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martedì 30 agosto 2011

Riformismo senza la riforme
Sembrava incominciata qualche cosa che sa di rivoluzione; sono passati poco più che dieci giorni ed è già finita, qualcuno dice che è solo rimandata, qualcun’ altro , come me, che è già passata. Comunque calma, questo è sicuro, non è successo proprio niente, ognuno si tiene i suoi comuni, anche se sono grandi come un condominio, altri, come Nobili, si tiene la sua bella provincia, tutta azzurra. Ci  fanno anche un ordine del giorno, dopo la sommossa, dicono un sacco di grandi fesserie tipo che bisogna tenerci anche il Prefetto, tutti i comandi e i loro comandanti, insomma tutto lo Stato decentrato e così magari c’è un posto anche  per loro. Ma io, come un poco d’abitudine, preferisco anche andar contro corrente e invece di chiedere se serve o se non serve, preferisco dire che fa danno. Ultimamente, per esempio, questa provincia che sembra azzurra di colore, riesce ad approvare delle norme che farebbero l’invidia di uno stato bolscevico e fissa le regole per impossessarsi, senza pagare un solo soldo, delle società private che vogliono produrre l’energia. E’ la liberalizzazione dei servizi per l’appunto, giusto il suo contrario, ma l’epoca è confusa e ne succedono di cose anche  un po’ strane, comunque credo si dia il via libera a un bel rapporto tra la politica e gli affari. Poi, solo per ricordarne alcune, non dimentichiamo i piani e i contro piani del governo di questo territorio, ogni governo di colore un po’ diverso ci riprova, comunque stanno per chiuderla ed il piano di governo non è ancora arrivato nel porto terminale. Per non parlare del piano dei rifiuti, tentato e poi forse anche ormai scordato. Si potrebbe continuare e  tanto per ricordare qualcosa a noi vicino, pensiamo all’Alberghiera. Comunque il Presidente, che è di turno, faccia, giustamente, la sua parte, il Consiglio, pure lui di turno, si approvi il suo bel ordine del giorno per salvarsi e i sudditi paghino e tacciano.   

lunedì 29 agosto 2011

Giù la maschera 2
Ora parliamo anche dell’altro, quello mascherato da ragazzo, quello che si è fatto il pieno tutte le volte con la storia del Sindaco ancor giovane, ma ora, anche se lo era, adesso non lo è più; ha passato già da un tempo l’età della ragione e se vogliamo dirla in altro modo, la linea, quella d’ombra. A noi ci tocca patire questo passo, illusi come eravamo che  giovane lo fosse veramente e non solo d’anagrafe. Ora non  lo è più manco in anagrafe, ha elaborato il gusto del comando, è entrato dentro nelle pieghe della politica al potere, ha conosciuto i personaggi che vivono in quel mondo, ha visto che vivere si può dentro quel mondo, diventa una carriera come fosse quella di un mestiere, confonde una elezione come se fosse una sua  proclamazione, è un po’ come un attore che cerca la ribalta, un uomo di spettacolo che cura la promozione dell’ immagine. Ha una sua televisione, che peraltro da tempo non trasmette e quanto al rapporto con la politica più seria, non prende posizione, rimane anche in questo un poco mascherato, aspetta il momento dove saltare sul carro vincitore. Quanto amministrare, questa è un’altra cosa, qui le cose van di male in peggio, ma Lui non se ne duole, tanto il decennio è assicurato. Su questo avoglia contestarlo, Lui usa il repertorio che si è scritto, chiude l’ esame e passa al voto, tanto la Sua giuria sempre lo promuove, a pieni voti. Insomma ne ha fatta di strada quel ragazzo, anche Lui dal campo di pallone a padrone del Palazzo, e si proprio padrone , perché è mica tanto democratico costui, ha tentazioni un poco autoritarie, ben lo si comprende, insomma tutto si sposa con la sicurezza e la baldanza che si sente, beato Lui, ma verrà un giorno e forse capirà. Per ora invece se messo nella testa di trasformare la città, quella che prima di Lui, per vero, era di noi; vuole copiare dalla storia, lasciare un segno di Canio imperatore e come nella storia, per l’appunto, costruire i monumenti, i ponti e i circhi massimi, le  piramidi e le reggie. Copia dai grandi della terra, ormai è lanciato a lasciare anche Lui la Sua impronta in questo lembo della terra: poveri noi.                                           

domenica 28 agosto 2011

Giù la maschera

Parliamo di quei due, prima dell’uno e poi anche dell’altro, l’uno è un uomo anche di fede, gli son ora cresciute un po’ di ragnatele a furia di starsene in Palazzo dove si presta sempre a svolger  ruoli che gli chiedono: oggi sembra un santo, domani è inquisitore, qualche volta si chiude a meditare, magari anche a pregare, ma poi è sempre pronto anche a firmare, senza troppo starci manco a pensare. Era quasi ancora un ragazzino, portava i calzoncini, come fa ancora adesso qualche volta, quando i notabili del tempo gli misero addosso la fascia tricolore. Lui così legato, stretto stretto, dentro quella fascia passò un primo quinquennio a guidare la città.  Era al volante, ma forse aveva ancora il foglio rosa e così guidava accompagnato, comunque presto passò il tempo e dopo un po’ d’altro di tempo Lui tornò, era quasi la fine degli ottanta. Non era certo più quel ragazzino, ma anche i notabili intanto erano cresciuti e mica lo lasciarono senza una tutela. Si circondò del peggio che era in giro, Lui galleggiava mentre tutto intorno fioriva il mercimonio. Lui galleggiava usando il linguaggio complicato, vuoto e fumoso dei suoi padri e per non essere invischiato nelle cose della terra, rivolgeva sempre lo sguardo verso il cielo; intanto nel tempio continuava il mercimonio. Passava così il secondo dei due lustri, le terre ad edificare andavano all’incanto e Lui si rivolgeva al cielo sicuro di un conforto. Finite tutte le aste, gli dissero: mettici una firma per favore. Non fummo testimoni di quell’atto, non sappiamo se il polso era fermo o la mano tremolante, ci vorrebbe ora una perizia per provarlo, ma firmò, forse, questo si, con gli occhi sempre rivolti verso il cielo. Passò il lavacro giudiziario che fece la retata nel Palazzo, ma come succede, confidò nello Spirito Santo e Lui fu salvo. Il resto sta scritto nelle tante sentenze passate in giudicato. Comunque arriva anche il nuovo secolo, cambia l’abito talare, si guarda un poco intorno, diventa forse margherita e adesso si ritrova democratico, almeno così sembra. E’ richiamato in servizio a tempo pieno, ci vuole, un’altra volta, la Sua storica firma, quella che è a prova di procura. Lui si ripresenta, ormai è un veterano e se la patria chiama non arretra, è valoroso. Confida che il tempo sia passato e che tutto sia caduto nella memoria in prescrizione, deve firmare l’atto di morte della sua città natale. Canio è furbo e lo lusinga, lo blandisce: “ non avrai più un’altra occasione come questa“, lo porta su in collina, dove qualcuno dice che ancora, qualche volta, si  incammina; gli dice guarda giù, mettici la firma e tua sarà la nuova città dei grandi, immensi alberghi. Balbetta qualche cosa il nostro Professore, guarda verso il lago, guarda anche il cielo, poi si avvicina a Canio e gli sussurra: “ promettimi che questa è l’ultima volta e poi basta”. “Si te lo prometto”, Canio rassicura, “ poi non servirai più mio caro Professore”.


