Le vicende successe intorno alla “Zanetta”
hanno un po’ raggiunto il loro colmo, fatto il pieno, superato insomma la
soglia d’attenzione. C’è quindi un confine tracciato sul terreno, valicato il
quale tutto un po’ si rompe, si entra dunque nella crisi di sistema dove si abbandonano le
attenzioni diplomatiche, i protocolli, il livello di rispetto che chi è un
gradino un po’ più in alto, generalmente, si guadagna. Prende la carta e la sua
penna dunque il Capo gruppo dell’Insieme e lancia un’accusa ben precisa diretta
al Ministero, scoprendo il velo dietro il quale la Soprintendente, sin qui, si
è trincerata, coprendo la “ Zanetta”. Ve lo postiamo in integrale, pensiamo sia un
dovere renderla di pubblica dominio, fa chiarezza, mostra l’ipocrisia di chi
governa e l’infedeltà di cui è tentato chi dovrebbe, invece, tutelar i beni cui è
il preposto.
Stresa
16/03/2013
Spett. Ministero per i Beni
Culturali e
Architettonici Servizio IV Tutela qualità
del paesaggio
Via San Michele, 22
00153 ROMA
OGG:
Comune di Stresa- Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del
Piemonte- Sezione Novara-Verbano-Cusio-Ossola- Alessandria. Variante
strutturale urbanistica stralcio in itinere. Vincoli sovraordinati esistenti-
mancata rilevanza.
Il
Comune di Stresa (VB) ha avviato un processo di revisione del proprio strumento
urbanistico che va ad interessare tutta la sua fascia costiera con l’intento di
accrescere, in maniera esorbitante, la possibilità edificatoria a destinazione ricettiva/alberghiera,
saturando l’esistente cortina alberghiera ed altresì estendendola in direzione
nord.
Molte
voci critiche si sono levate contro questo progetto urbanistico che, in
effetti, per la sua parte principale, da quasi un anno e mezzo non ha più avuto
ulteriori sviluppi procedurali, ma rimane congelato alla fase programmatica.
Tuttavia
l’amministrazione comunale ha poi deciso di stralciare da quel progetto una
previsione assai rilevante e ne ha fatto oggetto di una variante che ha
denominato: “strutturale stralcio prima fase”, la cui procedura di
approvazione è in fase avanzata ed è pervenuta alla approvazione della
deliberazione di adozione del progetto preliminare e di raccolta delle
osservazioni.
La
procedura si svolge ai sensi della legge regionale di settore, n. 56/77, che,
in questo caso, prevede l’intervento di una, così denominata, conferenza di
pianificazione cui partecipano, con diritto di voto: Comune/Regione/Provincia e per la sola
espressione di parere altri enti, tra i quali, la Soprintendenza competente per
territorio.
Quanto
premesso, l’area sulla quale si sviluppa la variante, che ha un’ estensione di
circa 12.500 mq., è gravata per l’intero da molteplici vincoli di natura
paesaggistica e monumentale. Una sua parte poi, già storicamente appartenuta al
parco del confinante grand Hotel Des Iles Borromeés è sottoposta a norma di
salvaguardia da parte dell’adottato P.P.R. che all’articolo 26, ultimo comma,
delle sue norme di attuazione ne preclude l’utilizzo edificatorio.
Nell’ambito dell’area
insistono poi più edifici, due dei quali, di modesto volume, sono stati, in data 01/09/2008 sottoposti a
tutela monumentale con Decreto del Direttore Regionale per i beni culturali del
Piemonte, mentre la loro pertinenza che, peraltro, è individuata nell’intera
porzione d’ambito ove insite la variante, è stata fatta oggetto di un ulteriore
provvedimento di tutela indiretta, posto in data 27/12/2010, sempre con Decreto
del Direttore Regionale della medesima Direzione.
Tale
ultimo decreto individua diverse disposizioni alle quali dovranno attenersi
eventuali interventi di trasformazione dell’area ed eventuali nuove
costruzioni.
In
particolare il comma 2 dispone che nuove edificazioni non dovranno recar
pregiudizio per dislocazione, volume, dimensionamento e altezza alle
prospettive ed alle visuali dei due edifici sottoposti a tutela, rispettandone
le scale edilizie ed il particolare rapporto con il contesto esterno .
Il
comma 3 dispone che, sempre nuovi edifici, dovranno adottare caratteristiche
tipologiche formali non conflittuali con quelle degli edifici sottoposti a
tutela e delle condizioni del sito,
distinto dalla presenza di fabbricati di modesto volume connessi ad un
area verde.
Il
comma 4 conclude chiedendo che vengano salvaguardate le tracce dell’originario
giardino.
