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giovedì 18 giugno 2015

DISCONTINUITA' DUE










Discontinuità del Borgomastro dall'epoca che, sino a ieri, era di Canio; discontinuità del Borgomastro da ciò che lui stesso è stato sino a ieri. Si sale dunque nella posta che da noi viene richiesta; se infatti l'attività del Vice Delegato era velata e sempre anche protetta da quello scudo prepotente che era l'Alcade, da oggi il Cavalier è esposto in prima fila e a lui e non ad altri che spetta e spetterà pararsi dagli attacchi, per cui è meglio che si scordi le pratiche bizzarre a cui da sempre è stato avvezzo. Non siamo verginelli, non siam neppur del tutto ingenui, ma siamo vaccinati e siam disincantati. Se un uomo sta dentro la stanza dei bottoni e Bottini è dentro da decenni, non sta senza creare una rete di amicizie clientelari. Volete degli esempi: chiedete un po' a Bottini com'è che ha sistemato la gara del Bar del Bolongaro; chiedete un po' a Bottini com'è che ha sistemato le tante gare per far concorrere le mogli di mariti condannati; chiedete un po' a Bottini perché solo alla vigilia elettorale è andato in porto il bando per la Cascinetta di Carciano, ma un altro in porto non è andato; chiedete un po' a Bottini com'è che è, da sempre, la gestione di spazi ai pubblici esercizi; chiedete un po' a Bottini perché qualcuno che mica è poveretto non paga i beni demaniali tenuti in concessione. In fondo era Bottini il Delegato al patrimonio e alla polizia, quella locale. Insomma, il buon Bottini, si è creato una rete di amicizie che funziona e che alle scadenze del voto e dei rinnovi si risveglia. Una piccola macchina da guerra che, insieme al suo girar per bettole e osterie, ne ha fatto una pedina, da tutti riverita, del gioco politico locale e di quello elettorale. Funziona da sempre il suo sistema; funziona nei tempi fortunati, com'erano i passati e funziona nei tempi più recenti e meno fortunati. Finito però sul seggiolone, il vento ora è girato; Bottini adesso è solo, non ha nessuno schermo, la squadra di governo, diciamolo davvero, non esiste, è lui che siede in prima fila, è lui che, da solo, ci mette la faccia e la sua firma. L'avvertimento, però, ora gli è dato; gli viene da uno che non sta nel suo circolo del voto programmato, ma semmai del voto a lui negato. Sappiamo che stamani ora ci legge; sta volta l'invito è che, accanto alla solita tazzina di caffè ci legga e ci rilegga e si convinca che è tempo che chiuda la pratiche bizzarre e che dia un ultimo saluto ai cari amici, ai tanti clienti ed altrettanti, forse troppi, signori questuanti. 














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