso 24, poi vedremo. Idee balzane dicevamo, avendo la stessa, con questa nuova stesura del PPR eliminato il vincolo a edificare che c'era nel parco del pur noto Grand Hotel. Ritocchi e ritocchini che non mancano, altroché, e che aggiustano le cose anche ai più noti. Comunque, per ora, ne stiamo certi che il vincolo sulla Gabbiola manco c'é.

 

lunedì 29 giugno 2015

SALA PROVE






Insomma, parte scarso e un po' in ritardo sto nuovo governo che nel giorno del suo debutto sostanziale, tra atti di dubbi serietà e atti segretati oltre il dovuto, dimostra che, nonostante di novità non ha proprio quasi nulla, incespica pur anche come se fosse il primo giorno. Si muove come sempre il Ministro promosso d'ufficio alle finanze; si gonfia ancor di più l'avanzo di bilancio, una montagna di soldi ancor tutti non spesi, ma finito di leggere il "pizzino" si perde nelle cifre e nel solito silenzio misterioso. Ci prova comunque sto Governo ad avviar davvero la vasca da bagno raffreddato. Lo fa sbagliando il tiro, il modo e il contenuto. Dimostra pochezza di idee e di soluzioni di fronte a una questione che Canio gli ha lasciato iscritta nel passivo ereditario, mostrando così il fianco al facile attacco congiunto e coordinato dell'ala consiliare che gli è avversa. Sarebbe bastato iscrivere la cosa, un po' ridimensionata, nell'ambito di un accordo transattivo tra le parti. Ognuna per se stessa riconosceva i ritardi e le sue colpe, così che qualcosa concedeva e qualcosa si prendeva. Nel caso sto Palazzo pretendeva e si prendeva i canoni dovuti e poi pure pretendeva la firma del contratto; quell'altra, invece, metteva la firma sul contratto, pagava i canoni dovuti e portava a casa la garanzia dell'Ente che manco era prevista. Ma qual' è questo contratto? Nessuno forse ancor lo sa; girato e rigirato tante volte a gara già conclusa, ha accesso aspettative e nuove e diverse prospettive, per cui passato che pur ne è stato assai di tempo, nessuno è in grado di dirlo e di affermarlo e questo Consiglio ora è il garante di una cosa di cui neppure sa che cosa manco sia. Comunque sta volta è stato il Professore, il nuovo delegato, il fautore dell'accordo scriteriato. Pazienza, non è nuovo a svender gli interessi di Palazzo e il caso Palese lo ricorda, seppur lui ne abbia perso, per forza, la memoria. Pazienza dunque e un'altra volta, perché anche sta volta non è detta che la cosa sia conclusa. Da ultimo s'inaugura la moda di dirsi le cose a porte chiuse. Passi per il tema delicato, ma poi non tanto, della Comandante del Corpo ormai disfatto, ma che pur stessero chiuse le porte a un interpello avente per oggetto lo stato di dissesto lungo il lago, la cosa non esiste se non nella mente ancor non collaudata del nuovo, recente, Borgomastro.

 

sabato 27 giugno 2015

L'ESORDIO










Esordisce ma certo non convince, così è andato e si è risolto il primo battesimo di fuoco del prossimo quinquennio ora avviato. All'ora e luogo un poco insoliti perché la sala inaugurata alla scadenza elettorale è sempre chiusa e col pubblico affollato in mezzo alle vetrine con dentro i mezzi busti, il nuovo Borgomastro taglia il nastro e gli da il via. E' però al nuovo ministro alle risorse, Sala Valeria, che spetta illustrar la prima mossa. Legge con piglio e tono consumato il "pizzino" che le è stato preparato; racconta perché e percome occorre colmare un buco che si è aperto di sol 50.000 euro dentro un bilancio che chiude l'anno già trascorso con un avanzo che va ben oltre i duemilioni e 700 mila euro. L'effetto che sembra un paradosso, sta nelle nuove regole di gioco, entrate in vigore il primo dell'anno di quest'anno. Impongono, peraltro, che venga stanziata una risorsa a garanzia dei crediti pendenti. Sta storia dei crediti pendenti innesca la reazione del "vecchio" Comandante che contesta l'assenza della lista dei morosi inadempienti. L'esistenza di sta lista comunque rimane un po' un mistero; silenzio dai banchi del governo; inutile il Ministro ricerca una risposta nel " pizzino", neppure la presenza dell'Ufficio la rincuora, ormai ha finito la lezione che le era stata preparata e dunque…, e dunque risponde ora Bottini incolpando di tutto l'Equitalia. Si cambia l'argomento e viene il bello; il governo, riferisce il Professore, vuol chiudere una buca alla piscina. A fronte, pertanto, di un progetto che è stato già approvato e che mette 300 e più mila di euro per aprire la sala dell'esercizio di bar e ristorante e la collega con la vasca, il governo, dicevamo, propone di garantir lui stesso una parte del mutuo in accensione. L'invito è quello a nozze così che si dice esser stupita Severino. Senza contratto in mano, senza pagar pigione, senza saper se manterrà mai gli impegni presi, ora si assiste a che il Palazzo apre alle richieste fatte e manco chiede che sia messa la firma e sia pagato il debito pregresso. Contro buon senso e logica si opera, mentre la vasca appare sempre più essere un costo e non una risorsa. Le va subito appresso il Comandante che solleva la question di sto contratto che manco è poi stato firmato, che mai e poi mai c'era nel bando la promessa di conceder garanzia fidejussoria per le spese e che mai e poi mai sono le spese, ora previste, quelle che per legge sarebbe possibile garantire. Una somma dunque lunga e quasi infinita di un operar contro la legge, contro il buon senso e contro la ragione. Farfuglia qualche cosa il Professore; lo si capisce bene che questo è un tentativo estremo per evitar che tutto quanto affonda e quindi anche tirar la corda vale la pena. Poi viene il voto che, come sempre, invece, non da pena. Si cambia l'argomento; spetta al Vice Delegato presentar la cosa che riguarda, sta volta, chiudere un buco negli uffici e non nei conti: una convenzione a termine, da qui a fine dell'anno per poter mettere un Capo all'edilizia e all'urbanistica che sarà presto vacante. La cosa innesca una polemica già attesa, perché c'è il terzo incomodo di mezzo, il vecchio Capo, quello che par or lo sia azzoppato o meglio spodestato o meglio smansionato. Tenta di tirar la cosa in ballo il Comandante, ma un po' viene stoppato e il Vice Delegato, il buon caro Falciola, si mostra, di colpo, innervosito se non proprio infastidito. L'assenza improvvisa di quel che fu già il capo, l'Alcade col voto spodestato, dimostra quanta fragilità stia negli uomini e donne dell'ultimo governo. Bottini, il Borgomastro, sarà anche un buon povero cristo ma certo non copre i vuoti e le carenze dei ministri. Comunque si va, di nuovo, al voto e aggiusta tutto. Ci mancano ora gli interpelli; il primo riguarda una persona, la Comandante in carica del Corpo, per cui si chiudono le porte al pubblico presente; il secondo riguarda lo stato del dissesto presente al lungo lago, riguarda una cosa, ma per qualche mistero non chiarito le porte rimarranno poi chiuse all'infinito.