sabato 27 agosto 2011

Tre mosse per vincere la partita


Ormai lo hanno tutti capito che, da qui al 2015, non vedremo quasi nessuna delle promesse professate. Se andrà bene vedremo forse il porto, o almeno un pezzo, uscire  dalle acque dove, per ora, è però ancora tutto quanto ben sommerso e oggi che è quasi la fine di un altro agosto, non si vede ancora niente. Comunque nel 2015 finirà un decennio di governo: Canio I e Canio II, 500 mila euro sarà il costo diretto pagato alla politica per manco farci ben amministrare, mentre quanto sarà il costo della politica indiretto, nessuno può saperlo con una certa precisione, ma quando sarà il tempo proveremo a fare quattro conti, per il resto quasi nulla, un decennio buttato in spazzatura. Detto così possiamo anche chiudere le pagine del blog e rivederci, appunto, alla fine del decennio che tanto poco o nulla più vedremo. Ma Canio è un furbo, Lui lo sa che il suo decennio è un fallimento, anche se ci dice sempre che la colpa è di Tremonti, ma come tutti i Sindaci ancor giovani, cura l’immagine e cura la carriera, è anche ambizioso e lo si vede, ci vuol poco. Poi è anche vero che se finisce il suo decennio, mica finisce  la sua era, ci sono sempre gli eredi designati, le controfigure da usare per un lustro per poi ritornare sullo scanno al primo posto. Molti la hanno già sperimentato e vi assicuriamo che funziona. Comunque Canio il piano per vincere ancora la partita ce l’ha in testa ed è fatto di tre mosse. Si muovono tutte sul piano virtuale più che reale e quindi è più sicuro e,  guarda caso, hanno sempre al centro quel piano di città che sarà la Sua scommessa da qui alla fine del mandato. Eccole qua: la prima mossa è un po’ tecnica, serve per preparare le altre due ed è già pronta. Noi l’abbiamo vista ed è un passaggio senza il quale le altre non si possono tentare. Mette, in sostanza, il territorio un po’ più in ordine sotto il profilo della sua classificazione di rischio idrogeologico, insomma non ha storia e presto passerà. La seconda delle mosse è quella che da settimane vi stiamo raccontando. Ha preso i voti da più di 2400 di elettori e, invece, asseconda la volontà di quelli che stanno sulle dita di una mano. E’ un capolavoro di tecnica al potere, Lui ha fretta, vuol far vedere che è un uomo di parola e di potere, che gli impegni li mantiene e poi, pensate un po’, ha questa fissa di far fare gli alberghi più grandi che sono in giro per il mondo. Gli andrà bene? Chi lo sa ? Qui si apre la madre di tutte le battaglie. Sarà dura. Arriva poi la terza  mossa , questa è proprio ad uso strettamente elettorale, sarà l’altra variante, quella che regala, o meglio promette, terre ad edificare anche a coloro che son belle morti. E’ una tecnica provata e ormai consolidata, c’è la raccolta degli intenti, le promesse, le illusioni  e se messa al tempo giusto serve a vendemmiare tanti voti. Questo signori è il vostro Canio da qui alla fine del mandato, non aspettatevi nient’altro.                                         

giovedì 25 agosto 2011

Quelli che il bar…. 
Non c’è solo minoranza, quella super, a pressarlo il povero Canio, c’è anche un'altra minoranza, ben più forte e rumorosa, anzi decisa, forse anche decisiva che a vederla e poi a sentirla mette i brividi e anche la paura. Sono tre, sono quattro, non lo so, quel che so è che ha suoi punti di ritrovo e quando scatta l’ora e il giorno giusto, mica molla, tiene banco, studian piani e contro piani, tanta tattica e anche qualche strategia.  Sono forti intorno a un tavolo o anche solo avanti il banco, questo si l’abbiam capito ed è il titolo di oggi. La notizia non ci intriga se non che questi quattro o forse solo tre son del gruppo in maggioranza. Canio non si adiri, noi siamo semplici cronisti dei fatti locali quotidiani, Canio neppure ci chieda i loro nomi, siamo legati al segreto in professione. Rimane questo fatto che abbiamo registrato e qui lo raccontiamo. Possiamo dire qualche cosa anche di più che a sentirli, qualche volta, sembrano disposti a rovesciare anche tutto il banco e il banconiere, che il loro leader è anche uno di punta, che gli altri son gregari, un po’ dell’ala destra e un po’ della sinistra. Di più, per favore non chiedete, ho detto forse troppo e già mi pento. C’è un però, un particolare non da trascurare, il particolare è che i piani e i contro piani, le tattiche e le loro strategie che la sera hanno studiato e preparato, l’indomani se le sono già belle tutte scordate. Poco male, perché passa qualche giorno e il gruppo si ritrova sempre intorno al suo tavolo o anche solo avanti un banco e la storia si ripete e va avanti un poco all’infinito. Canio quindi non  deve più temere, almeno sino ad ora, quei quattro o forse tre che il loro voto non l’hanno mai fatto mancare; sono così, appunto, quelli che il bar........

