Esordisce ma certo non convince, così è andato e si è risolto il primo battesimo di fuoco del prossimo quinquennio ora avviato. All'ora e luogo un poco insoliti perché la sala inaugurata alla scadenza elettorale è sempre chiusa e col pubblico affollato in mezzo alle vetrine con dentro i mezzi busti, il nuovo Borgomastro taglia il nastro e gli da il via. E' però al nuovo ministro alle risorse, Sala Valeria, che spetta illustrar la prima mossa. Legge con piglio e tono consumato il "pizzino" che le è stato preparato; racconta perché e percome occorre colmare un buco che si è aperto di sol 50.000 euro dentro un bilancio che chiude l'anno già trascorso con un avanzo che va ben oltre i duemilioni e 700 mila euro. L'effetto che sembra un paradosso, sta nelle nuove regole di gioco, entrate in vigore il primo dell'anno di quest'anno. Impongono, peraltro, che venga stanziata una risorsa a garanzia dei crediti pendenti. Sta storia dei crediti pendenti innesca la reazione del "vecchio" Comandante che contesta l'assenza della lista dei morosi inadempienti. L'esistenza di sta lista comunque rimane un po' un mistero; silenzio dai banchi del governo; inutile il Ministro ricerca una risposta nel " pizzino", neppure la presenza dell'Ufficio la rincuora, ormai ha finito la lezione che le era stata preparata e dunque…, e dunque risponde ora Bottini incolpando di tutto l'Equitalia. Si cambia l'argomento e viene il bello; il governo, riferisce il Professore, vuol chiudere una buca alla piscina. A fronte, pertanto, di un progetto che è stato già approvato e che mette 300 e più mila di euro per aprire la sala dell'esercizio di bar e ristorante e la collega con la vasca, il governo, dicevamo, propone di garantir lui stesso una parte del mutuo in accensione. L'invito è quello a nozze così che si dice esser stupita Severino. Senza contratto in mano, senza pagar pigione, senza saper se manterrà mai gli impegni presi, ora si assiste a che il Palazzo apre alle richieste fatte e manco chiede che sia messa la firma e sia pagato il debito pregresso. Contro buon senso e logica si opera, mentre la vasca appare sempre più essere un costo e non una risorsa. Le va subito appresso il Comandante che solleva la question di sto contratto che manco è poi stato firmato, che mai e poi mai c'era nel bando la promessa di conceder garanzia fidejussoria per le spese e che mai e poi mai sono le spese, ora previste, quelle che per legge sarebbe possibile garantire. Una somma dunque lunga e quasi infinita di un operar contro la legge, contro il buon senso e contro la ragione. Farfuglia qualche cosa il Professore; lo si capisce bene che questo è un tentativo estremo per evitar che tutto quanto affonda e quindi anche tirar la corda vale la pena. Poi viene il voto che, come sempre, invece, non da pena. Si cambia l'argomento; spetta al Vice Delegato presentar la cosa che riguarda, sta volta, chiudere un buco negli uffici e non nei conti: una convenzione a termine, da qui a fine dell'anno per poter mettere un Capo all'edilizia e all'urbanistica che sarà presto vacante. La cosa innesca una polemica già attesa, perché c'è il terzo incomodo di mezzo, il vecchio Capo, quello che par or lo sia azzoppato o meglio spodestato o meglio smansionato. Tenta di tirar la cosa in ballo il Comandante, ma un po' viene stoppato e il Vice Delegato, il buon caro Falciola, si mostra, di colpo, innervosito se non proprio infastidito. L'assenza improvvisa di quel che fu già il capo, l'Alcade col voto spodestato, dimostra quanta fragilità stia negli uomini e donne dell'ultimo governo. Bottini, il Borgomastro, sarà anche un buon povero cristo ma certo non copre i vuoti e le carenze dei ministri. Comunque si va, di nuovo, al voto e aggiusta tutto. Ci mancano ora gli interpelli; il primo riguarda una persona, la Comandante in carica del Corpo, per cui si chiudono le porte al pubblico presente; il secondo riguarda lo stato del dissesto presente al lungo lago, riguarda una cosa, ma per qualche mistero non chiarito le porte rimarranno poi chiuse all'infinito.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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sabato 27 giugno 2015