venerdì 26 giugno 2015

ESORDIENTI




Va dunque in onda domani la piscina, ci va di buon mattino dopo che, per mesi, nonostante le minoranze tutte lo chiedessero, Canio manco di risponder si sognava. Non è che adesso al Borgomastro gli sia venuta voglia di dare una risposta, semplicemente, nel tentativo di tenere a galla la baracca, ci mette ancor na qualche pezza, ossia si fa garante del debito che il gestore ora si assumerebbe, " deciso" ad investire. A leggere la Stampa, stamattina, non sappiamo però quanto sia informata, non sembra che sti soldi abbiano ad andare a far ciò che era previsto, ma ormai si è ben capito che il contratto è stato più volte girato e rigirato, per cui o prendere o lasciare sembra il destino della vasca più inutile del mondo. Di certo gli ultimi soldi che sono stati spesi, ossia quei 22.000 euro di cui sempre la Stampa ci parla stamattina, non servono, come invece erroneamente pure scrive, a scaldare le acque della vasca, ma solo a ripristinare le pompe del ricambio, andate a mollo al tempo della piena. Soltanto il sole è quello che le scalda, quindi se c'è va bene e se non c'è deve andar lo stesso bene. Vedremo comunque ciò che dirà sul tema il nostro nuovo Borgomastro o se sarà avaro di raccontar pur lui le tante malefatte sulla vicenda intorno a cui stese il segreto ed il silenzio l'Alcade spodestato. Altra question degna di nota sarà domani, assistere all'esordio del titolare il ministero del bilancio. Già delegata alle risorse, usava legger dei "pizzini" ogni qualvolta era chiamata a dar qualche risposta e se perdeva il segno era finita. Già domattina è impegnativa perché va in onda il nuovo ordinamento di finanza che ha provocato un piccolo dissesto nei conti di Palazzo; ci sembra comunque poca cosa e crediamo che leggendo un paio di " pizzini" anche sta volta se la possa cavar senza fiatar.

giovedì 25 giugno 2015

100.000





Non è un record, almen lo fosse, comunque è già un primo traguardo; 100.000 è il numero che ieri è stato valicato. Sono i numeri di accessi dalla rete a questo blog dal giorno del dicembre dell'anno 2000 era 10 da cui si è messo a funzionare e, per quanto gli è possibile, anche ad informare. Dotato di un linguaggio tutto suo, trova amanti e detrattori; comunque regge, un po' si perfeziona, un po' ci si affeziona, un po' lo si abbandona; è il suo destino. Di post ne ha messi in rete un numero discreto, sto termine non è che renda molto bene, comunque son circa 1000 e 100 e anche poi 90, con questo di oggi 91. Sono quasi tutti il frutto di un pensiero che è sempre un poco birichino e che qual suo oggetto preferito sembra che abbia le stanze di Palazzo e l'inquilino. Or di recente è cambiato l'inquilino, col vecchio i rapporti erano pessimi. Chiamato più volte da Canio e da un sodale davanti alla giustizia per lesa sua maestà, due volte su quattro l'autore di sto blog ne è uscito indenne. Ora ne mancano, quindi, ancora di volte solo due, ma per vero non è solo, ma in buona compagnia, comunque lui ci spera. Salato è stato comunque il conto pagato alla difesa e questo avrà fatto godere da matto il vecchio inquilino del Palazzo che, pure, credo ci ha invece guadagnato. Col nuovo inquilino non sappiamo, per ora sono in corso alcune prove, ma è troppo presto, occorre dargli tempo di prendere possesso e poi vedremo. Andrà avanti sto sforzo editoriale che già ha provocato un recente disastro elettorale ? Ci proviamo sin tanto che non verrà meno il gusto allo scriver ogni giorno un ingarbuglio, sin tanto che qualcuno dalla rete clicca lì, facendo cambiar al contatore quel numero che segna la vita di sto blog nei suoi 30 ultimi giorni.



  

mercoledì 24 giugno 2015

BATTESIMO DEL FUOCO

 



IL BORGOMASTRO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267; Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;

DISPONE di convocare il consiglio comunale In sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno Sabato 27 giugno 2015 - ore 10.00 presso Palazzo Municipale - Sala Canonica
e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno di Sabato 27 giugno 2015 - ore 11.00 presso Palazzo Municipale - Sala Canonica
Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Seduta pubblica.
1. Definizione modalità di ripiano disavanzo di amministrazione esercizio finanziario 2014 determinato a seguito riaccertamento straordinario residui attivi e passivi ex-art. 3 comma 7 D. Lgs. 118/2011.
2. Concessione compendio immobiliare lido di Carciano ed annessa piscina. Prestazione fidejussione del Comune di Stresa a garanzia di mutuo tra la soc. Sport Service S.r.l. ed istituto di credito.
3. Convenzione con l' Unione dei Comuni del Vergante per l' utilizzo congiunto della funzionaria geom. Marina Rizzato, Responsabile del Settore LL.PP. dell' Unione - periodo 1.7.2015/31.12.2015.
4. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interpellanza in relazione alla Comandante della Polizia Locale (prot. N. 8103 del 15.06.2015).
5. Gruppo Consiliare Uniti per Stresa - Interpellanza in relazione ad interventi di riparazione tratto passeggiata antistante il Grand Hotel des Iles Borromées (prot. N. 8378 del 19.06.2015)