mercoledì 24 agosto 2011

Cronaca agostana 

Ore 21, non tutti sono in aula, ma dopo un quarto d’ora Canio, ben saldo nel suo seggio, da il via alle operazioni. Giusto un preambolo prima di iniziare gli argomenti, chiedendo qualche notizia intorno al porto. Risponde sempre Canio, un po’ come fece l’altra volta ci dice che il tempo si è allungato per progettare quello esecutivo. Ora si parla di settembre e forse ottobre, ma meglio così, sempre Lui ci dice, non si può certo sbagliare come si fece già una volta. Noi prendiamo atto che, per la prima volta, sentiamo dire che , una volta, hanno sbagliato, e naturalmente hanno pagato. Comunque la prima è una ratifica di una variazione di  bilancio che somma 106 mila euro in aggiunta alla già tanto esigua spesa. Legge, come suo  solito il dottore del bilancio. Minoranza se ne astiene. Poi arriva il bancomat e, un’altra volta, bisogna chiudere gli sfondamenti delle spese, tutte per avvocati, che sommano ad altri 10 mila euro. Qui minoranza cita, nella materia, giurisprudenza, non di un giudice di pace, ma della suprema cassazione. Allora Canio, che già di suo sembra nervoso, sembra un po’ troppo scatenarsi , non certo contro i giudici togati, ma contro chi si permette di citarli. Quando i nervi stanno  un po’ troppo allo scoperto, succede anche di peggio, comunque minoranza vota contro e fa mettere a verbale quanto dice cassazione. Si chiude l’esperienza della istituzione biblioteca, rimane gestita solo dal Comune, costava poco o nulla, ma non importa, quindi si votano i documenti che rendono i suoi conti.  Si passa all’esame della fusione per incorporazione delle società che gestiscono i rifiuti. La storia ormai si allunga nel decennio tra una legge che vuole che siano privatizzate, un’altra che le salva, un referendum fatto per l’acqua e che invece finisce nei rifiuti, e infine l’ultima manovra che sembra volerle mettere ancora sul mercato. In questo guazzabuglio si crogiuola la politica locale che se le vuole certo tenere e mica si sogna di metterle a mercato. Comunque si discute una proposta che non tiene affatto conto dell’ultima manovra di Tremonti e che quindi è ancora un po’ in sospeso. Una nota di ridicolo sta scritta: poiché ci sono le montagne, i laghi ed anche i fiumi, queste sono le ragioni per giustificare ulteriori nuovi e futuri affidamenti  senza gare. Maggioranza se l’approva.
Così finisce il primo tempo ed inizia subito il secondo, quello dedicato a minoranza. Subito c’è la proposta per portare a soluzione Stresa Servizi; dividerla in due rami, l’uno quello parcheggi mandarlo a liquidare e l’altro venderne le quote tutte intere. Si evita la lettura, questa sera, dei lunghi documenti, tanto non regge maggioranza ad ascoltarli e si preferisce andare a braccio, perorandone ragioni e facendo riflessioni.  Canio, nella replica, si alza dal suo scrigno, come è suo uso nelle occasioni più solenni, in realtà quando è un po’ troppo nervoso e giù a difendere questa sua creatura, tanto virtuosa e tanto benvoluta. Sembra un dittatore della costa del nord Africa, non si è ancora accorto che il mondo è un’altra cosa e così si danno una bella mazzata sui ………. e votano contro. Torna il fantasma del principe Domenico che Canio pensava ormai sepolto. Tanto per non sapere cosa dire, Canio dice che è un’ ossessione della superminoranza, anzi del relatore la proposta. L’argomento è convincente, direi che è decisivo tanto che, anche qui, dopo che si va a braccio a riassumere i concetti scritti in proposta, l’avvocatura di governo: Canio /Falciola, non  tira fuori uno che è uno di argomento a confutare le tesi dell’accusa che è tranciante sulla giuridica inesistenza dell’accordo. Se non ne hanno o se non lo vogliono questo non è dato da capire, tanto il processo lo vincono lo stesso perché, quando si vota, la giuria popolare vota per loro. C’è poi la storia della disapplicazione delle regole del piano di città quando si autorizzano gli ampliamenti alberghieri, Sotto accusa è tutta la Giunta , sotto mira Canio e il delegato Professore. Serafico quest’ultimo confessa che così si è sempre fatto e non c’è il male, sembra un santo medioevale già assunto su nel cielo. Potenza del demonio che si nasconde anche dentro l’acqua santa. Facciamoci il segno della croce, ma il popolo li assolve e vota contro la proposta.
Un’altra volta Stresa Servizi, e questa volta perché affidataria nella gestione dei progetti e delle gare per le nuove stazioni della navigazione Laghi al Lido e Isola Bella. Stresa Servizi non c’entra proprio niente, ma non importa così almeno fa qualcosa. Ma la questione  è anche un po’ oltre perché il Camune caccia dei soldi per finanziare la costruzione di stazioni che vanno a sostituire le baracche, molto, molto probabili abusive. Qui Canio, ancora in piedi,  si scatena  contro che è reo di rovinargli la festa già imbandita , chi rema contro, chi  tira fuori certe cose che si devono, invece, cercare di nascondere. Canio dimentica che proprio minoranza chiese, mesi ormai sono, di metter in progetto le stazioni incriminate chiedendo finanziamenti a chi doveva e non a  Stresa Servizi, Canio si dimentica che quella proposta fu bocciata e adesso cosa parla ?
Si va alla carellata delle interpellanze nel finale. C’è lo stato indecoroso del cimitero vecchio di Carciano, Bottini ci risponde che abbiamo anche ragione; c’è  l’uso dell’ex asilo di Vedasco affidato, senza soldi, alla pro loco. Bottini un po’ da i numeri e le cifre, poi sorvola sulle domande più scottanti e, a mezza voce,  fa capire che è così. Canio fa il suo solito intermezzo e allora gli si ricorda che la politica ha due costi , quello diretto che Lui si mette in tasca e quello indiretto che serve per fare i saldi elettorali/ algebrici e forse questo è un caso. Ci danno poi  tutti i ragguagli  sulla delimitazione, in corso, delle aree balneabili e ci garantiscono la qualità pure dell’acqua. Quanto all’interpello sullo stato delle riscossione delle concessioni demaniali, non è che confermato che l’evasione è ormai di massa, non paga quasi più nessuno, ma siamo un Comune anche virtuoso aveva infatti  esordito Canio, in apertura di consiglio, in una tirata contro il reo Governo.  Sullo stato del parco gioco comunale di Via Verdi  ci dicono che l’area è della chiesa, e allora è giusto che si sfasci ? Sullo stato della gestione dell’area di stoccaggio dei rifiuti, quelli ingombranti, che fa schifo, Bottini ne conviene e ci da assicurazioni che occorre rimediarvi. Ecco è  passata, da poco, mezzanotte e sarebbe anche finito, ma c’è ancora un punto finito fuori sacco. E’ una  mozione aggiunta sulla sicurezza urbana, telecamere e roba così, che minoranza aveva presentato. Finisce con un voto anche bipartisan. Questa volta si chiude in una  volta anche soltanto, mentre sembra che la prossima sarà alle nove di mattina e forse il tre del mese di settembre, argomento la variantina, quella di piano, non la variante, quella vera, per quest’ultima qualche mistero.                   
   

martedì 23 agosto 2011

In trappola 
Governa male, anzi malissimo, poche gli sono andate dritte e forse è una fortuna, ma ha una speciale qualità, quella di tenere assieme gente che dice di essere di sinistra con altra che dice di essere di destra, mentre Lui non dice che cos’è. Canio, in questo, è una gran volpe che non cade nelle trappole , ma invece è proprio Lui che le trappole le stende. Ora nella trappola ha messo la sua ala di sinistra, confezionandogli un pacco che quelli manco riuscivano a pensarlo. L’occasione è sempre il piano, quello che cambia la città; Lui prende l’arcinoto Professore, non aveva preferenze, non importa passa avanti e gli da la delega per questo piano di città. Qualche mal di pancia, qualche brontolio, proprio non importa, Canio inventa qualche delega e gli indisposti subito si rimettono in salute. Intanto però la trappola è scattata, il Professore è lusingato, Lui demo e cristiano si ritrova di sinistra ed anche a capo della grande coalizione, e lì vive a suo agio. Intanto arriva il giorno in cui si deve consumare l’ultima missione, il Professore è l’esperto del settore, il grande vecchio uso a metter firme dove gli chiedono e così le cose vanno avanti: la variante è una schifezza degna di governi d’altri tempi, il Professore delegato è il cavallo di Troia infilato dentro a sinistra, sempre a Lui spetterà la paternità della variante di città  e così scatta la trappola dove la sinistra si è infilata. Canio va all’incasso, si spelle le mani tanto è tutto elettrizzato, salta come un matto, tutto è blindato, è un po’ come il voto di fiducia: prendere o lasciare, non c’è storia. La condizione è che tutto vada in fretta, che poco o nulla venga fuori, che l’assalto alla città venga fatto passare per la sua manutenzione, che pochi o nessuno la capiscano, sicuro poi che la droga del mattone tira più i si che non certo tanti no. E la sinistra e  tutta dentro il sacco della rete, stordita come un pugile suonato che prima che i sensi si riprenda il golpe è consumato. Dirà poi di non aver capito, che poi  non è del tutto vero, che poi dopo…., che blà, blà, blà.., che comunque ……...  Buona notte.   