L'ESORDIO
Esordisce ma certo non convince, così è andato e si è risolto il primo battesimo di fuoco del prossimo quinquennio ora avviato. All'ora e luogo un poco insoliti perché la sala inaugurata alla scadenza elettorale è sempre chiusa e col pubblico affollato in mezzo alle vetrine con dentro i mezzi busti, il nuovo Borgomastro taglia il nastro e gli da il via. E' però al nuovo ministro alle risorse, Sala Valeria, che spetta illustrar la prima mossa. Legge con piglio e tono consumato il "pizzino" che le è stato preparato; racconta perché e percome occorre colmare un buco che si è aperto di sol 50.000 euro dentro un bilancio che chiude l'anno già trascorso con un avanzo che va ben oltre i duemilioni e 700 mila euro. L'effetto che sembra un paradosso, sta nelle nuove regole di gioco, entrate in vigore il primo dell'anno di quest'anno. Impongono, peraltro, che venga stanziata una risorsa a garanzia dei crediti pendenti. Sta storia dei crediti pendenti innesca la reazione del "vecchio" Comandante che contesta l'assenza della lista dei morosi inadempienti. L'esistenza di sta lista comunque rimane un po' un mistero; silenzio dai banchi del governo; inutile il Ministro ricerca una risposta nel " pizzino", neppure la presenza dell'Ufficio la rincuora, ormai ha finito la lezione che le era stata preparata e dunque…, e dunque risponde ora Bottini incolpando di tutto l'Equitalia. Si cambia l'argomento e viene il bello; il governo, riferisce il Professore, vuol chiudere una buca alla piscina. A fronte, pertanto, di un progetto che è stato già approvato e che mette 300 e più mila di euro per aprire la sala dell'esercizio di bar e ristorante e la collega con la vasca, il governo, dicevamo, propone di garantir lui stesso una parte del mutuo in accensione. L'invito è quello a nozze così che si dice esser stupita Severino. Senza contratto in mano, senza pagar pigione, senza saper se manterrà mai gli impegni presi, ora si assiste a che il Palazzo apre alle richieste fatte e manco chiede che sia messa la firma e sia pagato il debito pregresso. Contro buon senso e logica si opera, mentre la vasca appare sempre più essere un costo e non una risorsa. Le va subito appresso il Comandante che solleva la question di sto contratto che manco è poi stato firmato, che mai e poi mai c'era nel bando la promessa di conceder garanzia fidejussoria per le spese e che mai e poi mai sono le spese, ora previste, quelle che per legge sarebbe possibile garantire. Una somma dunque lunga e quasi infinita di un operar contro la legge, contro il buon senso e contro la ragione. Farfuglia qualche cosa il Professore; lo si capisce bene che questo è un tentativo estremo per evitar che tutto quanto affonda e quindi anche tirar la corda vale la pena. Poi viene il voto che, come sempre, invece, non da pena. Si cambia l'argomento; spetta al Vice Delegato presentar la cosa che riguarda, sta volta, chiudere un buco negli uffici e non nei conti: una convenzione a termine, da qui a fine dell'anno per poter mettere un Capo all'edilizia e all'urbanistica che sarà presto vacante. La cosa innesca una polemica già attesa, perché c'è il terzo incomodo di mezzo, il vecchio Capo, quello che par or lo sia azzoppato o meglio spodestato o meglio smansionato. Tenta di tirar la cosa in ballo il Comandante, ma un po' viene stoppato e il Vice Delegato, il buon caro Falciola, si mostra, di colpo, innervosito se non proprio infastidito. L'assenza improvvisa di quel che fu già il capo, l'Alcade col voto spodestato, dimostra quanta fragilità stia negli uomini e donne dell'ultimo governo. Bottini, il Borgomastro, sarà anche un buon povero cristo ma certo non copre i vuoti e le carenze dei ministri. Comunque si va, di nuovo, al voto e aggiusta tutto. Ci mancano ora gli interpelli; il primo riguarda una persona, la Comandante in carica del Corpo, per cui si chiudono le porte al pubblico presente; il secondo riguarda lo stato del dissesto presente al lungo lago, riguarda una cosa, ma per qualche mistero non chiarito le porte rimarranno poi chiuse all'infinito.
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