CAVALIER BOTTINI

martedì 23 giugno 2015

IL BORGOMASTRO






Il bastone o la carota, l'elogio o la condanna, il premio od un cazzotto; con questa politica chiamata dei due forni si vuole impostare l'attenzione con cui osservare l'operato del nuovo Borgomastro. Ora dire che le attese sono tante, forse è un poco esagerare; le attese non son tante, sarebbero più alte se fosse veramente nuovo il Borgomastro e non, invece, mica poco riciclato. Comunque l'han voluto, o almeno non scartato, e adesso ci tocca anche tenerlo e, dunque, anche osservarlo. Di buono c'è che non c'è Canio, di questo non certo ringraziamo l'elettore, ma solo un buon legislatore che mise, almeno, un veto all'elezione del noto dittatore diversamente, stiamo certi, l'avremmo ancor tra i piedi a fare nuovi guai. Ora il problema dunque è di vedere se il "nuovo" Borgomastro ripara i tanti guai lasciati dall'Alcade o se, invece, ne fa altri e nuovi ancor di guai. Nessuno, per ora, osa scommettere; il "nuovo" è appena salito sulla sella; di atti importanti non par che ne abbia ancor già fatti, se mai si senta solido o traballi è ancor tutto un problema, per ora si attende un suo segnale, un moto di governo, un pronunciar qualcosa che non sia soltanto la lista di spesa magari anche mal fatta. Comunque lo attendiamo, prima o poi qualcosa pur vedremo e capiremo. Ieri ci ha detto di esser già incazzato per quanto abbiamo raccontato; speriamo non faccia come Canio che usava le querele come un'arma; lui, il nuovo Borgomastro si era sempre dissociato e adesso faccia il bravo e lo dimostri.








lunedì 22 giugno 2015

20 20







2020 non demorde; superato lo shoc elettorale si appresta a nuova vita. Fonderà, da qui a non molto, una libera riunione di persone con lo scopo dichiarato e professato di rompere le scatole al Palazzo un po' su tutto. Partecipazione attiva alla vita sociale, amministrativa e culturale di città, sembra così che in sintesi si possa definire il proprio scopo. Croce e delizia dunque si annuncia al Cavaliere che dolente o meno dovrà prestar ascolto alla sua voce che, forte delle norme che lo Statuto cittadino pur contiene, avrà tanti diritti e facoltà da equiparasi quasi a un gruppo consiliare. Battuta nelle urne per sol 11 voti, darà pertanto voce a quel quarto di mille di elettori che hanno dato ad essa la fiducia ed agirà per conto e invece loro. Croce e delizia dunque. si diceva, si annuncia sta mani al Cavalier che par sia uscito già provato dalle prime schermaglie di Palazzo. Croce per quanto di male vorrà fare, delizie per quanto di bene potrà fare. Insomma, si annuncia una presenza fastidiosa ed insidiosa per certe pratiche bizzarre e controverse; invece si annuncia una presenza anche gradita per quanto di bei consigli e buone pratiche pur anche potrà dare. Il nuovo Borgomastro, che è uomo di mondo e che è furbo ed avveduto lo capisce; gli serve aver qualcuno esterno che lo freni e che un poco anche lo guidi; avvezzo ai chiusi ambienti del Palazzo, ne diffida; dei quattro poi che formano il governo, ad essere sinceri e generosi, ne conta uno e forse manco un altro mezzo; gli serve pertanto leggere un commento tutti i giorni, gli illustra la giornata, gli apre un poco gli occhi, lo mette sull'attenti ed anche se ironico e un poco irriguardoso, poco male, anzi gli vien anche da dire" meno male".


venerdì 19 giugno 2015

MI PIACE







Ok; il Borgomastro ha preso nota e si è attivato. Si è accorto dunque, leggendo queste note, del lapsus che Canio aveva pur commesso. La fretta elettorale e la saccenza avevano prodotto un altro guaio, il vecchio Alcade approvando, con furia e con ardore, il nuovo bando per l'impianto che sale dalla costa sino in vetta, aveva poi pure scordato l'esistenza di chi, da sempre, vi lavora. Ne prende atto ora Bottini, lanciando una Madonna a quel suo vecchio capo, ma poi subito dopo si mette già al lavoro per porre un buon rimedio a questo guaio. Vedremo dunque, a breve, il risultato sul quale torneremo a commentare. La cosa dunque ci va bene, almeno speriamo che andrà bene, ma già che siamo in campo lo diciamo; quel bando ha tempi troppo brevi e, forse, è poco noto. Non son due mesi più o due mesi meno che, ormai, sono importanti a che l'impianto inizi ancor anche a girare, ma importante è che qualcuno comprenda la valenza di un'offerta che, col nuovo bando, va ben oltre il cambio di pulegge, di funi o di ingranaggi. Perché quello che il bando ora richiede, necessita di tempo per pensare e valutare, di tempo per anche progettare, di tempo per cercare accordi, finanza ed alleanze. E' interessante; in fondo questo bando non lo dice, ma un po' pur recepisce qualcuno di quegli imput che pur demmo in sede di Consiglio e quindi.., e quindi l'occasione deve essere giocata e se il tempo dato è corto lo si allunghi, se l'informazione è scarsa si diffonda. Di spazio ce n'è molto, non va chiuso; la fretta e le elezioni già fecero gli errori, ora occorre andare cauti, Bottini, il Borgomastro, vada cauto, calma e gesso e si consulti; se questo lo diciamo e perché qualcosa ne sappiamo. Lui, intanto, legga sempre il nostro mattinale o come oggi l'edizione un po' serale.