sabato 20 agosto 2011

Consiglio delle ferie 

Come quasi sempre, un nutrito ordine del giorno, più della minoranza che della maggioranza, ma questo è quasi ormai la regola, e arriva, nel tempo delle ferie, il Consiglio martedì ore 21, tanto che, ed anche qui ormai è una regola, non finirà, quasi per certo, in prima sera. Comunque non vogliamo tediarvi più di tanto e, per quanto riguarda i punti di superminoranza, già ne abbiam parlato un po’ diffusamente. Scorrete indietro le pagine del blog e lì, li troverete. Quanto a maggioranza, saltiamo il primo punto che è solo la lettura dei verbali, arriva il secondo con un’altra pompatina nel bilancio, sono 106  mila di euro messi ancora a sostenere questo bilancino che, come sapete, è proprio piccolino, ma pompa un po’ oggi, pompa un po’ domani vedrete, un’altra volta ancora, che ai 5 milioni d’euro presto arriverà; poi arriva il bancomat, si perché non c’è una volta che il povero Consiglio non venga chiamato a coprire i buchi che si apron nella spesa che, guarda anche il caso come si accanisce sul Sindaco Avvocato, è spesa, quasi sempre, destinata a suoi colleghi. C’è poi una questione un po’ tecnica del bilancio d’esercizio  che attiene sempre il patto, quello della famosa stabilità, e serve a farci entrare il titolo di spesa, per cassa, di 779 mila d’euro portati a casa sul patto regionale verticale, di più non vi dirò. Due brevi delibere per chiudere, per sempre, l’Istituzione biblioteca e poi una proposta più corposa che attiene la fusione di due società di gestione dei servizi dei rifiuti, quella dell’Ossola e quella VCO. E’ l’infinita saga delle società pubbliche, girate e rigirate in ormai un numero di leggi perso nel tempo e che, alla fine, anche il recente referendum non ha aiutato a dipanare. L’importante, questo poi è il punto, è che  non mettano piede nel mercato della libertà di concorrenza, altrimenti sono morte e allora avanti, un'altra volta, un’altro giro e noi pagheremo la bolletta. Maggioranza a questo punto ha già finito il suo Consiglio, anzi per vero si è scordata una promessa, quella di riportare in aula la questione del disastro delle strade  ( intanto uno dell’Ente  s’è  preso una querela per lesioni). La promessa l’aveva formulata il Professore, ma forse lo possiamo perdonare, impegnato com’è a pensare sempre alla new town.                   

venerdì 19 agosto 2011

Il piano è di destra o di sinistra ? 

Parafrasando anche noi l’ultimo Gaber, potremmo chiederci dove sta la destra e dove sta, invece, la sinistra perché, già dal suo costituirsi, l’alchimia,  messa in campo a far stravincere il Canio II, di stranezze pur ne aveva, ma sino ad ora è andato avanti sostenuto dal silenzio, sempre in aula, delle parti. Ora arriva questo piano che, se le cose sono serie, dovrebbe metterne alla prova la tenuta. La domanda, questa è bella, è quella quindi che oggi abbiamo messo anche nel titolo e siccome non sarà facile ottenere la risposta proprio da Canio, tanto più se la vogliamo un po’ precisa, forse sarà meglio a noi cercarla.
Di sinistra sono gli urbanisti/progettisti, tanto che Canio mica li voleva, ma avevano vinto anche una gara e se li doveva quindi tenere. Che il fatto orienti il piano, specie in questi tempi, però questo non è dato. Di sinistra è il delegato Professore, ma io me lo ricordo democratico e cristiano sin da  quando  era un novello designato da chi poi ebbe il cognato in Quirinale. Neanche qui ci sta quindi una stretta e certa relazione con il piano, cerchiamola perciò altrove.
Se allora fosse un piano di sinistra dovrebbe avere la massima attenzione per disegnare la parte di città detta anche pubblica, curare tanto recupero di quella che è esistente, non andare mica dietro agli interessi della rendita dei suoli e della finanza del mattone. Nel piano, la città pubblica manco l’anno disegnata, se la sono anzi proprio scordata, la cura del recupero non la si vede e quanto agli interessi di rendita dei suoli e di finanza del mattone, questi ci sono si e in abbondanza. Conclusione il piano non è di sinistra.
Se allora fosse, invece, un piano della destra, di quella magari un po’ conservatrice, ma comunque liberale,  gli piacerebbe conservare quelli che sono i segni del passato d’arte e del paesaggio, curare anche lei un poco il recupero, ma avere anche un po’ il fastidio verso le nuove scalate di finanza. Nel piano, all’arte e al paesaggio gli fanno la plastica facciale, quanto al recupero già ne abbiam parlato e senza tanta finanza, il piano rimane sulla carta . Conclusione il piano non è neanche della destra.
Ma di chi è mai allora questo piano? Riesumiamo anche il vecchio centro per vedere se riusciamo a indovinarlo. Nel piano c’è tanta città per i privati, quasi niente per il pubblico, c’è un’economia drogata dalla bolla del mattone d’albergone, c’è poi un po’ di libertinismo fatto di: monetizzazioni degli standard come se fossimo ad una grande lotteria; semplificazioni dette contro  burocratiche  cancellando i piani esecutivi; indici premiali da regalare ai vincitori della grande lotteria e poi sempre  tanto bisogno di denaro che finanzia.
Finalmente abbiamo trovato anche noi la soluzione. Questo  piano di Canio e del suo noto Professore è  di centro, e  loro sono i novelli capitani che vanno all' avventura, Lui va avanti con lo scudo e l’altro gli va dietro con la croce e  insieme stanno andando alla conquista della loro città santa e cristiana. E tanto per stare dentro questo tema: in nome di Dio, fermateli.           
                       



giovedì 18 agosto 2011

Consiglio d'agosto

Oggi Canio ha convocato: sette sono i punti per la maggioranza e 10 per la solita minoranza. Dentro non c'è ancora la variante di città, ma le voci dentro i corridoi parlano di un' altro consiglio ai primi di settembre. Siete invitati
CITTA’ DI STRESA
(Provincia del Verbano – Cusio – Ossola)
Stresa, 18 Agosto 2011
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
IL SINDACO
Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l’articolo 13 dello Statuto Comunale;
DISPONE
di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

 in sessione straordinaria – seduta di I convocazione, per il giorno di

Martedì 23 Agosto 2011, alle ore 21.00
presso il Palazzo dei Congressi – Sala Consiglio Comunale


ORDINE DEL GIORNO
Seduta pubblica.

