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sabato 23 marzo 2013

CARICATE: MIRATE: FUOCO



Le vicende successe intorno alla “Zanetta” hanno un po’ raggiunto il loro colmo, fatto il pieno, superato insomma la soglia d’attenzione. C’è quindi un confine tracciato sul terreno, valicato il quale tutto un po’ si rompe, si entra dunque  nella crisi di sistema dove si abbandonano le attenzioni diplomatiche, i protocolli, il livello di rispetto che chi è un gradino un po’ più in alto, generalmente, si guadagna. Prende la carta e la sua penna dunque il Capo gruppo dell’Insieme e lancia un’accusa ben precisa diretta al Ministero, scoprendo il velo dietro il quale la Soprintendente, sin qui, si è trincerata, coprendo la “ Zanetta”. Ve lo postiamo in integrale, pensiamo sia un dovere renderla di pubblica dominio, fa chiarezza, mostra l’ipocrisia di chi governa e l’infedeltà di cui è tentato chi dovrebbe, invece, tutelar i beni cui è il preposto.




 
Stresa 16/03/2013
 
                              Spett. Ministero per i Beni Culturali e
                                           Architettonici Servizio IV Tutela qualità
del paesaggio 
Via San Michele, 22
00153 ROMA

OGG: Comune di Stresa- Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Piemonte- Sezione Novara-Verbano-Cusio-Ossola- Alessandria. Variante strutturale urbanistica stralcio in itinere. Vincoli sovraordinati esistenti- mancata rilevanza.
                 
