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martedì 23 giugno 2015

IL BORGOMASTRO






Il bastone o la carota, l'elogio o la condanna, il premio od un cazzotto; con questa politica chiamata dei due forni si vuole impostare l'attenzione con cui osservare l'operato del nuovo Borgomastro. Ora dire che le attese sono tante, forse è un poco esagerare; le attese non son tante, sarebbero più alte se fosse veramente nuovo il Borgomastro e non, invece, mica poco riciclato. Comunque l'han voluto, o almeno non scartato, e adesso ci tocca anche tenerlo e, dunque, anche osservarlo. Di buono c'è che non c'è Canio, di questo non certo ringraziamo l'elettore, ma solo un buon legislatore che mise, almeno, un veto all'elezione del noto dittatore diversamente, stiamo certi, l'avremmo ancor tra i piedi a fare nuovi guai. Ora il problema dunque è di vedere se il "nuovo" Borgomastro ripara i tanti guai lasciati dall'Alcade o se, invece, ne fa altri e nuovi ancor di guai. Nessuno, per ora, osa scommettere; il "nuovo" è appena salito sulla sella; di atti importanti non par che ne abbia ancor già fatti, se mai si senta solido o traballi è ancor tutto un problema, per ora si attende un suo segnale, un moto di governo, un pronunciar qualcosa che non sia soltanto la lista di spesa magari anche mal fatta. Comunque lo attendiamo, prima o poi qualcosa pur vedremo e capiremo. Ieri ci ha detto di esser già incazzato per quanto abbiamo raccontato; speriamo non faccia come Canio che usava le querele come un'arma; lui, il nuovo Borgomastro si era sempre dissociato e adesso faccia il bravo e lo dimostri.








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