1. Lettura e approvazione verbali sedute precedenti.
2. Ratifica deliberazione G.C. n. 99 del 19.07.2011 “Esame ed approvazione III° variazione al bilancio di previsione – esercizio finanziario 2011 e pluriennale 2012”.
3. Riconoscimento debiti fuori bilancio.
4. Bilancio di previsione esercizio finanziario 2011 – Approvazione 1° rimodulazione patto di stabilità.
5. Istituzione Centro di Cultura di Stresa – Esame ed approvazione bilancio di previsione – esercizio finanziario 2011.
6. Istituzione Centro di Cultura di Stresa – Esame ed approvazione rendiconto economico e relazione attività – esercizio finanziario 2010.
7. Approvazione progetto di fusione per incorporazione “Valle Ossola S.p.a.” in “ConSer V.C.O. S.p.a.” – Rapporto di concambio e statuto sociale.
8. Gruppo Consiliare Insieme! Patto di stabilità interno. Recupero risorse da utilizzarsi nel bilancio comunale. Soc. Stresa Servizi S.r.l. Proposta di deliberazione in merito a estinzione partecipazione del Comune nella Società. Messa in liquidazione ramo aziendale deputato a gestione parcheggi. Cessione per quota intera ramo aziendale deputato a gestione restanti servizi. Atto di indirizzo. (Prot. N. 11695 dell’ 1.8.2011).
9. Gruppo Consiliare Insieme! Proposta deliberativa su accordo convenzionale Comune di Stresa-Proprietà Pallavicino. Dichiarazione di accertamento di nullità dell’ accordo sottoscritto. (Prot. N. 11696 dell’ 1.8.2011).
10. Gruppo Consiliare Insieme! Deliberazione G.C. N. 177/2010. Sopralzo Hotel La Palma. Mancata sottoscrizione convenzione prevista dall’ art. 3.4.1 N.T.A. Mozione per sua revisione. (Prot. N. 11691 dell’ 1.8.2011).
11. Gruppo Consiliare Insieme! Comune-Navigazione Laghi. Convenzione per realizzazione strutture imbarco passeggeri loc. Lido e Isola Bella. Affidamento in house a soc. Stresa Servizi S.r.l. in contrasto con finalità statutarie e in elusione a norme patto di stabilità. Mozione in merito a richiesta modifica deliberazione G.C. n. 66/2011. (Prot. N. 11692 dell’ 1.8.2011).
12. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza su modalità manutenzione area cimitero vecchio di Carciano (Prot. N. 11682 dell’ 1.8.2011).
13. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza circa il legittimo utilizzo da parte di terzi edificio già scuola materna di Vedasco (Prot. N. 11683 dell’ 1.8.2011).
14. Gruppo Consiliare Insieme! Regolamento regionale 10/R 28.07.2009 art. 3. Individuazione e delimitazione specchi d’ acqua da riservarsi ad esclusiva balneazione. Interpellanza sullo stato di attuazione. (Prot. N. 11685 dell’ 1.8.2011).
15. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza su concessioni per l’ uso del demanio lacuale. Stato delle riscossioni dei proventi concessori. (Prot. N. 11686 dell’ 1.8.2011).
16. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza su stato manutenzione parco giochi di via Verdi. (Prot. N. 11689 dell’ 1.8.2011).
17. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza su modalità gestione area di discarica rifiuti ingombranti in località Selvalunga. (Prot. N. 11690 dell’ 1.8.2011).

IL SINDACO (avv. Canio Di Milia).
  

mercoledì 17 agosto 2011

Le mani di Canio sulla città
Il golpe dell’estate
Ricordiamo il Suo slogan : “sarò il Sindaco di tutti”, ora con quello che sta per combinare sarà ricordato come il Sindaco solo di qualcuno e solo per qualcuno. Canio infatti sta per consumare il Suo primo tentativo di golpe, pensando di far approvare dal Consiglio Comunale, in tutta fretta ed entro la fine di questo mese di agosto, l’avvio di un faraonico progetto urbanistico che modificherà il volto della città, rovesciando sul lungo lago, da Villa Ostini  sino alle scuderie Borromeo, una volumetria alberghiera di circa 150.000 metri cubi, con singoli interventi di 25/30.000 metri cubi. In questo progetto è prevista la sostanziale distruzione di parchi storici quale quello di Villa Castelli, trasformando l’intero lungo lago in una serie continua di caserme alberghiere. E’ un vulnus per questa città, dove Canio, suo ospite, non può permettersi di osare tale sfregio paesaggistico ambientale che assimilerà Stresa a qualsiasi località del turismo di massa e globale. In questa operazione di orribile plastica facciale cui Stresa sarà sottoposta, professionalità  architettoniche, cui il Comune è il committente, dovranno riuscire, nel miracolo, di far apparire un progetto orrendo, un progetto magnifico. I Consiglieri di maggioranza affermano di non saperne pressoché nulla o fanno orecchie da mercante. Stresa è  indifesa da questo attacco , tanto violento, portato alla sua immagine nel mondo.  I residenti responsabili, gli ospiti di questa città, le organizzazioni ambientali, la politica più accorta, devono sapere cosa sta per succedere e opporsi democraticamente e civilmente a questo progetto.
L’opposizione, dentro il Consiglio Comunale, si batterà ad oltranza contro il disegno  che Canio vuole fare approvare .

Il Gruppo Consiliare
        “Insieme”

martedì 16 agosto 2011

Il mostro 

Ricorderete tutti la vicenda di villa Basile e villa Marina, fatta oggetto di una contesa tra la proprietà e Canio da un lato e l’allora opposizione, dentro il Consiglio, e l’organizzazione ambientalista “Italia Nostra”. Tutto era cominciato con quell’asta di circa 13.000 metri cubi, offerti da Canio al miglior degli offerenti. I concorrenti non furono nenche molti, anzi uno soltanto, ma poi tutto andò un po’ in aria perché, sulle due ville, lo Stato battè un colpo e ci mise sopra un suo bel vincolo. Si tornò quindi  da capo, perché non certo si demorse a voler fare il mega albergo. Canio comunque riuscì ad aggiungergli un 4.500 metri cubi tantè che, a farlo ora, si arriverebbe ad edificare anche un volume di circa 29.000 metri cubi. E’ troppo piccolo, sfigurerebbe accanto agli altri vicini suoi colossi, rovinerebbe anche il profilo della costa vista dal largo, per questo occorre un’altra soluzione. Canio ci ha pensato, in fondo deve essere il suo sogno fin da quando era ragazzo,  ed ecco che nelle pieghe della bozza , quasi clandestina, della  variante che si accinge a presentare e far votare,  c’è, bello e pronto, un codicillo che così recita: Tenuto anche conto del parere espresso dalla Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte, ai fini del calcolo della capacità insediativa della variante, la S.u.l. è calcolata con l’indice medio 1,125 mq/mq., nella ipotesi vengano monetizzati integralmente gli standard relativi all’insediamento.”
Cosa mai vuol dire questa frasetta quasi messa in tutta fretta? Vuol solo dire, se uno fa due conti, che quei 29.000 cubi diventeranno, statene certi, 43.000. Non ne avremmo dubitato, certo che tirarci dentro anche questa Soprintendenza non ce lo saremmo forse aspettato.  Poi vi diamo anche l’altezza che sarà di 25 metri e il casermone è belle edificato. Addio Stresa bella, parafrasando la anarchica canzone  di un secolo passato, e le due ville:  quella  Basile e quella  Marina? Ma quelle due ville staranno lì davanti come due belle statuine in miniatura a ricordare le glorie del passato e le sventure del presente.  Vero caro Professore ?    

