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lunedì 8 giugno 2015

L'EDITTO












Sale a cavallo e lancia in resta il Cavalier vuole mostrare che ormai comanda. Il primo atto di questo suo mandato è già un proclama; la vasca per il bagno è sempre più un problema, or non funziona dopo che l'ultima piena mise fuori d'uso anche gli impianti di pompaggio. Ci vogliono dei soldi, neppure tanto pochi, son circa 22 mila ed oltre euro, non c'è uno straccio di un bilancio che né Canio, né Bottini pensarono di fare, ci sarebbero anche le regole di mezzo che rompono le scatole, c'è dunque in gioco l'intera stagione per la vasca, gli uffici predisposti si metton di traverso e allora qui si vede il nuovo Borgomastro e la sua impronta. Lui prende carta e penna, si concentra, ne esce da lì a poco il primo editto del mandato; si ordina di spender questi soldi che manco ce ne sono, si ordina di prendere le imprese che a Lui gli vanno bene, si ordina ai Servizi di obbedire e di tacere. Si ordine che tutto venga fatto entro sto giugno, di iscriver poi a bilancio questa spesa e se no di chieder poi al Consiglio di sanar la stessa spesa. Inutile qui dire che nel mondo a noi non poco congeniale del governo cittadino, di ordini così non ce ne sono. La ratio che nel testo si rinviene sarebbe di evitar che il gestore, peraltro ancor senza contratto, si metta a chiedere altri danni e che quindi sarebbero altri guai. Per dirla per inciso, neppure a legger di traverso quell'editto si vedon le ragioni di sanità, d'igiene che sono le sole che sembrano legittimar sto Borgomastro a ordinar d fare e di disfare. Ma qui non par che stia il problema; che l'ordine sia dato in spregio a ogni norma è risaputo, ma il popolo applauderà comunque perché il suo nuovo eletto ha dato un segno forte e chiaro che se si cambia bene, se no si fa lo stesso. Diverso è il domandarsi perché non abbia il Borgomastro, quando era soltanto un Vice Delegato, pensato che prima di finire l'ultimo mandato, forse era opportuno anche approvare uno straccio di bilancio, così da aver i soldi per sta vasca; diverso è il domandarsi perché sto Borgomastro neppure si sia chiesto che se le pompe furono sommerse a qualcuno sto fatto andrà pure anche imputato; che fosse il progettista che garantì esser la quota di posa oltre la piena, che fosse quel gestore che le smontasse prima che fossero sommerse, che fosse poi il Servizio interno di Palazzo a provvedersi, nessun pensò che forse un'ordinanza anche ci stava. Per ora chi paga, per ordine del Cavalier, è sempre pantalone, lo stesso che però applaude e brinda alla vittoria.


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