                                               Il Comune di Stresa (VB) ha avviato un processo di revisione del proprio strumento urbanistico che va ad interessare tutta la sua fascia costiera con l’intento di accrescere, in maniera esorbitante, la possibilità edificatoria a destinazione ricettiva/alberghiera, saturando l’esistente cortina alberghiera ed altresì estendendola in direzione nord.
Molte voci critiche si sono levate contro questo progetto urbanistico che, in effetti, per la sua parte principale, da quasi un anno e mezzo non ha più avuto ulteriori sviluppi procedurali, ma rimane congelato alla fase programmatica.
Tuttavia l’amministrazione comunale ha poi deciso di stralciare da quel progetto una previsione assai rilevante e ne ha fatto oggetto di una variante che ha denominato: “strutturale stralcio prima fase”, la cui procedura di approvazione è in fase avanzata ed è pervenuta alla approvazione della deliberazione di adozione del progetto preliminare e di raccolta delle osservazioni.
La procedura si svolge ai sensi della legge regionale di settore, n. 56/77, che, in questo caso, prevede l’intervento di una, così denominata, conferenza di pianificazione cui partecipano, con diritto di voto:  Comune/Regione/Provincia e per la sola espressione di parere altri enti, tra i quali, la Soprintendenza competente per territorio.
Quanto premesso, l’area sulla quale si sviluppa la variante, che ha un’ estensione di circa 12.500 mq., è gravata per l’intero da molteplici vincoli di natura paesaggistica e monumentale. Una sua parte poi, già storicamente appartenuta al parco del confinante grand Hotel Des Iles Borromeés è sottoposta a norma di salvaguardia da parte dell’adottato P.P.R. che all’articolo 26, ultimo comma, delle sue norme di attuazione ne preclude l’utilizzo edificatorio.
Nell’ambito dell’area insistono poi più edifici, due dei quali, di modesto volume,  sono stati, in data 01/09/2008 sottoposti a tutela monumentale con Decreto del Direttore Regionale per i beni culturali del Piemonte, mentre la loro pertinenza che, peraltro, è individuata nell’intera porzione d’ambito ove insite la variante, è stata fatta oggetto di un ulteriore provvedimento di tutela indiretta, posto in data 27/12/2010, sempre con Decreto del Direttore Regionale della medesima Direzione.
Tale ultimo decreto individua diverse disposizioni alle quali dovranno attenersi eventuali interventi di trasformazione dell’area ed eventuali nuove costruzioni.
In particolare il comma 2 dispone che nuove edificazioni non dovranno recar pregiudizio per dislocazione, volume, dimensionamento e altezza alle prospettive ed alle visuali dei due edifici sottoposti a tutela, rispettandone le scale edilizie ed il particolare rapporto con il contesto esterno .
Il comma 3 dispone che, sempre nuovi edifici, dovranno adottare caratteristiche tipologiche formali non conflittuali con quelle degli edifici sottoposti a tutela e delle condizioni del sito,  distinto dalla presenza di fabbricati di modesto volume connessi ad un area verde.
Il comma 4 conclude chiedendo che vengano salvaguardate le tracce dell’originario giardino.
Nell’ambito di questo quadro normativo vincolistico, sommariamente descritto, la variante stralcio prevede la possibilità di inserire una nuova massa edilizia di otto piani di altezza, con una superficie utile lorda di mq. 14.000,  equivalenti ad un volume di circa, sempre lordi, 46.000 mc. e di consentire, inoltre, la copertura del lotto sino al 45% del suo totale.
L’intento degli scriventi è quello di porre all’attenzione di Codesto Ministero il  comportamento sin qui tenuto, nel caso in esame,  dalla Soprintendenza competente e cioè quella per le provincie di Novara, Alessandria e Verbano-Cusio-Ossola, retta, ancor oggi, dall’architetto .............
Nell’ambito dei lavori delle conferenze di pianificazione sin qui svolte e in relazione ai contributi e pareri scritti forniti dalla Soprintendente non si registra  alcuna decisa posizione atta ad indicare le stridenti e contrastanti previsioni di variante con il sistema vincolistico in atto e sopra descritto.
In particolare mai è stata indicata l’esistenza, non considerata dal progetto di variante, della norma di salvaguardia contenuta nel P.P.R. che preclude l’utilizzo edificatorio assoluto di parte dell’area la cui esistenza è emersa solo a seguito di iniziativa dell’opposizione consiliare; neppure mai è stata pretesa la applicazione ed osservanza del Decreto di vincolo indiretto posto in data 27/12/2010 precitato e finalizzato ad introdurre, sull’intera area oggetto della variante stralcio, norme di tutela che, certamente invece, si discostano in maniera eclatante con le previsioni di variante, ma anche del piano vigente  e che pure dovrebbero, ai sensi dell’art. 45 del codice dei beni culturali, non solo essere immediatamente precettive, ma anche soggette a dovuta ricezione da parte degli enti  locali, trasferendole nei propri strumenti urbanistici e/o regolamenti edilizi.
Nulla di tutto questo si è, invece, verificato o si sta verificando anzi, come già sottolineato, l’effetto della variante sarà quello di incrementare e non diminuire la capacità edificatoria legale, sia in termini di altezza, di numero di piani realizzabili, di volumi assentibili, di superfici utili e di superfici copribili, vanificando del tutto finalità e scopo del provvedimento di vincolo indiretto vigente.
Si assiste infatti alla volontà di saturare il lotto con una massa edilizia assolutamente fuori scala rispetto alle due ville interne al lotto oggetto di tutela diretta, arrivando a realizzare un nuovo unico volume edilizio di circa venti volte superiore a quello di ciascuna delle due ville oggetto di tutela.
Da quanto a conoscenza degli scriventi c’è però anche di più, il relativo progetto edilizio è già stato oggetto di avanzato sviluppo e la stessa Soprintendente, in uno dei contributi scritti fatti pervenire alla conferenza di pianificazione, ha affermato che questo progetto è stato oggetto di ripetuti incontri tra progettisti/Soprintendenza/Comune/proprietà, senza però che nella nota citata vengano rappresentate l’esistenza di tutte quelle stridenti forti criticità che abbiamo qui segnalato e vi si ponga rimedio.
In più occasione e in più sessioni e sedute della conferenza di pianificazione la Soprintendente avrebbe potuto rappresentare i gravi vizi cui la variante sta andando incontro, quando persino le norme attuali di PRGC non sono più in linea con quelle di tutela indiretta del sito, ma nonostante ciò nulla di particolarmente critico è stato mai rilevato, men che meno l’esistenza di una norma di salvaguardia che, su porzione dell’area ne preclude in maniera assoluta l’edificabilità, né di vincoli a contenuti confliggenti con le previsioni attuali e previste sul sito.
Vani sono risultati i tentati sin qui promossi dalla Associazione Italia Nostra per poter aver un incontro con la Soprintendente che, neppure, ha mai dato riscontro alle richieste reiteratamente avanzate; a nulla sono serviti tutti i contributi e le osservazioni che associazioni ambientaliste diverse, privati cittadini e opposizione consiliare hanno formulato in maniera documentata a sostegno delle tesi contrarie  alla variante.
L’attività di presidio dei vincoli è, invece, venuta inspiegabilmente e  completamente meno da parte della Soprintendente che, a giudizio, degli scriventi, ha dismesso il proprio ruolo.  
In conclusione non rimane che rivolgersi a Codesto Ministero quale titolare delle competenze affinché la segnalazione contenuta in questa nota, della cui gravità e portata siamo assolutamente consapevoli, possa trovare ascolto e venga individuato un modo corretto di intervento atto a ripristinare normali condizioni di gestione dei vincoli in relazione al caso segnalato.
Distintamente
 Il Capo Gruppo Consiliare di “Insieme”
Dott. G.B. Vecchi

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