sabato 13 agosto 2011

Apri e chiudi 


E così un’altra volta si chiude, sembra diventato quasi un esercizio, oggi si annuncia la chiusura, domani il suo rinvio e poi, magari, non se ne fa un bel nulla. Comunque stiamo all’ultima notizia e questa Provincia che era destinata a diventare un  po’ speciale, alla fine, ora “rischia” di non essere neppure più neanche normale. Tornerà con la sua madre di Novara o andrà a formare il nuovo quadrilatero a nord/est, o forse migrerà oltre il confine, nella dolce terra pia, chi mai lo sa ?  Di tutte queste alternative, io credo che quella più possibile è che rimanga ancor dov’è , salvo che questi mercati scendano sempre più in picchiata da mettere a serio repentaglio tutta la casta. Già però le sentiamo le lagnanze di tutte le nostre caste meno pie fare discorsi un po’ di circostanza su questo Stato tanto feroce che, pur di sopravvivere, uccide anche tutti i suoi figli più diletti. Sarà una litania al capezzale durante l’agonia e si tenterà ogni accanimento terapeutico, sino, alla fine, a uccidere il malato. Vedremo comunque come andrà a finire, noi, statene certi, non vestiremo il lutto il giorno che tirerà l’ultimo respiro. Se comunque alla fine avrà la grazia, sarà comunque il segno che , un’altra volta, non si può cambiare proprio nulla, tanto una scusa sempre la si trova.
Per finire, una cosa che non c’entra proprio niente: vi invito, ma invito con particolare sollecitazione, il nostro Canio, ad andarsi a leggere l’articolo sulla Repubblica di oggi, a firma Salvatore Settis: “Il tarlo del cemento”, e vedere un po’ se si riconosce in qualcuno dei protagonisti. I prossimi giorni sono propizi a letture riflessive, mentre noi , per poco, vi toglieremo il disturbo e compariremo solo saltuariamente.  

venerdì 12 agosto 2011

Riassumendo 

Al termine della lunga carrellata su ciò che Canio vuole fare della nostra cittadella, bisogna anche fare un po’ il riassunto di questa storia tanto seria che rischia di rovinarci le vacanze. Intanto dobbiamo ricordare che le vicenda prese inizio già oltre due anni fa, quando, dopo le scellerate aste urbanistiche, andate storte, per piazzare 40.000 metri cubi tra il La Palma e il Borromeè, tentò un’altra strada,  facendo approvare dal suo solito consiglio, quel documento che porta questo nome: “ Documento programmatico”, dove però le cose non erano ancorate tutte ben dette. Iniziò il percorso previsto dalla legge, ma incappò subito in un non previsto stop. Infatti in conferenza, detta di pianificazione, gli dissero che aveva esagerato, quello era un piano tutto nuovo, non solo una variante. Lui non disse a nessuno proprio nulla e vinse, anche per questo, le elezioni, poi sollecitato dovette confessare che il colpo era fallito, ma che, da lì a poco, ci avrebbe riprovato. Da lì a poco, intanto, è passato più di un anno, Lui toglie, ma non tutte le nuove previsioni  per le quinte residenze che rinvia ad altra ora ed altra data e, invece, lascia tutte quelle per i nuovi alberghi e gli ampliamenti. Vengono fuori quindi quei, circa, 150.000 metri cubi che stende, tutti in fila, tra villa Ostini e le scuderie dei Borromeo.  La cosa poi anche gli piace, anzi ne va matto, perché crede di essere diventato un urbanista con la laurea honoris causa, tanto che ha il coraggio e l’ardire di farci vedere il suo bel piano. Quanto poi ad esser bello, presto faremo un rendering della costa a dimostralo, ma ci vorranno stomaci forti a sopportalo. Il tutto lo fa chiuso dentro il Palazzo, gli architetti designati gli van dietro, agosto è un mese buono per guardare, esaminare e per discutere le cose e quindi, con il suo solito piglio condottiero, prende il calendario e fissa il giorno per la conquista della costa. Se gli va bene, inizia un’altra volta quel percorso che, la prima volta, venne bocciato, ma se passa nel Consiglio, non scommettiamo che venga fermato in conferenza. Certo il percorso è tanto duro, ma anche gli interessi son cospicui e voi lo vedete un funzionario a 2.000,00 euro tutti i mesi, rovinarsi la vita a dire  no? Le corazzate entreranno sul campo di battaglia ed una mano a Canio e agli interessi pur gliela daranno. Che poi si dovesse metter mano al vecchio piano, noi non lo neghiamo, ma metterci mano, per noi vuol dire migliorarlo, non certo rovinarlo e chi ha avuto la pazienza di legger le nostre di proposte avrà visto che si può.
Non possiamo però chiudere il pezzo, senza fare un cenno al Professore, insegnante di lingue antiche e belle lettere, Lui è uno stresiano tutto doc, la sua biografia l’ abbiamo già percorsa più volte in questo nostro blog e proprio Lui viene chiamato a mettere la firma sul piano che uccide la città: è un parricida. Certo lo vediamo stendere le firme con la mano che gli trema, ma statene certi lo farà, perché così ha sempre solo fatto e mai ha avuto un moto di orgoglio e di pudore.


giovedì 11 agosto 2011

Golpe d’estate  
Che siamo un po’ provocatori, senza problema lo confessiamo, ma siamo nati apposta, altrimenti che ci facciamo a fare. D’altronde qui l’acqua è stagnante e se non la si agita un po’ forte,  in superficie, non si muove, mentre invece, stiamone certi, si muove sempre sotto. Siamo poi nel cuore di un’estate ribollente dove i mercati in vacanza non ci vanno e invece vanno a picco e tutto aiuta a prendere di mira quella casta che,  seminando prebende e privilegi per sé e un po’ anche  per  tanti altri, sta mandando tutti a fondo. Quanto poi al nostro locale provocare, siamo anche ben certi che chiedere indietro  le chiavi cittadine è come catturare la luna dentro il pozzo, ma quello che invece ci era sembrata la vera sostanza del nostro ultimo quotidiano provocare, è chiamare, in un momento tanto cruciale, questo Canio davanti al Suo Consiglio a render conto di ciò che sta per combinare. Insomma che altro gli chiediamo se non di fare il Suo mestiere , cioè raggiungere un’intesa in assemblea su di un progetto tanto importante e delicato che se non  governato, con grande saggezza e accortezza, rischia di sfregiare il volto alla città e svendere tutti i gioielli di famiglia. A voi  sembra possibile che in questo mese, quando Canio e il Professore lo stanno passando lontano dal Palazzo, che quando si chiede all’uno o all’altro dei loro Consiglieri, essi rispondono che non ne sanno nulla o fanno orecchie da mercante, che appena si riapre quel Palazzo si possa poi, quasi di nascosto, chiamarci alle nove della sera e, tra uno sbadiglio e l’altro, imporre un voto sul futuro destino del volto di questa nostra cittadina ? Questa non è democrazia, è solo porcheria e ci dispiace che, in questa manovra per l’estate, le professioni architettoniche diano il  loro avvallo dietro lo pseudo asettico tecnicismo delle loro parole e delle formule. Noi ci siamo spesi in questi giorni e ci spenderemo ancora, senza tregua,  riempiendo i muri di città con le notizie  di questo golpe estivo perché i sensibili, che siano residenti od anche solo nostri ospiti, sappiano quale è il piano di conquista che il nostro Alcalde, dopo aver fatto il bottino elettorale, ora ci sta per regalare.

