Ieri vi abbiamo mostrato il frontespizio, oggi prendiamo una pagina più interna e la postiamo. Così vi offriamo un altro saggio di quello che, presto, avrete in casa per lettura. Come capite ci abbiamo messo un po' di tutto, non solo la cronaca più spiccia e sbrigativa, ma abbiamo fatto anche un tuffo nel passato perché, senza inventare nulla che sia poi tanto nuovo, basti copiare e trovarsi, di botto, nel futuro.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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venerdì 31 gennaio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
ANTEPRIMA
Con qualche giorno d'anticipo, mandiamo questo post che vi mostra, in anteprima, la prima pagina del bollettino che è in arrivo. Speriamo dunque di avervi preparato un buon servizio informativo e offerto una lettura sì, forse di parte, ma anche, purtroppo, veritiera.
mercoledì 29 gennaio 2014
DUE POST
GRUPPO CONSILIARE “INSIEME”
23/01/2014
Preg. mo Sig. Sindaco
Avv.Canio Di Milia STRESA
OGG: Interpellanza art. 44 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Ordinanze contingibili e urgenti in materia di
abbattimenti di piante ornamentali di alto fusto e mancata piantumazione.
Affinché possa essere inserito all’o.d.g del prossimo consiglio
utile si formula il seguente interpello.
In relazione all’oggetto, più volte il Sindaco è intervenuto con
tempestività ed efficacia ordinando l'abbattimento immediato di molti esemplari
di alberi ornamentali di alto fusto, per lo più
già radicati in giardini di ville private, ma non solo.
Solo recentemente otto esemplari hanno meritato l' infausta sorte,
ma ben più alto è il loro numero complessivo. Si ritiene che tutte le ordinanze, sulla cui legittimità non si formulano giudizi, abbiano avuto pronta esecuzione anche perché, generalmente, sono sollecitate dagli stessi proprietari che, in tal modo, pensano di evitare ed evitano in effetti procedure autorizzative complesse e anche, forse, costose.
Quasi sempre le predette ordinanze contengono disposizioni circa il ripristino delle condizioni preesistenti l'abbattimento degli esemplari, cioè impongono la ripiantumazione di un ugual numero di esemplari anche perché tale condizione è dettata dalle prescrizioni contenute nel parere della Commissione locale per il paesaggio a cui viene richiesto un preventivo parere.
La formula di rito utilizzata nell'ordinanza dispone quindi che sull'area la proprietà provveda alla ripiantumazione di altra assenza "arborea e/o arbustiva", analoga a quella rimossa, espressione peraltro diversa da quella usata dalla Commissione che non fa cenno ad essenza arbustiva e quindi disattendendo la prescrizione.
Non va neppure dimenticato che questo Comune sembra anche disattendere le sue stesse norme in tema di conservazione e implementazione del verde urbano, come nel caso della dimenticata norma 4.10 delle NTA che impone la piantumazione di una pianta ogni mq. 25 di parcheggio di superficie.
Quanto ricordato e premesso, gli interpellanti sono a rivolgersi al Sindaco affinché relazioni al Consiglio in merito al complesso delle ordinanze contingibili ed urgenti emesse in materia ed in particolare voglia riferire al Consiglio in ordine ai punti che nel seguito il Gruppo interpellante espone.
1) Voglia riferire circa il numero delle
ordinanze in materia emesse negli ultimi tre esercizi, compreso l'anno in
corso, indicando per ognuna di esse da chi sia stata promossa, il numero delle
piante di alto fusto che sono state interessate dai provvedimenti di
abbattimento, diviso per specie arboree, il numero delle ordinanze che hanno
avuto esecuzione, con indicazione anche del
numero di piante abbattute.
2) Voglia inoltre riferire circa
l'avvenuta o meno ottemperanza alla prescrizione di ripristino delle essenze,
precisando attraverso quali modalità si è provveduto ad accertarlo, con quali
essenze si sia, caso per caso,
provveduto alla sostituzione e perché
mai le ordinanze non abbiano a disporre un termine certo ed obbligatorio entro
cui provvedere al ripristino.
3) Voglia, sempre il Sindaco, riferire in
quali casi, invece, non si sia provveduto al ripristino delle piante abbattute e, in tali casi, come si ritenga intervenire
al fine di dare attuazione alle prescrizioni dettate e inevase.
4) Voglia, in particolare, riferire il
Sindaco in relazione all'ordinanza emessa per l'abbattimento di un pregevole
esemplare di platano, avvenuta nel non recentissimo passato, esemplare radicato
nel parco del Grand Hotel Regina Palace dove, in suo luogo, è stato realizzato
un corpo d'opera. Nel caso si vuol conoscere da quale patologia non curabile
fosse, così urgentemente, caduto vittima l'esemplare botanico, cui nessuna cura
dendrochirurgica poteva portar giovamento.
Se la previsione di abbattimento della pianta fosse o meno già stata
indicata nel progetto edilizio dell'opera poi al suo posto, prontamente,
realizzata e, nel caso lo fosse stata, perché mai si sia ricorso, invece, ad
uno strumento, in tal caso assai improprio, dell'ordinanza. Se, invece, non lo
fosse stata, non integrasse il progetto
edilizio una non veritiera rappresentazione dello stato di fatto e, in
tal caso, perché mai il Sindaco abbia agito con provvedimento d'urgenza e non
abbia invece opposto la necessità di una integrazione progettuale che
percorresse le vie ordinarie. Anche in questo caso poi si chiede di indicare se
fosse stata imposta la ripiantumazione e, nel caso positivo, se sia stata
eseguita.
