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mercoledì 24 dicembre 2014

ULTIMO ATTO




Ultimo post e poi si chiude qualche giorno per leggere qualcosa, magari un po' migliore, nel prossimo anno che verrà. Per ora il consuntivo è magrolino; sono buono, non voglio fare il guasta feste, le sera non è adatta, poi tutti ormai lo sanno: il decennio che, a breve, ormai si chiude non dico che è il peggiore di tutti quelli precedenti, ma dico che è, forse, quello che è stato di gran lunga deludente. Comunque il tempo è andato perso, si chiude così questo decennio che venne inaugurato nel segno che, forse, la speranza e l'attesa era premiata, mentre ora si scopre che è stata castigata. Le cause? Le cause sono note e sono tante, tutte messe assieme: l'attesa di un messia che non lo era; quel protagonismo così senza realismo; un gruppo che obbedisce e che mai fiata; gli annunci di successi venduti e rivenduti e poi perduti in un non nulla; l'assenza di progetti condivisi; quel mettersi a servizio di un solo cittadino; la perdita di senso e di misura; quella mancanza di tenuta e di rispetto; quel neppure cercarsi le occasioni; quel trincerarsi sempre dietro e solo il "patto". Potremmo andare avanti a ricercare le cause note e quelle meno note di chi per dieci anni ha illuso l'intera cittadina; dicendo che faceva, dicendo che sapeva, dicendo che voleva... Di cose e questo è vero, ne diceva anche un po' tante, ma purtroppo, e questo è pure vero, di cose ne faceva poi anche poche. Comunque è stato bravo; è stato bravo a raccontar ciò che voleva, tant'é che non è detto che ancor non abbia un seguito discreto ed abbondante. Comunque la si giri, ormai però l'era di Canio sta finita; finisce negli annali di Palazzo, finisce in coda all'albo d'oro dei primi cittadini e morta lì. Finiamola anche noi così di ricordar questo ragazzo; aveva le speranze, diamogli atto; aveva l'ambizione, pure diamogli atto; era un po' fuori misura, che ci dia atto; aveva l'invidia di un'età che non ha più; prendiamone noi atto. Buone feste !










 

 

 

martedì 23 dicembre 2014

PROVE SULLA RETE




Or dunque si fa la prova sulla rete; il metodo non è di certo innovativo in assoluto, comunque qua da noi, che siamo un poco in arretrato, può darsi che funzioni e sia una gradita novità. Or dunque questa volta la proposta prima di andare in aula consiliare è andata in rete. Si tratta di provare a rimediare a una delle situazioni di maggior degrado urbano che grida vendetta ai cittadini. C'è stata dunque una sorte di consultazione popolare, un esperimento di democrazia gestita sulla rete che ha visto una risposta positiva ed immediata, in qualche caso anche entusiasta. Verificato quindi il gradimento, nessuno si è espresso con dissenso, sta volta noi si farà soltanto un po' da portavoce e si andrà dentro il Consiglio a chiedere un voto di consenso. Prenderemo quindi Canio in contropiede e se vi sarà un voto, anche sta volta, contro, battuti non saranno i consiglieri firmatari, ma i cittadini. Di seguito postiamo, in integrale, la mozione che come vedete, sta volta, non porta in testa i nomi dei due gruppi, ma solo in calce le firme di noi presentatori.


Preg. mo Sig. Sindaco
Avv.Canio Di Milia
        STRESA


OGG: Mozione art. 45 regolamento consiliare. Atto di indirizzo in materia di pianificazione urbanistica.
                     

Affinché possa essere inserito all’o.d.g del prossimo consiglio utile si formula la seguente mozione:

Premesso e considerato che nell'ambito adiacente la stazione ferroviaria di Stresa, già stazione della soppressa linea tranviaria Stresa- Mottarone, è presente uno dei siti di maggior degrado di tutto il territorio comunale;
Considerato che tale indecoroso stato si protrae da moltissimi anni senza che si intravveda l' intenzione della proprietà di intraprenderne il risanamento, dando all'ambito la destinazione funzionale prevista dal vigente piano regolatore;
Ricordato che l'ultimo e unico intervento edilizio che si ricorda è consistito nella rimozione della pensilina esistente già parzialmente collassata e per il resto in condizioni di grave precarietà strutturale;
Che dopo tale intervento non ha fatto seguito alcuna successiva iniziativa proprietaria, mentre persiste lo stato di grave degrado che, considerata anche la localizzazione del sito, costituisce un evidente elemento di danno all'immagine turistica della cittadina di Stresa ;
Valutato, a prescindere dalle reali intenzioni proprietarie, che la vigente norma di PRGC, contenuta nell' art. 4.2.3. delle NTA, assai irrituale in relazione alla quantità di standard richiesto nel caso di attuazione degli interventi ammessi, abbia costituito un insormontabile vincolo economico al recupero del bene;
Considerato che la situazione di degrado deve essere rimossa in quanto non è più tollerabile che uno dei portali di accesso del turismo versi in tale indegno stato;
Ritenuto che la modifica della norma attuativa e della destinazione funzionale della zona, può essere il primo passo per un processo di risanamento e di vera riqualificazione urbana;
Valutato l'ampio consenso che ha raccolto la proposta di dare all'area una destinazione ad attrezzatura pubblica, finalizzata alla ricostruzione della pensilina ferroviaria con l'allestimento di un ambito espositivo mediante la ricollocazione statica di alcuni vagoni e la ricostruzione fotografica/documentale della storia della linea Stresa- Mottarone e più in generale della storia turistica locale;
Che tale proposta potrebbe costituire una valida e concreta alternativa rispetto l'attuale deprecabile situazione;
Valutato che l'Amministrazione ha in corso la stesura di una variante non strutturale al vigente PRGC e che questa proposta ben potrebbe inserirsi nell'ambito della procedura in atto, consentendone un agevole percorso approvativo;
Ritenuto quindi formulare atto d'indirizzo finalizzato all'inserimento, nella procedura in corso, della modifica dell'articolo 4.2.3. della NTA del vigente PRGC per quanto riguarda la zona classificata Z, prevedendo la sua, totale o parziale, classificazione a funzione pubblica con destinazione ad attrezzatura civica museale mediante ricostruzione della pensilina della stazione tranviaria della linea Stresa-Mottarone;

Tutto quanto premesso si formula la seguente mozione affinché venga sottoposta al voto consiliare:
 1) Voglia l'Amministrazione, nell'ambito della procedura in atto di revisione non strutturale del PRGC, sottoporre a modifica la destinazione funzionale, parziale o totale, della zona classificata Z del PRGC e del connesso articolo 4.2.3. delle NTA, assegnandola ad ambito di intervento per attrezzatura pubblica finalizzata alla ricostruzione della pensilina ferroviaria con l'allestimento di ambito espositivo mediante la ricollocazione statica di alcuni vagoni e la ricostruzione fotografica/documentale della storia della linea Stresa- Mottarone e più in generale della storia turistica locale;

 I Consiglieri firmatari



 

          

lunedì 22 dicembre 2014

DOPPIA MOZIONE






















Abbiamo detto che i temi sta volta nel Consiglio, per noi e per ora, sono due: il porto e la piscina e che pure sono due le mozioni che presentiamo intorno a queste due faccende. Poiché oggi le mettiamo sul tavolo di Canio, noi le pubblichiamo, in integrale, così che, come sempre, chi poi abbia voglia gli dia una sua lettura.


GRUPPO CONSILIARE “INSIEME”
GRUPPO CONSILIARE LEGA NORD

     17/12/2014

Preg. mo Sig. Sindaco
Avv.Canio Di Milia
        STRESA


OGG: Mozione art. 45 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Concessione di servizio per la gestione dell'impianto natatorio Lido di Carciano. Inadempienze del concessionario.

              

Affinché possa essere inserito all’o.d.g del prossimo consiglio utile si formula la seguente mozione.

