Più si accorcia il tempo rimanente e più sembra che
non tenga il nostro Alcade. Chi c'era l'ha sentito l'altra sera e, francamente,
ci è parso fuori luogo. Per la verità non è che l'opposizione era presente in
massa e assai agguerrita. Non c'erano
carte nascoste chi sa poi dove, non c'erano
agguati dietro l'angolo, ma solo cose calate tutte quante in tempo utile e
previsto. Eppur non è bastato a evitar che Canio si lasciasse andar alla sua ira.
Vedendo lesioni di lesa sua maestà dietro ogni cosa, lancia invettive agli
avversari, usando, a modo suo, il codice penale come una specie di randello, o
meglio manganello. Ora l'oggetto di tanto suo accanirsi sembra, tra le diverse
cose da cui potrebbe scegliere, che sia diventato il notiziario che, spedito in
massa al popol suo elettore, lo avrebbe mandato in bestia e non è poco. Lui che
di certo vorrebbe la censura di cui rimpiange un tempo in cui pur c'era, or non
potendo usarla in forma preventiva, si accontenterebbe, anche soltanto, di
farne un uso successivo. Da qui perde le notti leggendo il notiziario, cercando
tra i titoli e le righe, i punti, le virgole e i due punti dove si annida la
lesa sua maestà. Consulta poi, sempre a suo modo, i codici e il diritto,
cercando inutilmente sto vizio di lesa sua maestà, sin tanto che lo inventa di
tutta sana pianta. Da tanta attività pare occupato e anche assai distratto che manco
abbia badato, non tanto all'avversario designato, ma al fido suo alleato, quel
tale Professore di lettere passate che, sia pure scordato di memoria, appena
ridestato quel tanto che basta sullo scranno, pronuncia parole che affondano
l'Alcade nel punto più ambizioso. Chiamato dunque alla realtà dal brusco risveglio
di cui sopra si è accennato, il dramma dell'Alcade ormai sprofonda; il tempo per
fare è ormai passato, rimane da usare l'imminente carnevale un po' per mascherare il fallimento
completo e consumato e quanto agli
avversari, lanciare ancora qualche minaccia di usare, con rabbia, il
manganello di cui, da sempre, par ne vada
fiero.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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