5) Voglia
chiarire il Sindaco perché mai anche nel caso l'ordinanza abbia interessato
beni di proprietà comunale, non si sia provveduto alla sostituzione di pianta
abbattuta, vedi la località lido di Carciano, pur a distanza di ben oltre un
anno dall'abbattimento ed in presenza della disposizione che imponeva il ripristino.
6) Voglia
inoltre precisare e chiarire perché mai a fronte di una prescrizione dettata
dalla Commissione locale del paesaggio tesa a garantire la sostituzione degli esemplari
da abbattere con altri di specie analoghe,
le ordinanze abbiano prescritto, invece, la possibilità di sostituzione con
essenze arboree e/o arbustive, laddove le essenze arbustive nulla hanno a
vedere con l'esemplare abbattuto, ma consentono di modificare così, progressivamente, l'insieme
del paesaggio consolidato che sarebbe esigenza prima salvaguardare e
tutelare.
7) Da
ultimo voglia dar conto della applicazione della norma di cui all'articolo 4.10
delle NTA indicando in quali casi è stata rispettata e se è stata disattesa ne
indichi le ragioni.
Il Gruppo Insieme
Gli interpellanti ringraziano
OGG: Interpellanza art. 44 del regolamento sul funzionamento del Consiglio. Fiscalità locale. L'imposizione ICI- IMU sulle
aree a capacità edificatoria residua.
E' notorio che aree con analoga e consistente capacità
edificatoria, inserite in ambiti urbani o extraurbani, già in parte utilizzati
dal punto di vista edificatorio, hanno
avuto in sede locale e negli ultimi anni un diverso trattamento in materia di ICI e ora di IMU.
Vi sono casi in cui le aree non hanno avuto alcuna imposizione
fiscale volendo ascriverle alla categoria delle pertinenze o quando vi è stata
un tentativo di imposizione, nel non recente passato, è stata cassata dai
giudici tributari di II grado, non appellati però in Cassazione.
Vi sono casi, perfettamente sovrapponibili ai precedenti in cui,
invece l'imposizione fiscale ha avuto un diverso, anzi opposto esito, e i
giudici tributari, appellati sino all'ultimo grado di giudizio si sono espressi
in maniera diversa e questi ultimi casi dibattono ancora dinnanzi al giudice di
Cassazione sulla misura dell'imposizione.
Vi sono casi poi in cui l'imposizione fiscale è stata richiesta solo
dal momento in cui la capacità edificatoria di cui le aree disponevano, è stata
fatta oggetto di un interesse proprietario concreto a essere utilizzata.
C'è stato un caso in cui un'imposizione è stata "evitata"
a fronte di un impegno formale alla rinuncia dell'utilizzo della capacità edificatoria, peccato che, trasferita
altrove, tale capacità edificatoria, anche senza impegno formale sottoscritto
dal nuovo titolare di quel diritto edificatorio, abbia continuato a non
generare ICI.
Infine vi sono casi, i più fortunati di tutti che, pur non oggetto
di contenzioso tributario, a oggi non hanno mai ritenuto dover sottoporsi o
essere sottoposti ad alcuna imposizione fiscale.
Un quadro variegato dunque dove, guarda caso, le aree interessate
sono, per lo più, quelle a destinazione alberghiera.
Per quanto poi attiene alle ragioni cui imputare un quadro così
articolato, diverso e variegato che certo non brilla per equità fiscale anche a
fronte di fattispecie, sostanzialmente, uguali; se in parte, e nel passato esse
possono essere attribuite anche a una giurisprudenza oscillante o
traballante, ora, di fronte ad una
giurisprudenza più certa e consolidata, non sembra possibile trincerarsi ancora
dietro vecchi giudicati che, forse, la stessa
giurisprudenza più recente sembra aver ribaltato o che, più in particolare,
furono ottenuti anche grazie ad una rappresentazione delle situazioni oggettive
non sempre del tutto veritiere.
Con la sentenza
n.10090 del 22 marzo 2012 la VI sezione civile della Cassazione, a esempio, ha
accolto un ricorso presentato dal Comune di Caravaggio contro la decisione
della Commissione Tributaria della Lombardia.
Questa aveva annullato due avvisi di accertamento ICI
relativi agli anni 2004 e 2005, riferiti ad un'area edificabile in quanto
ritenuta pertinenza di un fabbricato, alla cui utilità era stata destinata come
parcheggio.
Tale sentenza decide, dunque, in un
caso cui può ricondursi una delle fattispecie citate nel testo del presente
interpello che, nel passato, ha goduto di un giudicato a lei favorevole e che ancor oggi non sembra assoggettarsi ad imposizione fiscale
in virtù di quel vecchio giudicato.
Ove le conclusioni di questa
sentenza di Cassazione fossero però, come dovrebbero, applicate alla
fattispecie, il Comune sarebbe tenuto ad aprire, per le annualità non coperte
da prescrizione, un nuovo atto di accertamento alla luce della giurisprudenza
della Cassazione, in quanto il caso assume un rilievo diverso da quello sino a
oggi rappresentato e creduto. Non più di
un soggetto esonerato da un'obbligazione fiscale per sentenza passata in
giudicato, ma di un soggetto, per le annualità non già oggetto del giudicato e
per quelle non ancora prescritte, nuovamente fiscalmente obbligato.