                           Alla luce delle informazioni assunte dai sottoscritti firmatari, risulta che il contratto di concessione per il servizio in oggetto, dopo un anno e dieci mesi dalla data della consegna, avvenuta sotto le riserve di legge, non sia stato ancora sottoscritto.
La stessa disciplina contrattuale sembra, peraltro, che abbia subito diverse modifiche rispetto a quanto fosse quella iniziale risultata dall'esito prodotto in sede di gara.
 Al proposito si cita l'atto della Giunta n. 145 del 21/11/2012 riferito all'estensione della concessione ad area esterna l'iniziale previsto perimetro e ciò al fine di realizzazione di area camper, nonché la deliberazione, sempre della Giunta n. 158 del successivo 12/12/2012, con la quale si manifestava parere favorevole in relazione alla introduzione di deroghe contrattuali riferite al bonus premiante, estendendo così, da subito, il tempo contrattuale massimo sino ad anni 25, inizialmente accordato a misura della realizzazione degli investimenti facoltativi offerti, ma introducendo, se comprendiamo bene, una nuova clausola risolutiva per inadempimento da valere a misura della mancata realizzazione degli investimenti facoltativi offerti in sede di gara.
A distanza però di quasi due anni dalla consegna della concessione di esercizio, si assiste, anziché alla realizzazione degli investimenti programmati e inseriti in un preciso crono programma, ormai disatteso, ad un'evidente gestione della struttura ben al di sotto del minimo d'obbligo.
In particolare non risultano attivati, non solo, servizi inizialmente opzionati, ma anche quelli dovuti da subito e che non sono stati oggetto di modiche contrattuali.
In particolare la gestione del pubblico esercizio non è stata attivata, ma i locali e le loro immediate pertinenze versano in stato di evidente abbandono tanto da configurarsi neppure pienamente assolto l'obbligo di mantenere l'intero compendio nel miglior stato di conservazione, così come, anche crediamo per responsabilità dell'Ente concedente, non risulta realizzata la prevista passerella a servizio del trasporto pubblico locale, né si consoce se sia sta acquisita la concessione per l'uso della spiaggia demaniale e neppure risulta che, nel corso del presente esercizio, siano stati assolti, alle rispettive scadenze, gli obblighi di corrispondere il canone.
Alla luce del quadro appena delineato che si configura di sostanziale inadempimento contrattuale, non sembra che l'Ente abbia attivato azioni atte a contrastare in qualche modo tale inadempimento, ma invece abbia, per due esercizi successivi e con motivazioni diverse, sempre e soltanto applicato forti sconti sull'ammontare del canone offerto e dovuto.
Rimane singolare quindi che, di fronte alla mancata obbligatoria sottoscrizione di un contratto che, di per sé, già giustificherebbe una risoluzione per inadempimento con escussione della cauzione provvisoria, l'Ente negozi invece e continuamente a ribasso i canoni a sé spettanti, indifferente rispetto al mancato assolvimento di tutta una serie di obblighi contrattuali che costituiscono una parte rilevante del contenuto della concessione, risultato, peraltro, di un'offerta formulata a seguito di una procedura ad evidenza pubblica.
Le diffuse problematiche legate all'avvio dell'impianto natatorio; le carenze iniziali, non sappiamo quanto non addebitabili ai soggetti che ebbero parte nella realizzazione dell'opera; le integrazioni richieste per l'assolvimento degli obblighi imposte nell'autorizzazione di esercizio; le perdite di incasso subite per effetto della sfavorevole stagione estiva scorsa, ebbene risulta che a tutte queste problematiche abbia fatto fronte il Comune e non solo con riduzioni dei canoni, ma anche con investimenti aggiuntivi, pur tuttavia l'inadempienza del contraente continua a sbilanciare il contratto a suo favore e a danno dell'Ente e questo è un fatto oggettivo e innegabile perché non sembra che via sia la forza e la decisione di imporre, a fronte, degli sconti applicati che hanno azzerato il possibile danno subito dal concessionario, il rispetto della normali clausole contrattuali .
 Il concessionario mantiene così inalterata la sua condizione d'inadempiente contrattuale e , a questo punto, senza più alcuna giustificazione economica.
 Alla luce quindi della situazione descritta si formula la seguente mozione affinché l'amministrazione operi per il ristabilimento delle condizioni contrattuali violate:

1) Voglia l'Amministrazione congelare ogni e qualsiasi sconto sui canoni dovuti dal concessionario dell'impianto natatorio e dell'ambito balneare del Lido di Carciano imponendo, preliminarmente, la sottoscrizione del contratto, su base certa.

2) Voglia l'Amministrazione, a fronte del prolungato inadempimento contrattuale, rinegoziare le promesse riduzioni dei canoni tenuto conto delle minori prestazioni obbligatorie sin qui rese dal Concessionario, nonché attivare la procedura prevista dall'articolo 17 del capitolato d'oneri da portarsi a compimento nel caso che il concessionario non fornisca ampia prova e garanzia in ordine alla effettiva volontà di attivare con l'inizio della stagione 2015 tutti i servizi obbligatori previsti nel contratto, nessuno di essi escluso.

3) Concluda l'Ente la procedura di risoluzione contrattuale per inadempimento nel caso che, entro data e tempi certi, le condizioni di cui al punto 2 non si determinino, procedendo alla escussione delle garanzie contrattuali e al recupero di tutti i crediti sin qui maturati dall'Ente, nessuno escluso.


GRUPPO CONSILIARE “INSIEME”
 GRUPPO CONSILIARE LEGA NORD

     17/12/2014

Preg. mo Sig. Sindaco
Avv.Canio Di Milia
           STRESA

 OGG: Mozione art. 45 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Costruzione porto turistico.

     
Affinché possa essere inserito all’o.d.g del prossimo consiglio utile si formula la seguente mozione.

Richiamata l'interpellanza svolta in merito alla stato del contratto di appalto sottoscritto dall' Impresa Paolo Beltrami SPA e relativo ai lavori di costruzione del porto turistico;
 Viste ed esaminate le riserve depositate dall'Appaltatore;
 Considerato che, stante la loro entità e natura, non pare opportuno e possibile che le operazioni di cantiere abbiano a continuare senza che alcune di quelle riserve siano, preliminarmente, risolte e che lavorazioni anche non strettamente connesse con quelle oggetto delle riserve abbiano a compiersi senza la preliminare soluzione di dette riserve;
 Atteso che un contenzioso con l'impresa che non abbia positiva risoluzione potrebbe infatti portare ad un nuovo scioglimento del contratto di appalto con conseguente blocco prolungato di tutte le attività, non solo, ma anche a gravi incognite sulla possibilità poi di proseguire nel cantiere e, a quel punto, potrebbero vanificarsi pure le nuove lavorazioni in corso che potrebbero non avere successiva continuazione;
Atteso ancora che l'entità economica dei maggiori oneri esecutivi richiesti, tenuto conto della natura e delle ragioni che li hanno provocati, riconducibili all'ipotesi della mancata od erronea identificazione della normativa tecnica vincolante per la progettazione, ove confermata nella misura richiesta, imporrebbe la risoluzione del contratto e il riappalto dell'opera;
Alla luce quindi della situazione descritta e delle ragioni espresse, si formula la seguente mozione affinché l'amministrazione si attenga a essa nelle decisioni che avrà da assumere:

1) Voglia l'Amministrazione, in relazione al contratto di appalto in corso con l'impresa Paolo Beltrami SPA per la costruzione del porto turistico, provvedere in via prioritaria alla risoluzione delle riserve formulate dall'Impresa in ordine all'entità economica dei maggiori lavori conseguenti le conclusioni della validazione del progetto di caratterizzazione dei sedimenti dei fondali.
2) Voglia conseguentemente l'Amministrazione richiedere la sospensione dei lavori in corso, attivando subito le procedure di risoluzione delle riserve e, alla loro conclusione assumere decisioni coerenti in ordine alla possibile prosecuzione del contratto con relative nuove coperture finanziarie o addivenire alla risoluzione del contratto secondo disposizioni di legge.







venerdì 19 dicembre 2014

L'ULTIMA CORSA








Tanto per cambiare, anche questa è andata buca. Il bando scadeva a mezzogiorno, ma nessuno è intervenuto. L'Alcade incassa, pertanto, un altro risultato. Dopo che è anni, insomma, che ci sgonfiano, che dicono che è tua, che non è mia, che non si sa neppure di chi sia; dopo sti anni passati molto in fretta, ma a fare circa niente, dopo che, infine, il bando venne fatto e pubblicato ben oltre il tempo utile e prudente, ecco che oggi si chiude questo bando senza niente. Si chiude, pertanto, questo bando e si apre un tempo molto incerto dove l'impianto a fune tra la costa e la sua vetta starà appeso a fare niente. Fallisce il governo cittadino, fallisce anche il governo a livello regionale, ma nessuno di certo paga il conto di sto nuovo fallimento. Si apre, quel che è certo, uno scenario molto incerto. L'accordo era anche chiaro; se fallisce questo bando, con i soldi si smantella anche l'impianto. Ordunque se così stanno le cose l'impianto è rottamato e il dopo è, soltanto, proprio niente. Ora s' inizia, scommettiamo, un'altra stagione negoziale; al tavolo le parti: la Perla e la Regione discuteranno insieme, all'infinito, sul che fare. Intanto quel che è certo è che l'impianto ormai sta fermo. Finite le proroghe infinite, l'impianto è arrugginito; se i soldi non ci sono si parla di aria fritta. Diverso sarebbe questo caso se ci fosse ancora un po' di tempo, ma il tempo l'avevano bruciato dicendo che era sua e non invece che era mia e che non si sapeva neppure di chi sia. Finito adesso è il tempo, finiti stanno i soldi, nessuno viene a questi bandi, l'impianto è arrugginito, il tutto sta appeso solo a un filo; l'Alcade ci rifletta e faccia in fretta.



giovedì 18 dicembre 2014

L'INCURSIONE



Le nebbie che avvolgono, da sempre, questo porto non sempre proteggono i suoi tanti misteri; sta volta ne approfittano un poco gli incursori che, dribblando le difese, entrano in campo, assalgono il Palazzo, sequestrano l'Alcade e il suo Governo e li metton sotto il torchio. Vedremo dunque cosa mai, sotto tortura, riusciremo a cavar fuori. Per chi ha un po' di tempo e un po' di voglia, qui sotto, in integrale, sta scritto il testo della serie di domande cui loro signori avranno da rispondere. Buona lettura. 



GRUPPO CONSILIARE “INSIEME”
GRUPPO CONSILIARE LEGA NORD

17/12/2014

Preg. mo Sig. Sindaco 
Avv.Canio Di Milia 
STRESA

OGG: Interpellanza art. 44 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Costruzione porto turistico. Nuove problematiche.

Affinché possa essere inserito all’o.d.g del prossimo consiglio utile si formula il seguente interpello.