mercoledì 10 agosto 2011

L’ alberghiera e gli alberghieri
La questione gira, sempre, intorno al nuovo piano di città che, come ormai noto è pieno di nuove previsioni di metri cubi d’alberghi, una montagna che andrà a  specchiarsi dentro il lago. Il grande sponsor di questa iniziativa oramai lo conosciamo e non c’è più bisogno di una sua presentazione. Ora, però, mentre la bozza di quel piano che abbiamo per le mani è tutta piena di questi, per dimensioni certamente, grandi alberghi e per ognuno di loro il posto si è trovato, dobbiamo far notare che  si cancella e prontamente anche la prima vecchia previsione di dove mettere la scuola, l’alberghiera per l'appunto, ma manco ancora è stata trovata la nuova soluzione. Si dice, o meglio sta anche scritto, che la soluzione sarà da essere  trovata. Campa cavallo insomma, siamo alla vigilia del grande bliz estivo che Canio sta per fare e ha talmente tanta fretta che non ha avuto ancora il tempo di trovare quella soluzione, segno che, forse, quella raccontata di metterla in mezzo al campo di pallone e andare a giocare anche in trasferta, non è poi la soluzione. Chi lo sa ? Non ce lo viene certo a raccontare e a lui gli interessano gli alberghi, mica l’alberghiera. Tra le due cose sembra quindi che non vi sia alcuna relazione, l’una va per una strada e l’altra, addirittura, si perde per la strada.  Strano paese e strano modo di governare le sue cose, l’una non può aspettare e l’altra deve aspettare. Ma la domanda è quasi un obbligo: se agli alberghieri non interessa l’alberghiera, chiudiamo pure i suoi battenti; se no, diciamo a loro: bei cari signori, li volete i metri cubi ? Bene, per carità non tutti,  io vi indico il terreno, voi lo comperate e me lo date e costruisco l’alberghiera, altra soluzione: se va bene metterla nel campo di pallone, voi, cari alberghieri, ci date un nuovo campo di pallone a norma Coni. E nel frattempo…., be nel frattempo la squadra va a giocare sempre in trasferta.  Delle due di soluzioni, la prima non è forse la nuova urbanistica chiamata perequata e le seconda non  sono forse le vecchie urbanizzazioni secondarie dei piani esecutivi che volete eliminare ? Lapalissiano, no ?  Dimenticavo: per fare questo ci vuole un consiglio ed anche il suo sindaco con le palle.


martedì 9 agosto 2011

Restituiscici le chiavi

Lo slogan era, lo ricordiamo troppo bene: “sarò il Sindaco di tutti”. Forse uno slogan tanto comune ed abusato non lo potevi proprio trovare, tanto che oggi, con il senno anche del poi, forse manco tu l’avresti usato più. Comunque siamo arrivati a questo punto dove, con quello che stai per combinare (anche i bambini lo capiscono), sei diventato il Sindaco solo di qualcuno e solo per qualcuno. Dirai che non è vero, che pensiamo sempre male; che non hai colpa se la città è in mano, soltanto, a tre o quattro grandi famiglie; che invece tu pensi al bene che è di tutti perché se sale il Pil cresce la ricchezza e di quella torta c’è ne sarà per tutti e non solo per qualcuno; che siamo noi i nemici che non vogliamo che questa ricchezza si diffonda; che siamo il freno alla crescita ed allo sviluppo. Si, certo queste argomentazioni ben le conosciamo e, a dire il vero, ci sembrano di chi in questi decenni è stato fuori a fare un giro ed adesso torna e vuol fare il salvatore della patria, mentre l’affonda. Perché questo è il tema e questo il grave vulnus che tu caro Canio stai, per tua sola ambizione, sferrare alla città. Hai fatto, fino all’altro ieri, dichiarazioni di difesa dei valori ereditati che il lago e la terra, che ti ospita, hanno ancora conservato; hai voluto e ti sei guadagnato, per ben due volte, le chiavi di una città che si è fidata delle tue  parole e delle tue promesse e che quelle chiavi ti ha messo nelle mani, ed ora, dimenticando tutte le tue dichiarazioni, ti stai conformando  al peggio della media. Non ne hai il diritto di prenderci anche in giro; quel piano che tu vuoi, io te lo dico, è uno schifo che ti dovrebbe fare rosso di vergogna a solo osare presentarlo e chiedere il voto a chi sai che non ha la forza di negartelo, ma al massimo si nasconde sotto la sabbia. Quel piano non è scritto dalla parte del Comune, quel piano è scritto sotto dettatura, utilizzando un’altra volta,  ed anche di questo devi render conto, il Professore, uomo di culpa in eligendo e culpa in vigilando, amanuense che, per i noti fatti del passato, dovevi aver ritegno, per suo rispetto, a richiamare al tuo servizio. Hai preso gusto, sei entrato nel potere e fingi di dar prova di governo, mentre invece appari governato e vuoi farci credere il rovescio. Ferma quel piano, torna a discutere e a ridiscuter sino a quando lo saprai anche condiviso, sii democratico, altro che strappare un voto a ferragosto a chi si tura il naso o ha chiuso entrambi gli occhi per non farsi più vedere. Questa è la sfida, insomma, che in fondo ti facciamo, quella di venire sui banchi degli eletti e lì fare il tuo mestiere, il Sindaco della città di tutti e non solo di qualcuno, altrimenti restituiscici le chiavi .
                           


lunedì 8 agosto 2011

Il contro piano ultima parte
Oggi finiamo il nostro primo viaggio dentro quella città che nel prossimo futuro Canio vorrebbe regalarci e che noi, per tanti aspetti, faremmo anche a meno; così facciamo insieme il percorso lungo quel muro di cemento che vorrebbe far edificare in una sorte di cortina senza sosta lungo il lago. Noi ci proviamo a far vedere quali sarebbero i disastri peggiori e quali le soluzioni, forse migliori. Alla fine del cammino rimangono tre altre osservazioni un po’ particolari che hanno completato la nostra critica al piano di Canio e, sempre Lui, del noto Professore. Domani invece faremo un po’ un riassunto ed un commento anche finale; certo sarà comunque un bel gran match e chissà chi alla fine vincerà?  


Individuata la soluzione attuativa e l’impronta caratterizzante da assegnare al progetto urbanistico, occorre che tale ipotesi sia resa compatibile con le previsioni di crescita dimensionale del comparto ricettività alberghiera che la variante  ha ipotizzato e che qui, specie in relazione ad alcuni degli ambiti si contesta.
Occorre inoltre che ogni singola ipotesi dimensionale sia verificata in funzione dell’obiettivo primario di valorizzazione, conservazione e tutela della matrice costituita dai caratteri identitari  del paesaggio storicamente determinato.
Sotto questo profilo, mentre non si nega la possibilità di restituire Villa Castelli ad una funzione ricettiva alberghiera della più alta classe, si rigetta l’ipotesi di assegnare al lotto quantità edilizie nuove ed aggiuntive massive o anche soltanto di rilievo, anche in termini di rapporto di copertura, in aperto contrasto con le finalità primarie di conservazione dei caratteri identitari del paesaggio che contrassegnano tale ambito quale fortemente caratterizzato dalla presenza di parchi urbani storici. L’ipotesi prevista nella bozza del documento è uno strappo violento ai principi dichiarati tanto da preferirsi, quale concreta alternativa, la perdita totale della struttura edilizia residua piuttosto che il suo recupero ad un prezzo ambientale/paesaggistico tanto elevato, addirittura impensabile non solo da parte della cultura architettonica ed urbanistica, ma dal comune buon senso. In alternativa quindi l’area potrebbe essere inclusa tra quelle di compensazione ambientale e la sua acquisizione garantita dal sistema perequativo.
Si è chiesto, in queste pagine, che il lotto di villa Castelli abbia ad essere compreso all’interno del piano attuativo per le evidenti esigenze e finalità di ricomposizione unitaria del quadro paesaggistico ambientale, ma tale esigenza verrebbe, inevitabilmente, vanificata dalla assegnazione al lotto di volumi edilizi inaccettabili. La soluzione deve essere invece forte e radicale, nel senso di assegnare quantità di sul, non in superficie, nella misura necessaria alle esigenze di impiantistica e di servizi  e quantità di sul anche fuori terra solo a  stretto servizio del  recupero funzionale turistico ricettivo della villa e sua dependance nella sua dimensione attuale non incrementabile.
All’estremo opposto del comparto  dovranno essere nuovamente ed attentamente verificate le compatibilità di previsioni di capacità edilizie assegnate al lotto di villa Elisa che non sembrano, neppur loro,  men che meno compatibili con le finalità sopra evidenziate e ciò in funzione, sia delle primarie esigenze di salvaguardia operata con provvedimento statale  nei confronti delle ville esistenti, sia in funzione delle quantità di standard a parco urbano da realizzarsi e cedersi. E’ quindi auspicabile una loro riduzione molto significativa, non riassegnando certo ed anche la cubatura derivante dal’auspicabile abbattimento dell’edificio ex collegio Europeum. Per quanto riguarda invece quelle in previsione di assegnazione all’ampliamento dell’hotel Borromee, dovranno essere ammesse soltanto su lato opposto al fronte lago, non visibili da esso e su aree già oggetto di utilizzazione edilizia al di sotto della superficie di campagna o con bassi fabbricati, senza quindi consumo di nuove aree,  tenuto conto delle previsioni specifiche di divieto di edificazione in ambito del parco contenute nel PPR adottato.

