Ci vuole un poco di pazienza, ma chi ne ha provi e vedrà. Provi dunque a legger fino in fondo quello che oggi vi postiamo e scoprirà perchè, come già ne abbiamo fatto un cenno l'altro ieri, Canio: dove aveva tanti soldi li sprecava, dove ne aveva proprio il giusto non li spendeva, dove, poi, pure ne aveva, ma pure non spendeva li perdeva e dove, invece, non ne aveva, neppure li cercava dov'erano. Non crediamo che a mettercela proprio tutta, qualcuno sarebbe riuscito a fare di meglio, o di peggio, comunque vedremo il giorno 2 di aprile che cosa ci risponderà l'interessato cui la domanda è diretta. Per chi vorrà dunque, munito di pazienza, buona lettura e vi troverà qualche cosa interessante. Se poi vorrà saperne di più vada il due sera al gran Consiglio e ascolterà , in diretta, le domande e le risposte.
GRUPPO
CONSILIARE “INSIEME”
Al Sig. Sindaco
Preg. mo Avv. Canio Di Milia
Sede Municipale
STRESA
OGG: Art. 45 del regolamento sul funzionamento del
Consiglio-Finanziamenti opere e programmi di investimenti. Mancato ricorso.
E’ noto che il
Comune di Stresa è ente, da più anni, soggetto ai vincoli del patto interno di
stabilità e che tali vincoli pongono importanti limitazioni alla possibilità di
spesa. In particolare, stante il sistema di calcolo del patto, vengono
penalizzate le spese finanziabili con accertati avanzi di amministrazione o con
il ricorso al credito. E’ noto ancora che anche la possibilità di spesa di
importanti somme giacenti a residuo passivo, possono trovare limitazioni ove
non sorrette da entrate derivanti dall’incasso di corrispondenti somme giacenti
a residuo attivo.
In
tale quadro di bilancio è altresì noto che, disponendo di adeguate risorse di
parte corrente, una buona politica di controllo e riduzione della spesa,
avrebbe generato, nel corso di un andamento pluriennale, un consistente avanzo economico,
capace di poter essere utilizzato e subito, in investimento.
E’
altresì noto che una virtuosa politica di contenimento della spesa corrente non
vi è stata e salve le maggiori risorse sopravvenute e aggiuntive, quali quelle
derivanti dall’imposta di soggiorno, le entrate ordinarie non sono state in
grado di generare spesa di investimento significativa.
Che
poi non vi fosse possibilità di pervenire ad un corposo contenimento della
spesa corrente è tesi che ogni amministrazione, in genere, porta a sostegno e a
difesa o scusante della propria incapacità di controllare la spesa medesima.
Nel
caso poi il Comune di Stresa ha, largamente, imputato ai vincoli di patto la
sua impossibilità di mantenere i propri impegni di investimento e con questo,
ha cercato di imputare a fattori esterni il fallimento degli obiettivi che si
era posto.
Come
tali ragioni e giustificazioni non siano, in parte o in tutto, vere sta nelle
osservazioni che seguono.
Nel
maggio del 1976, crediamo Sindaco un giovane Professor Galli, il Comune
pubblicava in un suo bollettino, le risultanze che emergevano dalla
approvazione del bilancio di
previsione.
Orbene,
in quell’anno, la spesa corrente ammontava ad una previsione di Lire
556.016.250 e la spesa per rimborso prestiti a lire 19.800.00, quindi un totale
di lire 575.816.250, che tradotti in euro sono oggi: 297.384,00.
Da
quella data ad oggi la moneta si è svalutata circa 9/10 volte, quindi a parità
di valore oggi, il bilancio, di parte corrente, dovrebbe pareggiare sulla somma
di euro 2.970.384,00, in realtà esso si è gonfiato di circa il doppio anzi, in
termini reali, assai di più.
Diciamo
di più perché dal bilancio sono uscite alcune partite importanti e consistenti,
ci si riferisce a quella dei rifiuti la cui entrata e spesa fa capo,
direttamente, a soggetto esterno e la partita riferita al servizio idrico
integrato, pure lei esternalizzata.
E’
difficile pensare quali nuovi importanti servizi il comune oggi gestisce
rispetto all’anno 1976 che abbiamo preso
come riferimento, crediamo pochi o quasi
nessuno.