Si aggiunge che la
stessa sentenza di Cassazione richiama precedenti insegnamenti della stessa
corte in tema di qualificazione di un'area pertinenziale, ancorandola alla
definizione, rigorosa, data dall'articolo 817 CC e sul criterio fattuale, cioè
a dire su una modificazione, oggettiva e funzionale, dello stato dei luoghi che
sterelizzi, in concreto e stabilmente, lo " ius edificandi" e non si
risolva in un mero collegamento materiale rimuovibile "ad libitum".
Di più e ancora, la
stessa sentenza ha ricordato un ulteriore consolidato requisito
giurisprudenziale per cui al contribuente che non abbia evidenziato nella
denuncia, o nella variazione aggiungiamo noi, l'esistenza di una pertinenza,
non è consentito contestare l'atto di accertamento, sollevando il vincolo di
pertinenzialità soltanto in sede di giudizio.
Tutto quanto premesso ed
evidenziato ha da ritenersi che la vicenda fiscale intorno alle aree dotate di
una capacità edificatoria consistente e non ancora utilizzata, non possa
considerarsi chiusa, ma anzi debba riaprirsi in virtù della giurisprudenza
consolidata e di ovvi principi di equità dovuta da parte del Comune nel
trattamento fiscale delle singole posizioni.
Gli interpellanti sono, pertanto a rivolgere al Sindaco e
all'Assessore munito di delega in materia, la richiesta di fornire al Consiglio
precise e puntuali risposte in ordine ai seguenti quesiti:
1) Vero è che, come sostenuto
nell'interpello, analoghe situazioni sotto il profilo oggettivo dell'
imponibilità fiscale, prima ICI e ora IMU, sono ritenute dal Comune, in virtù
di decisioni giurisprudenziali difformi; in alcuni casi da sottoporre ad
ICI/IMU e in altri casi no?
2) Vero è che la gran parte delle aree
dotate di capacità edificatoria residua in ambiti a destinazione alberghiera,
non è stata ritenuta da assoggettarsi a ICI/IMU
se non nel momento in cui fosse emersa una reale e concreta volontà di
fruire, da parte della proprietà, di quella capacità edificatoria ?
3) Vero è che in un singolo caso, la
capacità edificatoria è stata sterilizzata in virtù di un impegno in tal senso
sottoscritto dalla proprietà, ma che, una volta tale capacità edificatoria
trasferita in altro analogo ambito, abbia continuato a godere
di tale esenzione ancorché la nuova proprietà non abbia sottoscritto
nulla di analogo, ma anzi abbia manifestato una concreta volontà di utilizzare
tale capacità ?
4) Alla luce della giurisprudenza
richiamata nel presente interpello ritiene
l'Amministrazione chiusa e consolidata la questione fiscale riguardo le
aree dotate di ulteriore consistente capacità edificatoria residua,
diversamente e impropriamente considerate pertinenze , in ambiti a destinazione
alberghiera o, invece, ritiene che la questione della loro imponibilità fiscale
debba essere nuovamente riconsiderata, nel caso promuovendo idonei atti di
indirizzo ?
Il Gruppo Insieme
Gli interpellanti ringraziano
martedì 28 gennaio 2014
STARTER
Anche
quest'anno, come da accordi sottoscritti, va in "onda" la gara
contestata. Bottini, in veste dunque d'ambasciatore della Perla, si appresta a
scendere a Dubaj per stringere il rinnovo
del patto d'amicizia con gli Emiri. Ad alcuni la cosa è segno di un successo,
da altri sarà, senz'altro, criticata, ma incurante di critiche e dissensi il Palazzo
va avanti e mantiene le promesse, almeno queste. Di spese non si parla e quindi
c'è da augurarsi che gli Emiri si paghino la festa. La novità sta invece, almeno
a me così mi pare, la novità dicevo sembra che sia, invece, la data di sta
festa che par che sia mal messa, cioè nel cuore dell'estate. Manifestazione che
venne lanciata dicendo, anche, che collocata in tempo un po' fuori stagione,
serviva a incrementar gli accessi e fare il pieno, ora compare messa proprio al
centro e questo a me pare un non senso. Comunque
viene meno una ragione, quella che incrementava il turismo nella bassa di stagione, e
il rischio dunque è che della domanda ci sia, forse, un' eccesso e dell'offerta,
forse, una carenza. Sicuramente non è una gran trovata, e tolta dunque quella ragione, rimane la promozione d'immagine nel
mondo, quella di cui il Presidente del Distretto diceva: " non c'è
bisogno" e quella per cui la prima e unica volta hanno parlato tutti gli
uomini di Canio riuniti in Assemblea. Che si mettan infin d'accordo.