Dopo una lunghissima vicenda, il 27 dicembre dello scorso anno veniva sottoscritto un nuovo contratto di appalto per la costruzione/completamento del porto turistico. 
Contraente appaltatore era l'impresa Paolo Beltrami alla quale l'appalto veniva assegnato con l'applicazione del medesimo ribasso d'asta praticato dall' impresa Guerini SPA , già assegnataria dell'appalto integrato, redattrice del progetto esecutivo di sostanziale variante e, successivamente, cessata dal rapporto contrattuale per dichiarata colpa imputabile alla stazione appaltante, dalla quale otteneva risarcimento del danno. 
Immediatamente dopo l'intervenuta consegna dei lavori avvenuta in data contestuale la sottoscrizione del contratto del 27/12/2013, in data 08/01/2014 essi venivano però sospesi per ordine del Direttore Lavori, motivando tale sospensione dalla necessità di approvare ed eseguire il piano di caratterizzazione dei sedimenti presenti nei fondali, previsto dal D.M. 07/011/2008.
Nelle more tra la consegna e la sospensione veniva pagata l'anticipazione contrattuale nella misura del 10% dell'ammontare dell'appalto, circa 390.000,00 euro, IVA inclusa.
Soltanto in data 30/09/2014 si assiste alla formale verbalizzazione della ripresa dei lavori peraltro, alla data della presente, fatti oggetto di scarsa visibile attività materiale. 
In data 16/10/2014 l'appaltatore ha prodotto però una serie di " riserve" contrattuali, il cui contenuto solleva numerosi interrogativi circa la possibilità che i lavori di costruzione del porto possano essere portati a compimento senza ulteriori gravi oneri finanziari.
Alla luce della descrizione qui, sinteticamente, trattata della vicenda che si è svolta durante quest'ultimo anno, si pongono una serie d'interrogativi che meritano di essere approfonditi al fine di individuare la reale portata e le conseguenze delle riserve della Paolo Beltrami SPA, le responsabilità che paiono potersi individuare per effetto di quanto avvenuto e le prospettive che si aprono, o meglio dire forse, si chiudono circa la possibilità di realizzare quest'opera.
Il primo interrogativo che ci poniamo è l'irritualità, anche temporale, con la quale risulta emerso il problema dell'assenza della caratterizzazione dei sedimenti. 
Ora è evidente che il risultato della caratterizzazione avrebbe dovuto essere un elemento già noto prima della chiusura e approvazione del progetto definitivo, ma evidentemente ciò non fu e non lo fu neppure in sede di formazione del successivo progetto esecutivo che, come noto, comportò una rilevante modifica della soluzione strutturale già prevista da quello definitivo. 
E' noto che il progetto che oggi forma l'oggetto del contratto con la Paolo Beltrami SPA è stato sottoposto al procedimento di verifica e di validazione; la prima affidata a soggetto professionale esterno, la seconda a RUP. 
E' noto che tale processo si è concluso positivamente e, aggiungiamo noi, onerosamente , senza che la questione dell'assenza di caratterizzazione fosse sollevata e quindi, alla luce di quanto successivamente emerso, il processo fu carente se non erroneo ed il progetto posto a base del contratto, a dir poco, imperfetto. 
Non vi sono elementi documentali di conoscenza da cui dedurre che al momento dell'iniziale consegna dei lavori l'appaltatore abbia, in quella sede, sollevato riserve, quanto meno non lo si conosce tanto che, senza dubbio in maniera, almeno, intempestiva, per non dire di peggio, il Rup certificò l'avvenuto effettivo inizio di lavori.
In realtà quello a cui si assistette in quei pochi giorni, se non forse meglio dire ore di attività, fu la posa in opera di una semplice recinzione e baracchetta di cantiere, opere certamente preordinate l'avvio di lavori, ma non sembra possano qualificarsi come effettivo inizio dei lavori come la norma, così puntualmente, chiede per poter accordare l'anticipazione contrattuale.
Probabilmente i vincoli di patto pesarono e quasi 400 mila euro spostati da un anno a un altro, ammettiamo che, sempre ai fini del rispetto del patto, potevano far comodo. Peccato che le cose sono andate in altra direzione e, giova dirlo, se bisogna rispettare il patto di stabilità, ciò non va fatto a scapito del rispetto di altre questioni.
Inopinatamente, ma questo è un giudizio che discende soltanto dalle carte formalmente sottoscritte e conoscibili sino a tutto il 31/12 del 2013, e non dalla conoscenza delle cose e delle dinamiche reali intercorse in quei giorni tra le parti, inopinatamente dunque, in data 08/01/2014, il Direttore dei Lavori ordiva che le opere, sino a quel momento per vero inesistenti, venissero sospese.
Motivo formale lo conosciamo; mancava l'obbligatoria caratterizzazione dei sedimenti da eseguirsi "preliminarmente a ogni operazione di scavo…."; proprio così recita il verbale del Direttore dei lavori.
Nel medesimo verbale si dice anche: "di prendere atto che l'impresa è pronta all'approntamento del pontone…." 
Non sappiamo se tale presa d'atto sia sta conseguente una, anche qui, effettiva verifica o se, come più realisticamente immaginiamo, il Direttore si sia limitato a raccogliere e mettere a verbale affermazioni dell'impresa non verificate, sta di fatto che ciò poi avrà un suo seguito e un suo peso.
Il verbale di ripresa dei lavori, datato 02/10/2014, viene sottoscritto dall'appaltatore accompagnandolo con proprie riserve. 
In parte queste riserve sono anche quantificate, in parte no e lo saranno solo successivamente, comunque il complessivo ammontare delle richieste supera ben oltre il milione di euro.
Esse sono articolate e diverse: la prima è una richiesta risarcitoria derivante da un'imprevista sospensione dei lavori che si afferma essere illegittima. 
Sarebbe il caso contemplato dall'articolo 160 del regolamento di attuazione del codice dei contratti che, se confermato, darebbe titolo a risarcimento di un danno subito dall'appaltatore, di cui il regolamento stesso ne individua le modalità di calcolo e che l'appaltatore quantifica in €. 265.380,52. 