Quanto
poi al servizio riferito al debito, il confronto per quanto possibile, ma
mancano alcuni elementi utili, sarebbe tra 322.881 euro di chiusura esercizio
2011 ed, in euro equivalenti rivalutati, 102.258.00 della previsione 1976. Un
corretto raffronto dovrebbe però prendere in considerazione anche le quote
interessi, di cui non disponiamo il dato 1976. Certo è che la curva del debito
attuale rispetto alla sua anzianità è
abbastanza alta e quindi la spesa risulta spostata più verso il rimborso del capitale
che verso gli interessi, non sappiamo quale fosse la curva nel 76, ma crediamo,
con qualche ragione, più bassa .
Se
questi sono i dati e non si rintracciano nuovi importanti servizi verso
cui la spesa ha dovuto essere
indirizzata per la loro gestione e, in aggiunta, si prende in considerazione
l’uscita dalle poste di bilancio delle importanti partite che abbiano indicato,
rimane da spiegarsi cosa è successo nel
tempo che separa i bilanci attuali da quello del 1976.
La
spiegazione più immediata, considerato che la consistenza numerica del
personale in servizio allora rispetto ad ora, non dovrebbe aver subito una
sostanziale modifica in incremento, pur
in presenza di una dinamica della spesa di personale più elevata rispetto alla
svalutazione della moneta, è che si è assistito ad una crescita lineare della
stessa spesa corrente, ben oltre la dinamica della moneta e dei prezzi, senza
alcuna volontà o intenzione di por mano al suo contenimento ed alla sua
riorganizzazione, contando sempre e comunque sulle aggiuntive risorse di cui un
comune turistico dispone rispetto ad altri, vedi ICI prima e IMU ora.
Insomma,
per dirla in termini corretti, si è stati molto, molto poco virtuosi.
Abbandonata
questa via virtuosa, l’amministrazione ha continuato quindi a trincerarsi,
imputando al patto la vana attesa di una qualche attuazione concreta dei suoi
programmi di investimento.
Per
alcuni aspetti questa difesa è risultata non credibile in quanto, ad oggi, la
mancata attuazione di alcuni programmi non è imputabile alla esistenza del
patto.
La
realizzazione del porto, ad esempio, sino ad oggi è dipesa da altre cause:
contenziosi sull’esito della gara prima, revisioni progettuali poi (non si
vuole qui entrare nel merito di tale problematica), insufficienza di risorse
poi e irrisolte problematiche contrattuali/amministrative, forse, ora.
La
realizzazione del progetto di recupero di Villa Palazzola, formalmente in carico
alla Fondazione, non sarebbe mai incorsa in problematiche di patto, sia perché
i flussi di risorse non sarebbero transitati attraverso il Comune, sia perché
le fondazioni non paiono, salvo errore, soggette a patto.
Ritardi
conseguenti a contenziosi intervenuti sull’esito della gara di progetto e
mancata, forse, vigilanza attenta da parte del Sindaco sul destino delle
risorse Regionale già stanziate, hanno poi fatto il resto.
Come
illustrato, in questi due casi, la loro mancata realizzazione è, sino ad oggi,
non dipesa da cause imputabili al patto, eppure stanno ancora lì, al palo.
Quali
erano le altre risorse che avrebbero potuto, per così dire bjpassare i
vincoli di patto e veicolare anche importanti risorse finanziarie a beneficio
di progetti importanti per la infrastrutturazione della città turistica ?
Uno
su tutti, ma non solo, il ricorso alla finanza di progetto, assolutamente
idonea nel caso di realizzazione di strutture capaci di generare risorse dalla
loro gestione.
Il
settore parcheggi sarebbe stato, ma ancora lo è, quello più idoneo, tanto che
l’amministrazione, lo ha già infilato un paio di volte nei suoi triennali inattuati programmi, ma poi non ne
ha dato alcun seguito.
Imput
in tal senso eppur non mancarono quando, in più di una occasione, la minoranza
ha portato al Consiglio proposte deliberative atte a provocare l’avvio di un
percorso di recupero ed utilizzo di un’area , quale quella Gabbiola, che ancora oggi sembra
essere l’unica e forse la più valida per la soluzione della problematica
parcheggi, coprendo tutto il ventaglio di diversificata domanda che, oggi, si esprime e si manifesta.
In
questo caso, nel secondo periodo di mandato è andata scemando, sempre più, la
energia creativa di cui il Sindaco sembrava, invece, alimentare il suo primo e
un po’ meno infelice tempo di governo.