lunedì 27 gennaio 2014
SEI INTERPELLI
Sei dunque
gli interpelli presentati, mentre sta in esame la questione se fare richiesta, assai molto probabile,
di convocare il gran Consiglio. Dunque si inizia, per
davvero, quest'altro anno di mandato tenendo Canio sempre un po' allertato. C'è
un interpello sull'Expo o meglio dire se e cosa ha in mente questo governo
riguardo l'evento che dovrebbe far arrivare, a noi molto vicino, venti milioni
di persone. Ce n'è un altro, riguarda il fatto che la prima volta dopo anni,
sono sparite dall'agenda e dal programma quelle serate che, di tanto in tanto, rompevano
il silenzio del lungo inverno cittadino. C'è quella che fa le pulci a Canio
boscaiolo che, con forse troppo leggerezza, prende la scure ed ordina di
abbattere le piante d'alto fusto. E' vero che ordina altresì di provvedere a
ripiantarle, ma è lui per primo che poi non vi provvede. Un'altra, l' abbiamo
già accennato, tenta di fare un po' di luce sull'ICI e l'MU che par non sia
pagata su alcune aree che sono edificabili,
ma solo se di proprietà di alcuni. Insomma chi scrive si prende le querele se
lo dice, o meglio se lo scrive, ma questi, che sono poi gli offesi, mica che pagano. Allora, forse, è ora che finisca
sta favola. Anche per la Cascina di Carciano ci vuole un bel richiamo. Ormai la
storia è lunga, ma rischia di andar ancor più lunga. Insomma, dopo due anni di
avanti e indietro, ora da aprile scorso tutto è fermo e non c'è traccia. Che fa
dunque il governo ? La tiene chiusa un altro anno o si decide ? Ultimo, mi
sembra, è un interpello anche un po' tosto che riprendendo, in parte, l'esposto
presentato alla Corte per il porto, formula domande precise e puntuali sui fatti di
spreco, di soldi pagati senza titolo, di liberatorie concesse troppo in fretta.
Insomma ritorna in aula lo scandalo del porto, perché lo ripetiamo, a noi va
bene se, finalmente, magari anche lo fanno, ma chi ha sbagliato paghi e se ha
preso oltre il dovuto, ci faccia un po' un favore, restituisca indebito e interessi.
venerdì 24 gennaio 2014
IL TAGLIO
Il taglio,
per ora, é un po' parziale, ma la nota Sorprendente, la Papotti, non ha potuto
eludere il problema; dunque nella scorsa primavera ha ordinato un taglio ai
telamoni e ad altri un poco d'ornamenti perché troppo vistosi. Per ora il
taglio riguarda le cose difformi dal progetto; accorceranno un po' le gambe, ma
con attenzione che il resto non si guasti. Nessuno par che si sia opposto
all'ordine impartito ai sensi del codice dei beni culturali e quindi , ormai,
non c'è rimedio a questo taglio. E' vero, Papotti si è scordata di metterci la
data a provvedere e ora sollecitata, ha detto, o meglio ha scritto che provvede
alla verifica del taglio imposto e non già fatto. Dunque si prospetta il
caso serio e interessante che se a quel taglio non vi provveda la nota proprietà,
sarà proprio sta Papotti, la Sorprendente che, codice alla mano, debba passare al taglio
doloroso; lo vedremo. Intanto però Papotti, che Italia Nostra incalza, dimentica
un po' l'altro problema, cioè che tutto sto portone che lei proprio in persona ha autorizzato è contra
lege, non per una ma almeno per tre cose. Le ripetiamo così che vi stanchiamo: uno,
la prima autorizzazione negava i telamoni, ma la variante, firmata da Papotti,
riammetteva; due, sia la variante di Papotti che il permesso edilizio a
costruire rilasciato dal Palazzo, violavano la norma in salvaguardia messa frattempo dal Piano
Regionale del Paesaggio; terzo, l'opera venne iniziata bel oltre il primo anno
dal rilascio del permesso, quindi e lo dicono tutte, tutte e proprio tutte le sentenze del Consiglio
dello Stato, è pure tutta quanta, soltanto, assai abusiva. Comunque, per in tanto, gustatevi quest'ordine
firmato: " La Papotti " che postiamo e poi vediamo.
giovedì 23 gennaio 2014
ULTIMO SFORZO
Ultimo
sforzo quello compiuto ieri dalla premiata ditta Canio Di Milia & C che ha
messo all'albo il documento triennale delle opere da fare. Ha valenza triennale
il documento, sì l'avrebbe; così almeno
lo vuole anche la legge, ma quello approvato dalla Giunta è sol per un biennio perché la ditta ha
scritto che nel 2016 sarà chiusa e così l'hanno tagliato. Rimangono due anni,
quello già iniziato e quello, neanche mezzo, che hanno ancor da fare. Comunque,
a parte il taglio che vi hanno fatto, il programma presentato anche sta volta è molto risicato.
Intanto, come suo solito, replica la previsione di opere già incluse gli anni
addietro e poi mai fatte. Ricompare via Duchessa dove è prevista nell'anno che
sta in corso; così ricompare quel prolungamento passeggiata Lido- Aminta che
rischia davvero di diventare un'altra favola. C'è poi qualcosa per fare, però,
solo manutenzione di quella viabilità sconvolta per pedoni che è diventato il
marciapiede in C. so Italia. Un'altra occasione dunque persa per affrontare meglio
e bene quello che era e sarebbe meglio anche tornasse a essere il salotto
cittadino. Siamo ormai verso la fine; compare un'altra volta ancora la vecchia
ex scuola all' isola ed anche in questo caso c'è solo la previsione di
un risanamento; dunque per far cosa non lo si dice e non c'è nulla per capirlo.