giovedì 18 giugno 2015

DISCONTINUITA' DUE










Discontinuità del Borgomastro dall'epoca che, sino a ieri, era di Canio; discontinuità del Borgomastro da ciò che lui stesso è stato sino a ieri. Si sale dunque nella posta che da noi viene richiesta; se infatti l'attività del Vice Delegato era velata e sempre anche protetta da quello scudo prepotente che era l'Alcade, da oggi il Cavalier è esposto in prima fila e a lui e non ad altri che spetta e spetterà pararsi dagli attacchi, per cui è meglio che si scordi le pratiche bizzarre a cui da sempre è stato avvezzo. Non siamo verginelli, non siam neppur del tutto ingenui, ma siamo vaccinati e siam disincantati. Se un uomo sta dentro la stanza dei bottoni e Bottini è dentro da decenni, non sta senza creare una rete di amicizie clientelari. Volete degli esempi: chiedete un po' a Bottini com'è che ha sistemato la gara del Bar del Bolongaro; chiedete un po' a Bottini com'è che ha sistemato le tante gare per far concorrere le mogli di mariti condannati; chiedete un po' a Bottini perché solo alla vigilia elettorale è andato in porto il bando per la Cascinetta di Carciano, ma un altro in porto non è andato; chiedete un po' a Bottini com'è che è, da sempre, la gestione di spazi ai pubblici esercizi; chiedete un po' a Bottini perché qualcuno che mica è poveretto non paga i beni demaniali tenuti in concessione. In fondo era Bottini il Delegato al patrimonio e alla polizia, quella locale. Insomma, il buon Bottini, si è creato una rete di amicizie che funziona e che alle scadenze del voto e dei rinnovi si risveglia. Una piccola macchina da guerra che, insieme al suo girar per bettole e osterie, ne ha fatto una pedina, da tutti riverita, del gioco politico locale e di quello elettorale. Funziona da sempre il suo sistema; funziona nei tempi fortunati, com'erano i passati e funziona nei tempi più recenti e meno fortunati. Finito però sul seggiolone, il vento ora è girato; Bottini adesso è solo, non ha nessuno schermo, la squadra di governo, diciamolo davvero, non esiste, è lui che siede in prima fila, è lui che, da solo, ci mette la faccia e la sua firma. L'avvertimento, però, ora gli è dato; gli viene da uno che non sta nel suo circolo del voto programmato, ma semmai del voto a lui negato. Sappiamo che stamani ora ci legge; sta volta l'invito è che, accanto alla solita tazzina di caffè ci legga e ci rilegga e si convinca che è tempo che chiuda la pratiche bizzarre e che dia un ultimo saluto ai cari amici, ai tanti clienti ed altrettanti, forse troppi, signori questuanti. 














mercoledì 17 giugno 2015

DISCONTINUITA'




Discontinuità, questa è la parola con cui vorremmo vedere messo all'opera il nuovo Borgomastro. L'erede materiale dei due governi Canio, si dissoci; l'eredità morale la rifiuti e, seppur con tutti i limiti che ha, ci dia questo segnale. Si cambi dunque l'aria un po' viziata che dopo tanto tempo aleggia nel Palazzo, si apran le finestre che è tempo che stan chiuse, si faccia giù la polvere che, a mucchi, è dentro quelle stanze, si ascolti e si rifletta dieci volte e solo dopo si decida. Si sa che non è facile girare quella pagina, si sa che, per un po', lo spirito di Canio aleggia nelle stanze, si sa che par che vi sia un qualche debito dovuto; ma non abbia titubanza, se ne sbatta. Dimostri che a dispetto del governo fotocopia, lo guida una persona un po' diversa; dimostri per favore che non ci tocchi di morire con gli stessi problemi sempre aperti; dimostri per favore che non deve un tributo ai suoi amici e solo ai suoi elettori, ma lo deve pure, eccome, agli astenuti. Si sa che da solo, forse, non lo fa, perché non ce la fa, ma pensi a sto mare di astenuti e a quelli che non sono gli astenuti, ma che non sono neppure i suoi elettori. Se 3/4 di un paese ha detto no, ora non pensi il Borgomastro a governar contro di loro, ma per loro. Per verità occorre pure dire che, secondo alcuni voci, un qualche segno in tal senso è stato dato e qualche poltrona sia stata ribaltata. Notizia ancor non confermata, un qualche trambusto nel Palazzo par che pur sia capitato. Se è quello che pensiamo, pur condividiamo ed applaudiamo e ora all'albo lo vogliamo.



martedì 16 giugno 2015

BANDITO














Scadenza il 29 del mese che sarà quello di luglio prossimo venturo; l'oggetto, poco noto, è questo bando, quello che, per la seconda volta, ci prova a salvare l'impianto che unisce la costa alla sua vetta. Le novità nel bando pure ci stanno e non son poche. Intanto di soldi dai privati per il solo rinnovo dell'impianto non ne servono. In euro 1.570.000 lo mette la Regione in un sol botto, sempre di euro 1.820.000 lo mette sto Comune in 13 anni che ci mette poi circa e ancora un 30.000 euro pur per pari anni e se i conti sono esatti, la cifra che vien fuori nel totale è questa qua: 3.780.000, tutti in euro. Poiché l'investimento è calcolato in euro 3.445.095, il resto è l'IVA, ma non è un costo, ecco che chi poi corre e mette soldi suoi li avrà indietro con tanto di interessi e chi, invece, i soldi non li ha e li prende sul mercato, poi li rimborsa, con tanto di interessi, coi soldi del Comune. E questo è il primo risultato già ottenuto a mandar, la prima volta, la gara tutta buca. Finisce dunque in un gran bluuf la storia che occorrevano i soldi dei privati ? Sì e no; ma se la risposta mia non vi convince, continuate la lettura e poi lo spiego. La sera che in Consiglio, dopo la buca, ci misero, di botto, di euro un altro di milione, non dissero che così si saldava tutto il conto. Glissaron la risposta e farfugliarono qualche cosa. La verità è che il bando ora contiene anche un po' d'altro. In sintesi richiede un'offerta per migliorar anche la qualità di quell'impianto. Che cosa però valga in soldi od in soldoni non è noto; dipenderà da chi farà l'offerta per la gara, di più dirò, dipenderà se vi sarà una gara vera o, invece, vi sarà un solo concorrente o meglio un pretendente. Nel primo caso potrà salire anche la cifra che saranno disposti anche ad offrire, nell'altro dei due casi, vedremo pochi soldi o quasi niente. Or questo bando che è pure pubblicato sul sito della stazione committente e sul bollettino della U.E, neppure però è pubblicato sul sito del Comune o in stralcio sulla stampa, così che sarà pure pubblicato, ma non è pubblicizzato. Della scadenza poi non ne parliamo; essa è quella minima di legge e dopo quattro anni di proroghe e mesi nove d'ininterrotta sospensione, assegnano due mesi quando, per fare un'offerta bella e seria, ne occorrono di mesi forse il doppio. C'è dunque l'impressione che si perda un'occasione e che, invece, diventi soltanto per qualcuno. Ora, però, c'è un nuovo Borgomastro che ci legge ogni mattina e così noi, ancora molto poco, ci speriamo.
P.S. Osserviamo che sto bando non contiene alcuna clausola sociale; cioè a dire che premi, con qualche punto in gara, l'impegno ad assorbire il personale ora in cassa. Dimenticanza ? colpevole in tale caso, o lapsus, cioè tanto non serve perché si sa già chi poi la vince ?  Anche in tal caso, la domanda la giriamo al nuovo Borgomastro.







