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giovedì 21 marzo 2013

LA SCUSA DEL PATTO


Ci vuole un poco di pazienza, ma chi ne ha provi e vedrà. Provi dunque a legger fino in fondo quello che oggi vi postiamo e scoprirà perchè, come già ne abbiamo fatto un cenno l'altro ieri, Canio: dove aveva tanti soldi li sprecava, dove ne aveva proprio il giusto non li spendeva, dove, poi, pure ne aveva, ma pure non spendeva li perdeva e dove, invece, non ne aveva, neppure li cercava dov'erano. Non crediamo che a mettercela proprio tutta, qualcuno sarebbe riuscito a fare di meglio, o di peggio, comunque vedremo il giorno 2 di aprile che cosa ci risponderà l'interessato cui la domanda è diretta. Per chi vorrà dunque, munito di pazienza, buona lettura e vi troverà qualche cosa interessante. Se poi vorrà saperne di più vada il due sera al gran Consiglio e ascolterà , in diretta, le domande e le risposte.
 
 
GRUPPO CONSILIARE “INSIEME”

 19/03/2013

Al Sig. Sindaco
Preg. mo Avv. Canio Di Milia
Sede Municipale
STRESA  

OGG: Art. 45  del regolamento sul funzionamento del Consiglio-Finanziamenti opere e programmi di investimenti. Mancato ricorso.