Ultima opera in programma è l'adeguamento della sala al Pala dei congressi,
disturbata com'è da quel rumor di sottofondo che turba ogni audizione. Finito
dunque, è solo qui e che poi anche le si faccia è un'altra storia, tanto
che sta scritto che il tutto è realizzabile compatibilmente con quanto ha scritto la Giunta in data 18 /12 già scorso
con atto n.153 che ancora è sconosciuto.
Finisce male
dunque questa ditta, incapace di indicare ancora un suo programma che vada
oltre un poco la punta del suo naso e che sia capace di raccogliere un consenso
condiviso così che ci sia continuità nel governo di sta, un poco disgraziata,
piccola città.
mercoledì 22 gennaio 2014
QUOTA 200
La quota
superata che è nel titolo di oggi è quella che segna l'attività del gruppo che
è in Consiglio. Con il pacchetto che ci apprestiamo a presentare si supera
infatti quella soglia che sta a indicare il lavoro prodotto in questi anni di
presenza in Assemblea. Gli ultimi son altri cinque o sei interpelli di cui, nei
prossimi giorni, parleremo. Con essi quindi si supera un traguardo fatto non
solo d' interpelli, ma anche di proposte e di mozioni; una roba che ha occupato
tante sere l'Assemblea, che tante volte pure l'ha portata a dare un voto e che,
per una contrapposizione che, a volte, non si spiega, il gruppo di governo ha
quasi sempre e solo boicottato. Era durato quasi quarant'anni e si chiamava
fattore K, poi per altri venti c'è stato quello B, ma qui da noi, da circa
dieci, c'è questo fattore che prende il nome C. Con questi fattori in mezzo ai
piedi la storia prova che non si fanno molti passi avanti, se mai qualcuno pure
anche a ritroso; eppure mentre in Italia cadeva quello K, mentre ormai è caduto
anche quello B, qui da noi rimane sempre questo C che non si muove proprio, sta
fermo e non va avanti e non va indietro. E' la ragione un po' del fallimento di
tanti tentativi di proposte che dentro quel numero, 200, le abbiamo portate
all'attenzione in questi anni. C'è dunque sto macigno che è un masso duro di
granito che si è piazzato lì e impedisce ogni passaggio. Se noi diciamo bianco,
lui dice che sta nero, se noi diciamo rosso, lui dice che sta verde; non c'è
storia, possiamo portare in Assemblea la cosa più sensata che sta al mondo, ma lui
comanda il voto e affossa la proposta. Ora ne avesse nel frattempo combinate di
cose buone e un tanto anche sensate, sarebbe il meno peggio, ma questo non è vero,
ne ha combinate poche, ma ha fatto anche dei guai. Qualcuno a noi ci ha detto
che se ci copiava solo un poco, sarebbe stato il migliore degli ultimi decenni;
può darsi, non sappiamo, sappiamo soltanto, purtroppo, che il tempo è andato
avanti e noi siam stati fermi e quando si
sta fermi, sono gli altri che, invece, vanno avanti e lasciano noi indietro.
martedì 21 gennaio 2014
MINORANZA DI CARTA
Adesso è
proprio pronto, è andato in stampa per la prova, ne è uscita la copia number
one. L'ho qui davanti a me, son 12 facciate, formato quotidiano, in carta patinata con foto colorate, 46 circa
gli articoli da leggere; ci sono quelli un po' di fondo, ci sono quelli che
trattano il ventaglio di tutti gli argomenti ormai più noti; sono poi un paio gli
approfondimenti seri, c'è sicuramente tanto dell'oggi e del presente, ma non
manca un tuffo nella memoria di ciò che Stresa fu nel suo passato. C'è anche il
ricordo di quel dottor gentile che ci ha lasciati e c'è la sintesi finale di tutto il lavoro
fatto in quattro anni da questa minoranza e il tutto sotto titoli leggeri e
divertenti. Ancora comunque qualche giorno di tempo per la stampa di tutte le oltre
2000 copie, la loro spedizione alle famiglie e poi ai lettori va il giudizio.
Lo metteremo pure in rete su questo stesso blog, ma adesso il tempo è troppo
presto, rovineremmo la sorpresa; comunque lo prometto che appena andrà spedito,
occuperà anche un post di questo stesso blog. La concorrenza intanto non aspetta; si annuncia infatti la prossima uscita
di un altro numero ufficiale delle edizioni del Palazzo. Comunque non è che sta proprio
imminente; probabilmente prima Canio vuole soddisfare la sua curiosità, più che
legittima, su ciò che sforna minoranza, così che potrà usare anche il suo media
per dare voce alla sua dovuta replica. Sul taglio editoriale però non c'è confronto;
quell'altro è un bollettino più simile all'orario che sforna Trenitalia, quest'altro
è quasi un quotidiano; ne uscisse dal Palazzo uno così, sarebbe una svolta
editoriale senza eguali. Ancora poi una differenza; quello che vi mandiamo a
casa è tutto quanto gratis; quello che il Palazzo ci manda a casa, invece, lo paghiamo.
lunedì 20 gennaio 2014
FISCALITA' FEDERALE
Indice
puntato sulla fiscalità locale. Già ne facemmo oggetto d'interpello,
naturalmente senza effetto e la questione allora erano le sole cinque case
signorili che risultavano al catasto tra le oltre 10 mila unità di cui si
compone la città. Ora l'attenzione si sposta sulle aree ancora edificabili,
generalmente, occupate dagli alberghi.