lunedì 15 giugno 2015

20 20



 
 
 


Sconfitta nelle urne, manco entrata nel Consiglio, Stresa 20 20 non rassegna. Il gruppo non si scioglie e non va a casa; rimane sulla rete, promette di informare, di aggregare e di contare. Terrà dunque aperta la sua pagina su face book, stamperà di nuovo un foglio informativo che uscirà quando potrà e quando si dovrà e il blog Stresa Futura, quello 2, sarà sempre un po' la sua voce irriverente e divertente. Questo per ora è quello che è deciso al termine ufficiale del tempo dedicato alla campagna. Quanto al resto, cioè alle relazioni tra il gruppo di pressione e quelli formalmente insediati nel Consiglio, niente sconti. Che cosa vuol dire niente sconti, significa che si sta con chi ci sta; ovvero si fornirà supporto e consulenza, consigli ed esperienza, ascolto e competenza; sarà l'opposizione il referente e preferito su temi condivisi; sarà la maggioranza, se abbassa un po' la guardia e, finalmente, usasse la ragione. Gli uni ed anche gli altri saranno castigati in altri casi. Una voce, comunque, non nel coro; una voce, per ora marginale, magari un po' elitaria, magari mai contenta, magari irriverente che scopre le magagne e le diffonde e non fa sconti. Il nuovo Borgomastro, che è vecchio del mestiere, se coglie l'occasione è intelligente, se no per noi sarà pure divertente, ma se è vero che il governo è fotocopia, è pur vero che l'incubo del Gran Canio se ne è andato e quindi si spera il clima sia cambiato. Con questa prospettiva si attende e si guarda l'orizzonte del futuro; per ora si va avanti con questa voce fuor dal coro che a noi piace, sperando si estendano i "mi piace".








sabato 13 giugno 2015

LO GIURO









Ordunque si va in aula alle 21 e inizia l'avventura del Cavalier senza paura. Non nasconde l'emozione che anzi ci confessa, comunque sta volta tocca a lui la prima mossa. I trombati sono in aula e il pubblico, non certo una gran folla, prende posto di fronte al tavolo imbandito che sembra quell dell'altra volta e i nomi, già stranoti, ricorron nella chiama dell'appello. Unanime rispondono i chiamati alla convalida, così che il Cavalier si appresta al giuramento. Risuonano nell'aula le note dell'inno di Mameli, s'irrigidisce il Borgomastro sull'attenti fasciato dal drappo tricolore, poi pronuncia la formula di rito e lì finisce. Si siede di nuovo sul suo seggio, il rito richiede che comunichi le deleghe assegnate; potrebbe soltanto raccontarle, si attarda però a legger tutto il testo, una fatica. Comunque tutto era già noto; il Vice Delegato è l'Avvocato, ministro di Finanza Sala Valeria, cultura e anche l' ambiente allo Scarinzi, rimane al Professore la delega al turismo e ai cimiteri. Finita che è questa lettura, gli tocca al Borgomastro un compito gravoso, illustrar come lui può il programma, intero, di mandato. Noi qui pur lo sappiamo, si appresta a una fatica a lui non tanto amica. L'affronta come può; però la democrazia vuole anche questo; o elegge un uomo popolare o elegge chi è meno polare. Comunque la prova va poi lenta, lui sceglie una lettura laboriosa, anche un po' noiosa; ricalca dieci anni del passato e lascia poco spazio al nuovo mandato; confonde un po' anche le pagine, si perde qualche volta, si scusa e si ritrova. Comunque verso la fine è un po' stremato e il pubblico è annoiato. Ordunque la prima che prende la parola è Severino. Ringrazia gli elettori, si dice stupita di ritrovar sui banchi gli stessi, o quasi, compagni, già lasciati; si dice insoddisfatta di un governo che è quasi fotocopia, si augura un reciproco impegno ad ascoltare ed anche a rispettare, ricorda alcuni temi: la piscina, l'eterna anche Gabbiola, la Villa Palazzola, comunque si riserva di aspettare. E' ora di turno il Comandante; ringrazia pure lui i suoi elettori, ringrazia pur'anche il consigliere escluso dal voto popolare che attento, pacato e competente è stata la voce inascoltata dell'ultimo mandato, poi però sale di tono, alza il suo dito, punta l'accusa al gruppo dirigente. E' il Borgomastro l'oggetto del suo attacco, lo sfida a non osar governar senza la legge, paventa di conoscer vita e miracoli, lo accusa di essere l'artefice dell'ultima ordinanza, finita in rissa per conto di una strada. Terminato che è l'ultimo attacco, i toni si smorzano poi un poco e rispunta l'offerta, non so quanto sia vera, a collaborar nel bene del paese. Tenta il Cavalier poi la difesa, sembra che accolga anche la sfida, ci tiene a ribadir che lui non teme, ma non nasconde che gradirebbe aver di fronte ancor Piervalle e non il Comandante. Replicano le parti; così anche esordisce la sua prima di volta Stefania Sala che vorrebbe Stresa anche diversa; poi par tutt'altro insoddisfatto anche lo Fortis che, per tre volte, definisce "coatta" e condivisa la sua esclusione dal tavol di governo; bene Alessandro che non promette inciuci, ma linea dura e severa, poi tocca Galli, passando prima dal Falciola, che analizza, come è sempre suo solito, il voto dato e si lamenta dell'estensione del voto di astensione. Sì, certo ha ragione, ma caro Professore, come pur anche io ti ho detto, se non ci fosse stata l'astensione manco ci stava ier sera la tua bella prolusione. Così si insedia Bottini I, smentendo nel finale ogni illazione circa una sua durata estiva e una caduta prossima d'autunno.