                                        E’ noto che il Comune di Stresa è ente, da più anni, soggetto ai vincoli del patto interno di stabilità e che tali vincoli pongono importanti limitazioni alla possibilità di spesa. In particolare, stante il sistema di calcolo del patto, vengono penalizzate le spese finanziabili con accertati avanzi di amministrazione o con il ricorso al credito. E’ noto ancora che anche la possibilità di spesa di importanti somme giacenti a residuo passivo, possono trovare limitazioni ove non sorrette da entrate derivanti dall’incasso di corrispondenti somme giacenti a residuo attivo.
In tale quadro di bilancio è altresì noto che, disponendo di adeguate risorse di parte corrente, una buona politica di controllo e riduzione della spesa, avrebbe generato, nel corso di un andamento pluriennale, un consistente avanzo economico, capace di poter essere utilizzato e subito, in investimento.
E’ altresì noto che una virtuosa politica di contenimento della spesa corrente non vi è stata e salve le maggiori risorse sopravvenute e aggiuntive, quali quelle derivanti dall’imposta di soggiorno, le entrate ordinarie non sono state in grado di generare spesa di investimento significativa.
Che poi non vi fosse possibilità di pervenire ad un corposo contenimento della spesa corrente è tesi che ogni amministrazione, in genere, porta a sostegno e a difesa o scusante della propria incapacità di controllare la spesa medesima.
Nel caso poi il Comune di Stresa ha, largamente, imputato ai vincoli di patto la sua impossibilità di mantenere i propri impegni di investimento e con questo, ha cercato di imputare a fattori esterni il fallimento degli obiettivi che si era posto.
Come tali ragioni e giustificazioni non siano, in parte o in tutto, vere sta nelle osservazioni che seguono.
Nel maggio del 1976, crediamo Sindaco un giovane Professor Galli, il Comune pubblicava in un suo bollettino, le risultanze che emergevano dalla approvazione del   bilancio di previsione.
Orbene, in quell’anno, la spesa corrente ammontava ad una previsione di Lire 556.016.250 e la spesa per rimborso prestiti a lire 19.800.00, quindi un totale di lire 575.816.250, che tradotti in euro sono oggi: 297.384,00.
Da quella data ad oggi la moneta si è svalutata circa 9/10 volte, quindi a parità di valore oggi, il bilancio, di parte corrente, dovrebbe pareggiare sulla somma di euro 2.970.384,00, in realtà esso si è gonfiato di circa il doppio anzi, in termini reali, assai di più.
Diciamo di più perché dal bilancio sono uscite alcune partite importanti e consistenti, ci si riferisce a quella dei rifiuti la cui entrata e spesa fa capo, direttamente, a soggetto esterno e la partita riferita al servizio idrico integrato, pure lei esternalizzata.
E’ difficile pensare quali nuovi importanti servizi il comune oggi gestisce rispetto all’anno  1976 che abbiamo preso come riferimento,  crediamo pochi o quasi nessuno.
Quanto poi al servizio riferito al debito, il confronto per quanto possibile, ma mancano alcuni elementi utili, sarebbe tra 322.881 euro di chiusura esercizio 2011 ed, in euro equivalenti rivalutati, 102.258.00 della previsione 1976. Un corretto raffronto dovrebbe però prendere in considerazione anche le quote interessi, di cui non disponiamo il dato 1976. Certo è che la curva del debito attuale rispetto alla sua anzianità  è abbastanza alta e quindi la spesa risulta spostata più verso il rimborso del capitale che verso gli interessi, non sappiamo quale fosse la curva nel 76, ma crediamo, con qualche ragione, più bassa .
Se questi sono i dati e non si rintracciano nuovi importanti servizi verso cui  la spesa ha dovuto essere indirizzata per la loro gestione e, in aggiunta, si prende in considerazione l’uscita dalle poste di bilancio delle importanti partite che abbiano indicato, rimane da spiegarsi cosa è  successo nel tempo che separa i bilanci attuali da quello del 1976.
La spiegazione più immediata, considerato che la consistenza numerica del personale in servizio allora rispetto ad ora, non dovrebbe aver subito una sostanziale modifica in incremento,  pur in presenza di una dinamica della spesa di personale più elevata rispetto alla svalutazione della moneta, è che si è assistito ad una crescita lineare della stessa spesa corrente, ben oltre la dinamica della moneta e dei prezzi, senza alcuna volontà o intenzione di por mano al suo contenimento ed alla sua riorganizzazione, contando sempre e comunque sulle aggiuntive risorse di cui un comune turistico dispone rispetto ad altri, vedi ICI prima e IMU ora.
Insomma, per dirla in termini corretti, si è stati molto, molto poco virtuosi.
Abbandonata questa via virtuosa, l’amministrazione ha continuato quindi a trincerarsi, imputando al patto la vana attesa di una qualche attuazione concreta dei suoi programmi di investimento.
Per alcuni aspetti questa difesa è risultata non credibile in quanto, ad oggi, la mancata attuazione di alcuni programmi non è imputabile alla esistenza del patto.
La realizzazione del porto, ad esempio, sino ad oggi è dipesa da altre cause: contenziosi sull’esito della gara prima, revisioni progettuali poi (non si vuole qui entrare nel merito di tale problematica), insufficienza di risorse poi e irrisolte problematiche contrattuali/amministrative, forse, ora.
La realizzazione del progetto di recupero di Villa Palazzola, formalmente in carico alla Fondazione, non sarebbe mai incorsa in problematiche di patto, sia perché i flussi di risorse non sarebbero transitati attraverso il Comune, sia perché le fondazioni non paiono, salvo errore, soggette a patto.
Ritardi conseguenti a contenziosi intervenuti sull’esito della gara di progetto e mancata, forse, vigilanza attenta da parte del Sindaco sul destino delle risorse Regionale già stanziate, hanno poi fatto il resto.
Come illustrato, in questi due casi, la loro mancata realizzazione è, sino ad oggi, non dipesa da cause imputabili al patto, eppure stanno ancora lì, al palo.
Quali erano le altre risorse che avrebbero potuto, per così dire bjpassare i vincoli di patto e veicolare anche importanti risorse finanziarie a beneficio di progetti importanti per la infrastrutturazione della città turistica ?
Uno su tutti, ma non solo, il ricorso alla finanza di progetto, assolutamente idonea nel caso di realizzazione di strutture capaci di generare risorse dalla loro gestione.
Il settore parcheggi sarebbe stato, ma ancora lo è, quello più idoneo, tanto che l’amministrazione, lo ha già infilato un paio di volte nei suoi  triennali inattuati programmi, ma poi non ne ha dato alcun seguito.
Imput in tal senso eppur non mancarono quando, in più di una occasione, la minoranza ha portato al Consiglio proposte deliberative atte a provocare l’avvio di un percorso di recupero ed utilizzo di un’area , quale  quella Gabbiola, che ancora oggi sembra essere l’unica e forse la più valida per la soluzione della problematica parcheggi, coprendo tutto il ventaglio di diversificata domanda che,  oggi, si esprime e si manifesta.