La storia è un po' complessa e variegata; si va da chi prima l'ICI e ora
l'IMU non l'ha pagata perché ha ottenuto una sentenza, da chi invece paga
perché ha avuto un'altra sentenza un po' diversa, c'è poi chi di sentenze non
ne ha avute, ma non paga, chi l'ha pagata soltanto quando si è messo a edificare,
chi per non pagare aveva firmato una
rinuncia a costruire, ma chi quella rinuncia a costruire l'ha comprata poi non
paga, a chi ha avuto la fortuna che la sentenza non è stata appellata in Cassazione,
a chi quella fortuna non l'ha avuta e si trova ancora in Cassazione. Un gazzebuglio
dunque dove parlare di fiscalità locale ed equità non par sia un binomio assai
vincente; piuttosto deludente. Dunque ci sta tutto un interpello che ponga sta questione all'attenzione
e, senza speranza certa, comunque dica a chi governa che su questa storia ora
ci vuole anche un poco più di sua chiarezza. Così si costruisce l'interpello, andando
a vedere le singole vicende, le tante sentenze già poi emesse e cosa dice poi
la Cassazione più recente. Non è un bel quadro quello che vien fuori, non
c'entra solo Canio e l'Assessora delegata; la storia inizia da lontano, è assai
diffusa la probabile area di elusione, le cifre in gioco, moltiplicate per gli
anni ormai passati, potrebbero essere anche molte, così come pur molte potrebbero
essere quelle, ormai, andate in prescrizione. Comunque anche su questo si
sofferma l'interpello e chiede stime assai precise. Che poi anche sta volta la
pioggia cada sul bagnato..., può darsi, sarà un fatto, ma noi non ci possiamo proprio,
proprio nulla. Certo che un aiutino ci è venuto dal dover costruire nostra difesa
davanti alla Procura dall'accusa mossa da tal G.C. Zanetta che noi avremmo
diffamato ad aver scritto che non pagava ICI/IMU sull'area dello stralcio.
Era un fatto solo vero, Vostro Onore ; supercontento invece se non fosse stato
vero, avrei pagato volentieri la colpa mia senza perdono.
venerdì 17 gennaio 2014
ULTIMO GIRO
Dopo le
scosse di fine e inizio d'anno, ora la previsione sismica si placa. Il porto è
stato oggetto di nuovo affidamento, 50 mila in euro è la cifra che ha preso
l'impresa che è partita, 400 mila in euro, la cifra che ha preso, anticipata,
l'impresa che è arrivata. Di nuovo non c'è molto, se non una rete plastificata in arancione e un casotto di color blu. La funivia poi quella, ottenuta che ha
un'altra proroga di vita, si è messa subito un po' in aspettativa e va due soli giorni
a settimana, mentre gli altri cinque sta in rimessa. Quanto all'albergone
sull'area " La Zanetta ", approvato lo stralcio in tutta fretta, non
c'è alcun segno che presto inizino qualcosa. Di quel progetto un po' da
faraoni, insomma, a oggi non c'è nessuna traccia.
Della
piscina, o meglio della vasca da bagno, già ne abbiam parlato, così come un
cenno si è pur fatto sulla questione ferma della cascina di Carciano. C'è poi quell' incompiuta, quella che sta,
ormai son anche anni, che sta chiusa dunque dentro l' armadio dove l'ha
messa Canio ad aspettare e , intanto, ad invecchiare. E' l'albeghiera, quella riforma di progetto urbano
che faceva piazzare 180 mila di cubi lungo lago e che " la Zanetta"
ha soppiantato. Anche di questo insomma non c'è traccia, ma in vista del prossimo
traguardo è assai probabile che Canio la prenda dall'armadio e tenti un altro
passo. Dell'alberghiera, la scuola questa volta, di questa quel che sappiamo invece è quello che abbiamo letto sui giornali,
dunque attendiamo, poi vediamo. Questioni legali e giudiziarie a parte, querele
fatte, magari qualcuna d'altra ancor da fare, questa è un po' l'agenda che vede
Canio indaffarato nel suo ultimo anno di mandato e presto lo vedremo se imprimerà uno sprint dopo che sarà passato sotto lo striscione che segna l'ultimo giro della gara o se poi arrivato in dirittura finisca in una caduta a terra lui con tutti i suoi gregari e perda il giro. Insomma il tempo è poco e le questioni
tante e allora corra, su corra verso il suo traguardo.
giovedì 16 gennaio 2014
CARTE SUL TAVOLO
L'esame
delle carte non conferma, anzi smentisce Canio e un po' tutta la corte che sino
a ieri aveva espresso un'opinione. Son pervenute da Regione le nuove carte dei
vincoli esistenti ed efficaci. Il Parco del Grand Hotel Des iIes sta lì
indicato come segnato dal vincolo del 1924, i suoi confini pure stan segnati e
sono quelli che c'erano prima che la SIAV dello Zanetta li comprasse. L'inoltro delle carte, è vero, è solo preventivo ed è finalizzato a che i Comuni
interessati dicano la loro in vista del prossimo rinnovo dell'adozione del
Piano Regionale del Paesaggio, ma intanto l'Ente Regionale ha fatto le
verifiche e le conclusioni cui è arrivato stanno lì. Un punto quindi sta
segnato a favore della tesi da noi sempre invocata, che lì c'è quel vecchio
vincolo ignorato e questo è un vulnus per cui alla giustizia si è chiesta una
sentenza. Comunque questo è un fatto, difficile a smentire ed anche la Papotti,
dopo gli annunci che aveva lei la soluzione a quel problema, ora sta
zitta. Comunque Canio non sta fermo e ricevute le carte e la missiva, ha preso
la sua penna e ha scarabocchiato la risposta. Grattando dunque sopra i vetri avrà
cercato di spiegare che quella cosa lì proprio no, l'Ente che governa la
Regione non gliela deve proprio fare. Insomma i soliti lamenti, i soliti
capricci per dire che lui sta rovinato da questi vincoli mal posti e quindi no,
bisogna che trovino a lui la soluzione……Si apre quindi un'altra volta il gioco,
ma salvo che le urne regionali stiano chiuse, la cosa mi sa che è rimandata
sine die e prima che si parli un'altra volta arrivi anche qui la sentenza del TAR che deve far giustizia
alla " Zanetta".