venerdì 12 giugno 2015

SERATA DI GALA








Ordunque è arrivato il grande giorno; sul soglio del Palazzo s'insedia, ufficialmente, il Cavaliere. Sta sera il bagno della folla lo incorona Borgomastro; fasciato dal drappo tricolore pronuncia d'un fiato la formula di rito, il giuramento. Compiuto che sarà l'atto dovuto, pensiamo che relator della serata sarà di nuovo il Professore cui spetterà pronunciare il suo solito sermone. Noi ne ricordiamo ancora le frasi pronunciate l'altra volta; la solita teoria sull'autosufficienza del suo gruppo, la responsabilità gravosa per il mare di consensi ricevuti, la solita promessa di un impegno oltre lo spasimo; insomma se il sonno non vi prende prima che sia il tempo, sentirete anche sta volta queste frasi. Per ora il Professore decano del collegio, corregge soltanto un po' gli appunti; riduce un po' il consenso, magari non disdegna un'apertura agli altri gruppi e quanto all'impegno oltre lo spasimo andrà, causa l'età che avanza, poco anche più cauto. Raggiante e frastornato vedremo il Borgomastro rincuorato; consapevole dei limiti cui natura e la sorte l'ha dotato, circondato al tavol di governo da un principe del foro e da un dotto letterato si sente, senz'altro, rinforzato. Ma il popolo sta sera lo vuole anche ascoltare, ne vuole sentire, a viva voce, le parole, udire le promesse, prendere gli impegni, dire alla fine che cosa di nuovo sta per fare e non che cosa nuovamente ci sta a fare. Bottini è un Cavaliere, conosce gli impegni verso le dame e gli scudieri, nel suo saluto al popolo saprà quindi essere compreso, ne siamo assai convinti, in lui il suo popolo si specchia e si ritrova, l'abbraccio finale non può, di certo, non mancare.       

giovedì 11 giugno 2015

IMMORTALI









Dunque nei giorni della festa in cui s'insedia il Borgomastro e il suo governo, ancor si interroga 3/4 di sto corpo elettorale dove risieda o si nasconda la chiave di un successo imperituro che rischia di condurre alcuni governanti a varcar la soglia del quasi cinquantennio. Neppur casa Savoia, col Re detto tentenna, aveva osato regnar così per lungo tempo; or dunque invece ancora vispi e sempre più longevi i nostri giovanotti, da pochi giorni ormai rieletti, si apprestano a varcar l'ambita soglia. Sarà dovuta un poco alla genetica, un poco alla fortuna, un altro poco al buon stile di vita, e qui l'eccezion conferma anche la regola, sarà il risultato un po' di ciascuna di queste condizioni ed ecco che a noi tocca di avere i governanti più arzilli e più immortali che altrove si conosca, ma di sto privilegio noi ne faremmo, volentieri, anche di meno. Comunque è un fatto ed anche un dato che noi i governanti ce li teniamo così ben sani e saldi che, a stento o quasi mai poi li cambiamo. Più poi ce li teniamo e più loro anche ci stanno; s'intreccia un interesse, un vincolo comune, un'affezione; diventan consueti, son quasi compagnoni e quindi …e quindi, morir che li cacciamo. In questo giochetto che par quasi perfetto, si dimentica però un'altra questione; si tratta che ogni tanto occorre pur far le pulizie. A furia di star sempre gli stessi chiusi in stanze, a furia di tener pure chiusi i serramenti, a furia di star lì a fare poco o niente, si accumula la polvere, si vizia anche un po' l'aria, s'inquina anche l'ambiente; diventa una questione. Di esempi ce ne sono e presto li faremo, così vi spiegheremo che l'arte del governo sta anche un po' nel suo sottogoverno.

mercoledì 10 giugno 2015

NUOVO GOVERNO






Il Borgomastro ha decretato e con atto in data l'altro ieri ha formato il suo nuovo governo. Tre uomini, una donna ed il Gran Capo, questa è la forma che assume sto governo che subito confessa di non essere all'altezza. La legge infatti lo prescrive, ci vorrebbero due donne, ma il Cavalier subito lo dice, di donne lui ne ha trovata disposta solo una. Comunque eccolo qua: c'è il Vice Delegato, un avvocato; è il buon Falciola, già di Canio un amicone di cui era compagno nel gioco del pallone; fedele e silenzioso come pochi, su di lui si può metter la mano anche sul fuoco. E' lui dunque quel nome che già venne da tempo anche indicato qual vice designato. A lui va dunque la delega pesante di sostituir, nel caso, il Borgomastro. Si aggiungon poi le deleghe leggere ai giovani, al tempo libero, allo sport e quelle che già aveva al personale, commercio e produttive. La novità sta infine in quella alla polizia locale che passa dal Bottini alle sue mani. La donna del gruppo è Sala Valeria, ormai na veterana. A lei pur si conferma la delega già svolta all'assistenza, così pure quella alla fiscalità locale e, che Dio ci assista, alla finanza. Scarinzi Albino ora ritorna, fregiandosi del titolo che mai s'era levato. A lui gli spetta la cultura, l'ambiente e anche l'istruzione. Novità nel gran finale è il Professore. Decano del collegio, pluri delegato, sindaco emerito, consigliere a vita, ormai da quattro decenni è dentro nel Palazzo, prossimo a pensione, si appresta a nuova e miglior vita, pensando al turismo, al patrimonio e, pure ci sta, ai cimiteri. Così come vedete è presto fatta, le deleghe pesanti il Borgomastro le ha tenute; lavori pubblici, urbanistica, edilizia, affari generali e tutto quanto il resto non sia stato detto. Nulla di nuovo dunque o quasi; fuori Di Milia, dentro Bottini e quanto a tutto il resto è come prima o peggio anche di prima.