1) La prima domanda che si pone è se la sospensione è stata legittima o illegittima ? 

Poiché è noto che le cause legittime di sospensione sono tipicizzate dall' articolo 159 del regolamento, si chiede di smentire o confermare se le cause che hanno dato origine alla sospensione sono da annoverare, a giudizio dell'amministrazione, tra quelle illegittime, come sostenuto dall'appaltatore o invece no.

2) Nel caso poi si ritenga confermare il giudizio d'illegittimità espresso dall'appaltatore, si chiede di conoscere se l'ammontare del risarcimento richiesto sia congruo o no e in tal caso, quale sia, invece, un congruo ammontare.

3) Sempre nel caso di conferma della valutazione d'illegittimità della sospensione occorre conoscere se, a giudizio dell'amministrazione, tale illegittimità sia da ricondurre a responsabilità, ossia si ritenga che, nell'operato del proprio ufficio, taluni abbiano causato, per colpa grave, il danno e, in tal caso, quale provvedimenti intenda intraprendere L'Amministrazione per recuperare il danno erariale.

4) Si chiede comunque di conoscere come sia stato possibile procedere alla consegna dei lavori in data 27/12/2013 quando a quella data doveva essere palesemente conosciuto il fatto che il progetto era privo di caratterizzazione tanto da essere disposta la sospensione dei lavori soltanto dopo pochissimi giorni.

5) Sempre in relazione alla mancanza della caratterizzazione, requisito preliminare la conclusione di una corretta progettazione, avendo ottenuto il progetto che ne era privo la positiva verifica e validazione, ritiene l'amministrazione che, sotto questo profilo, possano individuarsi responsabilità anche nei confronti dei soggetti che hanno verificato e validato e, poiché la verifica è risultata onerosa, ritiene l'amministrazione che si sia proceduto ad un'incauta liquidazione dei compensi e in che misura e se sì come e su chi ritenga ora rivalersi ? 

La medesima riserva si articola in una ulteriore che attiene un aspetto diverso, ossia il fatto che vi sono modalità operative riferite ad alcune lavorazioni che debbono essere concordate con l'Arpa e ciò, si presume, a seguito della intervenuta validazione delle risultanze della esecuzione del progetto di caratterizzazione da parte del Ministero dell'Ambiente. 

Si ha da ritenere, quindi, che queste modalità non siano ancora conosciute, inficiando, sotto questo profilo, la possibilità che la prevista tempistica di realizzazione dell'opera mantenga la sua validità. 

Ne conseguirebbe, secondo l'impresa, la necessità che i possibili, maggiori tempi di esecuzione abbiano a essere remunerati, anzi risarciti, rinviando la quantificazione di tale maggior onere a un momento successivo non meglio precisato.

6) Alla luce di quanto ricordato si chiede di conoscere elementi di maggior certezza a riguardo. In particolare si chiede una valutazione dell'Amministrazione circa la fondatezza della pretesa avanzata dall'impresa, e qualora fondata se è stata fatta una valutazione realistica e possibile del maggior onere da sostenersi per tale voce.

La seconda riserva sembrerebbe di più facile quantificazione e verifica. Trattasi infatti di calcolare il maggior onere conseguente lavorazioni non previste e che l'impresa calcola in una cifra molto consistente: €. 746.514,72. 
Si aggiunge però, da parte degli interpellanti, che tale maggior onere per lavorazioni non previste in progetto non pare proprio possa ricondursi a ragioni, in maniera troppe volte molto sbrigativamente, classificate come imprevisto imprevedibile, ma palesemente alla carenza di progetto, all'errore che portò a non valutare l'esistenza di un obbligo preliminare quale quello della caratterizzazione dei sedimenti e quindi ad una responsabilità di progettazione.
Se ciò è vero, come non sembra possibile essere nascosto, trattasi di conoscere come l'Amministrazione pensa di legittimamente porre a carico dei soggetti responsabili, da individuarsi, quegli oneri che il codice dei contratti pone a loro carico e cioè l'adeguamento progettuale e il maggior onere conseguente la tardiva emersione dell'elemento sottaciuto. 
Come poi ciò sia possibile con riferimento ad una progettazione che durante tutto il suo corso ha visto una molteplicità di soggetti mettere mano a un progetto infinito, anche questa è una domanda che si pone, così come quella di conoscere quali e di che entità sono le garanzie attualmente attive a copertura del rischio di progettazione.