mercoledì 15 gennaio 2014
ASPETTA E SPERA
Una
scommessa potrebbe essere lanciata, essa riguarda la sorte che sarà della vasca
per il bagno. Intanto c'è da dire, come abbiamo già osservato, che nel primo
anno, o meglio nei soli primi due mesi di esperienza, essa è costata all'ente
proprietario una cifretta. Tra soldi presi in meno per l'affitto e i soldi
spesi in più per le magagne, il popolo elettore ha già perso di soli euro circa
45 mila e oltre. C'è poi da dire che a parte la spiaggia in sabbia rosa, le
guardie sulle porte e la ferrea disciplina dei bagnanti, nient'altro è stato
visto rinnovare. Smontato l'esercizio del bar con ristorante, che cosa poi sarà
non lo si sa. Lo stesso, quando poi di nuovo ci faranno sul tetto del palazzo
neppure lo si sa. Gli impegni stanno scritti e sottoscritti, questo certo lo si
sa, ma un conto sono fare le offerte e le promesse e un conto sono realizzare
poi le stesse. A noi si disse che c'era di andare in sede di Consiglio per
approvar le garanzie da dare all'accensione di mutuo con il credito sportivo;
sono passati i mesi e non si è visto; a noi si disse che c'era da cambiar di
destinazione d'uso ad un parcheggio lì vicino per mettergli dieci camper in
deroga al contratto stipulato, ma che fine poi abbia fatto questo noi non lo
sappiamo. Intanto, e questo è certo, il tempo fissato nel contratto sta
passando. La fine di gennaio di questo anno
stava scritto che gli investimenti previsti e poi promessi erano da
fare, ma ad oggi, un po' di sabbia rosa a parte, non c'è nulla. Fra tre mesi
inizia la stagione; stiamo a vedere, ma il tempo passa e marca male. Per
carità, che vada tutto bene, che inizino a fare un qualche cosa e che non passi
ancora una stagione con poco o quasi nulla. Comunque marca male, i precedenti
sono tanti andati male; la cascinetta di Carciano, una robetta, è lì che
aspetta.
martedì 14 gennaio 2014
PROCESSI POLITICI
Di questi giorni dunque si conclude una prima
serie di insuccessi giudiziari da parte di Canio e la sua corte. Insuccessi
d'ordine e grado pur diversi, che siano civili, piuttosto che amministrativi;
che siano di primo grado oppure già di grado anche secondo. Comunque sia, un
esito assai infausto che, per intanto, il popolo elettore paga e tace. C'è poi,
come dicemmo, la sorte ancor sospesa dell'attività di Canio nella sua veste di
grande accusatore per i delitti di lesa sua maestà. Qui si consuma la sua materia
preferita, quella per la quale par che vada matto e che non attenda altro che
gli venga un'utile occasione per cimentarsi nella pratica forense di scriver
querele a destra e manca. Che sia poi bravo o meno bravo, quanto alle pratiche
tentate durante il corso dell'ultimo mandato, ancora nulla, di concreto, è dato
a noi sapere. Comunque è un fatto che ci prova; è una pulsione contro cui sino a oggi
par non sia riuscito a rintracciare un farmaco efficacie. Sta in crisi di
astinenza un po' di tempo, ma poi deve dar libero sfogo alla passione. Si deve
però dire che, a parte il nostro modo dello scrivere che tutto sembra
metterla sul ridere, c'è una questione un poco anche più seria che la poniamo
in questi giorni in cui siamo impegnati a scrivere le nostre memorie difensive
avverso le accuse prodotte dal Sovrano e dai sodali. Orbene, occorre pure dire
che quella pensata in testa da sto Canio è roba che sa tanto di regime e poco
assai di un qualche democratico governo. Insomma Canio vorrebbe che fosse messo insieme
un processo quasi politico, ciò vale a dire non perché siano colpiti i fatti e i
misfatti (inesistenti) motivati, come recita anche il codice penale, da finalità
di parte, cioè a lui avversa; no, no, lui vuole proprio che abbia il processo
ad essere politico, ossia che sia quello lo strumento o l'arma preferita con
cui colpire e basta. Insomma che dove lui non riesce, lo faccia la "giustizia"
, mettendo su qualche processo per fatti, penalmente, inesistenti da lui tutti
inventati, ma che serva per dare una lezione e far tacer, per sempre o per un
lungo periodo, gli avversari. Questo è dunque il democratico nostro primo
cittadino che dopo averne fatte oltre che Bertoldo, trova il tempo e il piacere,
tutto suo naturalmente, di disturbare la giustizia per fatti irrilevanti di, esclusiva, lesa sua maestà che,
invece, vorrebbe trasformarli in atti di accusa in un processo bizzarro e
surreale. Speriamo allor soltanto che vada a finire come nelle recenti vicende giudiziarie,
dove chiamato in causa per la tutela del Palazzo, se visto, l'uno in serie all'altro,
infilar solo insuccessi pagati a caro prezzo.