martedì 9 giugno 2015

INSEDIAMENTO

 
 
 
Venerdì che viene si insedia il nuovo Borgomastro. La città sarà tutta una festa, la cerimonia sarà teletrasmessa, l'occasione unica e assoluta sarà senz'altro da non perdere. L'attesa poi sta massima per la lettura del testo con cui il Borgomastro tenterà di illustrare al popolo riunito il suo programma e pronuncerà il suo solenne giuramento.    


Ai sensi dell’ articolo 61 del T.U. 16 maggio 1960, n. 570, vista la notifica a favore dei destinatari in indirizzo prot. N. 7600/2015 di nomina alla carica di Consigliere Comunale nelle elezioni amministrative del 31 Maggio 2015;

Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267, e l’articolo 13 dello Statuto Comunale;

D I S P O N G O di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

in sessione straordinaria – seduta di I° convocazione, per il giorno di Venerdì 12 Giugno 2015, alle ore 21.00 presso il PALAZZO DEI CONGRESSI in sessione straordinaria – seduta di II° convocazione, per il giorno di Venerdì 12 Giugno 2015, alle ore 22.00 presso il PALAZZO DEI CONGRESSI  per la deliberazione del seguente ORDINE DEL GIORNO Seduta pubblica.


1. Elezioni Amministrative del 31.05.2015 – Convalida degli eletti alla carica di Sindaco e di Consigliere Comunale ed eventuali surrogazioni. 

2. Elezioni Amministrative del 31.05.2015 – Giuramento del Sindaco. 

3. Elezioni Amministrative del 31.05.2015 – Comunicazione da parte del Sindaco della nomina della Giunta e del Vicesindaco. 

4. Elezioni Amministrative del 31.05.2015 – Linee programmatiche di governo.

5. Elezioni Amministrative del 31.05.2015 – Nomina della Commissione Elettorale Comunale.

6. Elezioni Amministrative del 31.05.2015 – Nomina della Commissione Comunale per la formazione degli elenchi dei Giudici Popolari.

  Gli atti sono a disposizione delle SS.LL. presso il Servizio Segreteria. 

 La trattazione degli argomenti iscritti al presente Ordine del Giorno proseguirà sino ad esaurimento di seduta, salva diversa disposizione nel corso della medesima.

IL SINDACO CAVALIER GIUSEPPE BOTTINI
 

lunedì 8 giugno 2015

L'EDITTO












Sale a cavallo e lancia in resta il Cavalier vuole mostrare che ormai comanda. Il primo atto di questo suo mandato è già un proclama; la vasca per il bagno è sempre più un problema, or non funziona dopo che l'ultima piena mise fuori d'uso anche gli impianti di pompaggio. Ci vogliono dei soldi, neppure tanto pochi, son circa 22 mila ed oltre euro, non c'è uno straccio di un bilancio che né Canio, né Bottini pensarono di fare, ci sarebbero anche le regole di mezzo che rompono le scatole, c'è dunque in gioco l'intera stagione per la vasca, gli uffici predisposti si metton di traverso e allora qui si vede il nuovo Borgomastro e la sua impronta. Lui prende carta e penna, si concentra, ne esce da lì a poco il primo editto del mandato; si ordina di spender questi soldi che manco ce ne sono, si ordina di prendere le imprese che a Lui gli vanno bene, si ordina ai Servizi di obbedire e di tacere. Si ordine che tutto venga fatto entro sto giugno, di iscriver poi a bilancio questa spesa e se no di chieder poi al Consiglio di sanar la stessa spesa. Inutile qui dire che nel mondo a noi non poco congeniale del governo cittadino, di ordini così non ce ne sono. La ratio che nel testo si rinviene sarebbe di evitar che il gestore, peraltro ancor senza contratto, si metta a chiedere altri danni e che quindi sarebbero altri guai. Per dirla per inciso, neppure a legger di traverso quell'editto si vedon le ragioni di sanità, d'igiene che sono le sole che sembrano legittimar sto Borgomastro a ordinar d fare e di disfare. Ma qui non par che stia il problema; che l'ordine sia dato in spregio a ogni norma è risaputo, ma il popolo applauderà comunque perché il suo nuovo eletto ha dato un segno forte e chiaro che se si cambia bene, se no si fa lo stesso. Diverso è il domandarsi perché non abbia il Borgomastro, quando era soltanto un Vice Delegato, pensato che prima di finire l'ultimo mandato, forse era opportuno anche approvare uno straccio di bilancio, così da aver i soldi per sta vasca; diverso è il domandarsi perché sto Borgomastro neppure si sia chiesto che se le pompe furono sommerse a qualcuno sto fatto andrà pure anche imputato; che fosse il progettista che garantì esser la quota di posa oltre la piena, che fosse quel gestore che le smontasse prima che fossero sommerse, che fosse poi il Servizio interno di Palazzo a provvedersi, nessun pensò che forse un'ordinanza anche ci stava. Per ora chi paga, per ordine del Cavalier, è sempre pantalone, lo stesso che però applaude e brinda alla vittoria.