Nell’ambito
di questo quadro normativo vincolistico, sommariamente descritto, la variante
stralcio prevede la possibilità di inserire una nuova massa edilizia di otto
piani di altezza, con una superficie utile lorda di mq. 14.000, equivalenti ad un volume di circa, sempre
lordi, 46.000 mc. e di consentire, inoltre, la copertura del lotto sino al 45%
del suo totale.
L’intento
degli scriventi è quello di porre all’attenzione di Codesto Ministero il comportamento sin qui tenuto, nel caso in
esame, dalla Soprintendenza competente e
cioè quella per le provincie di Novara, Alessandria e Verbano-Cusio-Ossola,
retta, ancor oggi, dall’architetto .............
Nell’ambito
dei lavori delle conferenze di pianificazione sin qui svolte e in relazione ai
contributi e pareri scritti forniti dalla Soprintendente non si registra alcuna decisa posizione atta ad indicare le
stridenti e contrastanti previsioni di variante con il sistema vincolistico in
atto e sopra descritto.
In
particolare mai è stata indicata l’esistenza, non considerata dal progetto di
variante, della norma di salvaguardia contenuta nel P.P.R. che preclude
l’utilizzo edificatorio assoluto di parte dell’area la cui esistenza è emersa
solo a seguito di iniziativa dell’opposizione consiliare; neppure mai è stata
pretesa la applicazione ed osservanza del Decreto di vincolo indiretto posto in
data 27/12/2010 precitato e finalizzato ad introdurre, sull’intera area oggetto
della variante stralcio, norme di tutela che, certamente invece, si discostano
in maniera eclatante con le previsioni di variante, ma anche del piano vigente e che pure dovrebbero, ai sensi dell’art. 45
del codice dei beni culturali, non solo essere immediatamente precettive, ma
anche soggette a dovuta ricezione da parte degli enti locali, trasferendole nei propri strumenti
urbanistici e/o regolamenti edilizi.
Nulla di
tutto questo si è, invece, verificato o si sta verificando anzi, come già
sottolineato, l’effetto della variante sarà quello di incrementare e non
diminuire la capacità edificatoria legale, sia in termini di altezza, di numero
di piani realizzabili, di volumi assentibili, di superfici utili e di superfici
copribili, vanificando del tutto finalità e scopo del provvedimento di vincolo
indiretto vigente.
Si assiste infatti
alla volontà di saturare il lotto con una massa edilizia assolutamente fuori
scala rispetto alle due ville interne al lotto oggetto di tutela diretta,
arrivando a realizzare un nuovo unico volume edilizio di circa venti volte
superiore a quello di ciascuna delle due ville oggetto di tutela.
Da quanto a
conoscenza degli scriventi c’è però anche di più, il relativo progetto edilizio
è già stato oggetto di avanzato sviluppo e la stessa Soprintendente, in uno dei
contributi scritti fatti pervenire alla conferenza di pianificazione, ha
affermato che questo progetto è stato oggetto di ripetuti incontri tra
progettisti/Soprintendenza/Comune/proprietà, senza però che nella nota citata
vengano rappresentate l’esistenza di tutte quelle stridenti forti criticità che
abbiamo qui segnalato e vi si ponga rimedio.
In più occasione
e in più sessioni e sedute della conferenza di pianificazione la Soprintendente
avrebbe potuto rappresentare i gravi vizi cui la variante sta andando incontro,
quando persino le norme attuali di PRGC non sono più in linea con quelle di
tutela indiretta del sito, ma nonostante ciò nulla di particolarmente critico è
stato mai rilevato, men che meno l’esistenza di una norma di salvaguardia che,
su porzione dell’area ne preclude in maniera assoluta l’edificabilità, né di
vincoli a contenuti confliggenti con le previsioni attuali e previste sul sito.
Vani sono
risultati i tentati sin qui promossi dalla Associazione Italia Nostra per poter
aver un incontro con la Soprintendente che, neppure, ha mai dato riscontro alle
richieste reiteratamente avanzate; a nulla sono serviti tutti i contributi e le
osservazioni che associazioni ambientaliste diverse, privati cittadini e
opposizione consiliare hanno formulato in maniera documentata a sostegno delle
tesi contrarie alla variante.
L’attività di
presidio dei vincoli è, invece, venuta inspiegabilmente e completamente meno da parte della Soprintendente
che, a giudizio, degli scriventi, ha dismesso il proprio ruolo.
In
conclusione non rimane che rivolgersi a Codesto Ministero quale titolare delle
competenze affinché la segnalazione contenuta in questa nota, della cui gravità
e portata siamo assolutamente consapevoli, possa trovare ascolto e venga individuato
un modo corretto di intervento atto a ripristinare normali condizioni di
gestione dei vincoli in relazione al caso segnalato.
Distintamente
Il Capo Gruppo Consiliare di “Insieme”
Dott.
G.B. Vecchi
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