In questo caso, nel secondo periodo di mandato è andata scemando, sempre più, la energia creativa di cui il Sindaco sembrava, invece, alimentare il suo primo e un po’ meno infelice tempo di governo.
Arrivati a questo punto, irrisolti tutti i problemi di conformità urbanistica dietro la chimera della “Zanetta” che l’avvio di concreti progetti presuppone, pensiamo che ogni speranza è, ormai,  vana.
Vi è però ancora di più e per certi aspetti ancor più imputabile se non a cattiva amministrazione, addirittura a mancanza di amministrazione, a assoluta incapacità  di governo.
L’arco temporale 2007/2013 è infatti caratterizzato dall’avvio e dalla conclusione di un importante programma a valenza regionale che ha veicolato in questa stessa regione risorse finanziarie importantissime che si sono espresse nella cifra di oltre un miliardo di euro e qui i vincoli di patto non avrebbero giocato.
Trattasi dei fondi strutturali europei le cui dotazioni pervengono per oltre 400 milioni  dal bilancio europeo, per oltre 500 da Stato e per, circa, 150 da quello della Regione.
La lettura di una recente deliberazione assunta dalla Giunta Regionale ( n. 20-5268
del 29/01/2013) può essere istruttiva a riguardo con invito, in tal senso, rivolto all’amministrazione.
Orbene alcune misure, o meglio assi, contenute in questo programma operativo regionale che ha convogliato verso il loro utilizzo queste importanti risorse, sembravano scritte per le esigenze puntuali e specifiche di questo Comune.
ASSE III – RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE
Obiettivo specifico Obiettivi operativi Attività III.1.1 Tutela dei beni ambientali e culturali Sostegno ad iniziative di carattere infrastrutturale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale a supporto dello sviluppo socioeconomico ed in particolare del turismo sostenibile valorizzando il patrimonio storico, culturale, architettonico e naturale attraverso in particolare il recupero e la rivitalizzazione di attrattori di valenza regionale.
III.1 Promuovere e rafforzare le sinergie potenziali tra tutela, valorizzazione dell’ambiente e dei beni naturali e crescita del sistema produttivo.
III.2.1 Riqualificazione delle aree dismesse Sostegno agli investimenti per il recupero dei siti dimessi (siti industriali in abbandono) e loro riconversione finalizzata alla localizzazione di attività ed iniziative produttive ed in particolare di servizi avanzati inclusi quelli per la mobilità sostenibile (trasporti puliti).
Promozione dell’integrazione tra valorizzazione del patrimonio ambientale - storico - culturale e
le attività imprenditoriali ad essa connesse e riqualificazione delle aree urbane in un’ottica di
inclusione sociale, sviluppo economico e rigenerazione delle aree degradate
III.2 Promuovere la riqualificazione urbana in un’ottica di sviluppo sostenibile e realizzare più
Elevata competitività territoriale
III.2.2 Riqualificazione aree degradate
Sostegno ad interventi di riqualificazione di quartieri urbani caratterizzati
da elevati livelli di degrado sociale, economico e fisico per promuovere
sviluppo, occupazione ed integrazione con il contesto urbano
Sembra che realtà territoriali a noi vicine, pur non senza polemiche, abbiamo saputo attingere da questa fonte di finanziamento, certamente non impacciata dai legami e dai vincoli del patto di stabilità.
Non sappiamo se Stresa si era accorta di tale opportunità e se si perché  non abbia cercato di confezionare, o meglio far confezionare, al meglio, il dossier per una propria candidatura capace di indicare un progetto integrato che mettesse insieme il potenziamento del turismo culturale e la sua crescita fuori stagione ( Villa Palazzola), con il recupero di aree degradate a sostegno di un progetto sostenibile di città senz’auto ( Gabbiola) e quant’altro, forse anche il rinnovamento tecnico della sua funivia, attingendo anche in sinergia con programmi  privati, nei tanti assi di investimento che il programma operativo conteneva.
Fa il paio con questa occasione persa anche la mancata capacità  già, a suo tempo, confessata di ingaggiare il partner elvetico per il coinvolgimento nel programma Interreg Italia/Svizzera, nell’ambizioso  progetto di isola museo, più volte annunciato ed ora ridotto a stanze per dormitorio di artisti di passaggio.
Il quadro di occasioni mancate o perse, addirittura non tentate, è quindi inquietante. Dopo tanti anni passati a recitare il mantra dei vincoli di patto di stabilità che impedivano ogni investimento, il Sindaco e il suo governo si presentano in dirittura di arrivo con il serbatoio vuoto ed il motore  spento.
Non si venga ora a dire che sono mancati gli strumenti collaborativi interni, che la struttura non era in grado di dare risposta adeguata per avviare tale processo di reperimento di risorse.
Sono stati impegnati, in questi anni, molti mezzi finanziari anche per spese differibili o impossibili ( vedi la Zanetta) , mentre non si è ritenuta cosa meritevole assumere spese per tentare l’acquisizione di risorse importantissime e che se raggiunte, avrebbero, non dico risolto ogni cosa, ma certamente fatto fare un passo avanti, non prima mai compiuto dalla cittadina.
Arrivati a questo punto non rimane che indirizzare al Sindaco e agli assessori muniti di deleghe: quello al bilancio e quindi alle risorse, quello al turismo, quello al personale, quello al patrimonio e quello alle grandi opere e quindi al Sindaco, a  un po’ tutti i componenti quindi della compagine governativa l’interpello che formuliamo ed a cui auspichiamo sappiano e vogliano dare esauriente risposta e che in tal caso  ringraziamo
1)    La mancata attuazione dei programmi di investimento è stata, sempre, giustificata a causa dei vincoli di patto di stabilità interno che limita, d fatto, la spesa di investimento; alla luce però di quanto emerge dalla relazione di accompagnamento della presente interpellanza vi sarebbero state molte altre forme di finanziamento cui far ricorso. L’amministrazione condivide l’analisi qui svolta e se no quale sarebbe invece la corretta lettura da attribuire al fatto che a nessuna delle fonti alternative di finanziamento l’amministrazione ha mai fatto ricorso ?
 2)    E’ consapevole l’amministrazione ed in particolare il delegato alle risorse ed alle spese, dell’andamento della curva della spesa corrente che è cresciuta, a parità di servizi effettivi erogati, ben oltre l’andamento della svalutazione monetaria  sino ad attestarsi a circa venti volte quella dell’anno 1976, a fronte di una perdita di valore della moneta di , circa, dieci volte ? Quali iniziative ed attività intende attuare o ha attuato per attenuare questa tendenza alla crescita lineare di spesa onde consentire che, a parità di prelievo di fiscalità locale, quote non marginali di entrate correnti posano andare a finanziare spese di investimento ?

