Finita dunque l'avventura, incomincia la sventura. 3/4 del paese non ha dato il suo voto a Bottini il Cavaliere; 1/4, soltanto, del consenso è andato al nuovo Borgomastro che, unico dei quattro concorrenti ha perso un sacco di consensi ma, per effetto del sistema, ha vinto, ugualmente, l'avventura. Il partito, in assoluto, più votato è quello che manco un voto invece ha dato. Un mare di astensioni è uscito vincitore con oltre un mille e 700 voti persi e poi ci son le bianche e quelle nulle. L'effetto perverso di sto fatto è che il risultato è uscito rovesciato; il Cavalier Bottini, uno dei soggetti colpevole di così gran mare di scontento è stato, alla fine, soltanto lui quello premiato. 1032 voti al Cavaliere, 828 alla Marcella, 261 al Comandante, 250 al solito Piervalle e tutto il resto, che va ben oltre i 1700 sono i delusi, gli incerti o insoddisfatti. La conclusione dunque è molto chiara: il Cavaliere governa con il voto che è una minoranza, la minoranza si oppone col voto che è una maggioranza. Colpevoli di ciò, non me ne vogliano, son dunque tutti quanti gli astenuti che grazie a tanta loro ignavia, sì, sì proprio l'ignavia, hanno promosso, di nuovo, il Cavaliere in sella al seggiolone. La conclusione è amara, è pure vergognosa, la scelta sta volta non mancava, semmai era troppo variegata, ma questo non guastava, eppure non bastava ? Comunque qui la teoria dell'astensione non trova alcuna sua conferma, semplicemente è un premio a conservare, non certo ad innovare. Ordunque però c'è un altro fatto; se Canio governava con ben due mila e 700 voti e minoranza ne aveva soltanto 700, il vento ora è cambiato e il Cavalier sta in sella, ma traballa. Non tanto traballa nel Consiglio, traballa nei luoghi a Lui più congeniali; le strade, la piazza e le osterie. Auguri dunque al nuovo Borgomastro che per nostra sua sventura ha preso il posto dell'Alcade, ma si guardi comunque d'ora innanzi dagli stuoli di amici e suoi paesani; la strada è lunga, il percorso incerto, le insidie tante e i veri amici ormai sono ridotti; a me l'unico sollievo che rimane è di continuare questi " ingarbugli appassionati" che sono ormai ben più di mille e a cui sto Cavaliere errante darà nuova materia senza posa.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 3 giugno 2015
ANALISI
Finita dunque l'avventura, incomincia la sventura. 3/4 del paese non ha dato il suo voto a Bottini il Cavaliere; 1/4, soltanto, del consenso è andato al nuovo Borgomastro che, unico dei quattro concorrenti ha perso un sacco di consensi ma, per effetto del sistema, ha vinto, ugualmente, l'avventura. Il partito, in assoluto, più votato è quello che manco un voto invece ha dato. Un mare di astensioni è uscito vincitore con oltre un mille e 700 voti persi e poi ci son le bianche e quelle nulle. L'effetto perverso di sto fatto è che il risultato è uscito rovesciato; il Cavalier Bottini, uno dei soggetti colpevole di così gran mare di scontento è stato, alla fine, soltanto lui quello premiato. 1032 voti al Cavaliere, 828 alla Marcella, 261 al Comandante, 250 al solito Piervalle e tutto il resto, che va ben oltre i 1700 sono i delusi, gli incerti o insoddisfatti. La conclusione dunque è molto chiara: il Cavaliere governa con il voto che è una minoranza, la minoranza si oppone col voto che è una maggioranza. Colpevoli di ciò, non me ne vogliano, son dunque tutti quanti gli astenuti che grazie a tanta loro ignavia, sì, sì proprio l'ignavia, hanno promosso, di nuovo, il Cavaliere in sella al seggiolone. La conclusione è amara, è pure vergognosa, la scelta sta volta non mancava, semmai era troppo variegata, ma questo non guastava, eppure non bastava ? Comunque qui la teoria dell'astensione non trova alcuna sua conferma, semplicemente è un premio a conservare, non certo ad innovare. Ordunque però c'è un altro fatto; se Canio governava con ben due mila e 700 voti e minoranza ne aveva soltanto 700, il vento ora è cambiato e il Cavalier sta in sella, ma traballa. Non tanto traballa nel Consiglio, traballa nei luoghi a Lui più congeniali; le strade, la piazza e le osterie. Auguri dunque al nuovo Borgomastro che per nostra sua sventura ha preso il posto dell'Alcade, ma si guardi comunque d'ora innanzi dagli stuoli di amici e suoi paesani; la strada è lunga, il percorso incerto, le insidie tante e i veri amici ormai sono ridotti; a me l'unico sollievo che rimane è di continuare questi " ingarbugli appassionati" che sono ormai ben più di mille e a cui sto Cavaliere errante darà nuova materia senza posa.
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Piervalle non demorda, ora, ancor più di prima, la "criticaccia" sua è più che mai utile e necessaria
RispondiEliminaPurtroppo, anche questa volta, e ancor più di prima, tante persone normali si sono trasformate in popolo bue, non capendo che il votare non è solo un diritto, ma la manifestazione delle proprie idee ed intenzioni demandate a chi si propone di attuargliene.