Non ultimo si chiede di conoscere se è già stata compiuta una valutazione della fondatezza dell' entità della richiesta formulata dall'impresa e a quali conclusioni sia giunta l'Amministrazione e comunque come pensi di provvedere alla copertura finanziaria del maggior costo. 

In sintesi l'interpello così si articola:

1) Esiste una responsabilità di progettazione in relazione al maggior onere che dovrà essere affrontato per adeguare le lavorazioni alle prescrizioni contenute nella approvazione delle risultanze della caratterizzazione dei sedimenti ? 

2) Quante sono e qual' è l'entità delle garanzie tutt'ora accese in relazione al rischio di progettazione? Ritiene l'Amministrazione di doverle attivare? Nei confronti di chi e quando? Quali saranno o sono stati i soggetti chiamati all'onere di adeguamento progettuale ?

3) E'stata compiuta una valutazione circa la fondatezza dell'entità del maggior onere per lavori indicato dall'Appaltatore e se sì, a quali conclusioni è pervenuta la stazione appaltante e comunque come pensa di provvedere alla copertura finanziaria del maggior onere?

La terza riserva, diversamente, articolata, si riferisce anch'essa a un maggiore onere sempre conseguente una diversa e non prevista modalità di gestione dei materiali di scavo. La quantificazione di tale maggiore onere è calcolata dall'impresa in €. 167.563,00.
Valgono anche per questa riserva tutte le questioni già sollevate negli interpelli relativi alla seconda riserva, per cui si chiede che l'Amministrazione unifichi la risposta laddove comune ad entrambi le questioni, specificando invece quelle parti che dovranno essere tenute distinte ai fini della corretta lettura della risposta.

Da ultimo si pone la domanda circa i tempi entro i quali l'Amministrazione pensa di pervenire alla risoluzione delle riserve.
Stante la natura ed entità di alcune di esse non pare infatti plausibile che le operazioni di cantiere abbiano a continuare senza che alcune riserve siano, preliminarmente, risolte. 
Anzi e di più ancora, parrebbe poco responsabile che anche lavorazioni non strettamente connesse con quelle oggetto delle riserve abbiano da compiersi senza la preliminare soluzione di queste ultime. 
Un contenzioso con l'impresa che non abbia positiva risoluzione potrebbe infatti portare ad un nuovo scioglimento del contratto di appalto con conseguente blocco prolungato di tutte le attività, non solo, ma anche a gravi incognite sulla possibilità poi di proseguire nel cantiere e, a quel punto, potrebbero vanificarsi pure le nuove lavorazioni in corso che potrebbero non avere successiva continuazione.
Si profilerebbe uno scenario possibile addirittura peggiore di quelli conosciuti sin qui e a questo punto assumerebbe ancor maggior gravità l'improvvida e scriteriata decisione di, intempestivamente, accordare all'impresa l'anticipazione contrattuale che oggi, la stessa impresa ha interesse a consumare nel minor tempo possibile e prima di ogni definizione delle questioni aperte.
Vi è poi una ragione assorbente che non solo imporrebbe, ma impone la preliminare risoluzione delle riserve, quella che attiene l'entità economica dei maggiori oneri esecutivi in relazione alla natura e alle ragioni che li hanno provocati.

Ora è esplicitamente indicato nell'articolo 161 del regolamento di applicazione del Codice dei contratti che:

" Per le sole ipotesi previste dall'articolo 132, comma 1, del codice, la stazione appaltante durante l'esecuzione dell'appalto può ordinare una variazione dei lavori fino alla concorrenza di un quinto dell'importo dell'appalto, e l’esecutore è tenuto ad eseguire i variati lavori agli stessi patti, prezzi e condizioni del contratto originario, salva l'eventuale applicazione del comma 6 del presente articolo e dell’articolo 163, e non ha diritto ad alcuna indennità ad eccezione del corrispettivo relativo ai nuovi lavori."

Mentre invece recita l'articolo 132 4° comma del codice 

" Ove le varianti di cui al comma 1, lettera e), eccedano il quinto dell'importo originario del contratto, il soggetto aggiudicatore procede alla risoluzione del contratto e indice una nuova gara alla quale è invitato l'aggiudicatario iniziale". 

Poiché non è dubbio ai firmatari che la necessità di una, ennesima, variante deriva dall'ipotesi contemplata dall'art.132 comma 1° lett. e :

" per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione"

Tenuto conto che ai sensi dell'art. 132 6°comma:

"……… si considerano errore o omissione di progettazione l'inadeguata valutazione dello stato di fatto, la mancata od erronea identificazione della normativa tecnica vincolante per la progettazione,…………………………".