Arrivati
a questo punto, irrisolti tutti i problemi di conformità urbanistica dietro la
chimera della “Zanetta” che l’avvio di concreti progetti presuppone, pensiamo
che ogni speranza è, ormai, vana.
Vi
è però ancora di più e per certi aspetti ancor più imputabile se non a cattiva
amministrazione, addirittura a mancanza di amministrazione, a assoluta
incapacità di governo.
L’arco
temporale 2007/2013 è infatti caratterizzato dall’avvio e dalla conclusione di un
importante programma a valenza regionale che ha veicolato in questa stessa
regione risorse finanziarie importantissime che si sono espresse nella cifra di
oltre un miliardo di euro e qui i vincoli di patto non avrebbero giocato.
Trattasi
dei fondi strutturali europei le cui dotazioni pervengono per oltre 400
milioni dal bilancio europeo, per oltre 500
da Stato e per, circa, 150 da quello della Regione.
La lettura di una recente deliberazione assunta dalla Giunta Regionale ( n. 20-5268
del 29/01/2013) può essere istruttiva a
riguardo con invito, in tal senso, rivolto all’amministrazione.
Orbene alcune misure, o meglio assi,
contenute in questo programma operativo regionale che ha convogliato verso il
loro utilizzo queste importanti risorse, sembravano scritte per le esigenze
puntuali e specifiche di questo Comune.
ASSE III – RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE
Obiettivo specifico Obiettivi operativi Attività III.1.1 Tutela
dei beni ambientali e culturali Sostegno ad iniziative di carattere
infrastrutturale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale a supporto
dello sviluppo socioeconomico ed in particolare del turismo sostenibile
valorizzando il patrimonio storico, culturale, architettonico e naturale
attraverso in particolare il recupero e la rivitalizzazione di attrattori di
valenza regionale.
III.1
Promuovere e rafforzare le sinergie potenziali tra tutela, valorizzazione
dell’ambiente e dei beni naturali e crescita del sistema produttivo.
III.2.1
Riqualificazione delle aree dismesse Sostegno agli investimenti per il recupero
dei siti dimessi (siti industriali in abbandono) e loro riconversione
finalizzata alla localizzazione di attività ed iniziative produttive ed in
particolare di servizi avanzati inclusi
quelli per la mobilità sostenibile (trasporti puliti).
Promozione
dell’integrazione tra valorizzazione del patrimonio ambientale - storico -
culturale e
le
attività imprenditoriali ad essa connesse e riqualificazione delle aree urbane in
un’ottica di
inclusione
sociale, sviluppo economico e rigenerazione delle aree degradate
III.2
Promuovere la riqualificazione urbana in un’ottica di sviluppo sostenibile e realizzare
più
Elevata
competitività territoriale III.2.2 Riqualificazione aree degradate
Sostegno ad interventi di riqualificazione di quartieri urbani caratterizzati
da elevati livelli di degrado sociale, economico e fisico per promuovere
sviluppo, occupazione ed integrazione con il contesto urbano
Sembra che realtà territoriali a noi vicine, pur non senza
polemiche, abbiamo saputo attingere da questa fonte di finanziamento,
certamente non impacciata dai legami e dai vincoli del patto di stabilità.
Non sappiamo se Stresa si era accorta di tale opportunità e se si
perché non abbia cercato di
confezionare, o meglio far confezionare, al meglio, il dossier per una propria
candidatura capace di indicare un progetto integrato che mettesse insieme il
potenziamento del turismo culturale e la sua crescita fuori stagione ( Villa
Palazzola), con il recupero di aree degradate a sostegno di un progetto
sostenibile di città senz’auto ( Gabbiola) e quant’altro, forse anche il
rinnovamento tecnico della sua funivia, attingendo anche in sinergia con
programmi privati, nei tanti assi di
investimento che il programma operativo conteneva.
Fa il paio con questa occasione persa anche la mancata
capacità già, a suo tempo, confessata di
ingaggiare il partner elvetico per il coinvolgimento nel programma Interreg
Italia/Svizzera, nell’ambizioso progetto
di isola museo, più volte annunciato ed ora ridotto a stanze per dormitorio di
artisti di passaggio.