Per quanto si riferisce invece alle due ultime nuove previsioni in direzione nord si osserva:

L’intervento 2 ( cantiere  Taroni) non sembra presentare particolari impatti critici rispetto l’attuale stato di fatto ,dovrebbero tuttavia dettarsi prescrizioni meno generiche in tema di progettazione architettonica e ciò in funzione delle caratteristiche di archeologia cantieristica nautica che gli attuali edifici presentano, definendo sia o no meritevole di tutela la preservazione di tale stile. La quota di standard parcheggio da cedersi e realizzarsi, dovrebbe essere accresciuta in relazione alle esigenze pubbliche presenti nelle aree contermini della zona lido di Carciano. Non sembra corretto non inserire nell’ambito del lotto l’attuale edificio limitrofo residenziale che ricade in ambito.          
     
L’intervento 80 ( scuderie Borromeo) presenta indubbi problemi di sostenibilità paesaggistico ambientale laddove si consideri il contesto non ancora edificato , con caratteri di ruralità residui e la visuale che l’area presenta dalle Isole e dal Lago. L’indice territoriale attribuito, considerata l’estensione territoriale, risulta quindi decisamente elevato con la conseguente difficoltà, se non impossibilità,  di rendere poi compatibile la previsione edilizia con l’ambito entro il quale si vuole collocare. La perimetrazione d’ambito dovrebbe comunque includere anche l’edificato esistente di proprietà, ( ex scuderie) prevedendone il suo contestuale recupero architettonico e un suo nuovo utilizzo, funzionale anche per destinazioni turistiche alberghiere. Tutto l’ambito dovrebbe vedere la ricostruzione di un nuovo parco sul modello di quanto storicamente costruito sulle rive lacustri, escludendo la formazione di parcheggio pubblico, ancorchè interrato, anche per ragioni di conservazione, quanto più integra possibile, della residua zona a prato posta a confine con via Sempione. La struttura Alberghiera, fortemente quindi ridimensionata nella sua consistenza, dovrebbe inserirsi in area già, puntualmente, indicata dal piano con attenzione alla mitigazione d’impatto, ricalcando infine caratteri architettonici assolutamente compatibili e coerenti con l’edificato storicamente formatosi, evitando che siano ricalcate  recenti soluzioni architettoniche come quelle realizzate in zone limitrofe.
Occorre che sia riverificato l’eventuale rinnovato interesse della medesima proprietà alla realizzazione, nell’ambito della  frazione isolana,  di  struttura alberghiera diffusa.

Altre osservazioni a carattere puntuale :
1) Previsione H. ( Concessioni di cambi di destinazione d'uso da alberghiero a residenziale ) Non si comprende come possa ricondursi alle linee guida per la variante, dettate dal Consiglio, la concessione  di cambio d’uso di strutture alberghiere attive e funzionanti. Ci si vuole riferire in particolare alla nuova previsione d’uso dell’albergo Speranza. Ove, come sembra , tale ipotesi non era stata indicata neppure nell’avviso di intenti ad edificare, vi sarebbe un evidente vantaggio conseguito dalla proprietà rispetto a quanti,  non a conoscenza di tale opportunità,  non ne  avanzarono richieste. In ogni caso il mutamento d’uso proposto in variante doveva avere giustificazioni ben evidenti ed oggettive che non compaiono e quindi si palesa come una concessione ad una operazione immobiliare estranea all’interesse della collettività. Nella malaugurata ipotesi di concessione del mutamento d’uso, non si comprendono le ragioni della concessione della monetizzazione dello standard a parcheggio privato.

1)      Previsione B . ( Previsione di realizzazione alberghiera in ambito parco villa La Palazzola).
      Il mantenimento della  destinazione  alberghiera, con sostanziale incremento della cubatura edilizia dell’edificio sull'area di proprietà comunale, ma gravata di diritto di superficie a favore della società SAB, è assolutamente estraneo al contesto paesaggistico ambientale entro il quale si colloca l’edificio medesimo in ambito adiacente alla villa Palazzola . Si osserva, peraltro, che essendo l’edificio di proprietà pubblica, considerata l’epoca di realizzazione, esso è da sottoporre alla verifica circa il suo   assoggettamento a vincolo architettonico ai sensi del codice dei beni culturali . In tal caso la previsione di realizzazione di nuovo volume edilizio, soverchiante quello esistente,  annullerebbe la stessa possibilità di sopravvivenza dell’esistente , in contrasto  con la natura e le finalità  del vincolo.
Si esprimono, peraltro, consistenti dubbi  circa la sussistenza del diritto di superficie a favore della SAB e ciò per effetto di molto probabile intervenuta prescrizione ventennale del diritto medesimo. Lo jus edificandi non dovrebbe quindi neppure più sussistere ed, in tal caso, non esisterebbe già  più la possibilità edificatoria assegnata nel piano vigente con  la conseguenza che la variante dovrebbe, semplicemente,  prenderne atto, dando all’area e all’edificio destinazione, esclusivamente, pubblica .

2)      Previsione 77 .  ( Previsione di nuovo intervento residenziale in località via Manzoni).
     La previsione sfugge alle indicazioni di piano in quanto, non solo realizza l’unica ipotesi di nuova residenza inserita in variante e quindi è , letteralmente, singolare, ma l’indicazione cartografica, contornata in arancio, non corrisponde allo stato di cartografia vigente, in quanto realizzerebbe un passaggio da area vincolata ad area residenziale e non da area alberghiera ad area residenziale. La previsione di  trasferimento gratuito al Comune di altro ambito limitrofo ad essa , mentre non è verificata circa la sua idoneità e congruità per la destinazione che si vuole attribuire,  concreta , invece, uno scambio tra una cubatura da concedere ed un’area da acquisire, già peraltro oggetto di pregressa transazione tra Comune e proprietà, mai perfezionata e si tradurrebbe in un immediato vantaggio patrimoniale a fronte dell’assolvimento di un obbligo, già probabilmente preesistente e non assolto.