Per il combinato disposto delle norme legislative e regolamentari riferite alla materia oggetto di esame, ove l'Amministrazione ritenga di non seguire le disposizioni che la regolano, non solo si espone a responsabilità, ma rischia di condurre il contratto verso un esito infausto.
Su questi ultimi punti un preciso chiarimento dell'Amministrazione è d'obbligo.

Gli interpellanti ringraziano

mercoledì 17 dicembre 2014

CONSIGLIO PER LE FESTE















 

























 C'è che in vista delle feste si prepara un'offensiva; nel mirino ci sta il porto e la piscina. Minoranza, tutta unita, ha deciso di provare a fermare questo Canio che, da ora, par non più tanto badare e volere giusto già andare, dritto dritto, senza sosta verso fine del mandato. La questione giù del porto non è mica molto chiara; c'è sul piatto una richiesta che si aggira sul milione o su di lì. La questione è tutta aperta, non si sa come finisca. Addentrarsi in questa impresa con aperta la questione di moneta, è un azzardo da strapazzo. Leggerete da qui a un po', se vorrete, tutte quante le ragioni formulate, una ad una, in interpello ed in mozione. C'è difatti l'intenzione di produrre, nel Consiglio per le feste, tre questioni intorno al porto. C'è la vecchia, quella invano già portata e non discussa su quei soldi già pagati e non dovuti; c'è la nuova, che riguarda la questione di riserve, assai corpose, presentate dall'Impresa e che superano uno solo di milione; c'è che poi sulla questione si fa anche una mozione per indurre sto Governo ad agire con la testa e non solo coi suoi piedi. Se qualcuno poi si azzarda a pensare, giusto male, che si tenta di fermare sto lavoro sol per gusto elettorale, vien più facile pensare che sembra vero più il contrario, che sia giusto sto governo che è tentato forse a fare qualche colpo anche di mano ed usare, giusto il tempo che rimane, per tentare un bottino elettorale. Leggere, leggerete e vedrete dove stanno le ragioni; capirete che l'azione che si intenta è la strada che è più certa e più sicura. Quanto al resto, alla piscina, qui si cala una mozione. Son due anni che le cose ormai non vanno, son due anni che il contratto non si firma, son due anni che non si assolve la gestione, son due anni che sto Canio fa gli sconti, son due anni che, di fatto, non si incassa quasi niente. C'è che Canio fa il furbetto, vuol celare un fallimento, vuol tirare sino a Pasqua e tenercelo nascosto per lasciare dopo agli altri le macerie. Adesso basta.




 

martedì 16 dicembre 2014

ZITTO




Va avanti a testa bassa, non demorde; lui vuole che sto blog finisca di fare informazione e allora si allea con lo Zanetta. Sì, sì, sta volta con G.C.. La storia è la querela sulla questione dell'onere fiscale per ICI e l' IMU che nessuno mai la paga sull'area destinata a fare il grande albergo. Il prossimo obiettivo è l'udienza del 21 di gennaio davanti alla GIP e quindi, guarda caso, è Canio, lui in persona, che il 13 settembre va in Procura e lascia, per conto della collega sua di studio, la Di Noia, le carte, firmate da G.C., per motivar l'accusa che questo blog non sia archiviato, ma venga processato. Concorde è dunque l'interesse tra l'Alcade e lo Zanetta; converge almeno in questo punto, colpire penalmente sto Piervalle, colpevole di rompere le scatole e dir la verità. L'intesa tra i due viene poi subito ripresa quando è G.C. a citar persino Canio quale teste dell'accusa contro l'infame serial diffamatore. Ma la materia fiscale è scivolosa; nel mentre lui, G.C., cita Canio a testimoniar a suo favore e non si sa bene su che cosa, succede che proprio il Canio abbia, giusto in questi giorni qua, a mandar a tutelare davanti il giudice fiscale, lo stesso suo di Ente di fronte a chi non vuol pagare l'IMU, in fattispecie quasi uguale a quella di G.C.. Insomma è un caso interessante, da un lato c'è un Alcade che impugna l'arma anche fiscale contro taluni rei di opporsi a tassazione; dall'altro c'è il legale, collega di studio del legale di G.C., che ha fatto anche il vettore che deposita in Procura le carte che servono a G.C. per dimostrare che l'infame va punito; infine c 'è poi il teste chiamato a confermare che G.C. paga le imposte. Difficile è orientarsi in tanta confusione; si rischia che, per troppa decisione, la testa vada un po' tutta nel pallone. Teste d'accusa per conto di G.C. per confermar che paga imposte; Alcade ancora in piena carica contro altri evasor d'imposta; collega di studio del legale che cura l'accusa di G.C. contro sto Piervalle; insomma se forse ieri sembrava di esser davanti ad un conflitto d' interessi ora vien meglio dire che si è davanti, forse, ad una convergenza di interessi. Tutti d'accordo insomma; che io stia solo un poco zitto.