venerdì 5 giugno 2015

ASSENTEISTI





Assenteisti, astensionisti,qualunquisti e opportunisti; dietro i sinonimi qui scritti ci stanno i volti mascherati di quel popolo elettore che ha sottratto il suo voto ai candidati permettendo al Cavaliere di rimanere in sella al seggiolone. Per carità e giustizia, in quella somma astensionista ci sarà pure chi ha espresso degnamente un voto di astensione, ma ciò non vale per quel voto di massa. Non c'è giustificazione che regga la ragione; non c'è giustificazione che scusi l'astensione; non c'è giustificazione che premi la mancata sua espressione; non c'è giustificazione, punto, non fate discussione . Questa città, solo di nome conclamata, è una landa disertata; disertori dal voto i suoi elettori che riuniti in una massa senza nome e senza volto, i mascherati, hanno prodotto l'effetto rovesciato. Il Cavaliere in sella cavalca, di nuovo, la sua truppa rimpolpata che, seppur mezza azzoppata si appresta, nuovamente a rimaner dentro le mura trincerata. Il popolo di sotto, magari anche borbotta, magari anche stantuffa, magari si accapiglia, ne esce un parapiglia, ma questo poco importa, il Cavalier ormai sta in sella e da lì lui si appresta a governare. Il disastro è poi ormai già fatto; l'occasione del secolo si è persa, sto popolo sovrano è lui che, sta volta, è l'imputato. La democrazia va bene, ma la democrazia funziona a una condizione: che sia poi anche un poco usata, ma se a usarla rimangono poi circa solo quasi in due, essa diventa supremazia e non democrazia. Comunque è fatta, comunque è andata; il vero volto ormai è stato svelato. Chiamatelo poi come volete; giustificate voi come volete; invocate pure la libertà sovrana, il diritto di far ciò che solo piace, l'altro invocato diritto di non essere scocciati, quella parola che nulla è più volgare che è: "chi se ne frega"; tutte ste cose insieme fanno di questo popolo astenuto, come ho già detto, il solo ed unico imputato, cui toglierei la residenza, la scheda elettorale, la cittadinanza, lo scambio di un saluto e gli farei pagare soltanto le sue tasse.                             


giovedì 4 giugno 2015

NUOVI ELETTI








Consoliamoci però, il peggio ormai è passato e il nuovo che è arrivato di peggio del passato non può fare. Il nuovo Borgomastro certamente per rango è inadeguato, ma l'altro che cos'era ? Abbiamo subito per cinque anni le sue ire, i suoi complessi, le sue strane esaltazioni, l'enfasi di una retorica barocca e senza senso e sul piano poi del fare, soltanto un gran disfare. In punto a lui più congeniale, quello legale, una disfatta. Questo che segue, il Borgomastro, che come detto per rango è inadeguato, comunque è dentro la media del corpo elettorale, forse sì un tantino anche più sotto, ma poi non tanto. Di studi non ne ha fatti, di affari ne ha comunque combinati, di balle un mare ne ha contate, a tutti da bere ha sempre offerto, cavalca la scena da decenni, è popolare. Ci par che così detto il profilo sia quello perfetto. Non serve a sto paese, sol per caso elevato a rango cittadino, saper leggere e scrivere, sta "persino"scritto, sta mane, in un "supercommento"; non serve capire le entrate e le uscite di un bilancio; del patto di stabilità, per carità, manco parlare; di un piano cittadino, perequato o azzonato, che roba mai che è, ma quest'uomo è quello giusto che sa fare. Detta così ci par che sia la sintesi perfetta in cui siamo caduti; il popolo elettore ha scelto il suo modello, diffida dei saggi e dei migliori, lo vuole alla mano e popolare, è dunque accontentato. Si eleva altresì la media dell'età dei governanti, raggiungendo il record nazionale dei longevi; gerontocrati incalliti, ormai semi storditi, cavalcano la meta, che poi non è lontana, del quasi mezzo secolo a Palazzo. Deciderà nostro Signore la data, l'ora e il luogo della fine dell'ultimo mandato.



 

mercoledì 3 giugno 2015

ANALISI








Finita dunque l'avventura, incomincia la sventura. 3/4 del paese non ha dato il suo voto a Bottini il Cavaliere; 1/4, soltanto, del consenso è andato al nuovo Borgomastro che, unico dei quattro concorrenti ha perso un sacco di consensi ma, per effetto del sistema, ha vinto, ugualmente, l'avventura. Il partito, in assoluto, più votato è quello che manco un voto invece ha dato. Un mare di astensioni è uscito vincitore con oltre un mille e 700 voti persi e poi ci son le bianche e quelle nulle. L'effetto perverso di sto fatto è che il risultato è uscito rovesciato; il Cavalier Bottini, uno dei soggetti colpevole di così gran mare di scontento è stato, alla fine, soltanto lui quello premiato. 1032 voti al Cavaliere, 828 alla Marcella, 261 al Comandante, 250 al solito Piervalle e tutto il resto, che va ben oltre i 1700 sono i delusi, gli incerti o insoddisfatti. La conclusione dunque è molto chiara: il Cavaliere governa con il voto che è una minoranza, la minoranza si oppone col voto che è una maggioranza. Colpevoli di ciò, non me ne vogliano, son dunque tutti quanti gli astenuti che grazie a tanta loro ignavia, sì, sì proprio l'ignavia, hanno promosso, di nuovo, il Cavaliere in sella al seggiolone. La conclusione è amara, è pure vergognosa, la scelta sta volta non mancava, semmai era troppo variegata, ma questo non guastava, eppure non bastava ? Comunque qui la teoria dell'astensione non trova alcuna sua conferma, semplicemente è un premio a conservare, non certo ad innovare. Ordunque però c'è un altro fatto; se Canio governava con ben due mila e 700 voti e minoranza ne aveva soltanto 700, il vento ora è cambiato e il Cavalier sta in sella, ma traballa. Non tanto traballa nel Consiglio, traballa nei luoghi a Lui più congeniali; le strade, la piazza e le osterie. Auguri dunque al nuovo Borgomastro che per nostra sua sventura ha preso il posto dell'Alcade, ma si guardi comunque d'ora innanzi dagli stuoli di amici e suoi paesani; la strada è lunga, il percorso incerto, le insidie tante e i veri amici ormai sono ridotti; a me l'unico sollievo che rimane è di continuare questi " ingarbugli appassionati" che sono ormai ben più di mille e a cui sto Cavaliere errante darà nuova materia senza posa.