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sabato 8 ottobre 2011

 Canio a manetta
Ieri abbiamo raccontato l’incredibile e d’ora innanzi, anche noi sappiamo che la cittadella è abitata solo da fessi cui il suo Alcalde, eletto a furore di popolo, può  raccontare ciò che vuole, un po’ anche qui sul modello nazionale; là le barzellette e qui un po’di balle. Questo è, purtroppo, lo stato delle cose e allora oggi  parliamo delle cose anche più serie, quelle dove insomma, sempre il nostro Alcalde, si sofferma a spiegarci perché per venti anni il piano ereditato e, guarda un poco l’ironia della storia, venne firmato dal delegato oggi alla materia, non ha proprio  funzionato. Colpa, ci dice allora il nostro Alcalde, dei piani, chiamati  esecutivi, e quindi ora togliamo via quei piani e tutto è sistemato. Avrà anche ragione, basta capire cosa si intenda per la colpa. Ora la colpa sta nel fatto che fare piani esecutivi vuol significare, per i nostri benemeriti alberghieri, dover cedere le così chiamate aree per gli standard e lì costruire accanto a quella loro, la città chiamata pubblica.   E’ in molti casi anche la sola strada obbligatoria che il diritto urbanistico vigente ancor ci insegna, ma manco se lo sognano, loro non vogliono, così come mai hanno voluto mollare manco un metro di terreno e allora o cede, tanto prima o poi l’ amministrazione pubblica cede, o loro stanno fermi e tutto crolla.  Ve l’ho spiegato un po’ così, molto alla buona, ma il problema sta proprio tutto qui. Se uno di loro governasse, farebbe proprio ciò che Canio sta per fare, niente di più, niente di meno. La conclusione è che gli alberghieri oggi governano senza il mandato a governare, mentre Canio, che ha il mandato, non governa, fa finta e fa credere di farlo. Canio però pensa sempre in grande e ha nella testa anche lo sviluppo che, manco a dirlo, per Lui è una roba che si misura tutta in quantità e tratta la città come fosse un distretto industriale. Allora tutto Lui misura in nuove fabbriche e posti di lavoro; certo che dimentica una variabile importante che la città non è un sito industriale, ma un luogo singolare e Lui di questo pare non accorgersi e  manda tutto diritto verso la rovina. La barzelletta è verso il fondo di una delle sue ultime interviste, ormai  a manetta,  dove ci dice che il nuovo piano è innovativo e sarà anche un modello da imitare e da esportare. Facciamo finta di non aver capito e manco aver sentito, ma il suo piano, a chi di piani ne conosce, sembra un po’ uno dei piani che si usavano negli anni circa 60 del secolo trascorso, tiravano sei righe, ci stava dentro tutto quanto quello che volevano poi fare e quanto a qualità; guardiamoci un po’ in giro. Bravo quindi, vai così avanti come un treno senza i freni,   non so dove ci porti, ma all’obiezione che siamo quelli messi solo di traverso, daremo ancora una risposta, per sintesi sta volta, nei giorni che verranno,  con le proposte , altre e alternative che, ormai sono tre mesi che abbiamo messo sul tavolo di Canio. Nessuno ha fatto come noi e quindi: prima informarsi e poi parlare.

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