lunedì 13 gennaio 2014
SOTTO ASSEDIO
Continua l'assedio a sto
portone. Ci prova ora chi di queste cose è del mestiere essendo suo lo scopo
per il quale si batte e si ribatte. Lo fa con la missiva diretta a pubblici soggetti
un poco incauti che, forse, pensando gli altri essere distratti, fan finta che fan
tutto e fanno, invece, proprio niente. Insomma pare il caso risponda a
decisione, magari da qualche parte presa in alto, di metterci sopra un po' di
sabbia e fare finta sia finita. Con questa missiva e l'altra che già abbiamo
reso nota, si torna dunque a sollevare il caso per toglierci la sabbia prima che il tutto nei secoli riposi.
ITALIA
NOSTRA
Sezione Verbano Cusio Ossola
Domodossola, 3 Gennaio 2014
Spett.
Comune di Stresa
Servizio
Edilizia privata
SEDE
Spett. Soprintendenza per i beni architettonici
e
paesaggistici di Novara Alessandria e Verbano
Cusio Ossola
C.so
Felice Cavallotti 27
28100
NOVARA
e
p.c.
Spett. Direzione Regionale per i
beni
architettonici
e paesaggistici del Piemonte
P.za
S. Giovanni 2
10122
TORINO
Ns. Prot. n. 114
OGG: Comune di Stresa - Costruzione di
nuovo portale del Grand Hotel Des Iles Borromees. Assenza di titolo edilizio e
illegittimità autorizzazione monumentale.
Questa
Associazione aveva già avuto modo di manifestare agli Enti in indirizzo, con
propria nota del 28/01/2013, Prot. n. 313 le proprie argomentate ragioni
avverso il realizzato nuovo portale del Grand Hotel Des Iles Borromees.
In
esito a quanto manifestato riceveva nota del 19/03/2013 della Soprintendenza
per i beni architettonici e paesaggistici per le Province di Novara Alessandria
e Verbano-Cusio-Ossola con la quale, da un lato si davano giustificazioni nel
merito delle autorizzazioni rilasciate, la prima e quella poi in variante,
mentre si demandava ad altre non ben definite opportune sedi, il compito di
verificare la conformità di quell'intervento edilizio con "gli strumenti
urbanistici e di governo del territorio".
Nessun
riscontro alla nota veniva, invece, dato da parte del Comune di Stresa che,
alla luce delle informazioni, successivamente, acquisite da parte di nostri
iscritti ha, inopinatamente, provveduto ad archiviare il procedimento avviato
nei confronti della proprietà del Grand Hotel volto all'accertamento della data
di effettivo intervenuto avvio dei lavori, accogliendo senza motivazioni, le
argomentazioni prodotte dalla proprietà stessa.
Nel
merito del riscontro ottenuto dalla Soprintendenza si deve osservare che, a
contrario di quanto da essa sostenuto, il progetto autorizzato in variante non
ottemperava affatto alle prescrizioni contenute nel primo provvedimento
il quale escludeva, in assoluto, la possibilità di realizzare i telamoni che,
invece, la variante ammetteva con solo una qualche limitazione, poi disattesa
completamente in sede attuativa.
Quanto
poi al demandare ad altre sedi il compito di verificare la conformità di quanto
autorizzato rispetto agli strumenti urbanistici e di governo del territorio,
sarebbe interessante conoscere l'esito di tale verifica che, si badi, avrebbe
dovuto riguardare la normativa in atto nel momento autorizzativo e non certo,
come invece sostenuto nella nota Soprintendenziale, nel momento progettuale.
Per
quanto invece riguarda la competenza del Comune di Stresa nel valutare la
validità del titolo edilizio alla data di effettivo inizio dei lavori,
sorprende la rapidità con cui il relativo procedimento è stato archiviato sulla
base, esclusivamente, delle argomentazioni sostenute dalla proprietà.
Tali
argomentazioni, per quanto a conoscenza,risultano estremamente deboli e
inconsistenti, tali da, paradossalmente, confermare la validità delle prove
documentali prodotte a comprova della intervenuta decadenza del titolo edilizio
entro il primo anno di sua validità per mancato concreto, inequivoco e
comprovato avvio di consistenti opere.
Alla
luce di quanto espresso, questa Associazione non può che manifestare il proprio
disappunto per il comportamento tenuto in tale vicenda da tutti i soggetti sui
quali ricade una qualche competenza, augurandosi che un'azione di autotutela
possa ancor oggi essere promossa al fine di ripristinare non solo un decoroso
grado di rispetto e di conformità a norme di legge, indipendentemente dagli
autori di qualsivoglia violazione, ma anche e soprattutto una tutela effettiva
dei beni vincolati che, in tale circostanza, non pare le autorità aver
protetto con sufficiente e adeguata capacità di azione.
Con
riserva quindi di rendere pubblico il contenuto della presente, si gradisce un
riscontro.
|
Presidente
Dr.
Italo Orsi
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