3)    E’ consapevole il delegato alle risorse umane che la spesa per il personale, al di là del suo apparente contenimento entro una percentuale sostenibile, in realtà , in termini assoluti, assorbe una rilevante quota del bilancio dell’ente ? Quali iniziative, in tema di riorganizzazione, accorpamento e riduzione  delle posizioni organizzative, gestione  associata di alcuni servizi, blocco di turnover, mobilità interna e/o esterna, ha inteso o intende assumere affinché anche questa importante voce di spesa possa concorrere, attraverso la sua sensibile riduzione,  all’obiettivo indicato nella presente interpellanza e cioè lo spostamento di risorse da spesa corrente a spesa per investimento ?
4)    Quali sono le ragioni che hanno impedito, sino ad oggi, di attivare un qualche progetto di finanza pur in presenza di programmi in tal senso proposti ed approvati in sede di programmazione triennale degli investimenti ? Vorrà il delegato alle opere pubbliche ed alla viabilità illustrare le ragioni di tale mancato avvio ed in particolare vorrà illustrare quali documenti preliminari sono stati redatti per valutare la fattibilità e sostenibilità economica di un progetto quale quello di realizzazione di autorimesse in P.za Capucci e non invece aver compiuto analisi e valutazioni preliminari riguardo altri investimenti, giustamente, ritenuti un tempo strategici ed ora oscurati ?

5)    E’ consapevole il Sindaco ed anche il suo delegato al turismo, delle importanti opportunità che in questi anni vi sono state per ottenere finanziamenti attraverso il ricorso al programma operativo regionale, ma non solo ad esso,  che ha veicolato nella Regione flussi finanziari consistenti, indirizzati e mirati verso obiettivi assolutamente  coerenti con le esigenze di questa cittadina e che se ottenuti avrebbero consentito di avviare a risoluzione molti dei problemi che da anni attendono una adeguata risposta ? Per quale motivo queste opportunità sono state tralasciate ? E’ da imputarsi a distrazione, non consapevolezza e conoscenza dei bandi, sottovalutazione della portata delle iniziative di finanziamento ? Quali sono , insomma , le giustificazioni che oggi sono dovute ad un Consiglio davanti al quale è sempre stato ripetuto il mantra del patto di stabilità e che poi, invece, si scopre che, forse, il vero problema era altrove e cioè in tutte quelle opportunità mancate che in questa interpellanza abbiamo cercato di indicare ?

Si ringrazia

 

 


 

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