Insomma, parte scarso e un po' in ritardo sto nuovo governo che nel giorno del suo debutto sostanziale, tra atti di dubbi serietà e atti segretati oltre il dovuto, dimostra che, nonostante di novità non ha proprio quasi nulla, incespica pur anche come se fosse il primo giorno. Si muove come sempre il Ministro promosso d'ufficio alle finanze; si gonfia ancor di più l'avanzo di bilancio, una montagna di soldi ancor tutti non spesi, ma finito di leggere il "pizzino" si perde nelle cifre e nel solito silenzio misterioso. Ci prova comunque sto Governo ad avviar davvero la vasca da bagno raffreddato. Lo fa sbagliando il tiro, il modo e il contenuto. Dimostra pochezza di idee e di soluzioni di fronte a una questione che Canio gli ha lasciato iscritta nel passivo ereditario, mostrando così il fianco al facile attacco congiunto e coordinato dell'ala consiliare che gli è avversa. Sarebbe bastato iscrivere la cosa, un po' ridimensionata, nell'ambito di un accordo transattivo tra le parti. Ognuna per se stessa riconosceva i ritardi e le sue colpe, così che qualcosa concedeva e qualcosa si prendeva. Nel caso sto Palazzo pretendeva e si prendeva i canoni dovuti e poi pure pretendeva la firma del contratto; quell'altra, invece, metteva la firma sul contratto, pagava i canoni dovuti e portava a casa la garanzia dell'Ente che manco era prevista. Ma qual' è questo contratto? Nessuno forse ancor lo sa; girato e rigirato tante volte a gara già conclusa, ha accesso aspettative e nuove e diverse prospettive, per cui passato che pur ne è stato assai di tempo, nessuno è in grado di dirlo e di affermarlo e questo Consiglio ora è il garante di una cosa di cui neppure sa che cosa manco sia. Comunque sta volta è stato il Professore, il nuovo delegato, il fautore dell'accordo scriteriato. Pazienza, non è nuovo a svender gli interessi di Palazzo e il caso Palese lo ricorda, seppur lui ne abbia perso, per forza, la memoria. Pazienza dunque e un'altra volta, perché anche sta volta non è detta che la cosa sia conclusa. Da ultimo s'inaugura la moda di dirsi le cose a porte chiuse. Passi per il tema delicato, ma poi non tanto, della Comandante del Corpo ormai disfatto, ma che pur stessero chiuse le porte a un interpello avente per oggetto lo stato di dissesto lungo il lago, la cosa non esiste se non nella mente ancor non collaudata del nuovo, recente, Borgomastro.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 29 giugno 2015
SALA PROVE
Insomma, parte scarso e un po' in ritardo sto nuovo governo che nel giorno del suo debutto sostanziale, tra atti di dubbi serietà e atti segretati oltre il dovuto, dimostra che, nonostante di novità non ha proprio quasi nulla, incespica pur anche come se fosse il primo giorno. Si muove come sempre il Ministro promosso d'ufficio alle finanze; si gonfia ancor di più l'avanzo di bilancio, una montagna di soldi ancor tutti non spesi, ma finito di leggere il "pizzino" si perde nelle cifre e nel solito silenzio misterioso. Ci prova comunque sto Governo ad avviar davvero la vasca da bagno raffreddato. Lo fa sbagliando il tiro, il modo e il contenuto. Dimostra pochezza di idee e di soluzioni di fronte a una questione che Canio gli ha lasciato iscritta nel passivo ereditario, mostrando così il fianco al facile attacco congiunto e coordinato dell'ala consiliare che gli è avversa. Sarebbe bastato iscrivere la cosa, un po' ridimensionata, nell'ambito di un accordo transattivo tra le parti. Ognuna per se stessa riconosceva i ritardi e le sue colpe, così che qualcosa concedeva e qualcosa si prendeva. Nel caso sto Palazzo pretendeva e si prendeva i canoni dovuti e poi pure pretendeva la firma del contratto; quell'altra, invece, metteva la firma sul contratto, pagava i canoni dovuti e portava a casa la garanzia dell'Ente che manco era prevista. Ma qual' è questo contratto? Nessuno forse ancor lo sa; girato e rigirato tante volte a gara già conclusa, ha accesso aspettative e nuove e diverse prospettive, per cui passato che pur ne è stato assai di tempo, nessuno è in grado di dirlo e di affermarlo e questo Consiglio ora è il garante di una cosa di cui neppure sa che cosa manco sia. Comunque sta volta è stato il Professore, il nuovo delegato, il fautore dell'accordo scriteriato. Pazienza, non è nuovo a svender gli interessi di Palazzo e il caso Palese lo ricorda, seppur lui ne abbia perso, per forza, la memoria. Pazienza dunque e un'altra volta, perché anche sta volta non è detta che la cosa sia conclusa. Da ultimo s'inaugura la moda di dirsi le cose a porte chiuse. Passi per il tema delicato, ma poi non tanto, della Comandante del Corpo ormai disfatto, ma che pur stessero chiuse le porte a un interpello avente per oggetto lo stato di dissesto lungo il lago, la cosa non esiste se non nella mente ancor non collaudata del nuovo, recente, Borgomastro.
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