Va avanti quest'Italia, "scoprendo", ogni tre mesi l'acqua calda. Poi si dice che c'è sempre una mela che è marcia nel cestino, invece è marcio tutto quanto sto cestino. S'indignano in tv; sui media si fanno intervistare per dir che adesso basta, che è ora di finire, che adesso arrivano le norme draconiane, così che poi si bussa la porta della Merkel per uscir fuori da questo maledetto 3 per cento. Anche sta volta si prende sto scandalo romano per ripartir da capo, un'altra volta, a mettere l'ordine in questa grande, immensa confusione. In tutti questi eventi che han visto andar di mezzo governi ed apparati, locali e anche centrali, morir che sia una sola volta che un fatto criminoso sia emerso per merito e dover di chi teneva sto potere. Nessuno che "tradisca", nessuno che dentro quelle stanze si sia mai accorto di un qualcosa. Insomma c'è un fiume di soldi che scorre sotto i piedi e nessuno dice niente, ma manco qualcuno se ne avvede. Le carceri, strapiene, sono vuote di quelli che se la passano al potere; ci stanno, come sempre, un po' di poveracci con le pezze nel sedere. Se questa è la Roma un po' ladrona, ci s'indigna e ci si chiede la ragione di una tale diffusione del male capitale. Allora si torna in questa landa, sul lago Italo/Elvetico; allora si ricorda quando ci furono sentenze che dissero che sì che c'erano nelle stanze del Palazzo le gare d'appalto contraffatte. Ci fu un bel patteggiamento e poi…e poi e poi, le due ditte condannate, da sempre a servizio nel Palazzo, cedettero in affitto le aziende alle consorti. Da allora continuarono a vendere servizi e prendersi le gare e i loro soldi, che poi non sono pochi; pensate che in un botto, a un uno, gli fecero un contratto di 190 mila d'euro. Potevano pur farlo ? Chi scrive sostiene che di no e ora lo dice anche il diritto e sentenze più recenti, le tengo nel cassetto. Eppure, bisogna ricordarlo, Pafundi, legale di fiducia del Palazzo, gli scrisse anche un parere, benino articolato, ma poi si lesse male e così niente fu fatto. Sta cosa va avanti ben da un pezzo; pensate che il governo non lo sappia ? Pensate che nessuno ai piani alti si sia accorto di ciò che succede ai piani bassi ? C'è un Dominus che regge sto sistema ? Il dubbio noi lo abbiamo; ha un nome e il suo cognome.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 10 dicembre 2014
LA MALA CAPITALE
Va avanti quest'Italia, "scoprendo", ogni tre mesi l'acqua calda. Poi si dice che c'è sempre una mela che è marcia nel cestino, invece è marcio tutto quanto sto cestino. S'indignano in tv; sui media si fanno intervistare per dir che adesso basta, che è ora di finire, che adesso arrivano le norme draconiane, così che poi si bussa la porta della Merkel per uscir fuori da questo maledetto 3 per cento. Anche sta volta si prende sto scandalo romano per ripartir da capo, un'altra volta, a mettere l'ordine in questa grande, immensa confusione. In tutti questi eventi che han visto andar di mezzo governi ed apparati, locali e anche centrali, morir che sia una sola volta che un fatto criminoso sia emerso per merito e dover di chi teneva sto potere. Nessuno che "tradisca", nessuno che dentro quelle stanze si sia mai accorto di un qualcosa. Insomma c'è un fiume di soldi che scorre sotto i piedi e nessuno dice niente, ma manco qualcuno se ne avvede. Le carceri, strapiene, sono vuote di quelli che se la passano al potere; ci stanno, come sempre, un po' di poveracci con le pezze nel sedere. Se questa è la Roma un po' ladrona, ci s'indigna e ci si chiede la ragione di una tale diffusione del male capitale. Allora si torna in questa landa, sul lago Italo/Elvetico; allora si ricorda quando ci furono sentenze che dissero che sì che c'erano nelle stanze del Palazzo le gare d'appalto contraffatte. Ci fu un bel patteggiamento e poi…e poi e poi, le due ditte condannate, da sempre a servizio nel Palazzo, cedettero in affitto le aziende alle consorti. Da allora continuarono a vendere servizi e prendersi le gare e i loro soldi, che poi non sono pochi; pensate che in un botto, a un uno, gli fecero un contratto di 190 mila d'euro. Potevano pur farlo ? Chi scrive sostiene che di no e ora lo dice anche il diritto e sentenze più recenti, le tengo nel cassetto. Eppure, bisogna ricordarlo, Pafundi, legale di fiducia del Palazzo, gli scrisse anche un parere, benino articolato, ma poi si lesse male e così niente fu fatto. Sta cosa va avanti ben da un pezzo; pensate che il governo non lo sappia ? Pensate che nessuno ai piani alti si sia accorto di ciò che succede ai piani bassi ? C'è un Dominus che regge sto sistema ? Il dubbio noi lo abbiamo; ha un nome e il suo cognome.
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