Il quadro di occasioni mancate o perse, addirittura non tentate, è
quindi inquietante. Dopo tanti anni passati a recitare il mantra dei vincoli di
patto di stabilità che impedivano ogni investimento, il Sindaco e il suo
governo si presentano in dirittura di arrivo con il serbatoio vuoto ed il
motore spento.
Non si venga ora a dire che sono mancati gli strumenti
collaborativi interni, che la struttura non era in grado di dare risposta
adeguata per avviare tale processo di reperimento di risorse.
Sono stati impegnati, in questi anni, molti mezzi finanziari anche
per spese differibili o impossibili ( vedi la Zanetta) , mentre non si è
ritenuta cosa meritevole assumere spese per tentare l’acquisizione di risorse
importantissime e che se raggiunte, avrebbero, non dico risolto ogni cosa, ma
certamente fatto fare un passo avanti, non prima mai compiuto dalla cittadina.
Arrivati a questo punto non rimane che indirizzare al Sindaco e
agli assessori muniti di deleghe: quello al bilancio e quindi alle risorse,
quello al turismo, quello al personale, quello al patrimonio e quello alle
grandi opere e quindi al Sindaco, a un
po’ tutti i componenti quindi della compagine governativa l’interpello che
formuliamo ed a cui auspichiamo sappiano e vogliano dare esauriente risposta e
che in tal caso ringraziamo
1) La mancata attuazione dei programmi di
investimento è stata, sempre, giustificata a causa dei vincoli di patto di
stabilità interno che limita, d fatto, la spesa di investimento; alla luce però
di quanto emerge dalla relazione di accompagnamento della presente
interpellanza vi sarebbero state molte altre forme di finanziamento cui far
ricorso. L’amministrazione condivide l’analisi qui svolta e se no quale sarebbe
invece la corretta lettura da attribuire al fatto che a nessuna delle fonti
alternative di finanziamento l’amministrazione ha mai fatto ricorso ?
3) E’ consapevole il delegato alle risorse
umane che la spesa per il personale, al di là del suo apparente contenimento
entro una percentuale sostenibile, in realtà , in termini assoluti, assorbe una
rilevante quota del bilancio dell’ente ? Quali iniziative, in tema di
riorganizzazione, accorpamento e riduzione
delle posizioni organizzative, gestione
associata di alcuni servizi, blocco di turnover, mobilità interna e/o
esterna, ha inteso o intende assumere affinché anche questa importante voce di
spesa possa concorrere, attraverso la sua sensibile riduzione, all’obiettivo indicato nella presente
interpellanza e cioè lo spostamento di risorse da spesa corrente a spesa per
investimento ?
4) Quali sono le ragioni che hanno impedito,
sino ad oggi, di attivare un qualche progetto di finanza pur in presenza di
programmi in tal senso proposti ed approvati in sede di programmazione
triennale degli investimenti ? Vorrà il delegato alle opere pubbliche ed alla
viabilità illustrare le ragioni di tale mancato avvio ed in particolare vorrà
illustrare quali documenti preliminari sono stati redatti per valutare la
fattibilità e sostenibilità economica di un progetto quale quello di
realizzazione di autorimesse in P.za Capucci e non invece aver compiuto analisi
e valutazioni preliminari riguardo altri investimenti, giustamente, ritenuti un
tempo strategici ed ora oscurati ?
5) E’ consapevole il Sindaco ed anche il suo
delegato al turismo, delle importanti opportunità che in questi anni vi sono
state per ottenere finanziamenti attraverso il ricorso al programma operativo
regionale, ma non solo ad esso, che ha
veicolato nella Regione flussi finanziari consistenti, indirizzati e mirati
verso obiettivi assolutamente coerenti
con le esigenze di questa cittadina e che se ottenuti avrebbero consentito di
avviare a risoluzione molti dei problemi che da anni attendono una adeguata
risposta ? Per quale motivo queste opportunità sono state tralasciate ? E’ da
imputarsi a distrazione, non consapevolezza e conoscenza dei bandi,
sottovalutazione della portata delle iniziative di finanziamento ? Quali sono ,
insomma , le giustificazioni che oggi sono dovute ad un Consiglio davanti al
quale è sempre stato ripetuto il mantra del patto di stabilità e che poi,
invece, si scopre che, forse, il vero problema era altrove e cioè in tutte
quelle opportunità mancate che in questa interpellanza abbiamo cercato di
indicare ?
Si
ringrazia
Nessun commento:
Posta un commento